martedì 30 ottobre 2012

Novità: Uno stupido angelo di Christopher Moore

Sentite già il profumo del Natale nell'aria? Ebbene, per cominciare a prepararvi, vi consiglio una chicca uscita da pochi giorni in libreria: da niente poco di meno che Christopher Moore, autore de Il vangelo secondo Biff, Un lavoro sporco, Suck, e dal recente Sacre Bleu, arriva Uno stupido angelo.Storia commovente di un Natale di terrore.
Ok, il titolo non è esattamente nuovo: è stato già infatti pubblicato nel 2005 da Sperling&Kupfer con il titolo Tutta colpa dell'angelo.Un'allegra storia di Natale, ricevendo 3 stelle e mezzo su Anobii, e solo pochi giorni fa è stato riproposto dalla casa editrice Elliot, che si occupa usualmente delle pubblicazioni di quest'autore. Nuova copertina -ovviamente- color rosso natalizio e 239 pagine di una storia paradossale e fantasiosa che, parlando di zombie, si avvicina anche alla festa di domani. Per averlo "bastano" 16.50 euro, ma gli appassionati di Moore non potranno proprio farselo scappare!

Uno stupido Angelo. Storia commovente di un Natale di terrore
Copertina prelevata dal sito 10righedailibri

Natale sta arrivando e gli abitanti del piccolo villaggio di Pine Cove in California sono impegnatissimi a far acquisti, impacchettare regali, decorare la casa e inghirlandare alberi, immersi nello spirito gioioso della festa. Ma non tutti hanno il cuore lieto e, fra questi, c'è il piccolo Joshua. A rattristare il bambino è la convinzione che quest'anno non riceverà regali, dal momento che ha visto con i suoi occhi Babbo Natale ricevere un colpo di pala e stramazzare a terra. Per questo, da quel momento, la sua unica preghiera è: "Ti prego, Babbo Natale, torna dal regno dei morti!". E si sa, per quanto impossibili, a volte i desideri dei bambini vengono accolti in paradiso; in questo caso quello di Joshua viene intercettato dall'arcangelo Raziel, che non è certo l'angelo più sveglio nel regno dei cieli. Spinto dall'euforia per la missione che deve compiere, l'arcangelo dà inizio a una serie di eventi che getteranno i residenti di Pine Cove dritti nel caos, culminante nella festa di Natale più esilarante e terrorizzante che la città abbia mai visto. E il Natale secondo Christopher Moore, grottesco e cattivello al punto giusto, qui presentato ai lettori italiani in edizione integrale con un nuovissimo capitolo aggiunto dall'autore.




Christopher Moore
è nato a Toledo (Stati Uniti) nel 1957. Attualmente vive a San Francisco. I suoi romanzi sono bestseller da primi posti della classifica in Stati Uniti, Inghilterra, Francia, Germania e Giappone. Nel catalogo Elliot sono presenti Un lavoro sporco, Il Vangelo secondo Biff, Suck!, Fool, Sesso e lucertole a Melancholy Cove e Demoni. Istruzioni per l’uso. Ha vinto numerosi premi, tra cui il prestigioso Quill Award per ben due volte consecutive. Il suo sito internet è www.chrismoore.com

lunedì 29 ottobre 2012

Recensione: Caterina la prima moglie di Philippa Gregory




CATERINA, LA PRIMA MOGLIE - Philippa Gregory
Caterina d'Aragona è l'Infanta di Spagna, i suoi genitori sono i potenti Ferdinando d'Aragona e Isabella di Castiglia, sovrani e crociati. A tre anni viene promessa al principe Arturo, figlio ed erede di Enrico VII d'Inghilterra, ed educata per diventare principessa del Galles. Lei sa che il suo destino è quello di reggere quel lontano, umido e freddo Paese. La sua certezza tuttavia vacilla quando, giunta nella nuova terra, è accolta dal futuro suocero con un grave insulto. Arturo sembra poco più di un ragazzo, il cibo è strano e gli usi e costumi sono rozzi in confronto alle raffinatezze della Spagna. Piano piano, però, Caterina si adatta alla prima corte Tudor e la vita al fianco di Arturo si fa più sopportabile. Anzi, inaspettatamente, da questo matrimonio combinato sboccia un amore tenero e pieno di passione. Quando il principe muore, Caterina deve ridisegnare il proprio futuro: come può ora diventare regina e fondare una dinastia? Solo sposando il giovanissimo fratello di Arturo, il solare ma viziato Enrico. La famiglia reale inglese è contraria a queste nozze, tanto più che Enrico VII si è invaghito di lei. Caterina però è la degna figlia di Isabella e il suo spirito battagliero è indomito. Per quanto sola e osteggiata, farà di tutto per raggiungere il proprio scopo: anche se ciò significherà pronunciare la menzogna più grande di tutte e restarvi fedele a qualsiasi prezzo.
Sperling Paperback
Pagine:
Prezzo di copertina: 11,50€

A cura di Glo_in_Stockolm


Voto: 

Caterina d'Aragona: la prima moglie di Re Enrico VIII, madre dell'infelice Maria La Sanguinaria, ripudiata e costretta a vivere lontano da corte e quasi in povertà fino alla fine, umiliata perché sostituita da una giovane e ambiziosa rivale, Anna Bolena, a cui il destino riserverà una fine ancora peggiore.

Caterina d'Aragona: sovrana dalla dignità e dalla determinazione esemplari, che le hanno permesso di opporre una fiera, seppure inutile, resistenza alla volontà del re deciso a ripudiarla, a cui ancora oggi forse la storia riserva un ruolo secondario, o comunque meno rilevante di quello dell'illustre rivale.

Con queste premesse, e nella mente il bel volto di Maria Doyle, attrice e cantante irlandese che la interpreta nella serie TV “The Tudors”, mi sono accostata a questo libro della scrittrice Philippa Gregory, che racconta, in chiave romanzata, la vita di Caterina d'Aragone, dall'infanzia in Spagna fino agli della maturità in Inghilterra, quando si accinge a fare l'ingresso in quel tribunale che doveva sancire l'illegittimità del matrimonio con Enrico VIII Tudor. Ed è proprio attorno alla questione della bugia che si pensa abbia raccontato (ovvero della mancata consumazione dell'unione con Arturo Tudor, primo marito morto ragazzino dopo pochi mesi), che si ha il punto di partenza del romanzo.

Pur non presentando puntuali verità storiche (per lo meno mi pare non ravvisarne leggendo la nota finale dell'autrice), il romanzo propone un ritratto articolato della regina, raffigurando la trasformazione da superba adolescente promessa sposa alla Rosa di Inghilterra (così veniva chiamato Arturo Tudor), a giovane vedova addolorata, poi consorte del nuovo erede al trono Enrico e infine regina, sicura dell'esclusività della sua stirpe reale, predestinata a essere sovrana di uno dei regni più forti del mondo di allora. Ne emerge il ritratto di una personalità indomita e rigorosa, forgiata da una madre formidabile, Isabella di Castiglia, considerata almeno durante gli anni della prima giovinezza, una donna inarrivabile, i cui desideri coincidevano addirittura con la volontà Dio!

Caterina è forte, caparbia e fiera della sua origine, una vera combattente, tuttavia anche lei nasconde le sue debolezze, come la forte nostalgia per la patria e la famiglia ferocemente negata se non di fronte all'amato Arturo, e non si può certo affermare che sia libera però da contraddizioni. Fervente cattolica, umile di fronte a Dio, possiede anche un lato sprezzante e calcolatore: non è stata forse lei a ordire il piano che l'avrebbe portata a sposare Enrico VIII fratello di Arturo? E soprattutto, la bugia legata alla sua verginità, anche se legata a una promessa che non si può infrangere, non è chiaramente un segno della sua smodata ambizione?

Interrogativi a cui risponderei in modo affermativo, anche se Caterina è fondamentalmente una donna innamorata e fedele, pronta a venire meno anche all'imperativo morale della sincerità pur di rispettare l'adorato marito defunto. Inoltre, Caterina è incline al bene, come dimostra quando, di fronte a un indubbio successo militare, rifuggirà alla vendetta fine a se stessa, per cercare di costruire un avvenire di pace e prosperità.
Mi piace anche che, almeno nella finzione del romanzo, le sia stata concessa la possibilità di cambiare idea, di ragionare finalmente su quanto le era stato insegnato nell'infanzia e non di restarvi fedele in modo quasi ottuso, abbandonando la supponenza che la caratterizzava, per abbracciare nuovi equilibri e lucidità (come quando finalmente si è resa conto che sua madre non era affatto infallibile e che la cacciata dei mori dalla Spagna tornata cristiana non è stato positiva).

