mercoledì 27 novembre 2013

Recensione: Mare al mattino di Margaret Mazzantini

Articolo di Tonino Mangano

"Pensava soltanto a quello. Riportare la sua vita a quel punto. Nel punto dove si era interrotta. Si trattava di unire due lembi di terra, due lembi di tempo. In mezzo c'era il mare. Si metteva i fichi aperti sugli occhi per ricordarsi quel sapore di dolce e di grumi. Vedeva rosso attraverso quei semi. Cercava il cuore del suo mondo lasciato". 

Farid e Jamila fuggono da una guerra che corre più veloce di loro. Angelina insegna a Vito che ogni patria può essere terra di tempesta, lei che è stata araba fino a undici anni. Sono due figli, due madri, due mondi. A guardarlo dalla riva, il mare che li divide è un tappeto volante, oppure una lastra di cristallo che si richiude sopra le cose. Ma sulla terra resta l'impronta di ogni passaggio, partenza o ritorno che la scrittura, come argilla fresca, conserva e restituisce. Un romanzo di promesse e di abbandoni, forte e luminoso come una favola. 
 

“Mare al mattino” presenta due storie differenti l’una dall’altra svolte entrambe nel corso dei tre capitoli che compongono il romanzo. Nel primo capitolo, intitolato “Farid e la gazzella”, si parla della vita di un bambino, Farid, e della tragica storia occorsa alla sua famiglia in Libia, in una delle ultime oasi del deserto sahariano. Il pathos di questo primo capitolo raggiunge il suo apice nel racconto dell’esodo di massa cui sono costretti i pochi superstiti della guerra civile, scenario non molto distante dal nostro presente, anzi reso attualissimo dai nomi di personalità che si ritrovano nell’intero romanzo e che siamo abituati a sentire quotidianamente tramite i mezzi di informazione. 

Il secondo capitolo, “Color silenzio”, presenta una scena differente. È la storia di Vito, un ragazzo siciliano, figlio di Italiani nati e cresciuti nel Maghreb. Quest’ultimo capitolo potrebbe suddividersi ulteriormente in due parti: un flusso di coscienza e la narrazione in discorso indiretto della nonna e della madre di Vito. Le due ricordano il periodo della loro vita vissuta tra gli odori del suq, tra le palme e le sabbie del mare sabbioso del Sahara, prima di imbarcarsi attraverso l’inferno blu, il mare. Sarà nella seconda parte del capitolo che le due donne e Vito ritorneranno a Tripoli, rivivendo e riconoscendo luoghi e volti della loro vita precedente. 
Il terzo ed ultimo capitolo riveste l’importanza che ogni finale di un romanzo inevitabilmente acquista. Si narra infatti l’epilogo della vicenda di Farid e di sua madre durante la traversata dello Stretto di Sicilia, nel disperato tentativo di fuggire dall’inferno attraversandone un altro. 
Vito, invece, riesce finalmente a trovare il suo posto nel mondo, il luogo che pensa gli si addica più degli altri, un luogo conservato nella memoria e che non ha connotazioni fisiche. Vito ha infatti un compito da assolvere: conservare le memorie di coloro il cui nome è perso tra le correnti marine, il cimitero di speranze inappagate. Solo un sacchetto portafortuna, un semplice ricordo, unirà, in questa storia semplice ma profonda, le vite dei due ragazzi. 
Il libro dimostra delle qualità tipiche di molti scrittori italiani contemporanei: la brevità e la profondità che solo un discorso conciso riesce a dare al tema trattato.
La storia sembra essere l’insieme delle sensazioni relative al tempo, alla memoria e agli eventi che si susseguono nel corso del romanzo e, più in generale, nella vita di ogni individuo. 
Si avverte quindi la nostalgia della casa, lo strappo del cuore allo svellersi delle radici, le difficoltà dei viaggi di fortuna e l’ancora più complicata necessità di riuscire ad integrarsi in un mondo del tutto diverso dal proprio. 
Non meno importante è il ricordo. La memoria che brucia rovente come le sabbie del deserto o che rende liberi come le gazzelle che lo abitano.
Come da titolo, lo stesso mare diviene cornice e protagonista delle tante vite dei personaggi della vicenda. All’inizio del libro viene identificato da Farid come una meta distante, rivestita di promesse e bellezza dalla curiosità del bambino. Successivamente si avverte però il contrasto tra la vita tranquilla passata a contatto con il deserto e l’effetto nauseabondo che la distesa d’acqua provoca durante la traversata. È proprio in questo contrasto che si avverte la tragicità della vicenda: l’anelare la vista del deserto liquido, la sorpresa del raggiungerlo e poi la conclusione, segnata dalla sventura che la “nuova” scoperta del mare arreca. Tuttavia è proprio da questo mare mortifero, che si erge a supremo giudice di innumerevoli vite umane e si presenta con uno splendido ma non meno terrificante aspetto, che scaturisce una maggiore coscienza di sé stessi, a partire dalla consapevolezza del mondo che ci circonda e sovrasta con le sue luci e le sue ombre.
Tramite una storia semplice come quella di Farid e Vito, la Mazzantini  è quindi riuscita a penetrare nell’animo di diversi personaggi, separati non solo dal mare, ma dagli stili di vita e di pensiero. Sono due personaggi che riportano alle due facce differenti dello stesso problema: le  traversate e gli sbarchi clandestini e la volontà di non dimenticare le stragi che si perpetrano nei paesi in via di democratizzazione. In mezzo c’è il mare, l’unica via di salvezza, una possibilità remota di ricominciare una nuova vita, al prezzo di insidie spaventose.

