A
cura di Lizy
L’11
Ottobre 2012 si è tenuto un evento straordinario, in diretta
streaming, per presentare un grande progetto ideato dall’amatissima
“madre” di Harry Potter, J.K. Rowling, che coinvolgerà ragazzi
in età scolastica, insegnanti e bibliotecari nella lettura
dell’opera prima dell’autrice. “A Virtual Author Visit” ha
visto la scrittrice inglese intervistata da Arthur A. Levine,
l’editore che ha curato la pubblicazione dei romanzi della Rowling
in America, nel luogo magico nel quale tutto è nato, Edinburgh,
città che artisti del calibro di Sir Arthur Conan Doyle, Robert
Louise Stevenson e la stessa Rowling hanno scelto come la propria
casa. Non a caso la prima parte de “Harry Potter e la pietra
filosofale” venne buttata giù proprio in un piccolo caffè della
città (n.d.a. secondo wikipedia "The Elephant House"
cafès), così che è quasi naturale indovinare la prima domanda
posta, ossia quanto la città abbia influenzato la stesura dei
romanzi. La Rowling risponde subito dicendo che “molti
episodi nei vari libri non sarebbero mai successi se io non fossi mai
stata ad Edinburgh. Quando stavo cercando un nome per un personaggio
particolarmente arrogante e irritante, il cui nome è Gilderoy, mi
trovai in una chiesa e lessi il cognome “Lockhart” (..), ed è
così che Gilderoy ha avuto il suo cognome. Ci sono tante piccole
cose da cui ho tratto ispirazione per nomi di persone o nomi di
strade, alcuni dettagli dei libri, ma devo dire che sono tante cose
sparse dovunque. È stato meraviglioso scrivere in una così bella
città, che ha così tanti coffe shop dove puoi sederti a scrivere, e
questo ha aiutato molto. Quando dico che le persone qui hanno davvero
molto rispetto per l’altrui privacy, dico la verità, perché ho
scritto Harry Potter nei caffè, anche quando cominciavo ad essere
riconosciuta”.
Inevitabile
poi il riferimento al fatto che sono passati cinque anni dall’uscita
di “Harry Potter e i doni della morte”, ultimo libro della saga,
ma le avventure del maghetto inglese continuano ad allietare le
giornate di tantissimi lettori in tutto il mondo, tanto che in
America è stato creato un Reading Club (un gruppo di lettura) per
chi si approccia per la prima volta alla lettura di “Harry Potter”,
un po’ come si sta facendo con la lettura interattiva su
Pottermore.
Ad
oggi sono state vendute 450 milioni di copie in 73 lingue, tanto che
ci si chiede a cosa sia dovuto il successo della saga: “Penso
che la gente si innamori prima di tutto dei personaggi, anche se la
magia è divertente e scoprire di questo mondo nascosto è
affascinante (…) soprattutto di Harry, Ron e Hermione”.
L’intervista
continua, e la Rowling ci rivela che ha sempre voluto essere una
scrittrice, che ha scritto il suo primo romanzo a sei anni e che, per
quanto non avesse un rigore logico, la cosa più importante fu che
riuscì a finirlo, perché “cominciare
una storia è la parte più facile, darle una conclusione non lo è
così tanto”.
Inoltre, si parla anche degli insegnanti che l’hanno incoraggiata
nel suo periodo scolastico, permettendole di leggere in pubblico i
suoi lavori e facendola sentire speciale. Una in particolare, Lucy
Sheperd, è stata quello che Silente è stato per Harry, dandole
lezioni di vita oltre quelle accademiche.
Tra
le parti che ritiene le sue preferite nel corso della saga, JK
annovera il momento in cui viene presentata al lettore Luna Lovegood,
oppure la scena del cimitero in “Harry Potter e il calice di
fuoco”.
La
parte più emozionante dell’incontro con questa spettacolare
autrice è sicuramente quella in cui sentiamo dalla sua stessa voce
un passo molto bello de “La pietra filosofale”, nel quale Harry
entra per la prima volta da Ollivander per “lasciarsi scegliere”
dalla sua bacchetta.
“Ho
dato ad Harry due amici molto diversi tra loro. Ron è il
divertimento, un amico leale, una persona molto “umana”, in
alcuni casi anche più di Harry, che ha lo spirito dell’eroe e si
estranea dal resto del mondo, mentre Ron ha un animo puro… Forse,
Ron è il ragazzo più realistico, quello che ha paura, quello che
dice “Dobbiamo fare questa cosa di nuovo?” ma che non si tira mai
indietro. (…) L’eroe poi deve avere qualcuno che sappia le cose
che gli servono nella battaglia. E per questo c’è Hermione.
Hermione è la conoscenza; è molto intelligente, e non solo conosce
mille cose, ma sa perfino dove reperire le informazioni che le
servono. Ma anche Hermione cresce nella sua avventura, impara ad
essere meno inflessibile, che non tutte le risposte si trovano sui
libri”.
Da
qui, un ragionamento sul realismo della saga, derivante dal modo in
cui si sviluppano le varie interazioni umane, senza perdere di vista
i conflitti, gli amori, l’amicizia di cui abbiamo parlato prima, le
antipatie e soprattutto, cosa più importante, le peripezie che
sconvolgono la vita dei protagonisti e che non sono altro che la
metafora perfetta degli ostacoli che si incontrano durante la vita.
Ecco perché si può parlare, oltre che di fantasy, di romanzo di
formazione.
Ed
ecco che si parla anche di Harry: “è
un personaggio complesso, spesso non il più amato dei libri per
ovvie ragioni, perché lui deve essere la persona alla ricerca di
qualcosa, e questo porta ad una doppiezza (nella sua personalità)
che non lo rende facile da amare. (…) È distaccato, e di certo
questa non è una qualità amabile in una persona, ma di solito chi
ha questa natura è più capace di altri di fare qualcosa”.
Ad ogni modo, l’autrice sente di essere molto più vicina a Ron,
che ha il suo stesso humor, piuttosto che agli altri personaggi.
JK
Rowling non ha mai smesso di amare la sua opera, che ha scritto in
diciassette anni, tanto che Pottermore è stato un bellissimo modo
per rivisitare l’intera storia, aggiungendovi particolari inediti,
come ad esempio la biografia di Remus Lupin.
Alla
fine dell’intervista si parla naturalmente dei progetti futuri di
JK Rowling, che dopo “The Casual Vacancy”, crede che tornerà
alla letteratura per ragazzi, perché crede sia il genere che le si
addice di più.
Chiudo
questo articolo con il botta-risposta più divertente:
Levine
:“Se
non fossi diventata una scrittrice, cosa avresti fatto?”
Rowling:
“Sarei
stata depressa!”.
Per
chi volesse vedere l’intervista integrale, potete visionarla qui
(http://hpread.scholastic.com/)
bellissimo articolo! e la Rowling, che dire: è sempre la migliore!! <3
RispondiEliminaGrazie, Sophie, sono contenta tu abbia apprezzato! :D
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