Elena Ray è una ragazza ricca e viziata, la sua apparente superficialità nasconde però le tipiche sofferenze adolescenziali. Damian Ludeschi è un affascinante ladro di strada, amante del pericolo e romantico sognatore, incapace di accettare l’abbandono del padre e di assecondare i voleri di uno zio violento e avido di potere. Le loro vite sembrano non avere nulla in comune, se non fosse per un’antica maledizione che lega entrambi alla vecchia tenuta conosciuta con il nome di Wuthering Heights, e ai loro storici proprietari: Catherine Earnshaw e il suo amato Heathcliff. Abbiamo imparato a conoscerli e ad amarli nel classico senza tempo Cime tempestose, che ha fatto palpitare tanti cuori, e ora li ritroviamo come spiriti disposti a tutto, anche ad appropriarsi delle vite dei due giovani protagonisti pur di avere una seconda possibilità di vivere il loro sfortunato e triste amore. Non sarà il destino a decidere per loro, ma il segreto custodito nell’epitaffio di una tomba, che dà vita al sequel fantasy di una delle storie più amate della letteratura inglese: «Le rocce ne saranno custodi. La brughiera prigione. Finché una Figlia di Sangue non giungerà per ridare il sale alle loro ossa. E la terra non griderà più i loro nomi».
Voto:
Riprendere un classico e scriverne
un sequel, uno spin off o una fan fiction -sempre che si abbia un briciolo di
rispetto per l’autore che stiamo omaggiando- non è mai un’impresa semplice. Al
contrario, non potrebbe esistere impegno più gravoso: far rivivere personaggi e
ambientazioni creati da una grandissima penna richiede competenze, abilità
linguistiche, inventiva e precisione.
L’amore per un determinato libro,
seppur necessario, passa quindi in secondo piano in confronto ad una sapiente
analisi e rivisitazione del testo che stiamo prendendo in considerazione. Se
già alcuni autori con una certa esperienza fallano in tutto questo,
l’operazione si rivelerà pressappoco impossibile per gli esordienti alla prima
pubblicazione.
Purtroppo anche questo è il caso
di Desy Giuffrè.
Io sono Heathcliff vuole raccogliere l’eredità di uno dei romanzi
più amati e brillanti della letteratura di tutti i tempi: Cime tempestose di
Emily Brontë. Ideato il presunto seguito in chiave paranormale, immagina
infatti un tentativo da parte dei fantasmi dei protagonisti, Catherine ed
Heathcliff, di riappropriarsi della propria vita e del proprio amore attraverso
i loro giovani discendenti, Elena e Damian, del cui corpo vogliono
impossessarsi. I due ragazzi, come vuole la più rosea tradizione romance, sono caratterialmente
opposti. Elena è una ragazzina bella, ricca e viziata, Damian un delinquentello
dal bel faccino che cerca di saldare i debiti del padre, invischiato nella
malavita.
L’inesperienza dell’autrice, un
editing poco curato, sviste, imprecisioni e ingenuità hanno irrimediabilmente
compromesso questo romanzo, che non ha nemmeno il pregio di una bella
scrittura. Lo stile risulta invece spesso ostentato, forzato, alla ricerca di
un lirismo impacciato che non raggiunge i livelli desiderati, ma che spesso è
inficiato da un linguaggio troppo quotidiano.
Sempre e ancora loro, Cathy e Heathcliff. Un fuoco senza fiamma in cui
bruciava il loro sentimento. Una melodia stonata ma a suo modo perfetta: la
voce del mondo segreto a cui ora appartenevano, fatto solo di sguardi, e della
granitica complicità che li rendeva indivisibili.
Viene insomma tolto qualsiasi
pathos alla narrazione, che “stona” soprattutto in quei momenti dove vorrebbe
accentuare la propria gravità emotiva, banalizzando, con parole ampollosamente risonanti
e con una sintassi spezzata che vorrebbe
creare aspettativa, concetti potenti ma elementari.
Così come lo stile, anche
l’approfondimento psicologico si ostenta e palesa troppo esplicitamente,
servito al lettore su un piatto d’argento, come se questi non fosse altrimenti
in grado di coglierlo. Più volte viene ribadita la maschera sotto cui Elena
cela il suo vero volto, quello di una ragazza sola, sensibile e soltanto
apparentemente superficiale. Perfino la
rivale in amore è costretta ad ammettere le inqualificabili doti della nostra
eroina:
Quella che lei aveva sempre considerato una ragazzina viziata, che per
capriccio voleva provare il brivido di una relazione con un teppista di strada,
si stava rivelando una donna coraggiosa, pronta a sacrificare tutto per l’uomo
che amava.