La narrazione è scorrevole e l’uso di termini appropriati e specifici rispetto alle aree geografiche descritte rende la storia più verosimile. La verosimiglianza è suffragata inoltre dalle coordinate e dalle nozioni storiche impiegate per contestualizzare al meglio le vicende che si intrecciano nel corso del romanzo. È una lettura adatta a un pubblico molto vasto, che può rivolgersi a lettori abituali, ma anche ai saltuari. Vi si trovano infatti una storia profonda e dalle ben esposte verità storiche, verità attuali sviluppate in un lasso di tempo particolarmente breve capace per altro di render onore al piacere della lettura e all’informazione che ne deriva.

martedì 26 novembre 2013

Novità di Novembre

Cambio di stagione oltre che per i guardaroba, anche per le librerie, con nuove interessanti uscite e qualche riedizione. Di seguito vi segnaliamo alcuni dei titoli più interessanti di questo freddo Novembre.
Partiamo immediatamente con una novità approdata in libreria nei primi del mese: è finalmente arrivata l'edizione italiana de Il richiamo del cuculo di Robert Galbraith, meglio conosciuto come J.K. Rowling, la famosissima autrice della saga di Harry Potter e del recente Il Seggio Vacante (vi avevamo presentato il romanzo in questo articolo in occasione della "confessione" dell'autrice, smascherata dal Sunday Times). Anche in questo caso curata da Salani, questa detective story è balzata immediatamente nella top ten dei libri più venduti in Italia secondo il sito Wuz. Sempre della stessa casa editrice, è disponibile da qualche settimana Le fiabe dei fratelli Grimm per grandi e piccoli di Philip Pullman, del quale vi avevamo accennato in una puntata di International new releases of the month. Si tratta di cinquanta storie, tra cui Cenerentola, Tremotino, Rapunzel, Hansel e Gretel e altre perle sconosciute, correlate da un commento personale dell'autore di Queste oscure materie, uno studio quasi filologico delle fiabe per spiegarne la fortuna e la nascita.
Per Marcos y Marcos è uscito Cento strappi di Liesl Jobson, definita regina della flash fiction: in cento racconti brevi e brevissimi, ci presenta il Sudafrica, "i suoi abitanti disturbati, la loro incoscienza collettiva, la loro amnesia schizofrenica, così come la loro incredibile resistenza, gli inaspettati atti di coraggio che permettono a persone comuni di trasformare una Storia brutale e un presente spaventoso in vite degne di essere vissute", con gli occhi di una scrittrice ma, soprattutto, di una musicista.
Uscirà gli ultimi giorni di Novembre il nuovo romanzo di Paul AusterNotizie dall'interno, edito Einaudi, definito come un «Atlante illustrato delle felicità prime». The New York Review of Books ha accomunato l'autore de La trilogia di New York a Samuel Taylor Coleridge (La ballata del vecchio marinaio), per la sua capacità di attrarre il lettore così tanto da non permettergli di staccare lo sguardo dalla pagina. Il romanzo in questione ha uno stile autobiografico: Auster indaga l'animo umano, le sue passioni, gioie e dolori, con l'intento di creare una storia intima impregrata di memoria, ma allo stesso tempo una biografia collettiva.
Vi segnaliamo,  inoltre, delle interessanti ristampe. Dopo aver pubblicato il mese scorso il volume dal titolo Un mondo sinistro, Adelphi ripropone Una bellezza russa e altri racconti del russo Vladimir Nabokov, raccolta che – insieme a  La veneziana e altri racconti si compone di una parte dei 65 racconti che compongono le Collected Stories dell’autore in inglese. In particolar modo, il volume si compone delle storie scritte tra gli anni Venti e Cinquanta. Passiamo al genere thriller, parlando di un romanzo che fa parte della collana I libri della civetta di Giano Editore, nuova edizione dei best sellers della narrativa noir che credo gli appassionati ameranno leggere: Bankgok uccide di John Burdett, dedicato al violento mercato degli snuff movies, ha per protagonista un detective molto particolare, ex monaco buddista le cui intuizioni ci riportano nelle atmosfere canoniche dei classici dell'investigazione.
Se invece siete dei nostalgici dell’Inghilterra edoardiana, Beat ripropone Angel di Elizabeth Taylor (precedentemente pubblicato da Neri Pozza), che narra la storia di una ragazza sprovveduta e incolta con una fervida immaginazione e il sogno di diventare una scrittrice, metafora di una classe proletaria in ascesa e triste racconto di come non basti la sola immaginazione per essere felici. Da questo romanzo è stato tratto anche un film omonimo del 2007 di François Ozon con Romola Garai.
La stessa Beat ci ripropone un romanzo storico che apre una finestra sulla Russia zarista. Basato sulla storia vera di Mathilde Kschessinska, ultima grande danzatrice dei Teatri imperiali russi, La ballerina dello zar di Adrienne Sharp è uno di quei rari libri che, attraverso lo sguardo di una donna che si ritrova suo malgrado a vivere alcuni dei più tragici eventi della Storia – la rivoluzione d'Ottobre, l'abdicazione dello zar, la prigionia di Nicola II insieme con Aleksej, il figlio legittimo, la drammatica fuga dalla Russia – narra magnificamente di un mondo i cui protagonisti si trasformano all'improvviso in fantasmi ambulanti e la cui bellezza sopravvive soltanto in qualche polverosa reliquia.
In ultimo, Garzanti ripropone La forma delle cose di Truman Capote, una raccolta di racconti brevi, vero grande amore dello scrittore, che confermano l'autore di Colazione da Tiffany come maestro del genere. Dal gotico sud alla chic costa orientale, dai giovani dei paesaggi rurali ai sofisticati anziani dell'ambiente urbano, Capote ci trasporta in un mondo dove l'eleganza non è sincera e la compassione è quasi inquietante. Il tutto in uno stile inconfondibilmente americano.

Il richiamo del cuculo di Robert Galbraith (J.K. Rowling)

Londra. È notte fonda quando Lula Landry, leggendaria e capricciosa top model, precipita dal balcone del suo lussuoso attico a Mayfair sul marciapiede innevato. La polizia archivia il caso come suicidio, ma il fratello della modella non può crederci. Decide di affidarsi a un investigatore privato e un caso del destino lo conduce all'ufficio di Cormoran Strike. Veterano della guerra in Afghanistan, dove ha perso una gamba, Strike riesce a malapena a guadagnarsi da vivere come detective. Per lui, scaricato dalla fidanzata e senza più un tetto, questo nuovo caso significa sopravvivenza, qualche debito in meno, la mente occupata. Ci si butta a capofitto, ma indizio dopo indizio, la verità si svela a caro prezzo in tutta la sua terribile portata e lo trascina sempre più a fondo nel mondo scintillante e spietato della vittima, sempre più vicino al pericolo che l'ha schiacciata. Un page turner tra le cui pagine è facile perdersi, tenuti per mano da personaggi che si stagliano con nettezza. Ed è ancora più facile abbandonarsi al fascino ammaliante di Londra, che dal chiasso di Soho, al lusso di Mayfair, ai gremiti pub dell'East End, si rivela protagonista assoluta, ipnotica e ricca di seduzioni.
Editore: Salani
Pagine: 464
Prezzo: € 16,90


