«Un concorso che spezza lo stilema dello scrivente da
cameretta, da bacheca. Qui si deve alzare il culo dalla sedia e abbandonare la
gloria tutta personale e tutta effimera che rimanda un monitor. Qui ci si deve
offrire, faccia a faccia. Qui, in questo confronto che è 8x8, resta solo il
talento, finalmente.»
Emanuele Tonon, autore de Il nemico e La luce prima
«8x8 è il modo migliore per vedere cosa bolle nella
scrittura e immaginarsi cosa arriverà.» Paolo Giordano, autore de La solitudine
dei numeri primi e Il corpo umano
A cura di Miki
Essere scrittori esordienti è spesso una professione difficile: quali sono i migliori canali per proporre i propri lavori alle case editrici e farsi conoscere dal pubblico piccolo o grande che sia? In Italia esistono molti concorsi letterari, alcuni famosi, altri meno, altri ancora alla portata di tutti. Il concorso 8x8, nato nel 2008 da un'idea di Oblique Studio, è invece qualcosa di unico nel panorama letterario italiano: si propone infatti di spezzare le barriere tra editori ed autori e dare a questi ultimi la possibilità di avere un confronto diretto e costruttivo con gli addetti ai lavori senza nessuna quota di partecipazione.
Come avviene questo? Otto concorrenti per serata hanno a disposizione otto minuti per leggere i propri racconti davanti ad una giuria di qualità e ad una popolare: dopodiché inizia la votazione ma anche un prezioso dialogo tra votato e votanti tra consigli, critiche e valutazioni. In questi otto minuti si ha inoltre la possibilità di capire meglio lo scrittore, il suo universo e soprattutto l'anima del racconto che, letto dal suo autore, esprime tutte le sue sfumature nascoste. A conferma della validità del progetto 8x8, molti dei partecipanti sono stati notati e hanno ora in mano un contratto di pubblicazione. Leonardo Luccone, fondatore dell'agenzia letteraria Oblique, ci ha parlato del concorso 8x8 e di tutte le iniziative correlate, tra cui la raccolta di racconti Si sente la voce (pp. 240 - euro 14,00), uscito per CartaCanta a settembre, che racchiude quattro anni di narrazioni.
Buonasera Leonardo. Potrebbe presentarci il concorso letterario 8x8? In particolare vorremmo sapere qualcosa di più sulla sua genesi, gli obiettivi che si pone e cosa offre agli eventuali vincitori.
Il concorso 8x8 è un progetto ideato da Oblique Studio nel 2008. Si può dire che sia nato dalla convergenza di due nostre passioni: quella per il racconto, una forma di narrativa generalmente considerata seconda al romanzo, e quella per lo scouting di voci nuove. È un concorso aperto a tutti gli aspiranti scrittori che abbiano voglia di mettersi in gioco: per partecipare è necessario inviarci un racconto di 8000 battute, tema libero, essere selezionati da un comitato di lettura e, una volta scelti per una delle cinque serate, salire su un palco e leggere il proprio racconto ad alta voce in otto minuti davanti a una giuria di qualità, formata da professionisti del settore (editor, editori, giornalisti, scrittori affermati eccetera), e davanti al pubblico. I vincitori di ogni serata arrivano alla finale nazionale in programma ogni anno al Salone internazionale del libro di Torino, che decreterà il vincitore dell’edizione. Il nostro principale obiettivo è quello di scovare, appunto, voci nuove interessanti, oltre a quello di divertirci. I premi in palio per i vincitori di ogni serata sono dei libri messi a disposizione dalla casa editrice madrina della serata, un numero di «Watt» (la rivista-libro di Oblique e Ifix) e soprattutto la possibilità di essere ascoltati e farsi notare.
Cosa lo differenzia dagli altri concorsi che si svolgono nel panorama letterario italiano e perché lo consiglierebbe ad un giovane esordiente?
Di diverso rispetto agli altri concorsi letterari c’è soprattutto la possibilità per l’autore di avere un confronto diretto e costruttivo con gli addetti ai lavori, in particolare con gli editori. Questo concorso abbatte le barriere che ci sono tra autori e editori, permette un dialogo che altrimenti, con la mole dei manoscritti che arrivano nelle varie case editrici, difficilmente ci sarebbe. Lo consiglierei proprio per questo. Inoltre, un altro aspetto fondamentale che lo differenzia da molti altri concorsi è il fatto che non c’è una quota di partecipazione.
Siamo giunti alla quinta edizione: come è cresciuto il progetto 8x8 e in cosa è cambiato con il passare del tempo sia nell'organizzazione che nella partecipazione dei ragazzi? È stato difficile iniziare?
