Trovo finalmente il momento per riesumare la rubrica in un giorno particolare, data di compleanno di uno dei migliori autori contemporanei del nostro paese. Prolifico e poliedrico scrittore, partigiano durante il periodo fascista, amico di personalità come Pavese (che considerò suo maestro) e Che Guevara, il libro di cui è autore è uno degli esempi nostrani più fulgidi di letteratura per ragazzi: un ragazzo di dodici anni decide, a metà del '700, di cominciare a vivere sugli alberi, dove resterà tutta la vita.
C'è bisogno di aggiungere altro? Parliamo de...
Il barone rampante
Il narratore ripercorre la lunga vicenda del fratello, Cosimo di Rondò, vissuto nella seconda metà del XVIII secolo a Ombrosa, in Liguria. Cosimo, per sfuggire a una punizione inflittagli dai suoi educatori, decide di salire su un albero per non ridiscendere mai più. Cosimo si costruisce un mondo aereo dove diversi personaggi della cultura e della politica (Napoleone compreso) lo vanno a trovare, testimoniandogli la loro ammirazione. Vive anche una tormentata storia d'amore con la volubile Viola. Cosimo muore vecchio, senza mai discendere in terra: ammalato, in punto di morte, si aggrappa alla fune di una mongolfiera e scompare mentre attraversa, così appeso, il mare.
Chi è l'autore?
Italo Calvino Nasce a Santiago de Las Vegas (Cuba) nel 1923. Studia al liceo Cassinis di Sanremo, avendo per compagno di banco il futuro direttore di "Repubblica", Eugenio Scalfari. Partecipa alla guerra partigiana, esperienza poi trasfusa in uno dei capisaldi della narrativa resistenziale, "Il sentiero dei nidi di ragno" (1947).
Successivamente, ha modo di lavorare con vari giornali e riviste, svolgendo anche attività di consulenza editoriale; inoltre, soggiorna a lungo in Francia.
Politicamente impegnato nel Partito Comunista Italiano, se ne dissocia dopo i fatti d’Ungheria; all’immobilismo del PCI nella circostanza, dedica il feroce apologo de "La Grande Bonaccia delle Antille", pubblicato nel 1957 su "Città aperta".
Tra le sue numerose opere narrative, meritano senz’altro menzione "Il visconte dimezzato" (1952), "Il barone rampante" (1957), "Il cavaliere inesistente" (1959), "La giornata di uno scrutatore" (1963), "Le cosmicomiche" (1965), "Ti con zero" (1968) "Le città invisibili" (1972), "Il castello dei destini incrociati" (1973), "Se una notte d’inverno un viaggiatore" (1979), "Palomar" (1983). Nel 1956, dà alle stampe una selezione di "Fiabe italiane", ricavate dai dialetti d’ogni regione; è, pure, autore d’un celebre libro per ragazzi, "Marcovaldo" (1963). In "Una pietra sopra" (1980), raccoglie numerosi interventi sul dibattito letterario dell’epoca; in "Collezione di sabbia" (1984), prose sparse concepite per particolari occasioni. Dal 1974, collabora per un lustro al "Corriere della Sera" con racconti, resoconti di viaggio, interventi sulla realtà politica e sociale del paese; dal ‘79, continua detta attività sulle colonne di "Repubblica", sino alla morte. Che lo coglie, nel 1985, mentre è ricoverato all’ospedale di Siena.
[Fonte: Italica.rai.it]
Calvino è uno di quegli autori che pur parlando ai ragazzi ammicca costantemente agli adulti, e lo dimostra, in questo caso, la sottile sensualità di Viola - oltre all'ovvia protesta contro la società e le convenzioni da essa imposta. Le avventure e le storie di pirati si amalgamano infatti a risvolti più maturi, partecipando agli intrecci quasi episodici della narrazione, dove ogni capitolo inizia e termina generalmente una storia a sé. Il barone rampante si presenta quindi come un collage di racconti, l'ideale per ragazzi poco attenti ai risvolti narrativi.
Come dicevo, però, il romanzo è pregno di un'impronta più sensuale, adulta, sottilmente ironica oltre che critica. L'amore tormentato tra Cosimo e Viola, la di lei prorompente personalità, i litigi e le riappacificazioni tradiscono una tensione sessuale evidente, talora persino esplicita e di certo singolare per un libro per ragazzi del 1957.
Ma la carica sensuale di Cosimo, che comunque non si consuma solo con Viola, rappresenta soltanto una parte (seppur a mio avviso importante) del personaggio del barone rampante, eroe della resistenza alle convenzioni e invidiabile libertino, laddove la parola vuole indicare anche una liberalità di costumi, di pensiero e di azioni.
