venerdì 9 marzo 2012

Il tempio degli Otaku: cinquantaquattresimo appuntamento "Hetalia Axis Powers"


A cura di Surymae Rossweisse.


Salve a tutti, e benvenuti ad un'altra puntata de “Il tempio degli Otaku”. Siccome non si può sempre parlare di opere che conoscono in quattro gatti – probabilmente amici degli autori – oggi è tempo di trattare di un anime che, pur non essendo mai stato licenziato in Italia, conoscono anche i sassi. Il motivo? Beh... diciamo che il suo tema principale – ammesso ne abbia uno – ci riguarda molto, molto da vicini: è nientemeno che la nostra nazione. E' persino citata nel titolo!
Ehi, piano con quelle lacrime patriottiche e petti in fuori dall'orgoglio. Quello che non vi ho detto è che il nostro paese ricopre sì il ruolo di protagonista, ma soltanto nei suoi stereotipi più classici e poco onorevoli, dall'amore incondizionato per la pasta alla codardia sul fronte, passando naturalmente per la stupidità. Consolatevi, almeno è in buona compagnia: anche le altre nazioni hanno la loro bella razione di presa in giro. Le amanti dello yaoi (amore omossessuale) o in generale i più scafati tra voi avranno sicuramente capito di che titolo sto parlando, e siccome questa deve essere l'introduzione e non la recensione intera bando alle ciance: ecco a voi l'anime “Hetalia Axis Powers”. Buona lettura – e visione!

Trama? Quale trama? I cinquantadue – e voci di corridoio dichiarano che prima o poi ci scappa anche un'altra serie – episodi durano soltanto cinque minuti ciascuno, e le parole “sinossi” e “accuratezza storica” non sanno dove stanno di casa.
A grandi linee, comunque, Hetalia segue l'alleanza tra Germania ed Italia tra la fine della Prima e la Seconda Guerra Mondiale. Germania è terrorizzata dal confronto con la discendente dell'Impero Romano, ma un fugace incontro le basterà a ricredersi: ha di fronte a sé una nazione che definire codarda è poco, e che non ha la benché minima idea di come si conduca una guerra. Anzi, sarà proprio la Germania a dover soccorrere il mite Feliciano e a prenderlo sotto la sua ala, sperando di ritrovare in lui i geni di “Nonno Roma”.
Gli Alleati si metteranno in mezzo ai loro piani, o meglio cercheranno di farlo, perché non vanno d'accordo fra loro: Francia ed Inghilterra sono due fratelli che litigano per tutto, America vuole sempre prendersi tutto il merito, e Russia... beh, diciamo che è piuttosto inquietante, anche se mai quanto i suoi parenti. Ma questo è soltanto l'inizio...

