venerdì 2 marzo 2012

Il tempio degli Otaku: cinquantatreesimo appuntamento "Pet Shop of Horrors"



A cura di Sutymae Rossweisse


Salve a tutti, e benvenuti ad un'altra puntata de “Il tempio degli Otaku”! Ecco a voi un'altra parte del ciclo “Serie che conosciamo solo io ed i loro autori”. Se molte altre volte erano opere che erano state pubblicate in Italia, ma per un motivo o per l'altro – età avanzata, cattiva edizione, target troppo di nicchia – erano cadute nell'oblio, non è questo il caso.
Nonostante il suo accattivante mix di horror e puro shojo, infatti, dal lontano 1995 – suo anno di nascita – nessuna casa editrice italiana si è mai interessata a questo manga. Il motivo non lo capisco: forse perché è uno josei, genere che ha cominciato a prendere il suo posto al sole nelle fumetterie da pochissimo (e comunque mai quanto il suo collega seinen).
Misteri dell'editoria? Non sarebbe una sorpresa, visto che questa serie è fatta di mistero... Ma bando alle ciance: ecco a voi “Pet Shop of Horrors” di Matsuri Akino. Buona lettura!

In ogni grande città – soprattutto americana – c'è il quartiere di Chinatown, semplicemente incomprensibile agli occidentali. In uno di questi rioni vi è un negozio di animali esotici. Il suo proprietario è un certo Conte D: nessuno sa il suo vero nome, e nemmeno con certezza se sia un uomo o una donna. Non che questo sia importante: lo scopo del negozio è quello di fornire, attraverso gli animali, i più profondi desideri del cliente.
Gentile questo Conte, vero? Non proprio, perché non tutto è bene quel che finisce bene. Tanto per cominciare, il “profondo desiderio” può essere di tutti i tipi, buono o cattivo. Inoltre, ogni contratto ha tre clausole sulla cura dell'animale: potranno anche apparire assurde, ma sono messe lì per un motivo preciso, come scopre suo malgrado chi le viola. Infine: secondo voi il manga si chiama “Pet Shop of Horrors” per niente?
Per farla breve: nella maggior parte dei casi i contratti finiscono tragicamente. La cosa non sfugge al giovane detective Leon Orcot, che si ritrova tra le mani un sacco di omicidi a danni dei clienti del negozio. La pista da seguire è ovvia: il Conte vende animali pericolosi, rendendosi così complice dei crimini. D. appare sempre innocente, qualunque accusa gli si imputi; tuttavia, Leon non demorde. Questo non gli impedirà di sviluppare un certo affetto per l'androgino negoziante... tra una bizzarra storia e l'altra.

