Una profonda sensibilità letteraria può veramente considerarsi tale solo se è in grado di intrecciarsi efficacemente con le piccole meraviglie del quotidiano; ecco il miracolo che Jane Austen riesce magistralmente a mettere in scena per ogni componimento che la sua penna dona ai lettori, mai stanchi di assistere a questa inspiegabile magia narrativa.
Perché forse proprio di magia e d’incanto si tratta; come si potrebbe spiegare altrimenti?
Che sia un romanzo o una piccola poesia come quella che seguirà a breve, l’autrice non perde mai l’innata abilità di trasformare minimi dettagli, particolari e apparentemente futili, in preziosi momenti che, forse perché minimi, particolari, e futili, possono cambiare un destino intero, illuminare un sentimento mai assecondato, aiutare a scoprire una nascosta meraviglia.
Jane Austen, poetessa dell’infinitesimale, descrittrice del particolare, esaltatrice della meraviglia nascosta dietro all’imprevisto; solo spingendosi oltre l’ovvio, più in là della routine e del tempo sempre uguale a se stesso, scandito dai ritmi monotoni e quasi oppressivi di una società chiusa nel proprio limitato orizzonte (tra l’altro puntualmente trafitta dall’ironia e dall’arguzia dell’autrice), solo in questo modo si coglie l’infinito universo letterario e poetico che questa donna ha saputo plasmare, dimostrando un’orgogliosa rivendicazione femminile contro le pretese culturali e sessiste di un mondo di pensiero che poteva essere ribaltato solo grazie al successo planetario e senza tempo di romanzi come “Pride and Prejudice” o “Sense and Sensibilty”.
Per testimoniare il valore dell’abilità creatrice di Jane Austen è necessario fare un passo indietro, a zonzo per i secoli, fino al 25 febbraio del 1811.
In un inverno tanto gelido quanto noioso, la costante monotonia delle campagne intorno a Steventon viene sorprendentemente spezzata da una curiosa notizia apparsa sul giornale della regione.
Il quotidiano “ Hampshire Telegraph and Sussex Chronicle” riporta infatti che “…sabato 23 febbraio 1811 Mr. Gell, di Eastbourn, si è sposato con Miss Gill, di Well-street, Hackney”.
La fantasia di Jane Austen è istantaneamente stimolata dalla curiosa omofonia che accompagna i nomi degli sposi, e la spinge al confronto con la pagina scritta che darà origine a questa tanto piccola quanto preziosa lirica intitolata, con piglio quasi giornalistico, “On the marriage of Mr. Gell of East Bourn to Miss Gill”.
Of Eastbourn, Mr. Gell
From being perfectly well
Became dreadfully ill
For the love of Miss Gill.
So he said with some sighs
I'm the slave of your i.s
Ah! restore if you please
By accepting my e.s.
Di Eastbourn, Mr. Gell
Da che stava perfettamente bene
Divenne terribilmente malato
D'amore per Miss Gill.
Così disse con qualche sospiro
Sono schiavo dei vostri occhi
Ah! guaritemi per favore
Acconsentendo al mio benessere.
Il componimento si fonda sui preziosissimi giochi di parole ispirati dall’omofonia dei nomi dei due sposi, intrecciando il preziosismo della scelta dei vocaboli con un ritmo quasi da filastrocca: al verso 6 "i.s" (ovvero la "i" di Miss Gill) si legge "/ais/", come "eyes" ("occhi"), mentre al v. 8 "e.s." (la "e" di Mr. Gell) si legge "/is/", come "ease" ("benessere").
Ecco un sapiente esempio dell’universo poetico che si nasconde dietro alle apparenti banalità tematiche di Jane Austen, un mondo ricchissimo, che solo uno sguardo attento e sensibile come quello dell’autrice riesce a cogliere nella sua maestosa interezza.
Così l’illustre critico letterario Pietro Citati ha commentato la sorprendente prosa di Jane Austen, ponendo l’attenzione sull’abilità creatrice e sul suo convertire un piccolo dettaglio in un universo pressoché “miracoloso”:
“Dagli sguardi acutissimi della brunetta non si salva niente.
Oppure si salva tutto, perché persino le più pesanti e rozze cretinerie diventano, appena giungono tra le sue mani, lievi, inverosimili, aeree, persino poetiche.
E’ il miracolo che nessun lettore della Austen riuscirà mai a spiegare.”
Jane Austen, scrittrice inglese di molti libri considerati oggi classici della letteratura, è stata un personaggio che, per la maggior parte della sua (breve) vita, è rimasto avvolto nel mistero.
Nasce il 16 dicembre del 1775, dal reverendo George Austen e Cassandra Leigh a Steventon, un villaggio nell’Hampshire, ed è ultima di otto figli, sette fratelli e una sorella, Cassandra.
Con Cassandra avrà un rapporto stretto dovuto alla lunga convivenza: frequenteranno le medesime scuole, prima la Oxford, poi la Southampton e, infine, l’Abbey School di Reading, e tra le due vi sarà una fitta corrispondenza di cui, però, la maggior parte è andata sfortunatamente perduta.
Nella famiglia Austen si respirava odore di libri e la passione, sia per la lettura sia per la scrittura, coinvolse la giovanissima Jane che predilige autori come Fielding, Richardson e Fanny Burney.
A 11 anni inizia a scrivere parodie, poesie e bozze di romanzi caratterizzati da toni umoristici, che riservava per intrattenere familiari e amici - nel 1789, all’età di 14 anni, dedicherà alla cugina “Amore e Amicizia” la quale rientrerà, in seguito, nei tre volumi manoscritti delle opere giovanili intitolate “Juvenilia”.
