venerdì 2 marzo 2012

Poems (35) Barbara


Era un po' che non postavo Prévert. Ho cercato troppo a lungo qualcosa di diverso, sperando di non risultare noiosa -sempre con lo stesso autore- e così l'ho lasciato da parte. Poi il mio ragazzo mi ha regalato un libro di sue poesie per San Valentino, e mi sono trovata a sfogliarlo di nuovo. Un'immersione di parole, immagini, suoni... descrivere Prévert non è così semplice. Arriva alla mente con un certo effetto, assume forma con qualche secondo di ritardo, e poi esplode. In silenzio. Sono tutte belle le sue poesie, quindi ne prendo una a caso e lascio voi all'interpretazione.




Barbara

Ricordati Barbara
Pioveva senza tregua quel giorno su Brest
E tu camminavi sorridente
Raggiante rapita grondante
Sotto la pioggia
Ricordati Barbara
Pioveva senza tregua su Brest
E t’ho incontrata in rue de Siam
Tu sorridevi
E sorridevo anch’io
Ricordati Barbara
Tu che io non conoscevo
Tu che non mi conoscevi
Ricordati
Ricordati comunque di quel giorno
Non dimenticare
Un uomo si riparava sotto un portico
E ha gridato il tuo nome
Barbara
E tu sei corsa incontro a lui sotto la pioggia
Grondante rapita raggiante
Gettandoti tra le sue braccia
Ricordati di questo Barbara
E non volermene se ti do del tu
Io do del tu a tutti quelli che amo
Anche se non li ho visti che una sola volta
Io do del tu a tutti quelli che si amano
Anche se non li conosco
Ricordati Barbara
Non dimenticare
Questa pioggia buona e felice
Sul tuo viso felice
Su questa città felice
Questa pioggia sul mare
Sull’arsenale
Sul battello d’Ouessant
Oh Barbara
Che cazzata la guerra
E cosa sei diventata adesso
Sotto questa pioggia di ferro
Di fuoco acciaio sangue
E lui che ti stringeva fra le braccia
Amorosamente
E forse morto disperso o invece
Vive ancora
Oh Barbara
Piove senza tregua su Brest
Come pioveva prima
Ma non è più così e tutto si è guastato
E’ una pioggia di morte desolata e crudele
Non è nemmeno più bufera
Di ferro acciaio sangue
Ma solamente nuvole
Che schiattano come cani
Come cani che spariscono
Seguendo la corrente su Brest
E scappano lontano da Brest
Dove non c’è più niente.


Chi è l'autore?

Jacques Prévert nasce a Neuilly-sur-Seine nel 1900 ed è uno dei più grandi poeti francesi del XX  secolo. Già giovanissimo avviene l'incontro con André Breton, Raymond Queneau e il gruppo degli altri surrealisti dell'epoca, ed entra a farne parte, interessato all'arte populista. Successivamente, nel 1928 si discosta da questi e frequenta il «Groupe Octobre», una compagnia teatrale di Sinistra formatasi con l'intento di promuovere un «teatro sociale». Comincia così un'intensa attività teatrale, ma la sua fama è però dovuta alla produzione poetica, dove Prévert dà libero corso all'immaginazione insolita in uno stile vicino alla lingua parlata e alla vita quotidiana. I suoi temi preferiti sono l'amore, la libertà, il sogno e la fantasia, la compassione, l'umorismo, la satira contro i potenti, l'avversità per l'oppressione sociale.
Prévert passa nella sua poesia dal gioco attento dell'intelligenza al controllo della sensibilità, dall'uso scanzonato dell'ironia ad una semplicità di espressione che a volte, ad un lettore superficiale, può sembrare che sfiori la banalità. La poesia prevertiana è di una facilità pericolosa perché ricca di ritmi interni, di giochi di parole, di diverse situazioni psicologiche che sono lo specchio di questo grande poeta francese.

Tra le sue raccolte di versi di maggiore successo, «Parole» (1945),
«La pioggia e il bel tempo» (1955), «Alberi» (1976); in Italia sono state pubblicate, oltre a queste, varie antologie come «Le foglie morte» (dal titolo di una sua celebre poesia), «Poesie d'amore» e «Poesie».

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