Le fiabe dei fratelli Grimm per grandi e piccoli di Philip Pullman

In questa selezione Philip Pullman, scrittore inglese, presenta le cinquanta fiabe più emblematiche dei fratelli Grimm in una nuova versione 'limpida come l'acqua', rinarrata dalla sua inconfondibile voce, compiendo un'operazione di riscrittura. Le sue versioni di Raperonzolo, Cenerentola, Cappuccetto Rosso e di molte altre fiabe conservano il carattere onirico, magico e mitologico di quelle più tradizionali, ma allo stesso tempo introducono elementi inediti che le rendono storie nuove, non solo interessanti 'esercizi' di un filologo attento e sensibile. Questa antologia definitiva garantisce che creature fatate, impavidi eroi e madrine benevole troveranno un posto nel cuore dei lettori ancora per molti anni a venire.
Editore: Salani
Pagine: 446
Prezzo: € 16,80




Cento strappi di Liesl Jobson
Sanno di una terra vibrante e bellissima, di periferie spoglie sotto un cielo terso, di distanze infinite.
Fanno parlare gente abituata all'asprezza, che si aggiusta le ferite sorridendo.Raccontano il desiderio, la paura, la mancanza. Cento strappi sono cento scatti in Sudafrica: coppie con gli stivali in macchina per scendere nel fango di fattorie disperse, una donna che arranca nel traffico di Johannesburg animata da fami differenti, prove generali d'orchestra dove il primo violino è solo e sventurato, liste della spesa che raccontano la storia di un matrimonio più a fondo di quanto potrebbe fare un romanzo intero. Con la sua scrittura al cioccolato fondente e arancia amara, Liesl Jobson coglie gesti e parole che in un attimo svelano stupidità e tenerezza, crudeltà e amore.
Abile direttore d'orchestra, muove i suoi personaggi con tempi perfetti di entrata e di uscita, domina i solisti, padroneggia contrappunti e armonie. Cento strappi sono lampi di storie, assaggi che mettono fame, schegge che compongono un quadro a poco a poco. Sono cento racconti brevi e brevissimi, fatti di tante scene e tante voci: ma la musica è una sola.
Editore: Marcos y Marcos
Pagine: 256
Prezzo: € 15,00



Notizie dall’interno di Paul Auster
Ricorda quel tempo all'inizio del tempo: quando tutto risplendeva nella luce della prima volta. Quando eri bambino. Il momento aurorale in cui vennero tracciati i confini tra il «mondo fuori», quello delle cose, degli altri esseri umani, delle esperienze - la luna, i cartoni animati, il baseball, la mamma - e quello interiore, della coscienza, dei pensieri, delle delusioni, della felicità. E adesso che sei entrato «nell'inverno della vita» ripensa a quei confini, disegnali in una mappa che possa aiutare il lettore, quello anziano come il piú giovane, a orientarsi. Notizie dall'interno è proprio questo: il racconto dell'infanzia di Paul Auster, la storia di questo piccolo «apprendista d'uomo» nell'America degli anni Cinquanta e di come quelle esperienze, quegli incontri, hanno plasmato il mondo interiore del futuro autore della Trilogia di New York. Ma se la formazione della coscienza è la posta in gioco di ogni vita - perché è lí che vivono il dolore, l'amore, la felicità - per lo scrittore l'indagine di quel territorio è ciò che dà senso al proprio lavoro. Per questo Auster non si limita all'infanzia ma nelle quattro parti che compongono Notizie dall'interno affronta altri momenti decisivi in cui la vita (nei suoi modi a volte sfuggenti, altre volte traumaticamente sfacciati) ci plasma. Nel caso di Paul Auster può essere il ritrovamento di un carteggio intimo e sofferto con la prima moglie, rivivere i difficili anni di apprendistato a Parigi o anche la visione di un banale film di fantascienza. Ma tutto, lettere, trame di film, racconti fulminanti, compongono un'unica storia che, nel momento in cui ci permette di affacciarci sul mondo privato di un artista, ha la potenza di un reportage dal mondo interiore di ognuno di noi.
Editore: Einaudi
Pagine: 300
Prezzo: € 19,50


Una bellezza russa e altri racconti di Vladimir Nabokov
Nabokov non fu solo l’autore di romanzi fra i supremi del Novecento, dal Dono a Lolita, ma anche un magistrale creatore di racconti. Di tale versante della sua attività, ancora in gran parte da scoprire, questa vasta silloge, che integra quella della Veneziana, offre un panorama completo, giacché raduna in una sequenza rigorosamente cronologica i testi che Nabokov scrisse a partire dal 1921 e pubblicò poi in quattro celebri raccolte uscite tra il 1958 e il 1976. Con una sorta di bacchetta divinatoria e le infinite variazioni della sua arte caleidoscopica, Nabokov ci guida alla scoperta degli aspetti più elusivi di ciò che abitualmente chiamiamo realtà. Sono favole briose, storie agrodolci di perdita, sconfitta o solitudine, claustrofobici esercizi di orrore, campionature dell’umana follia che si proiettano sullo sfondo di paesaggi urbani colti nella loro «sensazione dinamica» o di fenomeni naturali intesi come epifanie del divino, mentre affiorano continuamente gli echi della giovinezza in Russia, degli anni universitari in Inghilterra, del periodo émigré in Germania e Francia, e infine del soggiorno in quell’America che – come egli stesso ebbe a dire – andava via via inventando, dopo aver inventato l’Europa.
Editore: Adephi
Pagine: 768
Prezzo: € 18,00


Bankgok uccide di John Burdett
«Pochi crimini ci fanno temere per l’evoluzione della nostra specie. Ne ho sotto gli occhi uno proprio ora». 
Sonchai Jitpleecheep è un detective del Distretto 8 di polizia di Bangkok, ex monaco buddhista, figlio di una prostituta thai e di un americano reduce del Vietnam. Se un uomo della sua esperienza pronuncia una frase simile, si può essere certi che ci troviamo dinanzi a un delitto che va al di là di ogni immaginazione.
Siamo in una stanza oscurata, e l’ultima scena di un DVD dai colori impeccabili, frutto di milioni di pixel, ha appena finito di scorrere su uno schermo LCD Toshiba, quando Kimberley Jones, amica di sempre di Sonchai e agente dell’FBI, scoppia in un pianto irrefrenabile.
Il DVD è uno snuff movie, uno di quei filmati di torture e morti atroci diffusi piú di quanto si possa immaginare a livello internazionale.
Kimberley, una donna attraente con cui Sonchai condivide quella rara condizione che è un rapporto intimo senza sesso, si è specializzata in California in questo genere di crimini, ha visto tanti snuff movies, ma mai nulla di cosí cruento, di tanto demoniaco.
Editore: Giano
Pagine: 350
Prezzo: € 13,90