Non mancano poi gli stereotipi:
la governante affezionata, i genitori assenti e impegnati con il lavoro, la
donna rifiutata che vuole vendicarsi dell’offesa subita (che in questo caso
coincide persino con una escort, come a
voler concentrare su di lei tutti gli aspetti negativi, in contrapposizione
alla pura e casta Elena), il cattivo cattivissimo.
Ma non basta. Io sono Heathcliff, oltre ad essere
scritto mediocremente e a contenere stereotipi, approfondimenti psicologici
falsati, alcuni dialoghi inverosimili che si fondono ad ingenuità per cui viene
spontaneo chiedersi dove fosse l’editor ( <<Avevi ragione tu fin dall’inizio,>>
disse Elena. <<Apparteniamo a due mondi completamente diversi. Aver
pensato che tra noi potesse nascere qualcosa è stata una vera follia. Io e te
siamo come l’onice e il diamante. Due pietre incompatibili>>… e, di
grazia, da quando le pietre hanno un grado reciproco di compatibilità?) e ad
evidenziare un lavoro carente da parte di questa figura -tanto da trovare nella
lettura obbrobri come “pretendeva sapere, poter dare una spiegazione al perché
il suo destino sembrava [sembrasse!] essere segnato dalla volontà di altre
persone”- è saturo di imprecisioni che rivelano una scarsa attenzione per il
testo.
Le inesattezze sono talmente numerose
che per elencarle tutte dovrei raddoppiare la lunghezza di questa recensione.
Volendo sorvolare sulla scena un
po’ ridicola del primo incontro tra Elena e Damian (che avviene durante lo
scippo dell’amica di lei da parte dell’amico di lui, e in cui i nostri
protagonisti si soffermano a chiacchierare amabilmente mentre gli altri due
fanno il tiro alla fune con la borsetta), potremmo fare l’esempio di quando Elena,
giungendo a Wuthering Heights, trova una scusa presso i suoi per rimanere più a
lungo nella tenuta e fare indagini circa gli strani episodi che le stanno
succedendo, salvo poi lasciar trascorrere due settimane senza indugiare sui
misteri (che non si ripetono). La tendenza ai salti temporali è d’altronde
tipica della Giuffrè, che preferisce più volte raccontare brevemente anziché
descrivere, segnalando ancora una volta in maniera lampante l’acerbità della
scrittura e le difficoltà nella costruzione e nella gestione della trama. Leggete,
per esempio, come liquida velocemente un’informazione fondamentale a cui, oltre
questa brevissima riflessione, non viene dato alcuno spazio:
Per quale motivo sconosciuto gli spiriti di Catherine e di Heathcliff
avevano voluto renderla partecipe della loro sventura? Ma certo! Soltanto ora
ricordava un dettaglio riferitole da suo padre quando aveva annunciato in casa
che sarebbero partiti per l’Inghilterra, e che lei aveva immediatamente rimosso
considerandolo privo di qualsiasi importanza. Pareva che Gregor Ray [il padre]
discendesse alla lontana dagli antichi proprietari della tenuta… Insomma, era possibile
ce nelle vene di Elena scorresse il sangue di Cathy.
Più volte dettagli di questa
portata vengono disseminati a casaccio, tanto da dare l’impressione che l’autrice
abbia voluto rimediare in un secondo momento ciò che aveva dimenticato di
scrivere prima.
A questa procedura non vengono
purtroppo sottoposte certe assurdità, come il fatto che non sia specificato perché
domestici inglesi si esprimano in italiano, o come faccia un fantasma a
prendere un pezzo di carta da terra e accartocciarlo, per poi gettarlo via.
Disarmante è, inoltre, l’ignoranza
di Elena sull’esistenza del romanzo Cime
tempestose, che non viene assolutamente richiamato alla mente quando la
ragazza si reca con la famiglia a Wuthering Heights, ma viene nominato circa a
metà libro senza che il collegamento venga colto, fornendo tra l’altro un ulteriore esempio dell’innaturalezza
dei dialoghi:
L’insegnante lasciò la cattedra e si avvicinò minacciosa al suo banco.
<<Come si fa a non capire una domanda così sciocca? […] Ho
chiesto semplicemente il titolo dell’opera più famosa di Emily Bonte, l’autrice
inglese sorella di Charlotte e di Anne Bonte. Un’opera che scrisse sotto lo
pseudonimo maschile di Ellis Bell>>.
Elena restò immobile, in silenzio, e quella reazione passiva suscitò
una nuova ondata di risa nell’aula.
<<Non hai iniziato a leggere il romanzo che avevo suggerito per l’inizio
dell’anno scolastico?>>.
Ancora silenzio.
<<Bene Ray>>, esclamò l’autrice spazientita. <<Sono
certa che ai tuoi genitori non piacerà quel che dirò loro ai prossimi colloqui.