Ho apprezzato molto la scelta stilistica di raccontare gli eventi della sua vita in terza persona, utilizzando la prima persona per le riflessioni (anche graficamente per contraddistinguere i due momenti narrativi sono stati scelti due tipi di caratteri)... sembra quasi di poter assistere ai fatti vividamente raccontati e di poter ascoltare dalla viva voce di Caterina i suoi pensieri e le sue emozioni, come quando, addolorata, racconta la disperazione e il senso di vuoto provati dopo la morte del tanto desiderato primogenito.

Purtroppo però, anche in questo romanzo è presente qualche “nota stonata”, prima fra tutte gli accenni, velati e pudici, alle scene di amore, che però appaiono francamente un po' troppo melliflui. La battuta, pronunciata la prima notte di nozze con Enrico, “Ero vergine fino a questo momento”... “Ma la vostra energia mi ha sopraffatta. Siete tanto forte. Mi avete travolta”, l'ho ritenuta ridicola..! Fortunatamente si tratta di pochi momenti del libro. E, sarà banale dirlo, ma in certi momento ho trovato che l'autrice si fosse dilungata un po' troppo nel descrivere alcune scene (come le vicende belliche verso la conclusione della vicenda), ma forse questo ha a che vedere con la mia mancanza di interesse nell'argomento.

“Caterina, la prima moglie” ha sicuramente avuto il merito di far nascere in me (già amante della storia britannica) una certa curiosità, che sicuramente cercherò di soddisfare leggendo altri testi sull'Infanta di Spagna, come saggi storici, per verificare quanto della vera Caterina è stato trasferito nel romanzo e per poter conoscere meglio questa grande regina.






domenica 28 ottobre 2012

Path for Wonderland: Prova finale


CAPITOLO 12



LA TESTIMONIANZA DI ALICE

"Eccomi!" gridò Alice. Era tanto emozionata che per un attimo dimenticò di essere molto cresciuta in poco tempo e balzò in piedi con tanta furia che l'orlo del suo vestito rovesciò tutta la giuria. Dal banco dove si trovava noi giurati caddero tra la folla e vi rimasero infilati a gambe all'aria. Era un quadro molto buffo e Alice ricordò che qualcosa di simile le era capitato con una vaschetta di pesci rossi da lei rovesciata la settimana prima.

"VI CHIEDO scusa!" esclamò Alice con aria afflitta. Poi cominciò a tirarli su in tutta frettaperché aveva davanti l'esempio dei pesciolini rossi e credeva che se non avesse rimesso i giurati al loro posto al più presto sarebbero morti asfissiati.

"Il processo non può continuare" disse il Re con tono solenne "finché tutti i giurati non sono tornati al loro posto. TUTTI"aggiunse guardando Alice severamente.

A queste parole Alice dette ancora un'occhiata al banco dei giurati e si accorse che nella fretta aveva messo la Lucertola a testa in giù.

La povera bestiolina agitava tristemente la coda dato che non poteva fare altro.

Allora Alice l'afferrò e la raddrizzò. Ma intanto pensava: "Non era affatto importante. Il processo avrebbe avuto lo stesso svolgimento in qualunque modo fosse messa la Lucertola".

Non appena i giurati si furono rimessi dallo spavento di quella caduta ed ebbero di nuovo in consegna gessetti e lavagnette cominciarono a scrivere con grande diligenza una relazione sul loro capitombolo.

Tutti lo fecero tranne la Lucertola che sembrava enormemente occupata a guardare a bocca aperta il soffitto della sala.

"Che cosa sai su quest'affare?" domandò il Re ad Alice.

"Niente" disse Alice.

"PROPRIO niente?" insistette il Re.

"Proprio niente" confermò Alice.

"Questo è molto importante" disse il Re rivolto alla giuria. I giurati stavano già per scriverlo sulle loro lavagnette quando il Coniglio Bianco intervenne: "Vostra Maestà vuol certamente dire che questo non è importante" suggerì con tono rispettoso ma aggrottando le sopracciglia e facendo continue smorfie al Re mentre parlava.

" Naturale naturale... non è importante volevo dire" corresse il Re in fretta.

E continuò a ripetere sottovoce: "Importante... non importante... non importante... importante"come per vedere quale delle due espressioni suonasse meglio.

Alcuni giurati scrissero così "importante"altri "non importante".

Alice vedeva perché era abbastanza vicina per sbirciare sulle lavagnette. "Che importanza può avere?" si chiese.

In quel momento il Re che intanto era stato occupato a segnare qualcosa su un taccuino gridò: "Silenzio!" e lesse quello che aveva scritto: "Articolo quarantadue: "Tutte le persone alte più di un miglio devono lasciare l'aula"".

Tutti guardarono Alice.

"NON SONO alta un miglio" disse Alice.

"Lo sei" asserì il Re.

"Quasi due anzi" corresse la Regina.

"Come volete. Io non me ne andrò in ogni caso" disse Alice. "Ma questa non è una vera legge. L'avete inventata voi adesso".

"E' l'articolo più vecchio del codice!" disse il Re.

"Allora dovrebbe essere il numero uno!" rispose Alice.

Il Re impallidì per la rabbia e chiuse in tutta fretta il suo taccuino.

"Pronunciate il verdetto!" disse alla Giuria con una voce profonda che tremava per la rabbia.

"Ci sono altre prove da discutere se piace a Vostra Maestà" intervenne il Coniglio Bianco balzando in piedi. "E' stato trovato questo foglio proprio adesso".

"Che dice?" domandò la Regina.

"Non l'ho ancora aperto" rispose il Coniglio Bianco. "Ma sembra che sia una lettera dell'imputato a... a qualcuno. " "Dev'essere proprio così" disse il Re. "A meno che non si tratti di una lettera scritta a nessuno: ma una cosa simile è evidente sarebbe del tutto anormale".

"A chi è indirizzata?" domandò uno dei membri della giuria.

"E' senza indirizzo" rispose il Coniglio Bianco. "La busta è bianca".

Mentre parlava l'aprì e aggiunse: "Non è esattamente una lettera: sono dei versi".

"La calligrafia è quella dell'imputato?" domandò un altro membro della giuria.

"No" dichiarò il Coniglio Bianco. "E questa è la cosa più strana".

Tutti i giurati apparvero imbarazzati.

"Avrà imitato la calligrafia di qualcun altro" disse il Re. Allora i giurati apparvero rinfrancati.

"Agli ordini di Vostra Maestà" disse il Fante. "Io non ho scritto quella lettera e nessuno può provare che I'abbia fatto. E poi non c'è nessuna firma in fondo".

"Se non l'hai firmata"disse il Re "il tuo delitto è ancora più grave. Vuol dire che avevi in mente qualche misfattoaltrimenti avresti firmato col tuo nome e cognomecome fanno le persone oneste".

A queste parole ci fuin aulaun applauso generale. E veramenteera questa la prima cosa sensata che il Re avesse detto quel giorno.

"E questo PROVA la sua colpa" disse la Regina.

"Questo non prova proprio niente!" esclamò Alice che era furiosa. "Non sapete neppure di che cosa si tratta!" "Leggete quei versi!" ordinò il Re.

Il Coniglio Bianco inforcò gli occhiali e disse: "Agli ordini di Vostra Maestà: da quale punto debbo iniziare?" "Inizia dall'inizio!" ordinò solennemente il Re. "E vai avanti fino alla fine; poi fermati".

Questi sono i versi che il Coniglio Bianco lesse tra il più assoluto silenzio:

"Mi dissero che andava lui da lei ma da lui non mi vollero portare.

Quando lei mi incontrò disse: "Chi sei?" ma s'accorse che non posso nuotare.

Mi mandò a dire di non ritornare (noi sappiamo qual è la verità):

se lei s'incaricasse dell'affare non so proprio che cosa t'accadrà.

A lei ne detti una e loro due a lui e tu ne desti oltre tre a noi. Ma ora dalle mani sue son tornate tutte quante a me.

Se io o lei dovessimo trovarci insieme in questo affare a ogni costo è necessario ma senza impegnarci chiamar lui per rimetter tutto a posto.