L’inizio è stato complicato ma neanche troppo. Gli aspiranti scrittori sono davvero tanti, basta dare il là e ti sommergono con i loro lavori. Quindi direi che di racconti ne abbiamo ricevuti tantissimi fin dalla prima edizione. Con gli anni abbiamo affinato tante cose, il meccanismo dei voti (dando un peso maggiore alla giuria di qualità rispetto a quella popolare per evitare che gli autori si portassero dietro troppi amici), le serate si sono fatte più coinvolgenti e vive, il contatto con i professionisti del settore più dinamico e proficuo, e abbiamo aggiunto di volta in volta una novità, come il fatto che ogni serata viene aperta da uno scrittore affermato che legge un racconto o un estratto di un romanzo inedito, o come le trasferte in città diverse da Roma dove il concorso è nato (abbiamo fatto serate a Firenze e a Milano, oltre che a Torino ovviamente)… La prima edizione è stata un esperimento, e da quella edizione si sono messi in evidenza quattro o cinque autori che in seguito hanno firmato un contratto editoriale; questa cosa ha spinto molti altri aspiranti scrittori a partecipare alla seconda, poi alla terza e alla quarta.
8x8 è un torneo letterario dove gli scrittori si affrontano faccia a faccia leggendo davanti alla giuria il proprio racconto: in questo modo si può conoscere meglio anche l’autore. Cosa c’è alla base di questa idea? Crede che esista un rapporto speciale tra lo scrittore e la propria creazione e che questo legame possa essere espresso solo attraverso la lettura diretta dell’opera? L’eventuale magia che si crea tra scrittore e racconto influenza la vostra scelta?
La lettura del proprio racconto è importante perché può far uscire l’anima del racconto stesso, al di là della qualità letteraria del testo. Nella votazione si tiene conto anche della lettura, certo, si può rimanere colpiti non solo dalla storia o dallo stile, ma anche da altri dettagli, da un passaggio letto in un certo modo, per esempio; a volte una storia cambia se la senti leggere da chi l’ha creata.
Parliamo di una serata di 8x8. Che rapporto si crea tra i partecipanti? Vengono dispensati consigli e c’è uno scambio di esperienze tra la giuria di qualità e gli scrittori?
Come dicevo prima, alla fine di ogni lettura la giuria di qualità esprime un voto che poi commenta e giustifica, senza filtri, con suggerimenti, critiche costruttive, analisi di alcuni passaggi, interventi tecnici e di pancia. In quel momento si apre un dialogo tra lo scrittore e la giuria, a volte anche animato, specie se il giudizio non è troppo positivo. Ci sono stati casi in cui c’è chi si è offeso, ma il più delle volte sono nate belle discussioni e gli scrittori hanno poi fatto tesoro dei consigli e delle critiche. In genere le serate sono molto piacevoli e si crea una bella atmosfera anche tra i partecipanti, che si sostengono e si applaudono e si votano (eh, sì, anche gli scrittori stessi possono far parte della giuria popolare).
All’inizio di ogni serata di 8x8 uno scrittore affermato legge una sua opera: quali saranno gli scrittori affermati scelti per questa quinta edizione?
Sono ancora da definire. Ci saranno sorprese.
Oltre alla fornitura dei libri in premio, come partecipano le case editrici al concorso?
Ogni casa editrice fa parte, con un paio di membri, della giuria di qualità. Spesso c’è l’editore e un editor o un redattore. E poi, oltre i libri, la casa editrice porta un suo scrittore che legge in apertura un brano inedito. Gli editori che chiamiamo sono sempre felici di partecipare perché anche per loro può essere un’occasione d’oro, possono fare scouting a costo zero.
Alcuni dei partecipanti di 8x8 hanno ottenuto un contratto di pubblicazione: si parla in questo caso quindi di scouting editoriale. Una volta terminato il concorso ci può spiegare cosa avviene?
Dopo 8x8 le possibilità ci sono realmente. Noi, per esempio, che siamo anche agenzia letteraria, siamo molto coinvolti in questo senso. E infatti, dopo il concorso, di solito ci mettiamo in contatto con gli autori che più ci hanno colpito e ci sembrano interessanti. Molti di loro hanno pubblicato sulla nostra rivista-libro «Watt», altri li rappresentiamo (tra cui Paolo Piccirillo, Ivan Polidoro), e altri li rappresenteremo e li porteremo a pubblicazione.
Riguardo alla prima raccolta di racconti 8x8: in base a cosa sono stati scelti? Come è stato organizzato il volume? Come mai la scelta del titolo Si sente la voce?
L’idea di pubblicare una raccolta con i migliori racconti del concorso è sempre stata parte integrante del progetto 8x8. Abbiamo trovato un editore di Forlì interessato, CartaCanta, e l’abbiamo realizzato. Oltre ai racconti finalisti dei quattro anni abbiamo raccolto un buon numero di racconti validi di ogni edizione, quelli che più ci piacevano, per un totale di 42 racconti. Li abbiamo divisi per anno, in ordine alfabetico, senza un filo conduttore. La lettura dell’autore è la peculiarità del concorso e infatti lo slogan di 8x8 è: “Il concorso dove si sente la voce”, da qui il titolo del volume. La voce che dà corpo al racconto.
Cosa state progettando per il futuro del concorso?
Ci sarà qualche novità, cambieranno le case editrici madrine, ma la formula rimane la stessa. Siamo alla ricerca di uno sponsor.
Con la sua esperienza nel settore cosa si sente di consigliare ad un giovane che volesse intraprendere la carriera di scrittore?
Di leggere tanta narrativa, di avere dei maestri.
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