Marlow avanzava nell'Africa nera. Goccioline di sudore gli imperlavano il torace scolpito, la fronte era corrugata per il sole cocente. Camminava già da diverse ore e il sottile strato che si era formato sulla sua pelle emanava uno speziato profumo di muschio. La barba incolta, lasciata crescere per diversi giorni, gli conferiva un'aria da vero cerbiatto cazzuto. I suoi occhi verdi - paludi salmastre in pieno Agro Pontino - si muovevano frenetici verso ogni ombra, in direzione di ogni scricchiolio. Si passò una mano tra i capelli lunghi, biondi come il grano d'estate e altrettanto profumati, e si umettò le labbra. Era dalla sera prima che non mangiava, e il suo stomaco sembrò confermarglielo proprio in quel momento con una sonora protesta.
Ma c'era un altro appetito che Marlow non poteva saziare. Un appetito potente, oscuro, indomito.
I muscoli guizzarono.
Marlow raddrizzò la schiena, sollevò il viso. Il suo naso non lo ingannava mai.
Sentiva odore di femmina, una femmina bollente e accaldata come lui. Era troppo tempo che cercava di placarsi, che resisteva eroicamente in quell'atroce foresta dove il suo unico sfogo erano le profferte sessuali tra babbuini che lui spiava con invidia e le miniature dell'Olympia di Manet che custodiva in un luogo molto recondito del suo povero abbigliamento.
Si grattò la fessura tra i suoi sodi glutei e cominciò a muoversi cautamente. Ogni rumore poteva essere cruciale. Dopo un po' sembrò avvertire un rombo incessante. Dapprima fievole, poi sempre più forte. Doveva esserci un corso d'acqua, da quelle parti, forse addirittura un fiume. Scattò in avanti, non poteva più aspettare. Facendosi strada tra le foglie che gli si appiccicavano addosso, rompendo i rovi che lo intralciavano, Marlow uscì finalmente da quel luogo soffocante.
Ed ecco che la vide, una foce copiosa di acqua e refrigerio, ma ciò che nascondeva era il tesoro più grande del cuore dell'Africa.
Una splendida donna, un'indigena, dalle labbra grosse e rosse come un succoso frutto d'estate lo guardava meravigliata e provocante allo stesso tempo. Le gambe lisce come seta e i seni prosperi che non avrebbero ceduto a breve alla forza di gravità erano un invito ancora da nessuno ascoltato. La pelle e i capelli neri contrastavano con i gioielli pesanti che indossava alle braccia e i vestiti bagnati erano tanto striminziti da lasciare poco all'immaginazione.
Solo un gonnellino di paglia ormai gonfio separava Marlow dalla pace dei sensi.
Cuore di tenebra
di Joseph Conrad.
Prossimamente in libreria e sotto le vostre lenzuola...
è nato in Polonia ma vive da anni in Inghilterra. Scrittore prolifico di best-sellers come "Va' dove ti porta l'uccello" e "Qualcuno con cui fornicare" e intimo amico ed estimatore di E. L. James, è arrivato al successo grazie a Cuore di tenebra, storia delle pulsioni travagliate di Marlow a causa della cucchiarella con cui la madre osava picchiarlo da piccolo. "E' in parte autobiografico" ha ammesso al The New Dicker. Cuore di tenebra è finalmente edito in Italia grazie alla Giunti Y e ad una petizione online organizzata dai fan.