Angel di Elisabeth Taylor
In uno di quei villaggi dickensiani della vecchia Inghilterra, vive Angel Deverell, quindicenne con gli occhi verdi, la carnagione bianca e i capelli scuri, e un animo scontroso e indolente. Senza vere amiche, con un astioso rapporto con la madre, la ragazza vive in un mondo tutto suo, creato dai suoi sogni e dalle sue fantasticherie. Un mondo in cui occupa un posto centrale Paradise House, la villa nobiliare in cui sua zia lavora al servizio di Madam, una vera lady coi polsi ornati da splendidi granati. Un giorno la ragazza decide di trasferire le sue fantasticherie in un romanzo. Grazie al fiuto di un editore di Bloomsbury, l’opera conoscerà un incredibile successo. Angel sarà celebre e ricca e
avrà Paradise House e, soprattutto, avrà Esmé Howe-Nevinson, pittore di talento, bello e scapigliato, capace di scoprire la sua natura e di assoggettarsi volontariamente al suo capriccio.
Romanzo incluso in una lista delle tredici migliori opere letterarie del dopoguerra pubblicata dallo «Spectator», insieme a capolavori quali Lolita,Herzog e Il signore delle mosche, Angel ha consacrato sulla scena letteraria internazionale il talento di Elizabeth Taylor.
Editore: Beat
Pagine: 300
Prezzo: € 9,00

La ballerina dello zar di Adrienne Sharp
La Storia narra che Mathilde Kschessinska, figlia del grande Felix Kschessinsky, ballerino che danzò per i Romanov per quasi quarant’anni, divenne, appena diciassettenne, l’amante dello zareviç Niki Romanov.
Basato sulle vicende reali dell’ultima grande danzatrice dei Teatri imperiali russi, La ballerina dello zar è uno di quei rari libri che, attraverso lo sguardo di una donna che si ritrova suo malgrado a vivere alcuni dei più tragici eventi della Storia – la rivoluzione d’Ottobre, l’abdicazione dello zar, la prigionia di Nicola II insieme con Aleksej, il figlio legittimo, la drammatica fuga dalla Russia –  narra magnificamente di un mondo che si avvia ignaro verso la sua fine.
Con la sua impeccabile scrittura, Adrienne Sharp riporta alla luce la vita dell’élite di San Pietroburgo – gli splendidi abiti bianchi delle donne, i ministri della corte in frac e tuba, le corse folli e selvaggi in troica dell’aristocrazia per le vie della città – un attimo prima in cui tutto si muta in polverosa reliquia.
Editore: Beat
Pagine: 414
Prezzo: € 9,00

La forma delle cose di Truman Capote
Per la prima volta in un solo volume la raccolta completa di tutti i racconti di Truman Capote, inclusi cinque inediti mai pubblicati prima d'ora. Ci sono quelli scritti negli anni Quaranta e già opera di uno scrittore straordinariamente maturo, come La forma delle cose che racconta l'incontro su un treno diretto in Virginia tra una ricca signora e un reduce di guerra; I muri sono freddi, protagonista una ragazza spregiudicata dell'alta società; Un albero di notte, l'inquietante viaggio di una studentessa che precipita nel peggiore incubo della sua infanzia. Si passa poi a quelli degli anni Cinquanta e Sessanta, come il malinconico L'occasione, sulla caduta in disgrazia di una donna che ha perso tutto tranne il cane; o La casa dei fiori, in cui una prostituta impara ad amare. Attraverso i celebri Fra i sentieri dell'Eden e Il giorno del ringraziamento, si arriva all'ultimo autobiografico Un Natale, ambientato nell'Alabama e nella New Orleans della sua infanzia.
Questi venti racconti memorabili catturano con stile vivido e incisivo i temi, i personaggi, i luoghi che caratterizzano l'opera e il mondo interiore di Truman Capote: la perfetta combinazione tra fantastico e grottesco, la lucida e attenta osservazione della vita quotidiana, e soprattutto un ineguagliabile talento nell'arte del raccontare che rendono Truman Capote il più grande classico contemporaneo e gli assicurano un posto nell'olimpo della letteratura mondiale.
Editore: Garzanti
Pagine: 358
Prezzo: € 18,80

domenica 24 novembre 2013

Nord e Sud: il nuovo sceneggiato in onda su “la effe”


Prende il via stasera su “la effe” – rete televisiva della Feltrinelli, canale 50 del digitale terrestre – la miniserie tratta dal celebre romanzo Nord e sud di Elizabeth Gaskell, pubblicato per la prima volta a puntate sul settimanale «Household Words» tra il 1854 e il 1855. Prodotta dalla BBC e andata in onda tra l’ottobre e il novembre 2004 col titolo North and South, la serie è composta da quattro episodi, ognuno della durata di 240 minuti, ed è stata accolta da pubblico e critica come l’erede di Orgoglio e Pregiudizio.

Lo sfondo socioculturale, però, è ben diverso: se la Austen ci aveva raccontato i fasti del primo Ottocento, qui ci troviamo negli ultimi anni dello stesso secolo, in piena Seconda Rivoluzione industriale. L’Inghilterra è divisa tra l’incedere del progresso tecnologico che ha contribuito a renderla una potenza economica e le difficili condizioni del proletariato; tra le città avvolte dai fumi delle ciminiere e le campagne ancora incontaminate; tra il conservatorismo e l’intraprendenza che ha da sempre caratterizzato la borghesia inglese.