Come avrete sicuramente capito, il manga è formato da episodi autoconclusivi. Piccola curiosità prima di andare avanti: tutti i titoli dei capitoli cominciano per D. Nel corso della serie si notano diverse evoluzioni sulla costruzione della storia, dal modus operandi ai loro argomenti. Nei primi volumi prevalgono storie slegate, unite solo dal fatto che il/la protagonista di turno compra un animale dal Conte.
Forse anche per questo, infatti, la trama si concentra quasi esclusivamente sul rapporto tra il cliente e il suo nuovo acquisto. Il punto di svolta è quasi sempre la violazione di una delle clausole del contratto: il risultato è sangue, morte e disperazione. In una delle prime storie a scapitarne è un'intera città, che per l'eccesso di compassione di due coniugi si vede invasa da dei conigli selvaggi! Vi chiederete che faccia il Conte in tutto questo: ben poco, a dire il vero. Anche quando viene a scoprire il disastro del momento il suo alibi è inattaccabile: lui l'aveva detto chiaramente che non bisognava fare quella determinata cosa, non è colpa sua se non è stato ascoltato. Fine. Entri il prossimo caso umano.
Le cose cominciano a cambiare nei volumi successivi, grazie all'introduzione di Leon. Prima il focus era sul cliente, adesso invece è su D. e sul detective: anzi, le tanto inflazionate clausole non vengono mai più nominate. Adesso il problema è procurarsi l'animale, non la sua vendita, e riparare per quanto possibile ai danni da questo fatti. Il malcapitato che compra, invece, è quasi sullo sfondo: per carità, c'è sempre occasione per immergersi nei suoi lati più oscuri e profondi, ma non è più lo scopo del manga. Quando poi entra in scena il fratellino disagiato di Leon, Chris, i clienti possono anche avviarsi dietro le quinte: il palcoscenico è occupato dai tre protagonisti, e non hanno la minima intenzione di schiodarsi.
A parte il fatto che Chris ha un sacco di spazio – e con lui gli animali suoi amici, in particolare l'aggressivo Tetsu – il cambio di rotta in sede di sceneggiatura non è necessariamente una cattiva cosa. Un difetto della prima parte, infatti, è che la struttura delle storie è sempre la stessa: è facile prevedere cosa succederà e come andrà a finire. Nella seconda, invece, il risultato è molto più imprevedibile, e lo svolgimento più interessante. Ma soprattutto c'è una cosa da non sottovalutare: i protagonisti sono caratterizzati molto meglio. Chi ne giova di più è senza dubbio il Conte, la cui ambiguità è resa in tutta la sua pienezza. Non parlo del suo fisico, ma della sua personalità. D. oscilla sempre tra due poli: l'essere insensibile che disprezza gli uomini e l'amante degli animali (e dei dolci).
Non è esattamente vero che non gliene importa niente della sorte dei suoi clienti, anzi:  vuole dargli una lezione. Egoisti, avidi, personalità discutibili, che feriscono senza rimpianti la natura e gli animali: questo vede in loro, e come dargli torto? Le uniche persone con cui è – quasi – innocuo sono Leon e suo fratello, perché è evidente che gli piace averli attorno. Ma se li trovi buffi giocattoli o dei veri amici... beh, questo è incerto. L'ultimo volume lascia intendere un'interpretazione, ma ovviamente non ve lo dico (anche perché non ho ancora le idee molto chiare al riguardo, a dire il vero). Con gli animali, invece, D. è totalmente diverso: compassionevole, gentile. In una storia, ad esempio, lo vediamo comportarsi con un cucciolo come farebbe una madre con il suo bambino; e non sono poche le volte che lo vediamo dispiacersi per la triste sorte di una bestia, o dimostrare di comprendere il suo dolore meglio di chiunque altro.
Naturalmente il Conte è anche ambiguo fisicamente, e non esita a servirsene. Nel corso della serie vediamo più uomini attratti da lui (qualche maligno include anche Leon) che donne, e a volte rischia addirittura la violenza sessuale. Il tenero amore per i dolci, le frasi misteriose, i modi quasi lascivi: è comprensibile che risulti seducente. D. lo sa bene, e se ne approfitta spudoratamente, sgridando Leon quando gli fa notare come ciò sia sbagliato.
Anche le comparse, nelle storie loro dedicate, si sanno difendere bene quanto ad introspezione psicologica, soprattutto per quanto riguarda i loro lati più oscuri. Peccato soltanto che fare qualche esempio equivarrebbe fare spoiler selvaggio, quindi dovrete accontentarvi della mia parola.
Abbiamo parlato dei personaggi umani, adesso è il turno degli altri protagonisti: gli animali. Non solo è evidente che l'autrice ha fatto delle ricerche, ma anche l'amore che prova per questi. Chiunque abbia mai avuto un qualsiasi animale – anche domestico – può confermare come quelli di “Pet Shop of Horrors” abbiano comportamenti assolutamente verosimili. Capaci di dare amore incondizionato, a patto che li si tratti bene, o vendicativi se ciò non accade; gelosi, ma in grado di morire di dolore quando non possono più raggiungere i loro padroni. Ma soprattutto, assomigliano agli umani che si prendono cura di loro, nel bene e nel male.

I disegni di Matsuri Akino sono un po' bordeline. E' vero che il Conte è disegnato veramente bene, con i suoi kimono elaborati e l'aria misteriosa, ed anche gli animali, ma lo stesso non si può dire degli altri personaggi: anzi, molti si assomigliano anche tra loro (soprattutto le bambine, che hanno pochissime pettinature a disposizione). Gli sfondi sono sbrigativi, ammesso che ci siano; qualche soddisfazione in più invece la regala la disposizione della tavola. Nel corso di questa rubrica abbiamo forse visto di peggio... ma anche di meglio.

Spero di avervi incuriosito su questo manga che difficilmente conosceremo anche noi, purtroppo. Per oggi è tutto, cari amici. Arrivederci alla prossima settimana, con “Il tempio degli Otaku”!

Nessun commento:

Posta un commento

Grazie per aver condiviso la tua opinione!

LinkWithin

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...