Articolo gentilmente offerto da Camilla P. del blog Biliomania
Ciao a tutti, miei cari lettori e mie care lettrici! Spero che stiate passando un bel Natale, pieno di serenità e bei regali.
Io sto sfruttando questi giorni di quiete vacanziera per passare un po’ di tempo con la mia famiglia, mangiare buon cibo in quantità, leggere e preparare qualche post per voi, visto che a Gennaio comincerà la sessione d’esami.
Quello di oggi, in particolare, è un post un po’ diverso da quelli che pubblico di solito, l’avrete capito già dal titolo! Sulla scia dei miei post su Milano Bookcity, ho deciso di parlarvi della mia esperienza a Più Libri Più Liberi, la fiera della piccola e media editoria che si tiene ogni anno a Roma: spero che il mio piccolo resoconto possa piacervi.
Quello di oggi, in particolare, è un post un po’ diverso da quelli che pubblico di solito, l’avrete capito già dal titolo! Sulla scia dei miei post su Milano Bookcity, ho deciso di parlarvi della mia esperienza a Più Libri Più Liberi, la fiera della piccola e media editoria che si tiene ogni anno a Roma: spero che il mio piccolo resoconto possa piacervi.
La capitale è sempre bella, c’è poco da fare; dopo aver passato il primo giorno in giro per la città, tra mille impegni, il 7 Dicembre sono riuscita ad andare all’EUR e immergermi nel mondo che più amo.
Gli stand erano molti e ordinati, organizzati su due piani e divisi tra spazi più ampi e corridoi un po’ stretti ma funzionali. Trovare le scale per arrivare al secondo piano è stata un’impresa, ma probabilmente è colpa del mio inesistente senso dell’orientamento!
Dato che questa esposizione è riservata agli editori indipendenti, ho avuto la possibilità di scoprire tante case editrici a me ignote: piccole e medie realtà che cercano il loro spazio, che si specializzano in pubblicazioni particolari per genere, tema o autore, che desiderano resistere. Spesso negli stand ci sono persone che fanno parte dello staff dell’editore rappresentato; in molti casi ho trovato persino gli editori stessi, pronti a parlare, spiegarsi e consigliare libri.
Non tutti, ovviamente, sono così gentili ed espansivi – non sto cercando di fare propaganda; ci sono state anche persone poco disposte al dialogo o comunque non inclini alle spiegazioni approfondite. Però, in generale, l’atmosfera era quella di un luogo adatto allo scambio di opinioni e idee e le persone dietro gli stand sono state, nella maggior parte dei casi, molto pazienti con me (che li tartassavo con domande sul loro catalogo, il loro organigramma, la distribuzione dei libri e chi più ne ha, più ne metta).
Gli stand erano molti e ordinati, organizzati su due piani e divisi tra spazi più ampi e corridoi un po’ stretti ma funzionali. Trovare le scale per arrivare al secondo piano è stata un’impresa, ma probabilmente è colpa del mio inesistente senso dell’orientamento!
Dato che questa esposizione è riservata agli editori indipendenti, ho avuto la possibilità di scoprire tante case editrici a me ignote: piccole e medie realtà che cercano il loro spazio, che si specializzano in pubblicazioni particolari per genere, tema o autore, che desiderano resistere. Spesso negli stand ci sono persone che fanno parte dello staff dell’editore rappresentato; in molti casi ho trovato persino gli editori stessi, pronti a parlare, spiegarsi e consigliare libri.
Non tutti, ovviamente, sono così gentili ed espansivi – non sto cercando di fare propaganda; ci sono state anche persone poco disposte al dialogo o comunque non inclini alle spiegazioni approfondite. Però, in generale, l’atmosfera era quella di un luogo adatto allo scambio di opinioni e idee e le persone dietro gli stand sono state, nella maggior parte dei casi, molto pazienti con me (che li tartassavo con domande sul loro catalogo, il loro organigramma, la distribuzione dei libri e chi più ne ha, più ne metta).