Confesso che una volta ero convinto (prima che lei avesse questo attacco) che tu stesso ti fossi troppo spinto tra me e lei per metterci nel sacco.

Però non dirgli che lei sa già tutto perché questo deve essere un segreto.

Un segreto tra noi senza costrutto inventato da un tipo un po' faceto".

"Questo è il più importante capo d'accusa che sia stato esaminato finora" disse il Re fregandosi le mani. "Pertanto la giuria..." "Se qualcuno mi sa dire che cosa significa"disse Alice(negli ultimi minuti era cresciuta tanto che non aveva più la minima paura a interrompere il Re) "gli darò sei pence. Per conto mio ho l'impressione che in quella poesia non ci sia un briciolo di senso".

Tutti i giurati si affrettarono a scrivere sulle loro lavagnette:

"ESSA non crede che ci sia un briciolo di senso". Nessuno però si provò a spiegare la poesia.

"Se non ha alcun senso"disse il Re "ci risparmia parecchi fastidi perché così non siamo costretti a cercarne uno. Tuttavia... tuttavia non so..." aggiunse sbirciando con un occhio il foglio con la poesia dopo averlo poggiato su un ginocchio... dopo tutto mi sembra che un significato ci sia... ma s'accorse che non posso nuotare"... Tu non puoi nuotare vero?" continuò rivolto al Fante. Il Fante scosse tristemente la testa e domandò:

"Vi sembra che possa farlo?" (No. Certamente egli non poteva nuotare perché era fatto di solo cartoncino).

"Finora dunque va tutto bene" disse il Re. Poi continuò a borbottare i versi tra sé: ""Noi sappiamo qual è la verità"... questo è senz'altro per la giuria... "A lei ne detti una e loro due"... questa è la sorte che ha riservato alle torte..." "Però subito dopo dice anche che "dalle mani sue sono tornate tutte quante a me""disse Alice.

"Infatti eccole!" disse il Re trionfante. E indicò le torte sul vassoio. "Niente di più chiaro. E poi... "prima che lei avesse questo attacco"... Hai mai avuto attacchi tu mia cara?" soggiunse rivolto alla Regina.

"Mai!" rispose la Regina infuriata e tirò un calamaio addosso alla Lucertola. (Lo sfortunato piccolo Bill aveva smesso di scrivere col dito sulla lavagnetta perché si era accorto che non restava nessun segno. Adesso però ricominciò a scrivere in fretta e furia servendosi dell'inchiostro che gli colava lungo il viso).

"Se non hai avuto attacchi la poesia non attacca" aggiunse allora il Re. Posò sull'assemblea uno sguardo trionfante ma nell'Aula si fece un silenzio mortale.

"E' un gioco di parole!" spiegò il Re in tono offeso. Allora l'assemblea scoppiò in una risata fragorosa.

"La giuria emetta il verdetto!" urlò il Re per la ventesima volta o quasi.

"Nono!" gridò a sua volta la Regina. "La sentenza prima... il verdetto dopo!" "Stupida pazza!" disse forte Alice. "Che cretina! Vuole prima la sentenza!" "Zitta!" disse la Regina. E diventò paonazza.

"Neanche per sogno!" ribatté Alice.

"Tagliatele la testa!" urlò allora la Regina con tutto il fiato che aveva in gola. Ma nessuno si mosse.

"A chi credi di far paura?" disse Alice (ormai aveva raggiunto la sua statura normale)Dopo tutto, non siete che un mazzo di carte!Non aveva ancora finito di parlare quando tutto il mazzo di carte si sollevò in aria e cominciò a volteggiarle intorno minaccioso. Alice ebbe un piccolo grido un po' per la rabbia e un po' per la paura.

Cercò di difendersi di cacciarle via e... si risvegliò sulla riva del fiume: aveva il capo posato sul grembo della sorella la quale era intenta a toglierle dal viso le foglie secche cadute proprio allora da un albero.

"Svegliati Alice" disse la sorella. "Che sonno lungo hai fatto!" "Oh che strano sogno ho fatto!" mormorò Alice. E raccontò alla sorella le strane Avventure che avete appena finito di leggere. Quando poi Alice giunse alla fine della sua storia la sorella la baciò dicendo: "E' stato davvero uno strano sogno. Ma adesso corri a far merenda. E' tardi".

Alice si alzò e si mise a correre più che poteva. Ma intanto pensava ancora al suo sogno meraviglioso.

La sorella rimase lì seduta a guardare il sole che tramontava. Poi appoggiò la testa sulla mano e pensò alla piccola Alice e alle sue meravigliose Avventure. Allora anche lei si abbandonò a un sogno che adesso vi racconto.

Sognò la piccola Alice: le sue manine stringevano le ginocchia della sorella e i grandi occhi splendenti erano fissi nei suoi. Udì ancora il suono festoso della sua piccola voce rivide il movimento della testa che gettava all'indietro i capelli ribelli ostinati a voler sempre ricadere sugli occhi.

Mentre era intenta ad ascoltare la voce della sorellina tutto intorno a lei si popolò delle strane creature del sogno di Alice.

L'erba folta si incurvava con un fruscio sotto il passo frettoloso del Coniglio Bianco... Il Topo spaventato nuotava in cerca di una via di scampo nello stagno vicino... si sentiva il tintinnio delle tazze da tè della Lepre Marzolina e dei suoi amici durante il loro pranzo senza fine.. la voce acuta della Regina ordinava l'esecuzione dei suoi poveri invitati... il Porcellino starnutiva sulle ginocchia della strana Duchessa mentre i piatti e le pentole volavano per aria... e ancora si udì nella quiete della sera il grido del Grifone lo stridere del gessetto di Bill gli applausi dei "tacitati" Porcellini d'India confusi ai lontani singhiozzi dell'infelice Finta Tartaruga.

Restò così seduta con gli occhi chiusi e quasi credeva anche lei di trovarsi nel Paese delle Meraviglie. Eppure sapeva che sarebbe stato sufficiente aprire gli occhi per tornare alla sbiadita realtà senza fantasia delle persone grandi. L'erba si sarebbe incurvata solo sotto il vento... lo spavento del Topo nello stagno si sarebbe mutato nel fruscio sordo delle canne... il tintinnio delle tazze della Lepre Marzolina nel rumore delle campanelle di un gregge vicino... gli strilli rauchi e fieri della Regina nella voce di un esile pastorello... gli starnuti del bimbo il grido del Grifone e tutte le altre strane voci del sogno si sarebbero mutatene era sicura nel clamore del cortile di una fattoria mentre il muggito lontano degli armenti si sarebbe sostituito a poco a poco ai disperati singhiozzi della Finta Tartaruga.

Alla fine tentò d'immaginare la sua sorellina nel tempo in cui sarebbe diventata donna: avrebbe conservato attraverso gli anni più maturi il cuore semplice e affettuoso di adesso? Chissà se un giorno avrebbe raccolto intorno a sé altre bambine per far sì che i loro occhi brillassero come stelle al racconto del suo (ormai tanto lontano) viaggio nel Paese delle Meraviglie. Chissà se avrebbe saputo partecipare ancora con lo stesso cuoreai loro piccoli dispiaceri e alle loro semplici gioie nel ricordo della sua vita di bambina e dei suoi felici giorni d'estate.

Lei era certa che Alice ne sarebbe stata capace.




Buongiorno giocatori di Path for Wonderland. Finalmente siamo arrivati all'ultimo capitolo e all'ultima prova. Mi scuso se il gioco si è protratto così a lungo: ci sarà un quizx10 finale, aggiornerò tutte le classifiche e finalmente proclameremo i vincitori assoluti. Prima, però, pensiamo alla prova tra Campoca. La soluzione del gioco era "
Ora, si è venuta a creare una soluzione davvero singolare. I primi a mandare la soluzione sono stati i madhatters, che volano a 22 punti. Per secondi, solo mezzora dopo, sono arrivati invece i Marchares, che quindi in classifica guadagnano 5 punti ed arrivano a 27. Insolitamente due giorni dopo arriva invece la soluzione degli Stregatti, che però guadagnano solo un punto perché richiedono due video mancanti. Anche loro arrivano quindi a 27 punti. In assoluta parità con i Marchares. Gli heartqueens, come al solito, nemmeno ci provano, guadagnando un punto per inerzia.
Orbene, per l'ultima prova avete già in mano tutti gli elementi. Prendete le parole sostituite durante le filastrocche, utilizzate solo la prima lettera e anagrammate una parola (la soluzione è unica). Quando l'avete trovata, mandate ognuno (ogni partecipante del campocum) la mail al Bianconiglio con la soluzione. Il primo Campocum che manda per intero la soluzione, ha vinto. Non ci saranno primi, secondi o terzi posti. Il primo arrivato guadagna dieci punti.
Tutti gli altri perdono.


