Salve a tutti, e benvenuti ad
un'altra puntata de “Il Tempio degli Otaku”! A grande richiesta – ma di chi? -
ritorna il ciclo delle opere che ormai conosciamo solo io e i loro autori. Si
fa presto a dire shojo, infatti: le nostre fumetterie ne sono semplicemente
invase, come dimostrano gli annunci delle principali case editrici nel recente
Lucca Comics. Si fa meno presto a dire shojo con contenuti più adulti, diretti
non solo alle ragazzine, ma anche alle loro sorelle maggiori, in Italia
appannaggio quasi esclusivo della Flashbook Edizioni. In questo sottogenere
avanguardistico spiccano i nomi di Kyoko Okazaki (di cui tempo fa abbiamo
recensito “Helter Skelter”, ricordate?), Moyoko Anno e soprattutto George
Asakura. Proprio di quest'ultima parleremo oggi, con il suo “Cuori
colpiti”. Buona lettura!
![](https://encrypted-tbn3.gstatic.com/images?q=tbn:ANd9GcQ6CzX6A9sFjr17N_6QhbdyJpz3ZtsEp6yTArpVTZLXiXR5dCLABw)
Nei due volumi autoconclusivi di
questo manga seguiremo le vicende di una classe delle medie alle prese con le
prime
esperienze con l'amore e con il sesso. Abbiamo
Negishi, talmente
infatuata del suo
Arai da decidere di donargli il proprio corpo per
scongiurare il rischio che lui torni dalla loro compagna
Ruri, di cui
sembra innamorato.
Negishi non sa se tra lei e Arai ci sia solo sesso o
anche amore, e nemmeno che in realtà Ruri non prova niente per lui perché innamorata
di un insegnante.
Nel frattempo il migliore amico
di Arai, Seiji, mette a dura prova la pazienza e la sensibilità della
sua fidanzata, Atsuko, la quale cerca in tutti i modi di salvare un
rapporto i cui gli equilibri sembrano pendere tutti a favore del ragazzo.
Infine, un po' esclusa dagli equilibri della classe è Yokohama, le cui
energie sono tutte concentrate nel diffondere bugie su un suo fantomatico
fidanzato. L'unico che non ci casca è Shiina, il suo vicino di banco...
Gli shojo manga tradizionali
ci hanno abituato ad una concezione dell'amore adolescenziale ben diversa da
quella proposta dalla Asakura – sì, a dispetto del nome è una donna. Per
quanto infatti i vissuti dei protagonisti siano piuttosto drammatici, quando si
parla d'amore questi si dimostrano sorprendentemente naif ed innocenti. Un
ottimo esempio è “Marmalade Boy” di Wataru Yoshizumi: il manga comincia con
Miki, la protagonista, costretta ad affrontare le conseguenze di un divorzio
inusuale, in cui in pratica i suoi genitori si scambiano il partner con
un'altra coppia. Eppure quello che la colpisce di più, e che la fa puntualmente
arrossire come un semaforo, è la bellezza di Yuu, l'altra parte in causa del
nuovo menage familiare. Campionessa di duttilità è poi Sana, protagonista di
“Kodomo no Omocha – Il giocattolo dei bambini”, capace di passare praticamente
indenne su incidenti che avrebbero sconvolto la mente di qualsiasi altro
bambino, come l'essere stata abbandonata – e ritrovare negli anni la propria
madre naturale per poi perderla subito dopo – ma di commuoversi fino alle
lacrime per le vicende familiari di Akito, più gravi delle sue di pochissimo.
Inoltre, anche se in entrambe queste opere seguiamo i personaggi dall'infanzia
all'età adulta, non sentiremo quasi mai parlare di sesso, e tutto quello che
vedremo saranno innocenti rossori, battutine piuttosto imbarazzate, e se tutto
va bene un matrimonio alla fine dell'opera.
“Cuori colpiti” è l'esatto
contrario. Non ci è dato sapere la situazione familiare dei personaggi.
Sappiamo tutto invece della loro iniziazione sessuale. A parte in pochi casi –
e il lettore smaliziato già si chiede cosa c'è dietro – non troveremo tenere
dichiarazioni d'amore, strette di mano, farfalle nello stomaco.