Sarà sicuramente scontato, ma meglio dirlo subito: questa non è una serie utile a chi vuole imparare un po' di storia. C'è molta vaghezza su che epoca storica venga trattata: non solo perché ci sono soltanto i paesi e non i grandi capi di stato che li hanno abitati, ma perché ogni episodio salta di palo in frasca senza alcuna logica se non prendere in giro la nazione di turno per qualcosa. In teoria siamo alla fine della Prima Guerra Mondiale, eppure la Prussia è ancora in giro; ricordo chiaramente una puntata dedicata alla fine dell'Unione Sovietica. Nel frattempo, ecco a voi come gli italiani fanno la fila al supermercato – verissimo, per carità, ma cosa c'entra? – e come è adorabile  la passione della Grecia per i gattini!
Se già l'ambientazione è un tale caos, figuratevi gli eventi narrati. Non cadete nel tranello “E' la storia spiegata ai bambini”, perché non è così. Innanzitutto l'opera è nata come fumetto sul web, e secondo, anche più importante, è che non ci sono eventi drammatici. Germania è chi ne beneficia di più: per carità, è soltanto una persona un po' fredda ma desiderosa di farsi degli amici, anche se gli unici che si fidano di lui sono un compassato giapponese ed un idiota italiano che da solo non sa fare niente. Anche i pochi fatti storici narrati vengono totalmente spogliati delle loro inclinazioni più drammatiche: America si ricorda della guerra civile soltanto rimettendo a posto la soffitta; una casa che viene gradualmente disabitata fino ad arrivare ad un solo inquilino è la metafora usata per la distruzione dell'Unione Sovietica, evento che ancora oggi ha le sue ripercussioni.
N.D.M: questa scena mi è
preoccupantemente familiare O.o
Già il primo episodio riassume efficacemente “Hetalia”, al punto che quasi ci si potrebbe fermare lì. Tanto per cominciare vengono presentate le nazioni protagoniste e le loro caratteristiche principali: l'omosessualità latente (ma neanche troppo) della Francia, il rigido contegno giapponese, i problemi familiari della Russia, ecc. ecc. Si cominciano inoltre ad affermare i primi tormentoni, come l'ormai celebre “Pastaaaaaa!” di Italia. Ah sì, ed ecco anche il non imprescindibile flashback sul passato travagliato di Feliciano, allontanato dai suoi fratelli ed amici per diventare una servetta presso i suoi dominatori, il tutto però in chiave molto pucciosa. Tutto questo è positivo, perché almeno se non piace il primo episodio non si perde tempo con gli altri – anche se durano solo cinque minuti.
Adesso però è venuto il momento di un po' di orgoglio nazionale con il nostro Feliciano, senza dubbio il protagonista di questo strambo e numerosissimo cast. Molti italiani, però, non hanno gradito tutte queste attenzioni, anzi: guai a nominare “Hetalia” in rete, potreste scatenare terribili flame. Le polemiche partono già dal titolo dell'opera, una fusione tra le parole “hetare” (inutile, senza speranza) ed “Italia”. Andando avanti, poi, i polemici trovano pane per i propri denti: Feliciano è probabilmente il più stupido della combriccola – rimangono intrappolati in un'isola deserta e tutto quello che lui pensa è alla pasta – nonché combattente inefficiente, chiassoso, incapace di fare un qualsivoglia ragionamento sensato (anche se non è il solo). Germania gli deve sempre stare dietro e soccorrerlo, sia quando viene rapito che quando il suo esercito è minacciato da un branco di temibili, ed assolutamente innocui, cuccioli. Tra l'altro, non c'è soltanto Feliciano a rappresentare l'Italia, ma anche Lovino Vargas, l'Italia del Sud attaccatissima alla Spagna – a tal punto che quasi ignora il fratello – ma allo stesso tempo geloso delle attenzioni che quest'ultimo riserva alla Germania.
Queste sono tutte caratteristiche che volente o nolente non possiamo negare al nostro paese, ed anche i più polemici concordano; però si lamentano che gli sia dato troppo peso, e che tra tutte le nazioni questa sia quella che ci fa la peggiore figura, in particolare in relazione alla Germania, che se la cava a buon mercato quanto a prese in giro. Da un lato, è vero che alcune nazioni sono trattate con più leggerezza e altre con più severità: ad esempio viene posto particolarmente l'accento sul fatto che a nessuno importi molto del Canada, o sulla freddezza giapponese, per non parlare della soap opera che coinvolge la famiglia di Russia, ma invece Francia, Inghilterra e America, pur avendo la loro parte, se la cavano quasi a buon mercato. Ma da qui a dire che l'Italia è perseguitata ce ne corre: sono soltanto ragioni di show. E poi, diciamoci la verità: un pochino ce lo meritiamo...

Il comparto tecnico è semplicissimo, e per questo efficiente. Le animazioni sono praticamente inesistenti, quindi è difficile parlare di regia, anche se fa il suo sporco lavoro (e si vede). La fotografia si basa tutti su fondali semplicissimi e colori pastello veramente piacevoli a vedersi; lo stesso si può dire del character design, che infatti scatena le fantasie di tantissimi/e fan. Le musiche presentano alcune sorprese, come la musica iniziale, ma soprattutto sono capaci di rimanere in testa per molto tempo, così come alcuni tormentoni – fidatevi, lo so per esperienza... Lo dimostra chiaramente l'ending, dannatamente stupida e allo stesso tempo dannatamente orecchiabile. Due aggettivi che calzano alla perfezione anche alla serie in generale...

… E con questo è tutto, cari amici. Arrivederci alla prossima settimana, con “Il tempio degli Otaku”!



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