Cheshirecats 27 punti
Marchares 27 punti
Madhatters 22 punti
Heartqueens 4 punti

venerdì 26 ottobre 2012

Penguin e Random House verso la fusione?



A cura di Lizy


Secondo la stampa inglese, due colossi dell’editoria quali Penguin Books e Random House starebbero per fondersi.
Pare infatti che Pearson, proprietario della Penguin, abbia confermato di aver avuto dei colloqui con  la Bertelsmann (editore tedesco che possiede la Random House) riguardo la possibilità che le due case editrici si combinino per fare in modo che la prima acquisti una maggiore copertura mediatica. A motivare le scelte della Penguin sicuramente sono stati i dati relativi ai fatturati della Random House, le cui entrate derivano per il 25 per cento dalla vendita dei formati digitali. Il Financial Times stima che, se gli accordi andassero in porto, il nuovo  “publishing monster” (mostro editoriale) non solo avrebbe il controllo di un quarto del mercato editoriale mondiale, ma anche uno stratosferico introito pari più o meno a 3 miliardi di dollari.
Inoltre, secondo indiscrezioni, pare che la Penguin stia cercando di correre ai ripari in seguito alla sanzione pecuniaria ricevuta dal Dipartimento di Giustizia Americano insieme ad Hachette, Simon & Schuster, HarperCollins e Apple per violazione dei principi di concorrenza stabiliti dall’Antitrust con il costo poco contenuto degli ebook non conforme ai tetti massimi stabiliti per la vendita di prodotti in digitale in USA, secondo il modello proposto da Amazon, a 9,90 dollari per copia.
Se l’accordo andasse in porto, c’è buona probabilità che la polemica sul costo degli ebook imperversi anche in Europa, tanto che gli analisti finanziari parlano già di possibili leggi che prevedano un contenimento dei prezzi a favore dei consumatori europei, legittimato anche dall’azione della Commissione Europea dello scorso settembre che ha permesso un abbassamento impressionante dei prezzi degli ebook nel Regno Unito in seguito all’accusa ai grandi editori di aver stipulato accordi per innalzare i profitti.
Non ci resta che seguire la vicenda per sapere come andrà a finire, visto che Pearson ha dichiarato che “Le due società non hanno ancora raggiunto alcun accordo e non vi è alcuna certezza che i colloqui porteranno ad una transazione. Un ulteriore annuncio verrà fatto se e quando verrà ritenuto opportuno”.

Recensione: I segreti di una città corrotta di Stefano di Marino


I segreti di una città corrotta - Stefano di Marino 
Un cadavere carbonizzato di donna.
I segni inequivocabili di una lenta tortura.
Una scritta misterica su un muro.
La promessa di ritorno di un criminale astuto e spietato.
Gangland è un quartiere oscuro, e con le sue bande e i suoi delitti non fa che tingere di nero il grigio di una Milano già cupa e triste, quotidianamente spenta da nebbia, smog e caligine.
 Baba Yaga, un bandito leggendario proveniente da un Est balcanico tanto indefinito quanto temibile,  è tornato per seminare morte e panico, assetato di vendetta per le conseguenze di una bugia troppo grande: l’invenzione fittizia di uno stupro che ha causato, di fatto, il rogo di un campo nomadi sulle cui ceneri sorge, oggi, un villaggio residenziale nuovo di zecca.
Villette a schiera hanno sostituito le vecchie roulotte, e nuovi borghesi arricchiti si sono presi il posto di un gruppo di zingari disgraziati; la povertà di un popolo che soccombe di fronte all’espansione di un altro.
Nicoletta Betti, con la sua ‘piccola frottola’ dello stupro subito, per guadagnare qualche mese di notorietà ha condannato a morte la reputazione dei nomadi balcanici, e ha pagato la sua colpa con la vita.
Il commissario Nitti, consapevole di trovarsi di fronte a un crimine troppo efferato per le forze di polizia meneghine, affida il caso al Professionista e alla sua ‘batteria’ di teste calde; l’eccentrico team investigativo ha l’esperienza necessaria a gestire simili delitti,  ed è pronta ad intervenire  per impedire che altro sangue scorra su Milano, aggiungendo sfumature di rosso a una città grigia di tristezza e nera di cronaca.
L’inizio delle indagini coincide con un’ulteriore catena di omicidi tanto violenti quanto imprevisti: giostrai, informatori e agenti di spettacolo muoiono uno dietro l’altro, depistando l’attività dei protagonisti.
 Riuscirà il Professionista a trovare il filo conduttore di tutte queste morti e a fare giustizia nel caos morale di Gangland? Si troverà un colpevole per i terribili delitti che si susseguono, tragici e macabri, in uno scenario di violenza e di morte?
Solo le pagine ‘pulp’ di questo libro potranno dare una risposta, mentre il sangue continua a scorrere su Milano e su Gangland…
Editore: Edizioni della sera
Pagine: 155
Prezzo: 13,00 euro
 
A cura di OracoloDiDelfi

Voto:  


Stefano di Marino ha sapientemente mescolato gli ingredienti dell’hard boiled thriller più riuscito, e ha dimostrato di conoscerne la ricetta alla perfezione: prendete ad esempio uno Sherlock Holmes meno inglese e più cosmopolita, armato fino ai denti e tanto spietato quanto i colpevoli del delitto su cui indaga, e  attribuitegli poi qualche carattere ‘macho’, come una muscolatura da culturista e un linguaggio slang da ‘spaccone metropolitano’, con il  fastidioso vizio del grilletto facile congiunto a una sfrenata tendenza a ‘menar le mani’; toglietegli l’impermeabile contro la pioggia tipicamente britannica, fategli indossare un giaccone di pelle e un paio di anfibi militari e   otterrete così il  ‘Professionista’,  protagonista del giallo, ossia un vecchio soldato della legione straniera che ha combattuto e ucciso in tutti gli angoli della terra, fervido conoscitore della mentalità criminale, poco incline al perdono e più innamorato delle armi che delle donne.
 
Ruotano poi attorno al nucleo della vicenda, oltre al protagonista, una serie di preziosi clichè tipici dell’hard boiled, gestiti tuttavia con grande abilità e sapienza narrativa: notiamo infatti, tra le pagine, figure come la giornalista sexy super informata su tutto e tutti, la ragazza guerriera che combatte tanto abilmente quanto il protagonista ma con meno cinismo e cattiveria, il politico ambizioso e disposto a tutto, anche a violare la legge, per ottenere il consenso,  il ‘cattivo’ di turno malvagio e spietato oltre qualsiasi previsione realistica, e la ‘batteria’ investigativa, ossia quella banda di elementi pittoreschi che collabora attivamente per le indagini.
E’ proprio dalla descrizione del gruppo che emerge il punto di forza di questo thriller: nonostante l’evidente ‘surrealismo’ del singolo componente tipico di questo genere letterario l’autore riesce sempre a curarne la presentazione e la figura nei minimi dettagli, arricchendola di preziosissimi particolari che aiutano il lettore a ‘calarsi’ nelle atmosfere sanguinolente e buie della vicenda; ne consegue una narrazione scorrevole e godibile, tra colpi di scena assolutamente imprevisti e dialoghi fulminei che farebbero invidia a C.S.I. o a qualsiasi altra serie televisiva poliziesca.
Sicuramente l’intreccio del giallo e l’enigma di partenza risultano essere se non ‘banali’ quanto meno ‘semplici’ o ‘prevedibili’, conferendo tuttavia un’efficacia e un impatto scenico di grande spessore all’azione della vicenda, giocata più su scontri a fuoco, inseguimenti, uccisioni ed esplosioni che su indizi nascosti o nodi intellettuali da risolvere.
Se siete lettori che hanno apprezzato prima il famoso Sam Spade di Dashiell Hammett, e poi le peripezie del Philip Marlowe di Raymond Chandler, apprezzerete sicuramente le avventure di questo fantomatico ‘Professionista’, che regge dignitosamente il confronto con i classici dell’hard boiled.
Curiosa è anche la spontanea analogia che verrebbe da istituire con celebri pellicole cinematografiche come “Sin City” di Omar Rodriguez (una città buia e grigia infestata dalla criminalità, una giustizia violenta che sfocia alle volte in vendetta, scene splatter con spargimenti di sangue da voltastomaco…), o anche, alla lontana, con la violenza esplosiva di “Pulp Fiction” di Tarantino, dove l’azione si svolge sempre su uno sfondo di mistero e criminalità tanto organizzata quanto spietata, con scenari crudi e sanguinolenti da brivido.