In seguito a una disputa teologica del padre, pastore protestante, con la Curia, la giovane Margaret Hale – interpretata da Daniela Denby-Ashe – è costretta a lasciare l’amata campagna e a trasferirsi nella città industriale di Milton. Qui avrà modo di conoscere Bessy, una giovane operaia il cui padre è impegnato nelle lotte sindacali, e John Thorton, ombroso padrone del cotonificio cittadino, del quale Mr Hale assumerà il ruolo di precettore. Attratta e al contempo respinta dal fascino dell’uomo, Margaret finirà con l’allontanarsene in seguito a un trasferimento a Londra, ma il caso (l’editore originale della Gaskell era lo stesso di Dickens, che in quanto a scherzi del fato ha molto da insegnare) farà di nuovo incrociare i loro destini…

Attraverso lo sguardo della sua protagonista, la Gaskell era riuscita a tracciare un quadro più che efficace del divario tra il Nord e il Sud dell’Inghilterra. La BBC sarà riuscita ancora una volta nell’intento di dar vita a un classico della letteratura, fornendo un affresco storico altrettanto vivido?
Per scoprirlo non ci resta che sintonizzarci stasera su “la effe”.


A cura di Angela Scarpati

Recensione: La schiuma dei giorni di Boris Vian




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La schiuma dei giorni
Boris Vian
Marcos y Marcos
268 pag., 14.50 euro 
Boris Vian, paroliere, drammaturgo, poeta, trombettista, traduttore francese (cit.), scrittore poliedrico dalla fervida fantasia ha composto nell'arco della sua vita dieci romanzi. La schiuma dei giorni è considerato il suo capolavoro, la summa della poetica e dello stile di un uomo che ha dedicato all'arte ogni istante della sua breve vita - morì infatti a soli trentanove anni per un attacco cardiaco.

L'immagine più assimilabile a La schiuma dei giorni è quella di una ovattata nuvola rosa, inconsistente per forma e sostanza, ma piacevole a guardarsi. Un'esperienza quasi onirica in cui sprofondare, per ritrovarsi in una realtà a noi così familiare eppure diversa: filtrata da occhiali dalle lenti colorate e dalla stramba montatura, indossati i quali vedremo improbabili strumenti musicali produrre cocktail e le malattie cancerose diventano ninfee annidate nel polmone. A delineare il romanzo di Vian è più questo contesto fortemente fantasioso, geniale, visionario, avallato da un linguaggio innovativo che mescola forme di crasi a neologismi e giochi di parole (l'Arcivettovo, i dobloncioni, il pianocktail). La vicenda non mantiene tuttavia l'atmosfera spensierata dell'incipit: in un climax discendente e fortemente tragico la storia d'amore, struttura portante del racconto, si risolve nel più triste dei finali. Vian riesce fino all'ultimo a mantenere il linguaggio leggero, malgrado l'incupimento e la gravosità dell'intreccio, che raggiunge il culmine nell'ultima scena del libro, in cui un topolino si suicida tra le fauci di un gatto.

La storia è lineare, elementare, quasi banale: il ricco, annoiato e nullafacente Colin, dopo aver a lungo cercato l'amore, finisce per trovarlo in Chloè, e la sposa. Alla coppia dei protagonisti si affianca quella composta dagli amici Alise e Chick, che vivono in condizioni economiche più svantaggiate: lei è innamorata, lui vive solo per «Jean Sol Partre» (palese parodia di Jean Paul Sartre) e, nell’ossessione di possedere i libri e i vestiti presumibilmente appartenuti allo scrittore (mi si perdonerà una considerazione strettamente personale sullo sdegno che mi ha colto alle parole: «Per Alise fa lo stesso, che io la sposi o no. È contenta così. Io la amo tanto, lo sai, e poi anche lei ama immensamente Partre!»), finirà per dilapidare somma regalatagli da Colin e destinata al matrimonio con la fidanzata.
L'amore, il più puro e innocente, non viene mai tradito, culminando in gesti estremi e mantenendo ugualmente la sua candida ispirazione, la disperata follia. La morte aleggia nel profumo di fiori che Colin porta a Chloè per cercare di guarire la ninfea che le dimora nel petto, nell'appartamento prima immenso e poi sempre più piccolo, più stretto. Ma c'è anche un anticonformismo fuori dagli schemi, che fu ripreso dalla generazione del Sessantotto, nella critica al lavoro che imbruttisce le persone, le rende peggiori, stanche e malate:
"Tutto dipende dal fatto che gli hanno detto: 'Il lavoro è sacro, è bello, è buono, è la cosa più importante, e solo chi lavora ha tutti i diritti'. Però poi si fa il possibile per farli lavorare continuamente, così che loro non hanno il tempo di far valere i propri diritti". 
Anche Colin sarà costretto a lavorare per pagare le medicine di Chloè, sublimando la discesa negli inferi e dando corpo al pessimismo-realismo di Vian.

La schiuma dei giorni potrebbe condensarsi in poche parole: surreale, incantevole, malinconico. È un'esperienza pungente, divertente, ironica, dolorosa. Non ho staccato gli occhi dal libro per due giorni, rapita dalla lodevole inventiva dell’autore, il cui tocco lieve – impalpabile, dicevo - , ridimensiona la tragicità degli eventi narrati. Vian non è certamente impegnativo: è riflessivo se si fa lo sforzo di vedere al di là dei topolini simpatici che si aggirano per il romanzo, una lettura da cui è facile farsi ingannare, persi nella vacuità della vicenda e nel contorno fiabesco. La sua prosa è un inno alla “leggerezza” decantata nel 1985 da Italo Calvino in Lezioni americane: una riduzione del peso sia linguistico che strutturale, che non coincide con la semplificazione o che si riflette nella descrizione di una immagine snella ma emblematica. Una leggerezza che non nasconde significati profondi, che potreste dimenticare o custodire gelosamente in un angolo della libreria: tra il magico e il realistico, La schiuma dei giorni vi ricorderà come sia possibile fare della propria vita un'opera d'arte, anche nelle circostanze più buie e tristi, fornendosi di un paio di lenti rosa e cambiando soltanto prospettiva.

Voto: 

sabato 23 novembre 2013

DI ME DIRANNO CHE HO UCCISO UN ANGELO BLOG TOUR

A cura di Gisella Laterza, autrice di Di me diranno che ho ucciso un angelo (QUI recensione)




"Si può ancora dire qualcosa di antico sull’amore. Con parole appena sussurrate."

