A cura di Surymae Rossweisse.
Salve a tutti, e benvenuti ad
un'altra puntata de “Il tempio degli Otaku”. Siccome non si può sempre parlare
di opere che conoscono in quattro gatti – probabilmente amici degli autori –
oggi è tempo di trattare di un anime che, pur non essendo mai stato licenziato
in Italia, conoscono anche i sassi. Il motivo? Beh... diciamo che il suo tema
principale – ammesso ne abbia uno – ci riguarda molto, molto da vicini: è
nientemeno che la nostra nazione. E' persino citata nel titolo!
Ehi, piano con quelle lacrime patriottiche
e petti in fuori dall'orgoglio. Quello che non vi ho detto è che il nostro
paese ricopre sì il ruolo di protagonista, ma soltanto nei suoi stereotipi più
classici e poco onorevoli, dall'amore incondizionato per la pasta alla codardia
sul fronte, passando naturalmente per la stupidità. Consolatevi, almeno è in
buona compagnia: anche le altre nazioni hanno la loro bella razione di presa in
giro. Le amanti dello yaoi (amore omossessuale) o in generale i più scafati tra
voi avranno sicuramente capito di che titolo sto parlando, e siccome questa
deve essere l'introduzione e non la recensione intera bando alle ciance: ecco a
voi l'anime “Hetalia Axis Powers”. Buona lettura – e visione!
Trama? Quale trama? I
cinquantadue – e voci di corridoio dichiarano che prima o poi ci scappa anche
un'altra serie – episodi durano soltanto cinque minuti ciascuno, e le parole
“sinossi” e “accuratezza storica” non sanno dove stanno di casa.
A grandi linee, comunque, Hetalia
segue l'alleanza tra Germania ed Italia tra la fine della Prima e la Seconda Guerra
Mondiale. Germania è terrorizzata dal confronto con la discendente dell'Impero
Romano, ma un fugace incontro le basterà a ricredersi: ha di fronte a sé una
nazione che definire codarda è poco, e che non ha la benché minima idea di come
si conduca una guerra. Anzi, sarà proprio la Germania a dover
soccorrere il mite Feliciano e a prenderlo sotto la sua ala, sperando di
ritrovare in lui i geni di “Nonno Roma”.
Gli Alleati si metteranno in
mezzo ai loro piani, o meglio cercheranno di farlo, perché non vanno d'accordo
fra loro: Francia ed Inghilterra sono due fratelli che litigano per tutto,
America vuole sempre prendersi tutto il merito, e Russia... beh, diciamo che è
piuttosto inquietante, anche se mai quanto i suoi parenti. Ma questo è soltanto
l'inizio...
Sarà sicuramente scontato, ma
meglio dirlo subito: questa non è una serie utile a chi vuole imparare un po'
di storia. C'è molta vaghezza su che epoca storica venga trattata: non solo
perché ci sono soltanto i paesi e non i grandi capi di stato che li hanno
abitati, ma perché ogni episodio salta di palo in frasca senza alcuna logica se
non prendere in giro la nazione di turno per qualcosa. In teoria siamo alla
fine della Prima Guerra Mondiale, eppure la Prussia è ancora in giro; ricordo chiaramente una
puntata dedicata alla fine dell'Unione Sovietica. Nel frattempo, ecco a voi
come gli italiani fanno la fila al supermercato – verissimo, per carità, ma
cosa c'entra? – e come è adorabile la
passione della Grecia per i gattini!
Se già l'ambientazione è un tale
caos, figuratevi gli eventi narrati. Non cadete nel tranello “E' la storia
spiegata ai bambini”, perché non è così. Innanzitutto l'opera è nata come
fumetto sul web, e secondo, anche più importante, è che non ci sono eventi
drammatici. Germania è chi ne beneficia di più: per carità, è soltanto una
persona un po' fredda ma desiderosa di farsi degli amici, anche se gli unici
che si fidano di lui sono un compassato giapponese ed un idiota italiano che da
solo non sa fare niente. Anche i pochi fatti storici narrati vengono totalmente
spogliati delle loro inclinazioni più drammatiche: America si ricorda della
guerra civile soltanto rimettendo a posto la soffitta; una casa che viene
gradualmente disabitata fino ad arrivare ad un solo inquilino è la metafora
usata per la distruzione dell'Unione Sovietica, evento che ancora oggi ha le
sue ripercussioni.