 

mercoledì 24 ottobre 2012

Anteprima: Iris.I risvegli ametista di Maurizio Temporin





A cura di Ischyros



Oggi, 24 ottobre, esce nelle librerie l’ultimo libro della saga IRIS di Maurizio Temporin, intitolato “Iris i risvegli ametista” al prezzo di 9.90 euro (384 pag.), insieme a “Iris fiori di cenere” e “Iris i sogni dei morti”, tutti editi in edizione economica dalla casa editrice Giunti, per far conoscere questa saga YA a chi ancora non ha letto le avventure di Thara, motivo per il quale che anche l’ultimo episodio della saga verrà edito direttamente in brossura.
Rispetto alle copertine della versione cartonata, quelle dell’edizione economica non sono così appetibili e rischiano, di conseguenza, di far perder di attrattiva al libro mentre i disegni che ritrovavamo nella prima versione catturavano l’attenzione del lettore al primo sguardo.
In “Iris fiori di cenere” conosciamo Thara, una ragazza diciassettenne che soffre di una specie di narcolessia e si sente nel pieno delle forze solo all’alba e al crepuscolo.
Tutto scorre normalmente nella sua vita adolescenziale tranne che per il fatto che lei non sa e non immagina cosa si nasconda dietro alla scomparsa prematura del padre che non ha mai conosciuto.
Un giorno, mentre sta cercando di rubare degli iris nel giardino di una villetta misteriosa, cade in un sonno profondo e al suo risveglio si trova in un mondo parallelo, un deserto di cenere pieno di edifici, navi e aerei bruciati, in cui vagano creature mostruose e in cui vive, ignaro della sua storia e della sua provenienza, Nate, ragazzo tanto malinconico quanto affascinante.
E’ da lì che Thara comincia un viaggio alla scoperta delle proprie origini, tra segreti inconfessabili e terribili verità.
Nel seguito, intitolato “Iris i sogni dei morti”, ritroviamo la nostra protagonista, Thara, convinta che l’incubo in cui era caduta sia finito e che, di conseguenza, la sua vita possa tornare ad essere normale. Non sa però che tutto ciò che le è successo ha avuto inizio 17 anni prima, quando la Octagon Corporation, una misteriosa casa farmaceutica, aveva notato i suoi occhi viola.
Ora quella stessa azienda ha intenzione di rubarle lo sguardo esattamente come Nate, nascosto nel corpo di Ludkar, ha intenzione di rubarle il cuore.
Questa volta Thara non dovrà soltanto viaggiare tra i mondi, ma anche scendere giù, nell'oscurità, negli abissi di sangue e ruggine che credeva di conoscere, nelle fondamenta della sua città e del suo amore.
L'ultimo capitolo di questa affascinante saga sono avvolte nell'oscurità, le uniche notizie sulla trama sono pochissime righe:
“Nate pare sempre più irraggiungibile e il male contro cui Thara e i suoi devono lottare prende forme sempre diverse. Tutto si complica, in un continuo passaggio tra diverse vibrazioni. È il finale della trilogia Iris.”

Maurizio Temporin ha scritto anche un racconto per la scorsa edizione di Christmas Tales di Dusty pages in Wonderland, Pianeta Tuorlo.







Maurizio Temporin 
nasce il 01 agosto 1988 e trascorre l’infanzia ad Alessandria dove inizia a coltivare le passioni per l’arte, la letteratura e il cinema.
Con Igor Della Libera, anch’esso scrittore e sceneggiatore, realizza in libro di racconti “La neve nera” e una trilogia per ragazzi “Frame Hunters”.
Oltre ad essere scrittore, è anche sceneggiatore e illustratore, a 15 anni realizza il suo primo romanzo (Tutti i colori del buio, prequel di Fiori di Cenere) di cui sono stati venduti i diritti cinematografici in America. Alla stessa età se ne va di casa e si trasferisce a Barcellona, dove continua a sperimentare la sua scrittura.
In seguito, grazie alla sua agente Vicki Satlow, riesce a pubblicare con la casa editrice Rizzoli “Il tango delle cattedrali”.
Ora vive a Milano e si dedica, oltre che ai romanzo e alle graphic-novel, alle arti visive e all’organizzazione di eventi. Tra le altre opere ci sono anche “I disabitanti”


martedì 23 ottobre 2012

Per Chiara. Parole e letture per Chiara Palazzolo


Per Chiara

Parole e letture per Chiara Palazzolo






Mercoledì 31 ottobre alle ore 17, a Roma, presso la Casa delle Letterature (piazza dell'Orologio, 3), verrà ricordata la scrittrice Chiara Palazzolo, regina dell'horror italiano prematuramente scomparsa il 6 agosto scorso.



A circa tre mesi dalla sua scomparsa, il 31 ottobre prossimo, la scrittrice Chiara Palazzolo sarà ricordata a Roma, da scrittori, giornalisti e intellettuali, presso la Casa delle Letterature (piazza dell'Orologio, 3), concessa per l’occasione dall'Assessorato alle Politiche Culturali del Comune di Roma.

Si alterneranno al tavolo della prestigiosa istituzione culturale della Capitale, Gianni Romoli (sceneggiatore di “Le fate ignoranti”, “Saturno contro”, “20 sigarette”), Maria Giulia Castagnone (editor della casa editrice Piemme), e gli scrittori e giornalisti Simonetta Bartolini, Rita Charbonnier, Laura Gialli, Loredana Lipperini, Giuseppe Lupo, Giuliana Misserville, Annella Prisco Saggiomo, Elena Raugei, Marta Salarelli, Stefania Auci e Alessandra Zengo.

Chiara Palazzolo, prematuramente scomparsa a Roma il 6 agosto scorso e che avrebbe compiuto 51 anni proprio il prossimo 31 ottobre, con i suoi romanzi ha ridato voce al fantastico made in Italy e per questo continua a essere lodata dalla critica e osannata dai lettori. È autrice fra l'altro della Trilogia Mirta-Luna – Non mi uccidere” (2005) già opzionato dal cinema, “Strappami il cuore” (2006), “Ti porterò nel sangue” (2007) – e “Nel bosco di Aus” (2011), ultimo capolavoro edito in Italia da Piemme.

Recensione: La cugina americana di Francesca Segal




La cugina americana - Francesca Segal
Hampstead Garden, nordovest di Londra, è il quartiere della buona borghesia ebraica, ricca, istruita, liberal, solidale: tutti conoscono tutti, tutti frequentano tutti, tutti sono pronti a soccorrere chiunque si trovi in difficoltà. Adam e Rachel si conoscono da sempre, si amano dall’adolescenza, e stanno per fidanzarsi. La comunità segue l’evolversi della relazione da quando è nata, aspetta il matrimonio, i figli. Tutto va come dovrebbe andare fino a quando, da New York, città di liberi costumi e strane usanze, arriva Ellie, la cugina di Rachel: bellissima, fragile, dolce, infelice, anticonformista. Ellie è una sopravvissuta, come tanti dei membri anziani della comunità: non ai campi di concentramento, ma alla morte della madre in un attentato terroristico in Israele, e alla conseguente decisione del padre di vagare per il mondo portando la piccola con sé. Tra Adam ed Ellie è amore al primo sguardo. Entrambi resistono, si evitano, si cercano, irresistibilmente attratti e irrimediabilmente divisi. Fino a quando Adam, avvocato nello studio del padre di Rachel, viene incaricato di risolvere la situazione incresciosa, pericolosa, che Ellie si è lasciata alle spalle a New York. I due sono costretti a incontrarsi, per lavoro, fino a quando una malattia di Ziva, la nonna di Ellie e Rachel, fornisce ai due innamorati impossibili l’occasione di infrangere le regole. Nel romanzo di Edith Wharton che l’autrice prende esplicitamente a modello, L’età dell’innocenza, la comunità dalle regole ferree è la New York di fine Ottocento e la società disinvolta quella dell’Europa aristocratica. Francesca Segal rovescia le tavole e ci regala un delizioso romanzo ricco di suspense e venato di ironia: suspense per l’evoluzione dell’amore proibito, e tenera, indulgente ironia per le usanze e le regole della comunità ristretta, descritta con una profusione di particolari che impedisce di staccare gli occhi dalla pagina.
Editore: Bollati Boringhieri
Pagine: 352
Prezzo: 17.50 euro



A cura di Miki.