E’ il 1794 quando dalla sua penna nascono le versioni precedenti e giovanili dei romanzi “Ragione e Sentimento” (Elinor e Marianne), “Orgoglio e Pregiudizio” (First Impression) e “Northanger Abbey” (Susan) e conosce Thomas Lefroy, suo primo amore.
Il talento di Jane Austen non fu subito riconosciuto dall’editoria e la casa editrice Caddel, senza nemmeno leggere il romanzo, rifiutò di pubblicare First Impression – Orgoglio e Pregiudizio. In seguito, riuscì a vendere “Susan” (Northanger Abbey) che, però, fu pubblicata come opera postuma, esattamente 14 anni dopo.
Nel 1801 si trasferisce con la famiglia a Bath, località che spesso si trova nei suoi libri e che testimonia quanto questi si rifacciano alla sua vita e al suo quotidiano. L'anno seguente rifiuta, per motivi che ignoriamo, la proposta di matrimonio di Big Wither: è chiaro, però, che deciderà di non sposarsi mai a causa dell’impossibilità, soprattutto dal punto di vista economico, di unirsi prima con Lefroy e poi con un altro uomo la cui identità ci è sconosciuta.
Alla morte del padre (1805), Jane, Cassandra e la madre ritornano nell’Hampshire, dapprima a Southampton e poi a Chawtown, dal fratello Edward; ed è proprio in quel periodo che finisce di scrivere “Ragione e Sentimento” (1811) e “Orgoglio e Pregiudizio” (1813), cui seguono “Mansfield Park” (1814) e “Emma” (1816), che al momento della pubblicazione ebbero subito molto successo. La produzione letteraria di Jane Austen, conosciuta con lo pseudonimo “by a Lady”, iniziò ad essere ufficialmente nota con il suo nome solo in seguito, grazie al fratello Henry. Muore nel 1817, molto probabilmente a causa del “ morbo di Addison”, e fu seppellita nella cattedrale di Winchester lasciando tutti i suoi averi alla sorella Cassandra.
Rimasero incompiuti due romanzi: “The Watson” e “Sanditon”. “Persuasione”, come “Northanger Abbey”, fu pubblicato solo dopo la sua morte.
A distanza di molti anni, James Edward Austen scrisse “Memoir”, una delle biografie più conosciute sull’autrice.
Biografia a cura di Ischyros
Nasce il 16 dicembre del 1775, dal reverendo George Austen e Cassandra Leigh a Steventon, un villaggio nell’Hampshire, ed è ultima di otto figli, sette fratelli e una sorella, Cassandra.
Con Cassandra avrà un rapporto stretto dovuto alla lunga convivenza: frequenteranno le medesime scuole, prima la Oxford, poi la Southampton e, infine, l’Abbey School di Reading, e tra le due vi sarà una fitta corrispondenza di cui, però, la maggior parte è andata sfortunatamente perduta.
Nella famiglia Austen si respirava odore di libri e la passione, sia per la lettura sia per la scrittura, coinvolse la giovanissima Jane che predilige autori come Fielding, Richardson e Fanny Burney.
A 11 anni inizia a scrivere parodie, poesie e bozze di romanzi caratterizzati da toni umoristici, che riservava per intrattenere familiari e amici - nel 1789, all’età di 14 anni, dedicherà alla cugina “Amore e Amicizia” la quale rientrerà, in seguito, nei tre volumi manoscritti delle opere giovanili intitolate “Juvenilia”.
E’ il 1794 quando dalla sua penna nascono le versioni precedenti e giovanili dei romanzi “Ragione e Sentimento” (Elinor e Marianne), “Orgoglio e Pregiudizio” (First Impression) e “Northanger Abbey” (Susan) e conosce Thomas Lefroy, suo primo amore.
Il talento di Jane Austen non fu subito riconosciuto dall’editoria e la casa editrice Caddel, senza nemmeno leggere il romanzo, rifiutò di pubblicare First Impression – Orgoglio e Pregiudizio. In seguito, riuscì a vendere “Susan” (Northanger Abbey) che, però, fu pubblicata come opera postuma, esattamente 14 anni dopo.
Nel 1801 si trasferisce con la famiglia a Bath, località che spesso si trova nei suoi libri e che testimonia quanto questi si rifacciano alla sua vita e al suo quotidiano. L'anno seguente rifiuta, per motivi che ignoriamo, la proposta di matrimonio di Big Wither: è chiaro, però, che deciderà di non sposarsi mai a causa dell’impossibilità, soprattutto dal punto di vista economico, di unirsi prima con Lefroy e poi con un altro uomo la cui identità ci è sconosciuta.
Alla morte del padre (1805), Jane, Cassandra e la madre ritornano nell’Hampshire, dapprima a Southampton e poi a Chawtown, dal fratello Edward; ed è proprio in quel periodo che finisce di scrivere “Ragione e Sentimento” (1811) e “Orgoglio e Pregiudizio” (1813), cui seguono “Mansfield Park” (1814) e “Emma” (1816), che al momento della pubblicazione ebbero subito molto successo. La produzione letteraria di Jane Austen, conosciuta con lo pseudonimo “by a Lady”, iniziò ad essere ufficialmente nota con il suo nome solo in seguito, grazie al fratello Henry. Muore nel 1817, molto probabilmente a causa del “ morbo di Addison”, e fu seppellita nella cattedrale di Winchester lasciando tutti i suoi averi alla sorella Cassandra.
Rimasero incompiuti due romanzi: “The Watson” e “Sanditon”. “Persuasione”, come “Northanger Abbey”, fu pubblicato solo dopo la sua morte.
A distanza di molti anni, James Edward Austen scrisse “Memoir”, una delle biografie più conosciute sull’autrice.
Biografia a cura di Ischyros
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