Per quelli che già lo conoscono, per quelli che ne hanno solo sentito parlare, e per quelli che esclameranno “Gisella chi?”, vi annuncio che il 25 novembre inizierà su Sweety Readers il blog tour di Di me diranno che ho ucciso un angelo (Rizzoli, maggio 2013).
Sette blog e altrettante tappe ospiteranno delle brevi video interviste, quattro sul romanzo e tre sulla sottoscritta, realizzate in un freddo pomeriggio d’autunno in riva a un fiume. Ogni video sarà corredato da un articolo che conterrà approfondimenti e curiosità. Ci si chiederà che attori potrebbero interpretare i vari personaggi, oppure quale potrebbe essere la perfetta colonna sonora di Di me diranno che ho ucciso un angelo. Si parlerà di angeli confusi e sperduti, di fiabe, di fantasia, e d’amore. E di tanto altro ancora.
Vi aspettiamo!
TAPPE DEL TOUR

Primo video sul romanzo e… alcuni brani tratti dal libro.

Secondo video sul romanzo e… un articolo che paragona Il piccolo principe a Di me diranno che ho ucciso
un angelo: perché si somigliano, perché sono diversi?

Terzo video sul romanzo e… colonna sonora ispirata al libro: che brani potrebbero essere adatti alle
atmosfere di Di me diranno che ho ucciso un angelo?

Quarto video sul romanzo… e una riflessione sui personaggi del libro.

Primo video su Gisella e… un articolo sulla crescita e sul tema della formazione.

Secondo video su Gisella e… i possibili volti dei personaggi del libro!

Terzo video su Gisella e… un articolo sull’importanza delle fiabe e dei romanzi di fantasia ai giorni nostri.

Conclusioni e... una piccola sorpresa.

Nell’attesa, vi ricordo la pagina facebook ufficiale:
https://www.facebook.com/pages/Di-me-diranno-che-ho-ucciso-un-angelo/594180360615634

Una nuova promettente realtà editoriale: Gainsworth Publishing





Da alcuni mesi a questa parte una nuova casa editrice si è affacciata sul panorama letterario italiano: si tratta di Gainsworth Publishing, che mira a divertire il pubblico con il lancio di autori esordienti in lingua italiana. Filo conduttore del catalogo di questa piccola ma coraggiosa realtà è “l’avventura” nelle sue diverse accezioni, con una predilezione per il fantastico e il thriller. Chiariamo subito che la casa editrice non pratica l’EAP (editoria a pagamento) e che si dichiara contraria ad ogni forma di sfruttamento degli scrittori, il che è sicuramente un punto a favore. Al momento il catalogo è abbastanza scarno (con tre sezioni: fantasy, thriller, per i piccoli), ma nuovi lavori saranno pubblicati a breve così da offrire al pubblico un’offerta più variegata.

Gainsworth Publishing favorisce inoltre la diffusione dei libri digitali in tutti i formati liberi e ha lanciato sul mercato una novità molto curiosa: il G-book.

Di cosa si tratta? E’ una memoria digitale (una chiavetta Usb) contenente il libro in versione elettronica, codificato nei maggiori formati in circolazione (epub, FB2, htmlz, pdf), il tutto protetto da una copertina con l’aspetto e la grafica del libro in versione cartacea. L’obiettivo è quello di conservare la fisicità dell’opera, riportando il libro digitale nelle librerie: si potrà così mantenere il piacere di uscire di casa e aggirarsi fra gli scaffali alla ricerca di nuovi titoli, rimanere affascinati dalle copertine e curiosare fra i risvolti dei volumi, senza rinunciare ai vantaggi della tecnologia. Il libro elettronico potrà infatti essere caricato su un pc e quindi immagazzinato sul nostro lettore digitale, senza passare per un asettico download online ma frequentando una libreria reale assieme ad altri appassionati di lettura. L’idea è particolarmente azzeccata anche in caso di regali, come suggerisce il nome (G-book: gift-book). La chiavetta Usb sarà poi riutilizzabile come una normale memoria digitale, sia in lettura che in scrittura. Altro vantaggio: le dimensioni limitate del cofanetto, rispetto alla versione cartacea, riducono anche lo spazio sugli scaffali, sia in casa che in libreria.

Gainsworth Publishing nei primi mesi di vita ha accettato molti manoscritti che avessero come tema l’avventura. Visti i numerosi testi inviati ha sospeso mementaneamente l’invio, accettando solamente manoscritti che corrispondono ad genere indicato di volta in volta nei bandi pubblicati. In questo momento il bando attivo riguarda racconti brevi di genere horror. Maggiori informazioni sono disponibili sul sito della casa editrice, che consigliamo a tutti di tenere d’occhio.



Pubblichiamo di seguito una breve intervista che ci è stata concessa da Valentina Santini, direttore editoriale di Gainsworth Publishing, che ringraziamo per il tempo che ci ha dedicato.


Partiamo da una curiosità: come nasce il nome della vostra casa editrice?

Valentina Santini: Il nome della nostra CE ha origini abbastanza scherzose. Deriva infatti da un gioco di parole in lingua inglese che vede come protagonisti i termini “To gain” e “Worth”. Parafrasando in italiano il senso sarebbe: “Fa incrementare il valore” “Guadagna valore” o più banalmente “Ne vale la pena”. Questi piccoli epiteti sarebbero poi, in senso lato, la mission aziendale: proporre al lettore cose che vale la pena di leggere, che arricchiscano con valore il panorama editoriale.
Il nome in inglese è stato scelto per amore dell'internazionalità, facilitando conseguentemente i rapporti tra varie realtà editoriali. È nostra intenzione dirigerci verso un mercato più globale e, senza dubbio, un nome come il nostro è in grado di agevolarci fin da subito in questo obiettivo.

Quanti autori esordienti pensate di lanciare nel prossimo futuro? In che modo li supporterete nell’editing e nella promozione?

