A cura di Miki
Negli ultimi tempi al cinema si sono viste molte parodie di film e libri dell'orrore: alcune divertenti e provocatorie, altre meno. La maggior parte però manca di spirito critico e di ironia sottile, servendosi per lo più di dialoghi scadenti e luoghi comuni e ispirando quasi sempre risate facili. Ben 200 anni prima dei vari Scary Movie, veniva alla luce nel sud-est dell'Inghilterra L'Abbazia di Northanger, una parodia del gotico che, a distanza di poco più di due secoli, risulta ancora avvincente e dotata di dialoghi ironici quasi sempre coinvolgenti e graffianti. All'epoca infatti, tra la letteratura più in voga, c'era anche il romanzo gotico: particolarmente note erano le opere di Ann Radcliffe, soprattutto I misteri di Udolpho, più volte citato e letto dalla protagonista proprio durante il suo soggiorno a Bath, e Il monaco di Matthew Lewis.
Northanger Abbey, questo il titolo originale, secondo le testimonianze della sorella di Jane Austen è stato scritto tra il 1797 e il 1798 ed è per questo considerato un'opera giovanile: uscito postumo nel 1918, questo romanzo contiene in fase embrionale già tutte le peculiarità che saranno poi tratti distintivi della Austen e che faranno di lei una delle autrici più amate di tutti i tempi.
Ancora una volta l'attenzione si posa sulla tranquilla cittadina di Bath dove, tra un ballo e una sala da tè, l'ingenua e romantica diciassettenne Catherine Morland e l'affascinante e intelligente Henry Tilney, di dieci anni più grande, si incontrano e si innamorano in barba alle differenti posizioni sociali. Jane Austen decide di soffermarsi sull'analisi di un microcosmo per spostarsi poi, più in generale, a rappresentare e definire le classi sociali protagoniste di questo romanzo: gli Allen, i Thorpe e i Tilney, queste le tre famiglie che intrecciano le loro vite in Northanger Abbey, si confrontano tra incontri, scontri, fraintendimenti e matrimoni che le nuove generazioni non vedono l'ora di celebrare. La scena cambia completamente con la partenza di Catherine per Northanger, dove farà compagnia a Miss Tilney, la sorella dell'uomo che ama: l'abbazia, con i suoi corridoi lugubri e bui e i suoi spifferi gelidi, sembra uscita direttamente dai romanzi gotici che la nostra protagonista ama tanto e non mancherà di impegnare la sua fantasia in qualche salto troppo audace verso delitti e intrighi pressoché inesistenti.
L'autrice di Orgoglio e pregiudizio si sofferma inoltre sulla situazione della donna negli anni che precedono l'epoca vittoriana: si va dallo scarso acume di Mrs. Allen, all'ingenuità di Catherine Morland, passando per la raffinatezza e l'intelligenza di Miss Tilney, fino ad arrivare ad Isabella Thorpe, amica frivola e superficiale che finge di essere onesta e leale ma che si rivela poi per quello che è. In Northanger Abbey incontriamo infatti diverse tipologie di donna, che si trasformano poi in personaggi verosimili, introspettivi e convincenti nelle mani sapienti dell'autrice: non ci troviamo di fronte a delle vere e proprie eroine da romanzo gotico ma a delle persone reali, con difetti e pregi, che vivono in una quotidianità a tratti anche noiosa.
Per quanto riguarda gli uomini, invece, l'attenzione è focalizzata soprattutto su Mr. Tilney, probabilmente il personaggio più profondo e perspicace di tutto il romanzo. Trattandosi di una parodia del gotico, possiamo ritrovare nel generale Tilney una sorta di eroe negativo e malvagio, almeno per una parte del romanzo e nella fantasia senza freni di Catherine.
Northanger Abbey può inoltre essere considerato un romanzo di formazione e di passaggio all'età adulta: la protagonista infatti cresce e cambia durante tutta la narrazione, fino ad arrivare alla fine ad essere meno ingenua e ad avere più capacità di lettura dei sentimenti e dei desideri altrui, buoni o cattivi che siano. Vale la pena infine di "sprecare" qualche parola sullo stile dell'autrice, quasi sempre preciso, musicale e scorrevole: Jane Austen, con la sua capacità di descrivere magistralmente situazioni e personaggi, potrebbe far diventare oro anche la più consueta e quotidiana delle attività. Il ritmo, inizialmente piuttosto blando, si velocizza bruscamente con l'arrivo di Catherine all'abbazia, ed è accelerato a tratti dall'utilizzo del cosiddetto "free indirect speech", stile narrativo che permette in questo caso di esprimere punti di vista differenti.
Una parte molto interessante è infine, nel quinto capitolo, la difesa del romanzo come genere letterario e l'attacco ai redattori di riviste e alla stampa, rei di screditare ogni nuovo slancio di fantasia degli scrittori: durante tutto Northanger Abbey il gotico viene sì parodiato ma anche considerato un genere emozionante e avvincente da leggere per divertimento, come sostiene anche l'aperto Mr. Tilney, e non come una perdita di tempo, punto di vista comune dell'arrogante Mr. Thorpe.
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