Il corvo e lo scorpione - Francesca Civiletti
Quale
destino attende la giovane Rowan, unica superstite dell’incendio di Ynys Mon da
parte delle Legioni di Nerone? Incontri sorprendenti, rivelazioni inaspettate e
una difficile missione da compiere: impedire che l’Uroboro, un antico
manoscritto di inestimabile valore, cada nelle grinfie dell’ordine nero di
Roma. Gli Scorpioni Neri. Significherebbe immenso potere per una setta votata
al male che, da tempo immemorabile ha l’obiettivo di rompere il Patto di
Equilibrio tra il Bene e il Male, sulla Terra e nell’Aldilà. Nella sua lotta
contro il tempo e terribili forze oscure, dalla Britannia alla verde Erin,
dalla Gallia al cuore dell’Impero, Rowan potrà contare sulla sua sapienza
druidica e la sua abilità di guerriera; ma anche sulla solidità di un veterano
della Ventesima Valeria Victrix, la furbizia di un pirata dal sangue nobile,
gli occhi vigili di un misterioso Guardiano, e una buona dose di coraggio.
Saranno sufficienti per riuscire nell’impresa?
Casa Editrice: Rogiosi
Pagine: 384
Prezzo: 14,00 euro.
Pagine: 384
Prezzo: 14,00 euro.
Voto:
Di questo
primo lavoro della Civiletti, edito dalla Rogiosi, c’è molto da dire. Non
perché siano tante le critiche o le lodi, che sicuramente trovano il loro
spazio, ma perché la storia della protagonista, Rowan, copre un lungo, lungo,
lunghissimo arco di tempo.
Forse sarebbe meglio dire che non v’è alcun tipo di ellissi, se non in rari
casi, tanto che ogni passo avanti compiuto dalla piccola Rowan viene seguito e
raccontato nella maggior parte del romanzo con precisione e senza fretta.
Vediamo quindi una bimba che all’inizio poco comprende e che via via cresce,
scopre e si fortifica, fino a gestire lei stessa l’azione. C’è dunque un
cammino ben definito e una lode merita in questo senso la struttura del
romanzo, lineare ma mai troppo noioso, pieno di particolari che acquistano
senso con il susseguirsi di scoperte e di antichi segreti. Li troviamo fino
alla fine e si può ben notare che dalle prime pagine fino a quelle finali,
questi chiarificano la trama e la rendono più interessante, più ricca.
Non si tratta, inoltre, della sola evoluzione della protagonista, ma v’è anche
quello che viene definito un nostos. E’ la stessa Civiletti, per bocca di
Rowan, a definire l’intero romanzo come un viaggio avventuroso. Seguiamo
infatti Rowan che, investita di particolari responsabilità dopo lunghi anni di
apprendimento, si muove al fine di conseguire obiettivi che le son stati
assegnati da quello che potremmo definire il Bene. Sembra esserci infatti una
doppia trama, nel romanzo della Civiletti: la prima è quella che interessa la
dinastia di Rowan e Rowan stessa, il suddetto nostos insomma; la seconda è
quella della lotta senza quartiere tra Bene e Male, lotta antica, lotta
primigenia che si rinnova di secolo in secolo e trova i suoi guerrieri nelle
antiche dinastie, tra cui quella di Rowan, discendente di illustri personaggi
di cui lascerò che scoprano il volto coloro si accosteranno alla lettura.
Interessante anche la definizione che la Civiletti dà di religione. Dopo
un’attenta e particolareggiata carrellata di credi e confessioni, l’autrice
sembra volerci dire che, pur con volti e nomi differenti, son sempre il Bene e
il Male ad essere venerati dall’uomo che, tuttavia, è sempre più propenso al
caos e alla distruzione, come dimostra la subitanea distruzione dell’isola dei
druidi. Una visione che certamente s’allontana da quella che potrebbe essere la
canonica concezione italiana della religione, ma che sicuramente risulta interessante e condivisibile.
Nonostante ciò mai viene a mancare quell’alone di mistero che avvolge le storie
di antichi dei, di conoscenze druidiche e sì, persino di magia legata
all’armonia naturale.
La storia si evolve inizialmente proprio in un’atmosfera da sogno. Inseguendo
L’Uroboro, antico manoscritto che racchiude l’intera conoscenza, passato per le
mani persino di Yoshua il Nazireno –propostoci dalla Civiletti in una
“dissacrante” quanto gradevole versione druidica- si passa dall’isola dei
druidi, Ynis Mon, alla verdeggiante Erin per finire in quella che è la Roma
Imperiale ai tempi di Nerone. Dalla fiaba alla storia quindi, perché fra le
pagine de “Il corvo e lo scorpione” abbiamo un’attenta descrizione di quella
che era la Roma ai tempi dell’impero, così come degli usi e costumi, delle
conoscenze, persino degli intrighi di corte che, per il modo in cui sono
narrati, lasciano intendere un’attenta opera di documentazione da parte
dell’autrice.
Il narratore è onnisciente ed è la stessa protagonista che, a distanza, guarda
al proprio passato. La Civiletti sceglie dunque la prima persona e lo fa in
modo che non risulti fastidiosa o settoriale, anzi, questa scelta fa sì che si
possano vivere insieme a Rowan le ansie e le speranze. Personaggio estremamente
caratterizzato, quello di Rowan, delineato con attenzione e in più
sfaccettature, sebbene c’è da dire che forse, come eroina, è fin troppo
perfetta.
Dai nobili natali, dalla mente acuta, dalla voce celestiale, bionda, bella,
forte,simpatica e predestinata a grandi imprese, Rowan è praticamente perfetta
e ovviamente sceglie l’amore impossibile di un principe dell’aldilà, un
Principe Oscuro, guardiano delle porte degli inferi. Insomma, non le manca
niente, nemmeno amici leali pronti a favorirla in ogni circostanza ed a
risolvere situazioni problematiche sempre e comunque. Non viene trasmessa
quindi con abbastanza efficacia la difficoltà del viaggio, non si pensa, almeno
non seriamente, nemmeno per un istante che si possa fallire e, sebbene con il senno
di poi Rowan risulti angosciata e timorosa del futuro, al momento giusto la si
vede sempre cavarsela con il minimo sforzo e, ovviamente, riuscire alla
perfezione. Come dicevo è perfetta…anche troppo.
Intorno a lei ruotano poi personaggi “aiutanti”, con il compito di forgiarla
nella mente e nel corpo. Da Amergin, a Skatha, da Pantera a Dylan, vediamo
personaggi ben caratterizzati, tutti gravitanti però ancora intorno alla
perfezione che è Rowan. Unica pecca, questa, che rischia di rendere il tutto
meno verosimile, così come la scarse indicazioni di carattere geografico
riguardanti Erin. Isola da sogno, isola delle fate, ma nel momento in cui Rowan
si sposta non si comprende bene dove ci si trovi, come dovrebbe essere in un fantastorico. Si può
dire tuttavia, in conclusione, di trovarsi innanzi a un romanzo sicuramente
gradevole, ben strutturato, con tutte le carte in regola. I pregi superano di
gran lunga i difetti, i particolari sono attenti e ben curati, lo stile è
piacevole e la storia avvincente, per nulla banale. Francesca Civiletti è
sicuramente un’esordiente sulla quale scommettere.
Francesca Civiletti
E’ nata
nel 1976 a Milano, ma il suo cuore è ancora a Dublino dove ha vissuto per un
anno nel 2004 e iniziato la stesura de “Il corvo e lo scorpione”. E’ copywriter
freelance, e “Il corvo e lo scorpione” è il suo primo romanzo.
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