domenica 11 marzo 2012

Tramate con noi: riassunto della prima puntata



E' partito ieri mattina su Radio1 il concorso di Tramate con noi, la trasmissione ideata e condotta da Vito Cioce in onda ogni sabato dalle 11.05 alle 11.30. Lo avevamo già accennato: due partecipanti per puntata, scrittori più o meno in erba, si sfideranno con le loro trame grazie all'ausilio dei critici Bruno Gambarotta e Claudio Gorlier, che ne prenderanno le difese. Arbitro dell'incontro è un esperto chiamato in causa per decidere le sorti dei concorrenti e proclamare il finalista più idoneo.

Cinzia Tani, arbitro della prima
puntata di Tramate con noi
Queste, infatti, le modalità seguite nel corso della prima puntata. A fare da giudice è stata chiamata Cinzia Tani, giornalista, scrittrice, autrice e conduttrice di programmi televisivi e radiofonici che pubblicherà a breve il suo venticinquesimo romanzo, Il bacio della dionea. La Tani va inoltre in onda i sabato sera alle 23.35 -sempre su Radio1- con il suo Sabato giallo, dedicato a misteri e delitti irrisolti.

Ma, entrando nel vivo della puntata e dopo il riepilogo della premiazione di Alfonso La Licata, ecco la presentazione dei concorrenti: Claudio Gorlier difende Fabio Forlivesi e il suo "I manutentori".
Forlivesi parla di sé come di un trentaquattrenne ravennese, amante del genere fantascientifico. La sua trama, nata dall'osservazione della nostra contemporaneità, si ispira parecchio a vari film e romanzi distopici: il mondo di Bran è una colonia asettica abitata da "tute blu" e "tute bianche". Alla prima categoria di persone sono affidati i compiti manuali, mentre alle seconde quelli amministrativi. Una guerra nucleare ha spazzato via tutto quello che conosciamo. Bran fa strani sogni, a cui non riesce a dare nomi e spiegazioni. Il presentimento di una vita diversa e il verificarsi di alcuni suicidi alimentano dubbi che, con l'arrivo di un nuovo individuo, Bernard, diventano assillanti. Deciderà di mettersi contro il sistema, incarnato da alcune figure superiori apparentemente benevole, e di evadere insieme a Bernard. L' esterno non è infatti quello che gli hanno raccontato... Lui e i suoi compagni sono stati sfruttati come manodopera da un mondo che li ignora. 
L'arringa di Gorlier, abbastanza convincente, parla di un romanzo "convincente pur nel suo lucido distacco".

Al secondo partecipante, il trentaduenne leccese Davide Carrozza -appassionato di saggistica-, l'idea del suo libro è venuta casualmente... dopo un infortunio a calcetto! Come spesso capita, la macchina della fantasia è stata mossa dalla domanda: "cosa sarebbe accaduto se...?",  che ha dato vita ad una storia con protagonista il noto cantautore Rino Gaetano. Supponendo che si sia salvato dall'incidente mortale del 2 giungo 1981, Rino decide di lasciare la musica e di iscriversi all'università. Qui, smontando una tesi di Parmenide grazie all'ausilio dei versi delle sue canzoni, cattura l'attenzione del professor Pierferdiando Bidetti: ne rimane talmente affascinato che decide di approfondire lo studio delle canzoni, convinto che contengano la filosofia di Shopenhauer. Reso partecipe Rino di questa interessante novità, i due collaborano assiduamente per la stesura di un saggio dal titolo "Forse non essenzialmente", fino a recarsi ad una presentazione che esponga le loro idee. Ma mentre si trova lì, Rino ha un malore e si accascia per terra. Quando si risveglia, tra le lamiere, è il 2 giugno 1981 e sta per morire.
Bruno Gambarotta, che ha preso sotto la sua ala "Forse, non essenzialmente" (questo il titolo del romanzo di Carrozza), difende il candidato sottolineando come la letteratura sia il regno di ogni libertà e dell'ucronia. La commistione tra filosofia e musica è certamente nuova ed originale, motivo per rendere il libro meritevole e degno di pubblicazione.

Dopo una breve elencazione dei pregi di entrambi i romanzi, l'accesso alla finale è stato dato al romanzo di Fabio Forlivesi, I manutentori.

La puntata si è chiusa con lo spazio dedicato alla novità di questa edizione: la poesia. La presentazione, a cura del responsabile di Tutto libri, Bruno Quaranta, ha dipinto questo eterno e salvifico genere letterario con la metafora del setaccio, che separa le pepite dai detriti. Se, come dice Rilke "noi [poeti] siamo le api dell'invisibile. Noi raccogliamo incessantemente il miele del visibile per accumularlo nel grande alveare d'oro dell'Invisibile", i detriti (la poesia) non scompaiono, sono solo diversificati.
I due componimenti inediti presentati ad ogni puntata potranno essere votati durante la settimana sulla pagina facebook di Tramate con noi. A quale delle due metterete mi piace? Pensate che la vittoria de "I manutentori" sia stata meritevole?

Foglie 

di Giovanni Parigi da Monte S. Maria Tiberina (Perugia)

Ti chiederò il nome passando,
come con altri,
foglia su foglia;
poi con un fiocco di luce su tela grezza
e una natura morta come bastone
riprenderò il cammino
finché il vento non strazi
questa povera memoria secca


Vorrei inseguire il vento 

di Donato Ladik da Torino

Vorrei inseguire il vento
per potermi allontanare
da tutto ciò che incombe
e m’impedisce di pensare.
Vorrei inseguire il vento
e sollevarmi come foglia
così leggera e frivola come
pagina di un libro che si sfoglia.
Vorrei inseguire il vento
per disperdere la noia
di una vita abulica
che genera l’ansia che t’ingoia.
Vorrei inseguire il vento
e venirne accarezzato,
provare la libidine
senza l’onta del peccato.
Vorrei inseguire il vento
e sollevare quel velo universale
che ammanta spesso gli uomini
di una forte ipocrita morale.
Vorrei inseguire il vento
sull’azzurra immensità del mare
e veleggiar tra l’onde placide
per poterle di colpo rianimare.
Vorrei inseguire il vento
per fermarmi con l’assenso
che il tempo termini ove è pace
e assopirmi beato nell’immenso.





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