Invidiabile davvero perché il sogno segreto dell'avventura -e del riuscire a svestirsi dalle restrizioni razionali -coinvolge i desideri più nascosti dell'uomo. E' facile identificarsi quindi in un personaggio come Cosimo, che non solo desidera dire addio alla società, ma ci riesce anche. La sua storia, bella e piacevole come il finale, coerente fino all'ultimo per il personaggio, coinvolge allora in prima persona il lettore, che insieme alla curiosità di scoprirne gli sviluppi ritrova il lato più fanciullesco di se stesso.
Il brano
Dato che, come avrete capito, i miei capitoli preferiti sono quelli dell'amore tra Cosimo e Viola, vi riporto uno di questi brani.
Pene d'amore*
Lui per esempio: - Con Gian dei Brughi leggevo romanzi, col Cavaliere facevo progetti idraulici...
- E con me?...
- Con te faccio l’amore. Come la potatura, la frutta...
Lei taceva, immobile. Subito Cosimo s’accorgeva d’aver scatenato la sua ira: gli occhi le erano improvvisamente diventati di ghiaccio.
- Perché, cosa c’è. Viola, cos’ho detto?
Lei era distante come non lo vedesse né sentisse, a cento miglia da lui, marmorea in viso.
- Ma no. Viola, cosa c’è, perché, senti...
Viola s’alzava ed agile, senza bisogno di aiuto, si metteva a scendere dall’albero.
Cosimo non aveva ancora capito qual era stato il suo errore, non era riuscito ancora a pensarci, forse preferiva non pensarci affatto, non capirlo, per proclamare meglio la sua innocenza: - Ma no, non m’avrai capito. Viola, senti...
La seguiva fin sul palco più basso: - Viola, non te ne andare, non così. Viola...
Lei ora parlava, ma al cavallo, che aveva raggiunto e slegava; montava in sella e via.
Cosimo cominciava a disperarsi, a saltare da un albero all’altro. - No, Viola, dimmi. Viola!
Lei era galoppata via. Lui per i rami l’inseguiva:
- Ti supplico. Viola, io ti amo! - ma non la vedeva più. Si buttava sui rami incerti, con balzi rischiosi.
- Viola! Viola!
Quand’era ormai sicuro d’averla persa, e non poteva frenare i singhiozzi, eccola che ripassava al trotto, senza levar lo sguardo.
- Guarda, guarda. Viola, cosa faccio! - e prendeva a dar testate contro un tronco, a capo nudo (che aveva, per la verità, durissimo).
Lei nemmeno lo guardava. Era già lontana.
Cosimo aspettava che tornasse, a zig-zag tra gli alberi. - Viola! Sono disperato! - e si buttava riverso nel vuoto, a testa in giù, tenendosi con le gambe a un ramo e tempestandosi di pugni capo e viso. Oppure si metteva a spezzar rami con furia distruttrice, e un olmo frondoso in pochi istanti era ridotto nudo e sguernito come fosse passata la grandine.
Mai però minacciò di uccidersi, anzi, non minacciò mai nulla, i ricatti del sentimento non erano da lui. Quel che si sentiva di fare lo faceva e mentre già lo faceva l’annunciava, non prima.
A un certo punto Donna Viola, imprevedibilmente Com’era entrata nell’ira, ne usciva. Di tutte le follie di Cosimo che pareva non l’avessero sfìora-
ta, una repentinamente l’accendeva di pietà e d’amore. - No, Cosimo, caro, aspettami! - e saltava di sella, e si precipitava ad arrampicarsi per un tronco, e le braccia di lui dall’alto erano pronte a sollevarla.
L’amore riprendeva con una furia pari a quella del litigio. Era difatti la stessa cosa, ma Cosimo non ne capiva niente.
- Perché mi fai soffrire?
- Perché ti amo.
Ora era lui ad arrabbiarsi: - No, non mi ami! Chi ama vuole la felicità, non il dolore.
- Chi ama vuole solo l’amore, anche a costo del dolore.
- Mi fai soffrire apposta, allora.
- Sì, per vedere se mi ami.
La filosofia del Barone si rifiutava d’andar oltre. - Il dolore è uno stato negativo dell’anima.
- L’amore è tutto.
- Il dolore va sempre combattuto.
- L’amore non si rifiuta a nulla.
- Certe cose non le ammetterò mai.
- Sì che le ammetti, perché mi ami e soffri.
*= il titolo del brano è ovviamente arbitrario
il primo libro che ho letto di Italo calvino e che mi ha fatto innamorare di questo autore anche se quello che preferisco è Il cavaliere inesistente!!!
RispondiEliminaPensa che è l'unico che ho letto di Calvino, prima o poi rimedio!
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