martedì 20 marzo 2012

Tramate con noi: riassunto della seconda puntata

 




Sabato 17 marzo alle 11.05 su Radio1 è stata trasmessa la seconda puntata di Tramate con noi, la trasmissione-concorso ideata da Vito Cioce che proclamerà al Salone del Libro di Torino un fortunato vincitore a cui sarà concessa la pubblicazione del proprio inedito con Minerva edizioni e Rai Eri. 

Umberto Broccoli,
arbitro della seconda puntata
A fare da arbitro per la sfida a "colpi" di trama della seconda puntata è stato Umberto Broccoli -autore e conduttore radiofonico e televisivo, dal 2008 sovraintendente ai beni culturali del comune di Roma- che svela di non essere mai stato autore di inediti ma che ne tiene i cassetti pieni: appunti e note scritti su taccuini per uso personale.

Le due trame, come al solito difese dai critici letterari Bruno Gambarotta e Claudio Gorlier, sono molto competitive.
Gambarotta, collegato dalla sede radio1 di Torino, prende le parti di Edoardo Imperatrice, attore settantunenne originario di San Giorgio a Cremano (Napoli) appassionato di thriller e  Risorgimento, e del suo "Giallo Cremano". Prendendo spunto da una storia vera, Imperatrice ricostruisce il percorso di un francobollo rarissimo: trovato dapprima nel 1873 a Demerara dal tredicenne Luis Vernon Vaughan, che lo stacca da una lettera datata 1856, l'ottagonino -recante l'effigie di un veliero e la scritta "Damus petimusque vicissim"-  viene regalato ad un vicino di casa che lo vende ad un collezionista, che lo rivende a sua volta ad un commerciante di Liverpool, fino ad arrivare al 1980 nelle mani di un gruppo di investitori grazie ad un'asta al Waldorf Astoria.
Ai giorni d'oggi -e qui comincia la parte inventata- viene invece ripescato in mare il cadavere dell'avvocato Cortese. Le indagini per l'omicidio riportano alla dimora del defunto, dove il francobollo è sparito. Dopo essere stata accertata una relazione tra la vedova e il notaio di famiglia, accusato del delitto, il francobollo non ritrovato finirà in mezzo alla polvere, spazzato via da una portinaia che non si accorge fosse nascosto tra i punti di un vestito.
Gambarotta difende Giallo Cremano parlandone come di un romanzo che tratta la reificazione delle merci -"sarebbe piaciuto a Carlo Marx"- e da lodare per il culto dell'oggetto attorno al quale si concentrano avidità e speculazione e a cui si attribuisce un valore enorme ma in realtà effimero- nonché per la commistione tra verità storica e fantasia.


Gorlier presenta invece "La parabola della frittola", scritto da Alfonso Leto, artista cinquantaseienne di Santo Stefano Quisquina (AG) che ama tutte le tonalità della letteratura, dal giallo al rosa, e che definisce il suo romanzo un racconto di realismo fantastico.
Siamo a Palermo: Gero, vecchio affetto da amnesia, mangia un giorno la frittola a Porta Carini, cibo locale misto di carni lesse e pepate. Verranno innescate una serie di reazioni chimiche che riporteranno alla mente di Gero sprazzi della sua vita passata: giovane artista cresciuto nella bottega del padre scultore che ad un certo punto della sua vita abbandona Palermo per raggiungere Parigi. Scopre inoltre di aver avuto una relazione con una ragazza, Pietra, e nel tentativo di verificare la visione scrive strambi messaggi d'amore nei muri della città. Girovagando tra le vie di Palermo Gero incontra strani personaggi, tra cui Una e Spanò, che lo tratta come un servo e gli impone un patto che lo salverà da Una ma introdurrà nella sua casa un'altra donna, Lia. Costei, grazie al computer, gli sarà d'aiuto per ricostruire la sua vita passata, ma a quel punto un altro urgente bisogno di frittola capovolgerà il senso della storia che ricomincerà da capo.
Gorlier elogia il coraggio di Leto nel cominciare il romanzo presentando emblematicamente un cibo nauseante come scatto della memoria, facendo riferimento a Joyce sia in questa caratteristiche che nello sviluppo del romanzo.

Broccoli, dopo brevi considerazioni e riferimenti a Proust, affida la vittoria a Giallo Cremano di Edoardo Imperatrice. 

La trasmissione viene brevemente e piacevolmente interrotta dalla voce in diretta di Noemi a cui Cioce chiede come sia nata la passione per i cortometraggi.
"Sono laureata al Dams in critica cinematografica e da piccola ero un'adolescente che registrava video e aveva un grande amore per il cinema, soprattutto per i cortometraggi che sono una grande sfida e in 3 minuti devono restituire un'idea o una storia. Credo ci sia un grande legame tra musica e scrittura, c'è chi scrive per immagini come Baricco..." risponde la cantante.

A questo punto passa la parola a Bruno Quaranta che seleziona le poesie in gara votate di volta in volta sulla pagina Facebook di Tramate con noi e dichiara di scegliere i componimento secondo i criteri della "necessità" (come nella prima puntata cita Rilke che nella lettera al giovane poeta lo invita a scrivere solo avvertendone l'urgenza) il dialogo con il canone e il rispetto della parola, liricamente esatta e sobria. La lettura delle poesie qui sotto riportate termina anche la seconda puntata.


Sull' acqua

di Anna Longo da Bari

Chiedimi
cos’è che mi fa felice
non te lo so dire …. !!!
E’ uno specchio
d’ acqua
il mio quotidiano
nascere
e morire.
Di flussi di vento
s’ alimenta
la mia tristezza.
Tra brezza
e tempesta
quell’ acqua
s’ increspa,
ora limpida,
ora torbida,
ora chiara,
ora mesta.
Ed io lì,
a guardare
senza mai
il fondo
toccare.
Eppure,
sarebbe bello
farsi ingoiare !!!


Villaflor

di Lidia Del Gaudio da Napoli

Mi sovrasta la visione
di stelle calate dentro gli occhi,
le tocco, sono miliardi,
forse ancora più del cielo,
non ne ho mai contate tante,
finalmente apprendo
cosa vuol dire veramente
mozzarsi il fiato in gola,
quasi angoscia potrebbe dirsi,
se non fosse soprattutto felicità.

Luci infinite intrigano l’anima,
rivolgono al cuore domande
che non hanno risposta,
neppure se le aspettano,
se non dal Dio stesso che le raffigura,
sembrano ardere i sensi,
fino a bruciare questa condizione
di ridondante, superflua umanità,
che parole non ha più da pronunciare
in questa notte insonne,
come in quelle che verranno.


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