V.S.: Per ora abbiamo “tra le mani” una piccola squadra di futuri scrittori davvero interessanti. Sono tutti diversi tra loro, orientati su generi e target differenti, ma possiedono tutti un denominatore comune: la qualità.
Li abbiamo scelti infatti per la loro bravura, fantasia e capacità di sostenere una narrazione senza alcuna zoppia, oltre che per l'unicità del loro stile e delle loro creazioni. Ma non vi svelo troppo dei nostri ragazzi, saranno le prossime uscite che conoscerete nel 2014!
Quindi la risposta alla domanda “Quanti?” è: tutti quelli che reputiamo di qualità e in sintonia con le linee editoriali della nostra CE, ovviamente entro certi limiti di investimento. In concreto, per ora, parliamo di cinque nuovi autori di romanzi e un paio di nuovi autori di racconti.
Tutti i nostri autori vengono seguiti in ogni passo della trasformazione del loro manoscritto in un libro. Per noi infatti l'autore non è solo una persona con la quale si intrattengono rapporti di lavoro, ma diventa un amico, un compagno di viaggio, con il quale ci fa piacere crescere e viaggiare insieme. I “nostri ragazzi” vengono affiancati, gomito a gomito, nel corso dell'editing che prevede diversi passaggi e una durata di alcuni mesi, a seconda della lunghezza e complessità del manoscritto. Qualcuno ci ha mosso critiche, sostenendo che mesi di editing siano una follia, ma il nostro obiettivo è la qualità e perciò tutto deve essere perfetto e funzionante, anche se parliamo di semplici, che poi non lo sono affatto, sistemi narrativi.
Dopo la fatica dell'editing, inizia la fase assemblativa del prodotto libro: grafica, design interno, e si inizia a pensare alla grafica pubblicitaria.
Una volta che il prodotto è completato nel suo aspetto materico, si inizia la fase promozionale. Crediamo moltissimo nella promozione attraverso internet, pensiamo sia proprio il futuro dell'editoria e perciò ci buttiamo a capofitto in questa direzione. Logico però non abbandoniamo nemmeno i canali classici, affidandoci a un distributore nazionale.
Il nostro elemento chiave per la promozione resta però la Comunicazione: ovvero creare legami diretti, scambi di opinioni e di idee tra noi e il lettore o tra noi e le librerie, il tutto ovviamente supportato da un efficiente sistema logistico che solo un distributore librario può garantirci.
Molti dei dettagli promozionali sono ancora in definizione e in fieri, dato che la nostra piccola realtà, non vanta ancora un anno di attività alle spalle.
Questo anno è stato pieno di soddisfazioni e successi, ma con il 2014 contiamo di porre nuove basi per muoverci con maggior scioltezza nel campo promozionale. È il nostro obiettivo primario.

Sul sito di Gainsworth Publishing leggiamo del vostro interesse per i racconti brevi, prima fantasy e ora horror. Come pensate di pubblicare queste forme letterarie, tradizionalmente meno vendibili dei romanzi? Quali progetti avete per questo settore?

V.S.: Il racconto è, in Italia, la morfologia di narrazione che più risente a livello commerciale della diffidenza dei lettori. Si scrivono migliaia di racconti, ma non se ne legge, acquistandolo, nemmeno uno.
La nostra idea di creare una collana apposita per questa forma letteraria è nata dal dibattito con gli utenti della ormai celebre community Writer's Dream (ne approfitto per salutarli tutti), dove emergeva lo sconforto di un pubblico di lettori che amano e vorrebbero leggere racconti di qualità, ma non riescono a trovarne.
Così abbiamo pensato: perché non provarci?
Abbiamo dovuto però scontrarci con alcune monolitiche realtà. Pensare di portare in librerie un libercolo di 20-50 pagine era impossibile, anche perché il costo di produzione e quindi il prezzo di copertina sarebbe stato pressoché similare a quello di un romanzo di 200-250 pagine. Costi che il lettore medio non intende sostenere. Sembra triste, ma in libreria si ragiona ancora per “peso” quasi si vendessero affettati e non libri.
Di fronte a queste disarmanti verità, però, non volevamo arrenderci e così abbiamo pensato di sfruttare i tempi moderni e le nuove tecnologie per creare una collana esclusivamente digitale, di alta qualità, ma con prezzi contenuti che potesse andare incontro alle esigenze di tutti.
Questa è più o meno la genesi della nostra collana GAINSHORTS.
La promozione primaria sarà all'interno del web, ma non escludiamo affatto di portare i titoli più meritevoli anche in libreria attraverso il nostro G-book.
I nostri racconti verranno esattamente trattati come i nostri romanzi, forniti di editing, cover accattivanti e presentati agli eventi più importanti dell'editoria. Insomma pari dignità per racconti e romanzi, solo diverse strategie di marketing.

L’idea del G-book è senza dubbio molto interessante e riserverà grandi sorprese. Come funziona al momento la distribuzione di questo formato?

V.S.: Per il momento la distribuzione del G-book in libreria è ferma, dato che stiamo lavorando per accreditarlo come prodotto editoriale e non più multimediale, passando quindi da un'IVA al 22% a una del 4%. I costi quindi si ridurranno a beneficio dei nostri lettori. Dopo di ciò, sentirete molto parlare dei nostri piccoli libretti digitali, ve lo assicuro!
Nonostante ciò, per ora, sono tutti acquistabili grazie al nostro sistema diretto di vendita e al canale di IBS.


Vi siete affacciati nel mondo dell’editoria da poco tempo. Quali difficoltà avete trovato? Quali prospettive di crescita vi immaginate?

V.S.: 
Le difficoltà principali di una piccola, minuscola, CE appena affacciatasi al mondo editoriale sono due: farsi conoscere e farsi leggere.
Il nostro battesimo editoriale è stato il Salone del Libro 2013 ed è lì che è iniziato il nostro contatto con il pubblico. Non pensavamo in un successo così rapido, ma sta di fatto che tutto ha avuto proprio inizio con quello stand di 16m2. Sebbene nessuno ci conoscesse e nessuno avesse mai sentito parlare dei nostri libri, in quei pochi giorni del Salone, abbiamo da subito realizzato centinaia di vendite e, con il trascorrere del tempo, siamo passati da emeriti sconosciuti a una CE che riceve in media 150 manoscritti al mese.
Tutto ciò ci ha comprovato che puntare sulla Comunicazione e sulla Qualità fossero delle mosse vincenti.
Il web è stato la nostra primaria fonte di promozione, ma grazie allo zoccolo di lettori che ci siamo creati tramite questo canale e le nostre idee innovative, come il G-book, ci è stato possibile ottenere un contratto di distribuzione nazionale a pochi mesi dalla nostra nascita.
La distribuzione è davvero l'incubo per ogni piccola CE. I distributori non ti vogliono, temono tu sia una delle tante realtà che sprofonderà dopo pochi mesi, svanendo nel nulla, o peggio una CE a pagamento e perciò chiudono ogni porta preventivamente.
Una volta che si è entrati nel canale distributivo, in ambito tecnico, tutto diventa più semplice.
La vera sfida resta sempre quelle di giungere al lettore. Bisogna farsi conoscere, ma non solo dal diretto acquirente di un libro, ma anche dei librai. Questa sarà la nostra prossima mossa: intessere una comunicazione diretta con librerie e promuovere attivamente ogni nostro titolo.
Siamo certi della qualità dei nostri libri e il nostro obiettivo è farli arrivare negli scaffali di tutte le librerie: sappiamo che una volta esposti attireranno l'occhio del lettore, sono stati realizzati apposta per emergere sulla media della concorrenza. Ora bisogna solo sbloccare il sistema di fiducia delle librerie, farci conoscere e riassortire negli ordini.
Insomma, per tutti coloro che desiderano un nostro libro, non c'è migliore soluzione che recarsi in libreria, una qualsiasi, e ordinarlo. Noi guadagneremmo senza dubbio di più vendendo solo dal nostro Store, ma preferiamo incentivare l'acquisto in libreria perché solo questo metodo può portare i nostri libri alla portata di tutti, come meritano.
In concreto, per il futuro immediato prospettiamo una crescita considerevole del catalogo e della nostra capacità distributiva/promozionale. Sono i nostri obiettivi principali e lavoreremo con passione per fare in modo che si realizzino al meglio e il prima possibile.