Sempre a proposito dell’innovazione, ho avuto un’ottima conversazione con i tipi di Transeuropa edizioni, che hanno una collana in cui i libri presentano sempre dei contenuti extra, consultabili gratuitamente online; puntano a proporre anche e-book in cui il collegamento a questi contenuti sia immediato e veloce. Spero proprio che i loro progetti si possano realizzare presto.
Un catalogo molto particolare, invece, mi ha portata ad una conversazione interessante e piacevole con le ragazze allo stand dellaHacca: pensate, era prodotto con ritagli degli scarti di stampa, strisce di carta e cartoncino perfettamente utilizzabili che sarebbero finiti al macero. Un’ottima idea per risparmiare e per riutilizzare creativamente i materiali!
Poi ho avuto un piccolo momento di fangirlismo (rubo il termine allaLeggivendola, sono certa che non se la prenderà) quando, passando per caso di fronte allo stand della Bao, ho visto Lui, il solo e unico Zero Calcare. Se non sapete chi è, vuol dire che non vi interessano molto i fumetti; anche in questo caso, vi consiglio di provare a leggere le sue strisce, perché sono geniali e fanno davvero ridere.
Comunque, tornando al fangirlismo… No, rendetevi conto, io nemmeno sapevo che ci sarebbe stato e BAM! lo vedo lì che fa i disegni personalizzati a chiunque gli porga una copia de La Profezia dell’Armadillo o Un Polpo alla Gola (ma penso avrebbe disegnato su qualunque cosa, era proprio preso). Ah, ovviamente, ero l’unica persona del mio gruppo a sapere chi fosse Calcare…
quindi saltellavo come una scema, comprando finalmente la mia copia della Profezia, mentre tutti i miei amici facevano finta di non conoscermi. Ho fatto poco più di cinque minuti di fila (chi era a Lucca ha dovuto aspettare ben di più) e ho ricevuto il mio Armadillo – con il simpatico sorriso e la stretta di mano dell’autore in omaggio.
Ovviamente anche il fondatore-direttore dellaBao è stato gentilissimo e ha chiacchierato un po’ con tutti, parlando un po’ della distribuzione dei fumetti e delle graphic novel, anche lui con molta simpatia. Dev’essere un tratto distintivo di chi lavora in questa casa editrice, c’è poco da fare.
Comunque, tornando al fangirlismo… No, rendetevi conto, io nemmeno sapevo che ci sarebbe stato e BAM! lo vedo lì che fa i disegni personalizzati a chiunque gli porga una copia de La Profezia dell’Armadillo o Un Polpo alla Gola (ma penso avrebbe disegnato su qualunque cosa, era proprio preso). Ah, ovviamente, ero l’unica persona del mio gruppo a sapere chi fosse Calcare…
Ovviamente anche il fondatore-direttore dellaBao è stato gentilissimo e ha chiacchierato un po’ con tutti, parlando un po’ della distribuzione dei fumetti e delle graphic novel, anche lui con molta simpatia. Dev’essere un tratto distintivo di chi lavora in questa casa editrice, c’è poco da fare.
Ehm, bene, ora mi ricompongo. Torniamo a noi!
Ho passato tutta la giornata a camminare su e giù, perdermi, scrutare, sfogliare e curiosare. Insomma, a fare quel che preferisco.
In più anche qui, come a Torino, c’era uno spazio dedicato a Radio3 – la mia stazione radio preferita. Non potevo perdermi la trasmissione in diretta di Fahrenheit, il programma dedicato ai libri e alla cultura: quando sono arrivata si stava discutendo del Manifesto dell’Osservatorio degli Editori Indipendenti. Purtroppo non sono potuta rimanere ad ascoltare a lungo, perché si avvicinava il momento in cui avrei dovuto correre a prendere il treno per tornare a casa; tuttavia, mi sono accaparrata una copia del Manifesto e penso di leggerla a breve. Se ci saranno spunti interessanti, ve ne parlerò.
Ho passato tutta la giornata a camminare su e giù, perdermi, scrutare, sfogliare e curiosare. Insomma, a fare quel che preferisco.
Spero proprio di poter tornare a questa fiera e ripetere l’esperienza: poter parlare così liberamente con dei veri editori è stato fantastico, per me. Purtroppo Roma è un po’ lontana da dove vivo, quindi si vedrà!
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