E’ un arduo
e ingrato compito recensire un’opera di Jane Austen senza sperticarsi in lodi
senza fine. Persuasione è inoltre,
per quanto mi riguarda, il romanzo in cui si trova l’espressione più alta dei
profondi moti dell’anima, il romanzo più maturo, che per tal motivo è difficile
da leggere senza totale e devota ammirazione.
Andiamo però con ordine: Persuasione,
ultimo dei romanzi di Jane Austen, fu pubblicato dal fratello dopo la morte
della stessa, nel 1818.
Per la brevità della trama e per l’approssimarsi della morte dell’autrice, si
dice che Persuasione sia stato concluso frettolosamente dalla Austen, la quale
sentiva avvicinarsi la fine dei suoi giorni, e che perciò risulti incompleto,
sommario. E’ una delle più grandi critiche mosse al romanzo, forse l’unica. Una
critica che, a mio parere, non è del tutto condivisibile.
Persuasione certamente si distacca
dallo schema seguito nei precedenti romanzi. In questi ultimi abbiamo un’eroina
dal particolare e profondo carattere, una famiglia che si distingue per la
“stranezza” dei suoi componenti, un amore per un uomo di una classe sociale più
alta e una serie di difficoltà che comportano una crescita dell’eroina dal
punto di vista psicologico, fino ad approdare al tanto sospirato matrimonio.
Per cominciare quindi, abbiamo un’eroina
già “evoluta”. Anne Elliot ha già avuto la sua possibilità di sposarsi, di
concludere un matrimonio felice per sé e alla lunga anche per la sua famiglia,
ma ha fallito. Colui che più avanti conosceremo come il Capitano Wentworth, è
stato rifiutato perché inferiore agli Elliot e di questo Anne si è già pentita,
nel corso degli anni. Il romanzo comincia quindi con una donna che ha raggiunto
una maturità psicologica e fisica e che si è già resa conto degli errori
compiuti in gioventù.
Nonostante ciò non manca mai il vibrante
tripudio d’emozioni che contraddistingue i romanzi di Jane Austen. Ad Anne
viene infatti data una seconda possibilità: incontra nuovamente Wentworth,
ormai Capitano, mentre è ospite della sorella Mary e poi nuovamente a Bath,
dove raggiunge i propri familiari. L’amore,
tra incontri, incomprensioni, terzi incomodi e gelosie non ben nascoste, viene
stavolta vissuto da Anne con coscienza, con consapevolezza di se stessa e, si
direbbe, con una nuova energia che permette all’eroina di prender l’iniziativa.
Non a caso Anne Elliot è definita dai più un’eroina “fisica”. A differenza
dalle protagoniste degli altri romanzi, Anne
Elliot mostra ciò che prova non a parole, ma a gesti. Son eloquenti infatti
i suoi sguardi, la sua confusione, il suo arrossire, le sue parole. Sebbene sia
un modo diverso, innovativo per la Austen, quello di comunicare i pensieri
della protagonista, l’introspezione
psicologica è sempre di un’intensità sorprendente, anzi, è forse ancor più
coinvolgente per la facilità con cui ci si immedesima nella protagonista,
stavolta del tutto matura, decisa, responsabile.
Il tutto è inserito in un quadro intriso d’ironia, una pratica caratteristica
della Austen che le è forse valsa più d’ogni altra cosa l’amore del suo
pubblico a distanza di secoli.
Traspare
infine, nella lettera del Capitano Wentworth a Anne, quel pizzico di
romanticismo, quell’amore struggente e incontrastabile, violento eppure dolce
che vale alla Austen la definizione di “scrittrice pre-romantica”. E’ sicuramente il concludersi di un ciclo
che vede il maturare della figura della donna, la quale seppur veda ancora
la stabilità nel matrimonio, comincia a guardar a questo come una condizione
necessaria ma non sufficiente alla realizzazione della propria esistenza. Eppure
il Capitano Wentworth dice, in una frase
che mi emoziona ogni volta che la leggo,
“…voi mi straziate l’anima”, segno che non si rinuncia alle emozioni forti e
sempre più complete, ma neanche alla grazia, al senso della misura, alla
compostezza e all’eleganza che tanto rendono affascinanti le eroine della
Austen, da cui un po’ tutte, oggi, avremmo da imparar qualcosa.


*__* stupenda recensione all'opera!
RispondiEliminaPersuasione l'ho letto solamente di recente e, non lo nego, lo preferisco agli altri. Probabilmente per la maturità con cui è stato scritto e con la capacità, tipica della Austen, di mettere in risalto pregi e difetti della società dell'epoca.
Ho visto che hai inserito le immagini tratte dalla trasposizione della BBC di qualche anno fa. A me è piaciuto molto anche quello del 1995 con Ciaràn Hinds nei panni del Capitano Wentworth ^^
Grazie, non sai quanto mi fa piacere!
RispondiEliminaDevo dire che Persuasione è anche uno dei miei preferiti, anche se scegliere fra i lavori di Miss Jane è difficilissimo.
Quanto alle immagini, c'è lo zampino di Malitia, mi avete pure convinta a guardare le trasposizioni cinematografiche. Di solito le evito, ma ora sono curiosa!
Ancora grazie *-*
Nemesi.