giovedì 21 novembre 2013

Recensione: Millennio di fuoco di Cecilia Randall



Millennio di fuoco
Cecilia Randall
Mondadori, 444 pagine, 16 euro
Un famoso scrittore e filologo inglese molto apprezzato nel genere fantasy, J.R.R. Tolkien, era convinto che la lettura del fantasy e dell’epica costituisse un ottimo modo per rifuggire, liberarsi, anche per un breve lasso di tempo, dalla realtà in cui il lettore è immerso. Questa concezione che appare tipica nel genere fantasy, dove gli autori lasciano esulare il lettore dalla realtà contingente per trasportarli in un mondo totalmente differente, viene praticamente rivista dalla Randall, giovane scrittrice italiana che, tramite un’arguta immaginazione, riesce a riscrivere la storia dell’Europa in chiave fantasy, giocando con gli eventi passati e distorcendoli, creando una realtà nettamente diversa dell’Europa medievale e odierna.

Durante il medioevo, infatti, un’orda di demoni invade l’Europa, e i rapporti tra le potenze del continente e le relative reazioni dei popoli europei tendono così a modificare l’assetto storico e politico che oggi riconosciamo. In un fantasy non potrebbe mai mancare nemmeno l’elemento magico e, sebbene in modo molto limitato rispetto ad altre opere del genere, la Randall riesce sapientemente a non appesantire la narrazione con eccessivi colpi di scena magici. La sobrietà con cui riesce a creare un romanzo fantasy senza esagerare nell’inserimento di eventi magici è encomiabile.
Un punto a favore di questo romanzo viene segnato dalla capacità di delineare in modo perfetto una lotta tra Bene e Male, in mezzo alla quale, lentamente, traspare una sorta di zona grigia, un luogo in cui la netta separazione fra le due potenze antagoniste per antonomasia di ogni fantasy si confondono. Non vi è solo una scissione tra Bene e Male, ma si aggiunge una più naturale zona intermedia, in cui torbidi sentimenti si uniscono a un elemento di vendetta, scaturito comunque da un sentimento positivo: l’amore.

Forse però sono proprio l’amore e la reiterata sottolineatura di questo sentimento - che influenza e insinua dubbi e paure nell’animo dei protagonisti - a costituire una sorta di freno, di nota stonata nella cornice di un contesto apocalittico e storicamente stravolto, nel corso del quale si giocherà l’importante partita per la sopravvivenza della razza umana o la sua scomparsa o degenerazione in aberrante creatura demoniaca.

Tuttavia, l’appesantimento e questo cliché letterario dell’amore maledetto tra l’eroina della fazione del Bene e l’eroe cattivo e dannato della fazione del Male viene stemperato da brevi, ma indubbiamente incisive, frecciatine a tematiche che appaiono fondamentali nei dibattiti contemporanei.
Innanzitutto vi è una critica nei confronti degli estremisti religiosi, coloro che non accettano il diverso e che, soprattutto, lo considerano appartenere a una razza inferiore. È l’esempio dei cavalieri cristiani che disprezzano e diffidano della popolazione di cui si fa portavoce e di cui fa parte Seija, la protagonista. O ancora, il tema particolarmente machiavellico de “il fine giustifica i mezzi”, di cui invece si fa portavoce l’antagonista, Raivo, il Traditore dannato, che ripudia la sua natura umana per abbracciare il potere demoniaco per perpetrare la sua vendetta.

La bravura di molti scrittori fantasy risiede nella loro capacità di riuscire a avanzare critiche particolarmente aspre alla realtà di loro estrazione. In questo caso, la Randall si è saputa imporre come esempio a suffragio di questa considerazione.
Un merito che non va sottovalutato è quello concernente l’uso di un lessico appropriato nel corso della narrazione. Di certo questa manca di frasi a effetto che avrebbero reso sensazionale e molto più epico il contesto in cui si svolge la storia. Tuttavia, la naturalezza dell’espressione e la caratterizzazione dei personaggi tramite il linguaggio e la descrizione di scene cruente e più spinte, sono rese al massimo grazie all’uso di aggettivi e sostantivi particolarmente incisivi. I suddetti elementi si rivelano adatti a rendere al meglio la periodizzazione di questo Medioevo fantastico, estesosi per molti secoli (fino al 1999, cioè fino al tempo del romanzo) e la società brutale, poco solidale o comunque interessata a stringere amicizie per convenienze egoistiche.

In definitiva, il romanzo è molto piacevole, leggibile e gradevole per chiunque voglia dedicarsi a una lettura non molto impegnativa, ma piena di azione e sporadici ma pregevoli colpi di scena. Tuttavia non può essere assolutamente considerata una pietra miliare del fantasy contemporaneo italiano, sebbene sia un esempio lampante di una buona qualità dei narratori nostrani in questo genere. Si consiglia la lettura a un pubblico adolescenziale, così come agli adulti che sono appassionati del genere o a coloro che volessero avvicinarsi a esso, data la semplicità della trama.

Voto: 

A cura di Antonino Mangano

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