[…] Stella. Tu sai rispndere alla domanda che ho fatto alla tua amica?>>
[…]
<<Wuthering Heights… Cime tempestose. Un romanzo che suscitò molte
critiche nel mondo letterario del tempo, il quale lo giudicò non in sé, ma in
quanto opera scritta da una donna>>.
La risposta di Stella entusiasmò la professoressa, la quale si profuse
in elogi per la ragazza [nemmeno avesse recitato a memoria le cento cifre
successive la virgola del 3,14…].
Wuthering Heights. Elena non poté fare a meno di lasciar correre i
propri pensieri alla sua Wuthering
Heights.
Volendo infine parlare proprio del
capolavoro di Emily Brontë, questo non poteva purtroppo essere reso in maniera
più deludente.
L’aderenza ai caratteri originali
dei personaggi è inesistente. Catherine e Heathcliff, banalizzati come fantasmi
buoni e per nulla vendicativi (al
contrario di come ci si sarebbe aspettato) appaiono teneramente innamorati, figure
prive del carisma e della forza espressiva che li aveva resi memorabili in Cime
tempestose. Il romanzo si scioglie senza intoppi verso la conclusione più scontata,
sdolcinata e francamente sempliciotta,
che davvero non rende giustizia allo sforzo immane fatto dall’autrice verso la
conclusione della vicenda.
La scelta di far agire sulla
scena Catherine e Heathcliff nella veste di spettri è d’altronde, a mio parere,
ampiamente discutibile – non sarebbe stato preferibile farli apparire come
temibili e invisibile presenze?
O_O accidenti! L'hai spulciato per bene eh?! XD Scherzi a parte, io devo ancora leggerlo..e dico subito che Cime Tempestose è uno dei miei romanzi preferiti..io pensavo che gli spiriti di Cathy e Heathcliff fossero vendicativi, tipo che volessero separare Elena e Damian..
RispondiElimina@Diletta Dike Brizzi non è che vogliano separarli, anzi, vogliono farli innamorare per un motivo che viene chiarito alla fine... solo che la loro presunta cattiveria non emerge per nulla
RispondiEliminaEh appunto...mi aspettavo un po' del loro " vero carattere" U_U
RispondiEliminaCime tempestose è un romanzo di una potenza emotiva come ce ne son pochi, anche dopo secoli di letteratura. I due protagonisti sono così impetuosi, rotondi... catalizzano talmente l'attenzione che ridurli a innamorati dell'aldilà dimostra di non aver capito nulla dei loro caratteri e della loro storia.
RispondiEliminaIl titolo è degno di "Cime tempestose" ma a quanto pare solo quello.
Secondo me è praticamente impossibile riuscire a maneggiare con successo uno dei romanzi cardine della letteratura, ancor di più lo è se vuoi contaminarlo con il paranormale, praticamente impossibile se non hai esperienza.
Ho avuto dei pregiudizi su questo libro già dall'anteprima e devo dire che non fai che confermare la mia idea iniziale.
Quello che non riesco a capire però, dopo aver letto così tanto e anche tanta robaccia, sia straniera che nostrana, è com'è possibile che i nostri esordienti manchino completamente di un editor che li assista e limi almeno le imprecisioni più grossolane. I romanzi stranieri, per quanto infimi, si vede che son passati per la pialla dell'editor. I nostri no. Ma perché? Neanche un correttore di bozze? Io trovo certi strafalcioni nei libri che non possono sfuggire. Certo che c'è il refuso, ma se questo si ripete sempre non è più un refuso. E poi, anche una trama un po' ingenua può cambiare aspetto sotto una scelta lessicale appropriata. Boh, questa cosa non me la riesco a spiegare...
Io sono molto curiosa di leggere questo libro. Cime tempestose è in assoluto il mio libro preferito, e bisogna ammettere che far rivivere in chiave moderna un classico senza tempo è una scelta molto coraggiosa e per nulla facile. Io dovrei riceverlo autografato in quanto sono una delle vincitrici del concorso indetto per l'uscita, che riguardava l'incipit del libro (e devo dire che la cosa mi ha riempita di orgoglio perché ho potuto scrivere nel mio piccolo di una vicenda che adoro da anni e anni)Non appena l'avrò tra le mani e lo leggerò vi saprò dire. Fino ad ora ho letto sia recensioni positive che negative, e la mia curiosità ha raggiunto oramai il limite XD
RispondiEliminaIo ho amato cime tempestose e credo che nessuno potrà eguagliarlo.
RispondiEliminaLa curiosità di leggerlo c'è sicuramente, non aspettandomi molo, però non mi aspettavo di certo solamente una stellina.