Voto: 


Francesca Segal ha una qualità eccezionale: riesce a descrivere con parole semplici e chiare le energie, i rapporti tra i personaggi e i loro sentimenti in modo incredibilmente realistico. Adam, Rachel ed Ellie bucano il foglio e si riversano nelle nostre vite: soffrono, sognano ed amano insieme a noi e con noi crescono. La cugina americana prende spunto dagli avvenimenti principali de L'età dell'innocenza di Edith Wharton ma se ne discosta, oltre che per il periodo storico, soprattutto per l'ambientazione. Francesca Segal, figlia d'arte dell'autore del famosissimo Love Story, sceglie infatti di descrivere il mondo che le è più congeniale e che dimostra di conoscere molto bene: i personaggi di The Innocents, questo il titolo originale, abitano ad Hampstead Garden, il quartiere londinese dove vive la buona borghesia ebraica ricca ed istruita. Il romanzo è per questo codificato in base alla loro cultura e rappresenta una ricostruzione precisa dello stile di vita di un popolo: Adam e Rachel sono un uomo e una donna che stanno per sposarsi ma sono prima di tutto due membri della società ebraica e come tali hanno doveri precisi nei confronti di parenti e amici. La presenza di questa comunità è molto viva in tutto il romanzo e costituisce quasi una sorta di vero e proprio personaggio, un burattinaio che tira i fili e agisce dai piani superiori influenzando le scelte dei protagonisti e infine anche di Ellie, una delle poche figure "anarchiche" presenti.
Francesca Segal racconta la storia tramite gli occhi e i pensieri di Adam, un avvocato insicuro e all'apparenza intrappolato in un mondo e in un rapporto che colmano la mancanza del padre, morto quando lui era solo un bambino. Come spesso accade, il matrimonio riporta a galla dubbi e problemi mai risolti degli sposi: Adam non si confida mai con la fidanzata Rachel, ragazza perfetta e razionale, ma riesce a raccontare il suo senso di solitudine solo ad Ellie, la cugina americana fragile e profonda; i due si avvicinano molto e formano una sorta di squadra contro il perbenismo del mondo borghese. Ellie dà il via ad una vera e propria rivoluzione che porta alla crescita di Adam, alla sua educazione sentimentale e alla perdita dell'innocenza: sul finale del romanzo troviamo infatti un Adam nuovo di zecca, più consapevole e pronto ad affrontare le responsabilità e la sua "nuova" vita. In realtà la rivoluzione presente ne La cugina americana avviene solo all'interno di Adam; poco importa se Ellie, con il suo carattere interessante e il suo coraggio, rimane ferita. Ogni rivoluzione d'altronde miete le sue vittime.
Tra i personaggi una menzione speciale va, a mio parere, all'eccentrica Ziva Schneider, vera e propria forza della natura: scampata ad un campo di concentramento nazista, la nonna di Ellie e Rachel non si lascia mai intrappolare dalle regole e dalle consuetudini e rappresenta forse, in un certo senso, la vera avanguardia di tutto il romanzo.
Lo stile di Francesca Segal è semplice, introspettivo, profondo e a tratti anche ironico: l'autrice coglie le sfumature dell'animo umano e riesce a ricreare dialoghi realistici e spesso molto divertenti. Sono infatti tante le situazioni paradossali che ci troviamo ad affrontare via via che il romanzo procede e che quasi sempre riescono a  strapparci un sorriso.
La cugina americana inizia molto lentamente, quasi sfiorando la noia: questo forse perché dobbiamo abituarci ad un nuovo stile di vita per capire meglio il romanzo. Per favorire l'introduzione in una comunità diversa dalla nostra, l'autrice ci sommerge inoltre di termini relativi alla cultura ebraica, aggiungendo addirittura un mini vocabolarietto in appendice: questo inizialmente può sembrare una cosa esagerata ma risulta ben presto fondamentale, vista la quantità di parole specifiche impiegate nella narrazione. Solo quando finalmente il lettore si è ambientato, La cugina americana comincia a prendere il largo e aumenta il suo ritmo senza però mai uscire dai limiti e dai dettami imposti dalla comunità e senza mai correre: questo a tratti può sembrare crudele e claustrofobico ma è esattamente la sensazione che l'autrice vuole ricreare e che riesce perfettamente a farci percepire. Per questo vivere all'interno di una sorta di grande bolla di sapone, possiamo in un certo senso provare insofferenza nei confronti dei personaggi e quasi odio nei confronti di Francesca Segal: i protagonisti si muovono, crescono, modificano le loro abitudini ma alla fine resta tutto uguale a prima, statico e immobile. Ad un'analisi più profonda è facile capire che l'autrice è stata in grado di condurci là dove voleva fin dall'inizio, creare delle aspettative su di un personaggio piuttosto che un altro e poi congelarle con maestria per sottolineare ancora una volta la staticità e la chiusura del mondo dei protagonisti. E noi non possiamo fare altro che adeguarci e capire che siamo stati presi perfettamente all'amo.

L'inferno di Dante: intervista a Paolo Barbieri




Esce oggi il nuovo volume illustrato di Paolo Barbieri (ne abbiamo già parlato QUI), uno dei più talentuosi illustratori che abbiamo la fortuna di avere in patria: dopo Favole degli dei e il volume del 2008 in collaborazione con Licia Troisi "Le creature del mondo emerso", troveremo in libreria L'Inferno di Dante, ispirato all'opera celeberrima del poeta nostrano. Illustrazioni da brivido accompagnate dalle terzine della Commedia in 116 pagine, al prezzo di 22 euro (Mondadori), reinterpretano i personaggi più interessanti della Cantica, da Cleopatra (evidentemente ispirata alla scrittrice Barbara Baraldi) al Conte Ugolino, dalla Porta dell'Inferno alle mura di Dite. 
Paolo Barbieri, che ho avuto il piacere di intervistare lo scorso anno in occasione di Favole degli Dei (QUI l'articolo) ha risposto nuovamente alle nostre domande. Ma avrete la possibilità di "vederlo" dal vivo al Lucca Comics&Games tutti i giorni (1-4 novembre) allo Stand ONE4ALL (A 708), padiglione Games, e alla presentazione del libro il 4 novembre dalle 11.30 nella Sala Ingellis (di fianco al Padiglione Games).


Intervista a cura di Lamia.


Ciao Paolo e benvenuto su Dusty pages in Wonderland. È stata fissata per oggi la pubblicazione de L'inferno di Dante, il tuo secondo libro illustrato. Cosa ti ha spinto a rappresentare proprio l'universo dantesco? Quale girone infernale ti ha colpito particolarmente?

-È stata la casa editrice a propormelo, e io ho accettato con grande entusiasmo.
Poter confrontarmi con una delle maggiori opere letterarie di tutti i tempi, ha rappresentato per me una grande sfida, ma anche la possibilità di affrontare e reinterpretare un mondo realmente eccezionale, crudele, visionario e ricco di personaggi e luoghi indimenticabili.
Per quanto riguarda la domanda sui gironi, ti rispondo che sono i personaggi ad avermi colpito maggiormente: i Malebranche, Paolo e Francesca, Lucifero, Farinata degli Uberti, Caifa, la visione dei Giganti imprigionati nel lago ghiacciato, le Mura di Dite e tanti altri.

Favole degli dei è stato molto amato dal pubblico, confermando la tua abilità di illustratore ma anche di narratore e ti ha permesso di fare i conti per la prima volta con un libro completamente tuo. Ne L'inferno di Dante cosa è cambiato? In che modo ha influito l'esperienza di Favole degli dei?

-Ogni libro illustrato rappresenta un mondo a parte. Io cerco di evolvere rispetto all'opera precedente, che si tratti di una copertina o di un intero libro. Favole degli Dei è stata una palestra importante, in quanto oltre ad aver realizzato le illustrazioni ho scritto anche i testi.
Creare un libro a “tutto tondo”, è un'esperienza davvero intrigante, che insegna a comprendere molto sul proprio spirito creativo, e questo inevitabilmente va a influire sulle opere successive, come è stato per L'INFERNO DI DANTE.