![](https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhegTtkBNRu7AwxxoNuwwsJJmVVB7IBkM7nbaLhJGik6TCR_CQtZIbWNeoY1wp5Y72MRx78Z4X9enfnMw_xVSZPZhAjtNLmskMThPMUEp2GqL5lhQiypWwj2FU4MfPCKrybblCi_iKOR9M/s320/cuori+colpiti.jpg)
Ed è inutile dire quanto questo
sia molto, molto più realistico di un qualsiasi “Marmalade Boy”, per quanto ben
fatto. Come spesso capita anche nella vita reale questi ragazzini, che a
malapena hanno la barba e le mestruazioni,
non sappiano come usare uno
strumento così potente come il loro corpo. Ruri fa la donna vissuta con il
suo insegnante, ma in realtà quello che vuole è una figura paterna, su cui
poter sempre contare. Atsuko si ripropone ogni volta che tra lei e Seiji è
finita davvero, salvo ricominciare daccapo, anche se sa che lui non desisterà
mai dalle sue pessime abitudini. Yokohama vorrebbe tanto potersi lasciare alle
spalle quelle bugie sul fidanzato e cedere al tenero corteggiamento di Shiina,
ma che ne sarebbe della sua immagine? Negishi è perennemente in dubbio sulla
sua relazione con Arai, ma è disposta a tutto pur di accontentarlo. Tutto, pur
di non lasciarselo sfuggire.
![](http://www.shoujoinitalia.net/2004/cuoricolpiti/cc_lay2.jpg)
Tutto, pur di non restare soli.
Le loro storie sono perlopiù a lieto fine, ma
il messaggio di fondo
dell'opera è cupo. Sebbene un po' troppo enfatico, il titolo italiano
dell'opera rende bene l'idea dello smarrimento di questi ragazzi. E' uno
smarrimento che potremmo quasi definire inconscio, in quanto non è sentito dai
protagonisti, e senza dubbio nemmeno dagli adulti – infatti, a parte il
professore, non ne incontreremo – ma palpabile. Si sente l'assenza di genitori
comprensivi, che facciano qualcosa per i loro figli a parte procurarsi i soldi
per dare loro da mangiare, e di insegnanti che oltre ad attenersi ai rigidi
programmi didattici perdano un po' di tempo a parlare dei problemi che davvero
premono a questi bambini. Perché in fondo parliamo di
bambini, che usano
il sesso per i loro fini come se fosse un gioco qualsiasi, con tanto di ricatti
morali ed azioni spregevoli di cui non si comprende la gravità.
Nonostante le storie si
assomiglino molto tra di loro – in particolare quelle Negishi/Arai e
Atsuko/Seiji – l'introspezione psicologica è piuttosto curata. Questo
vale sia per i personaggi femminili che maschili: ad esempio sono ben rese le
indecisioni di Arai sul ruolo di Negishi nella sua vita, oppure l'essere senza
peli sulla lingua di Shiina, che fa da contraltare alla timidezza aggressiva
della tsundere (personaggio tipicamente giapponese che alterna momenti di
scontrosità e maleducazione a momenti di dolcezza e fragilità) Yokohama.
Impossibile non citare poi Atsuko, il cui percorso di annullamento della
personalità per essere all'altezza di Seiji è seguito con grande meticolosità.
Peccato soltanto che lo stesso Seiji non se ne accorga, a sua volta tormentato da
complessi di inferiorità accuratamente mascherati. Le dinamiche delle
singole coppie, poi, sono decisamente più complesse di quanto appaiano
superficialmente, come dimostra la vicenda di Ruri: sono davvero i maschietti a
tenere le redini della relazione, o forse in realtà sono le femminucce, con le
loro maniere subdole e i loro corpi invitanti?
![](http://www.animeclick.it/prove/manga/CuoriColpiti/CuoriColpiti4.jpg)
Il
tratto di George
Asakura è molto scarno, piuttosto debitore di quello della sopraccitata Kyoko
Okazaki. Fisionomie a dire il vero molto simili tra loro – difficile
distinguere, ad esempio, i personaggi maschili – con lineamenti che quasi
cambiano di pagina in pagina, diventando ora più maturi ora più infantili.
Tuttavia c'è una grande attenzione per l'uso dei retini, molto accurato, e la
costruzione della pagina, sempre al servizio della storia. Può sembrare un
tratto rozzo, soprattutto se confrontato con gli occhi grandi, le espressioni
buffe e i fiorellini degli shojo, ma perché rozze sono anche le vicende
raccontate. Benvenuti nella realtà, gente!
...E per oggi è tutto, gente.
Arrivederci al prossimo appuntamento de “Il Tempio degli Otaku”!
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