N.D.M: questa scena mi è preoccupantemente familiare O.o |
Già il primo episodio riassume
efficacemente “Hetalia”, al punto che quasi ci si potrebbe fermare lì. Tanto
per cominciare vengono presentate le nazioni protagoniste e le loro
caratteristiche principali: l'omosessualità latente (ma neanche troppo) della
Francia, il rigido contegno giapponese, i problemi familiari della Russia, ecc.
ecc. Si cominciano inoltre ad affermare i primi tormentoni, come l'ormai
celebre “Pastaaaaaa!” di Italia. Ah sì, ed ecco anche il non imprescindibile
flashback sul passato travagliato di Feliciano, allontanato dai suoi fratelli
ed amici per diventare una servetta presso i suoi dominatori, il tutto però in
chiave molto pucciosa. Tutto questo è positivo, perché almeno se non piace il
primo episodio non si perde tempo con gli altri – anche se durano solo cinque
minuti.
Adesso però è venuto il momento
di un po' di orgoglio nazionale con il nostro Feliciano, senza dubbio il protagonista di questo strambo e numerosissimo cast. Molti italiani, però, non
hanno gradito tutte queste attenzioni, anzi: guai a nominare “Hetalia” in rete,
potreste scatenare terribili flame. Le polemiche partono già dal titolo dell'opera,
una fusione tra le parole “hetare” (inutile, senza speranza) ed “Italia”.
Andando avanti, poi, i polemici trovano pane per i propri denti: Feliciano è
probabilmente il più stupido della combriccola – rimangono intrappolati in
un'isola deserta e tutto quello che lui pensa è alla pasta – nonché combattente
inefficiente, chiassoso, incapace di fare un qualsivoglia ragionamento sensato
(anche se non è il solo). Germania gli deve sempre stare dietro e soccorrerlo,
sia quando viene rapito che quando il suo esercito è minacciato da un branco di
temibili, ed assolutamente innocui, cuccioli. Tra l'altro, non c'è soltanto
Feliciano a rappresentare l'Italia, ma anche Lovino Vargas, l'Italia del Sud
attaccatissima alla Spagna – a tal punto che quasi ignora il fratello – ma allo
stesso tempo geloso delle attenzioni che quest'ultimo riserva alla Germania.
Queste sono tutte caratteristiche
che volente o nolente non possiamo negare al nostro paese, ed anche i più
polemici concordano; però si lamentano che gli sia dato troppo peso, e che tra
tutte le nazioni questa sia quella che ci fa la peggiore figura, in particolare
in relazione alla Germania, che se la cava a buon mercato quanto a prese in
giro. Da un lato, è vero che alcune nazioni sono trattate con più leggerezza e
altre con più severità: ad esempio viene posto particolarmente l'accento sul
fatto che a nessuno importi molto del Canada, o sulla freddezza giapponese, per
non parlare della soap opera che coinvolge la famiglia di Russia, ma invece
Francia, Inghilterra e America, pur avendo la loro parte, se la cavano quasi a
buon mercato. Ma da qui a dire che l'Italia è perseguitata ce ne corre: sono
soltanto ragioni di show. E poi, diciamoci la verità: un pochino ce lo
meritiamo...
Il comparto tecnico è
semplicissimo, e per questo efficiente. Le animazioni sono praticamente
inesistenti, quindi è difficile parlare di regia, anche se fa il suo sporco
lavoro (e si vede). La fotografia si basa tutti su fondali semplicissimi e
colori pastello veramente piacevoli a vedersi; lo stesso si può dire del
character design, che infatti scatena le fantasie di tantissimi/e fan. Le
musiche presentano alcune sorprese, come la musica iniziale, ma soprattutto
sono capaci di rimanere in testa per molto tempo, così come alcuni tormentoni –
fidatevi, lo so per esperienza... Lo dimostra chiaramente l'ending,
dannatamente stupida e allo stesso tempo dannatamente orecchiabile. Due
aggettivi che calzano alla perfezione anche alla serie in generale...
… E con questo è tutto, cari
amici. Arrivederci alla prossima settimana, con “Il tempio degli Otaku”!
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