Cosa si prova ad aspettare l'uscita di un proprio lavoro? Quali sono i pensieri che accompagnano questi ultimi giorni di attesa?

-C'è una grande emozione. Un lavoro simile comporta un grande impegno che si è protratto per molti mesi, un arco di tempo piuttosto lungo in cui anche il mio “vissuto” è finito tra i colori delle immagini. 
Indubbiamente, come per Favole degli Dei, L'iNFERNO DI DANTE rappresenta per me un insieme di sensazioni difficilmente riassumibili in poche righe, per cui saranno le illustrazioni a parlare.

Quest'anno riconfermerà la tua presenza al Lucca Comics & Games, per la promozione del nuovo libro. Con quali aspettative ti accingi a partecipare? Come vivi il tuo rapporto con i numerosi fan? Vuoi raccontarci, se c'è stata, la richiesta più bizzarra che hai ricevuto?

-Lucca Comics & Games è una convention eccezionale e unica: partecipare a un simile evento è sempre un'esperienza incredibile, attraverso la quale si conoscono altri grandi professionisti e si incontra un pubblico che definire caloroso sarebbe riduttivo.
Io vivo in maniera estremamente naturale l'incontro con i fan, e parlando di richieste strane, devo dire che ne ho avute parecchie! Diciamo che mantengo il segreto. Sono di indole riservata, per cui sarò muto come un pesce.

Sfogliando le tue bellissime illustrazioni sorge spontaneo chiederti come nascono i tuoi personaggi. Quando sei davanti al foglio bianco sai già esattamente quello che disegnerai o segui l'ispirazione del momento? Quanto c'è di vero nella classica immagine del disegnatore che passeggia sempre con il suo blocco da disegno a portata di mano?

-Per me il foglio bianco è sempre stato uno spazio da riempire con linee e colori, senza troppi pensieri o “programmazioni”.
Indubbiamente c'è un lavoro di studio quando devo creare sia copertine che libri illustrati, ma il processo che mi porta a inventare i personaggi è estremamente naturale e diretto.
A volte tengo con me blocco e matite, specialmente quando sono alle prese con nuovi libri illustrati, in quanto preferisco dare forma immediata alle numerose idee e non correre il rischio di dimenticarmele o confonderle con altre.

Grazie per essere stato con noi ancora una volta, e tantissimi auguri per l'uscita de L'inferno di Dante, e naturalmente anche per i tuoi lavori futuri!

-Grazie a voi per l'intervista e un saluto per tutti i lettori!





lunedì 22 ottobre 2012

Edizioni speciali: I grandi Nobel del Novecento e i capolavori di Jane Austen




Voglia di classici? Ci sono due grandi novità per i collezionisti dei capolavori del Novecento e per gli amanti di Jane Austen. 
Ricordate la collana Numeri Primi, che avevo fortemente deprecato per l'ostinazione di volersi dichiarare collana economica, quando i prezzi partono dai 12.00 euro? Ebbene, certamente non in formato economico ma allettante sono uscite le edizioni speciali di dieci Premi Nobel: William Golding (Il signore delle mosche), Gabriel Garcia Marquez (L'amore ai tempi del colera), Thomas Mann (I Buddenbrook) Heinrich Böll (Foto di gruppo con signora), Orhan Pamuk (Il mio nome è Rosso), Toni Morrison (Amatissima), Mario Llosa Vargas (La zia Julia e lo scribacchino), Samuel Beckett (Molloy), Yasunari Kawabata (La casa delle belle addormentate e altri racconti) e J.M. Coetzee (Vergogna). Tutti al "modico" prezzo di 15.00 euro, sebbene le edizioni siano davvero belle e curate.




L'amore ai tempi del colera - Gabriel Garcia Marquez

Per cinquantun anni, nove mesi e quattro giorni Florentino Ariza ha perseverato nel suo amore per Fermina Daza, la più bella ragazza dei Caraibi, senza mai vacillare davanti a nulla, resistendo alle minacce del padre di lei e senza perdere le speranze neppure di fronte al matrimonio d’amore di Fermina con il dottor Urbino. Un eterno incrollabile sentimento che Florentino continua a nutrire contro ogni possibilità fino all’inattesa, quasi incredibile, felice conclusione.
Una storia d’amore e di speranza con la quale, per una volta, Gabriel García Márquez abbandona la sua abituale inquietudine e il suo continuo impegno di denuncia sociale per raccontare un’affascinante epopea di passione e di ottimismo. Un romanzo atipico e splendido da cui emergono il gusto intenso per una narrazione corposa e fiabesca, le colorate descrizioni dell’assolato Caribe e della sua gente. Un affresco nel quale, non senza ironia, si dipana mezzo secolo di storia, di vita, di mode e abitudini, aggiungendo una nuova folla di protagonisti indimenticabili alla più straordinaria galleria di personaggi della letteratura contemporanea.

Il signore delle mosche di William Golding


Il signore delle mosche - William Golding
Un gruppo di ragazzi inglesi, sopravvissuti a un incidente aereo, resta abbandonato a se stesso su un’isola deserta e si trasforma in una terribile tribù di selvaggi sanguinari dai macabri riti. Golding nel 1983 ha ottenuto il Nobel per la letteratura.












Amatissima di Toni Morrison

Amatissima - Toni Morrison

Un romanzo maestoso, di straordinaria intensità, in cui si narra la vita di Sethe, una giovane e indomabile donna di colore che, negli anni precedenti alla Guerra Civile, si ribella alla propria schiavitù e fugge al Nord, verso la libertà. La sua vicenda si intreccia con quella di altri indimenticabili personaggi in un racconto che, come ha scritto nella sua Postfazione Franca Cavagnoli, curatrice del volume, “si insinua nei meandri del tempo, lasciando scaturire ora qua ora là il non detto, scaglie di ricordi troppo penosi per essere contenuti, dolorosi frammenti di memoria”. Con questo libro Toni Morrison, Premio Nobel per la Letteratura, ha voluto rivolgere un invito ai bianchi e agli afroamericani: “Tornare a quella parte della propria storia che troppi hanno rimosso.




I Buddenbrook - Thomas Mann
L'ascesa e il tramonto di una famiglia mercantile alto-borghese: un capolavoro che raccoglie l'eredità delle narrazioni ottocentesche e le traghetta verso la modernità del Novecento.
















Foto di gruppo con signora - Heinrich Böll
Questo romanzo di Böll offre uno spaccato di cinquant'anni di vita tedesca dall'età guglielmina al secondo dopoguerra. Nella sua indagine su Leni, donna sensuale e di carattere, che attraversa gli eventi più drammatici della Germania contemporanea, l'autore veste i panni del cronista, mettendosi sulle tracce di tutti colori che l'hanno conosciuta: dal fratello poeta che si distrugge per sottrarsi all'abiezione del nazismo, a suor Rahel, dall'affarista Pelzer alla prostituta Margret. Attraverso le testimonianze di quanti l'hanno frequentata, attraverso foto, lettere, oggetti personali, l'autore ricostruisce una biografia che è insieme immagine di un'epoca e di un ambiente.








Il mio nome è rosso -Orhan Pamuk

Istanbul, 1591. Tra i miniaturisti e illustratori al lavoro nel Palazzo del Sultano si nasconde un feroce assassino. Per smascherarlo Nero è disposto a tutto, anche a rischiare la vita. Perché se fallisce, per lui non ci sarà futuro con la bella Sekure, non ci sarà l'amore che ha sognato per dodici anni.