Anche perché appunto facendo "rivivere" per così dire personaggi di un certo spessore purtroppo si può sbagliare. Mah, vedremo quando mi arriverà il libro
RispondiEliminaAnche io ero partita con molti pregiudizi verso questo romanzo e leggere la tua recensione non ha fatto che annientare completamente la mia voglia di leggerlo.
RispondiEliminaSecondo me la Giuffrè ha puntato troppo in alto, accidenti rifarsi a Cime Tempestose, era prevedibile che il risultato non potesse essere degno di uno Strega.
Non me ne voglia l'autrice, ma io avevo fiutato il fallimento (e a volerla dire tutta, la fuffa) già dal titolo, "Io sono Heathcliff". La recensione di Malitia - fatta pure benissimo - ha ulteriormente confermato la mia impressione. Voler attirare il confronto coscientemente con un così grande romanzo è piuttosto da incoscienti...
RispondiEliminaNonostante la recensione negativa, anche troppo dettagliata per chi non ha amato il romanzo,questo scritto da sempre suscita in me un importante interesse.Quindi non vedo l'ora di leggerlo e domani sarò in libreria a comprarlo.Colgo l'occasione per fare i complimenti all'autrice per la sua forza e per il suo coraggio.
RispondiEliminaCiao, io non ho letto cime tempestose e non penso lo leggerò (non leggerò nemmeno nessuno dei classici ottocenteschi precursori del romance) tuttavia immaginavo che tutto si concentrasse sulla storia d'amore trascurando il resto... niente di nuovo.
RispondiEliminaPer quanto riguarda gli errori di scrittura... beh in questo periodo mi è capitato parecchio di leggere romanzi che sotto questo punto di vista lasciassero un pò a desiderare...
In ogni caso per me il romanzo è bocciato!
O mamma che batosta! E io che ero quasi convinta di leggerlo... Qualsiasi romanzo tratto da vecchi classici mi dà i nervi solo a vederlo da lontano ma questo mi aveva quasi convinto... Non mi aspettavo certo un capolavoro ma nemmeno una ciofeca! Ma se mi dici che i fantasmi sono buoni e cari bè, mi smonti tutto l'entusiasmo!
RispondiElimina@marty: sì, i fantasmi sono praticamente i deus ex machina della situazione, intervengono per salvare puntualmente i due protagonisti, si preoccupano per loro e si affezionano, sono premurosi l'uno con l'altra e non farebbero paura nemmeno ad un topolino di campagna
RispondiElimina@Malitia: AAAAAAAAAAAAAA.... Quindi sono uguali uguali ai due protagonisti originali! Dolci, gentili, premurosi... che carini! o.O
RispondiEliminaMa perché si deve scrivere un romanzo prendendo personaggi appartenuti ad altri e stravolgerli?! Ci sono siti di fanfiction per questo! Le case editrici dovrebbero puntare su materiale nuovo, innovativo! O almeno coerente con l'originale!
Come dicevo su un altro blog "Basta scrivere il nome di Jane Austen per vendere indipendentemente dalla qualità". Stesso discorso vale se ci scrivi Bronte! Con il rilancio dei classici avvenuto quest'anno, con la Giunti che ha dato vita a nuove edizioni, gli autori si sono sbizzarriti e gli editori hanno fiutato l'affare pubblicando un sacco di immondizia (E non mi riferisco a questo libro che non ho letto).
Dopo twilight c'è stata l'esplosione dell'Urban Fantasy, che adesso però sta pian piano scemando perché non se ne può più di legger sempre le stesse cose, quindi han deciso di scomodare Jane e Emily, perché ormai un vampiro qualunque non fa più notizia, ma se mettiamo Darcy come zombie e Heathcliff come fantasma posssiamo star certi che ci sarà la fila (anche se poi, la differenza dal vampiro qualunque è solo il nome)...
Questa recensione è una vera mazzata! Non te ne sei fatta sfuggire una! A parte gli scherzi io non ho ancora letto questo romanzo, mi sono ripromessa di farlo per quest'estate! Io non credo molto nei "seguiti", nei dopo, io sono un po' come Margaret Mitchell non ha mai voluto scrivere il seguito di "Via col Vento" perché ognuno potesse pensare al proprio "Domani è un altro giorno ...". Però ognuno di noi ha un modo suo di percepire il mondo ed è bello e giusto così ... Faccio tanti auguri alla scrittrice per questo romanzo e per il futuro ...
RispondiEliminaHo appena iniziato il libro quindi non posso ancora esprimermi circa i contenuti..
RispondiEliminala tua recensione però non mi ha molto stupita perchè fino ad ora non ho letto recensioni molto positive..infine devo aggiungere di non aver ancora letto l'opera della Bronte, quindi è possibile che leggendo non percepisca come te la "delusione" di aver ritrovato i personaggi dell'opera "Cime tempestose" così diversi da come ci si aspettava.