Vergogna - J.M. Coetzee

«Per un uomo della sua età, cinquantadue anni, divorziato, gli sembra di avere risolto il problema del sesso piuttosto bene». Ma forse non è cosí, se una sera David Lurie, insegnante alla Cape Town University, invita un'allieva a bere qualcosa, poi a mangiare un boccone, e infine a passare la notte con lui. Una notte che non resta isolata, che diventa una storia e che finisce con una denuncia per molestie sessuali. Allontanato dall'università, David chiede ospitalità alla figlia Lucy in campagna, nella parte orientale della Provincia del Capo, dove la convivenza tra diverse etnie, diverse tradizioni, diversi Sudafrica è aspra come la terra che Lucy coltiva. David tenta di adeguarsi alla nuova vita: dà una mano nei campi, aiuta una conoscente alla clinica veterinaria. Soprattutto, tenta di adeguarsi alla donna indipendente che è diventata sua figlia. Ma come tollerare anche la violenza che Lucy ha scelto di accettare? Vincitore del Booker Prize nel 1999, Vergogna mette in scena le trasformazioni del Sudafrica post-apartheid raccontando - come ha scritto il «Sunday Times» - «una storia dura, scritta in una prosa di scarna, aspra bellezza, che conferma Coetzee come uno dei nostri migliori narratori di oggi»




La zia Julia e lo scribacchino- Mario Vargas Llosa
Pedro Camacho, detto il «Balzac creolo», è uno strano e fecondissimo inventore di trame melodrammatiche e truculente per un programma feuilleton di Radio Lima. Tutti in città attendono con impazienza le «puntate» della sua fantasia, fatte di arresti misteriosi, morti segrete, incesti, sangue e passioni. In parallelo scorre la storia di Mario - pallidamente autobiografica, come il nome del protagonista lascia intendere - giovane aspirante scrittore attratto da questa curiosa macchina dell'immaginario. Ma anche lui ha la sua storia complicata da raccontarci: s'innamora, quasi con platonica indifferenza, d'una zia vedova e piú matura, che finirà per sposare, prima di trasferirsi in Europa e affermarsi come scrittore.









Molloy - Samuel Beckett

La voce di Molloy, simile a quella di tanti capolavori teatrali di Beckett, è come l'ossigeno che tiene in vita un personaggio già morto: il nulla contro un altro, più definitivo nulla.














La casa delle belle addormentate e altri racconti - Yasunari Kawabata 
In una particolarissima casa di appuntamenti, attempati gentiluomini si concedono il piacere di giacere accanto a splendide giovani donne addormentate. Un raffinato e inquietante racconto erotico che sa cogliere i profondi misteri dell'anima con tocchi luminosi e leggeri. Il romanzo più delicato e suggestivo di Kawabata (1899-1972), premio Nobel per la letteratura 1968.












La seconda novità non la troverete in libreria ma in edicola: con "Confidenze", al prezzo di 4,30 euro escluso il prezzo della rivista, usciranno con delle belle copertine i sei libri di Jane Austen, definita da Virginia Woolf "l'artista più perfetta tra le donne": la prima uscita, prevista per mercoledì 24, sarà Persuasione. Il calendario è il seguente:
1 Persuasione 24/10/2012
2 Orgoglio e Pregiudizio 31/10/2012
3 Emma 07/11/2012
4 Ragione e Sentimento 14/11/2012
5 Mansfield Park 21/11/2012
6 L'abbazia di Northanger 28/11/2012



PERSUASIONE
Composto tra il 1816 e il 1817, Persuasione è l’ultimo romanzo completo di Jane Austen, scritto poco prima dell’aggravarsi della malattia che la portò alla morte. Pubblicato postumo dal fratello dell’autrice, il libro narra le contrastate vicende di due giovani, Anne, figlia di un Lord, e Frederick, ufficiale di marina. I due si amano, ma la ragazza presto si lascia persuadere dalla famiglia a rinunciare all’innamorato, di natali troppo umili. Frederick scompare per sette anni; quando torna, è un uomo ricco e influente, ma ancora pieno di rancore per essere stato abbandonato da Anne. Costei, ormai donna, si rende conto di averlo sempre amato, e solo dopo lunghi tentativi riuscirà a superare l’ostilità e il risentimento dell’uomo. Nell’ambito della produzione della Austen Persuasione segna l’adesione a temi più decisamente “romantici” e un rinnovato modo di guardare la natura e di descrivere i sentimenti umani. Il risultato è un’opera in cui, come scrisse Virginia Woolf, «Jane Austen comincia a scoprire che il mondo è più vasto, più misterioso e più romantico di quanto avesse supposto».


ORGOGLIO E PREGIUDIZIO
Dei sei romanzi di Jane Austen, scrittrice che Virginia Woolf ha definito l’artista più perfetta tra le donne, Orgoglio e pregiudizio è il primo in ordine di tempo e insieme il capolavoro. Quando lo scrisse, la Austen aveva ventun anni e un’amica di famiglia l’aveva definita la più graziosa, sciocca, leziosa farfalla in cerca di marito che sia dato incontrare. Frivola e ironica, non si distingueva dal mondo campagnolo e borghese cui apparteneva, fatto di tè, balli, flirt della buona società, minuti e ridicoli incidenti della vita quotidiana. Ma su questi tenui motivi sapeva giocare con una grazia e una profondità uniche. Ed è così che, narrando in Orgoglio e pregiudizio la storia delle cinque sorelle Bennet e dei loro corteggiatori, riesce a evocare, con tocchi sobri e precisi, l’intero, incantevole, penetrante quadro della provincia inglese alla fine del Settecento.


EMMA
Pubblicato per la prima volta nel 1815, Emma è l’ultimo romanzo che Jane Austen vide edito e, a giudizio unanime della critica, il suo capolavoro. La protagonista, Emma Woodhouse, è una giovane donna bella, ricca e intelligente; fglia della benestante borghesia inglese, diventa amica di Harriet Smith, una donna di ben diverse fortune. Ma Emma, senza tener conto della differenza di classe sociale, si ostina a voler trasformare l’amica in una donna di grande fascino, un essere costruito a sua immagine e somiglianza. E nel frattempo non esita a intrecciare un flirt con un giovanotto, Frank Churchill… Romanzo di grande complessità, costruito su un intreccio di storie e personaggi, Emma è tra le opere della Austen quello che ottenne fin dal suo apparire la maggior risonanza; un libro nel quale l’autrice raggiunge, pur all’interno di una struttura ancora settecentesca, uno stile di estrema eleganza e modernità.


RAGIONE E SENTIMENTO
Iniziato già nel 1795 con il titolo di Elinor and Marianne, Ragione e sentimento verrà pubblicato nel 1811 e, come gli altri maggiori romanzi della Austen, descrive le vicende di un’anima ingenuamente romantica che, attraverso l’esperienza, giunge a comprendere infine la realtà dell’esistenza. Protagonista sono le giovani sorelle Dashwood, Elinor, Marianne e Margaret che, alla morte del padre, vengono lasciate in ristrettezze economiche dall’avido fratellastro e sono costrette a ritirarsi e a vivere modestamente nel Devonshire. Qui conosceranno le pene e le gioie dell’amore, oltre alle difficoltà della vita quotidiana e, imparando a conciliare, appunto, la ragione con il sentimento, diventeranno donne. Attorno a questo processo di maturazione la Austen tesse una trama piena di grazia e ironia, in cui con la sua elegantissima prosa riesce ad analizzare e descrivere con straordinaria sottigliezza il contrasto e il dissidio tra istanze psicologiche e morali.

MANSFIELD PARK
Il mondo descritto da Jane Austen non varca mai i limiti della vita e degli ambienti da lei direttamente conosciuti, rinuncia ad avventurarsi nel fantastico o nell’ignoto. Eppure, il suo fine tocco ironico, la sua prosa elegante e fredda, la sottigliezza con cui analizza e descrive i conflitti tra esigenze morali e psicologiche conferiscono alla sua narrativa una non comune complessità e collocano l’autrice tra i più grandi nomi del romanzo inglese.








L’ABBAZIA DI NORTHANGER
La giovane Catherine Morland, in vacanza nella rinomata località di villeggiatura di Bath, si reca a visitare la sinistra abbazia di Northanger, rimanendo suggestionata al punto di confondere, progressivamente, fantasia e realtà. Divertita denuncia dei pericoli di un’acritica accettazione della letteratura, Northanger Abbey è al tempo stesso un’appassionata difesa della scrittura romanzesca che, da parodia dei falsi orrori propri della narrativa gotica, insensibilmente si muta in un romanzo di disincantato realismo le cui vicende mettono a nudo, con spietata eleganza, gli orrori autentici della realtà quotidiana. Pubblicato postumo agli inizi del 1818, ma pronto per la stampa nel 1803, Northanger Abbey è forse il più inconsueto tra i romanzi di Jane Austen, un raffinatissimo gioco intellettuale in cui realtà e immaginazione si affrontano riflettendosi l’una nell’altra, nell’apparente semplicità di una narrazione di straordinaria immediatezza.

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