giovedì 11 ottobre 2012

Mo Yan vince il Premio Nobel 2012 per la Letteratura




Non parlare”: durante la Rivoluzione culturale cinese, anche una sola parola fuori posto poteva significare la morte. È forse per questo che lo scrittore Guan Moye ha deciso di tener legato a sé il filo rosso della storia cinese cambiandoil proprio nome per il mondo letterario in Mo Yan, da oggi accompagnato sui maggiori motori di ricerca dalla descrizione “premio Nobel 2012 per la Letteratura”.
Classe 1955, studente, allevatore e poi soldato, lo scrittore conosciuto per il suo romanzo “Sorgo rosso”  (“Hong gaoliang jiazu”), dai cui primi due capitoli ha tratto la sceneggiatura per l’omonimo film di Zhāng Yìmóu vincitore dell'Orso d'Oro al Festival di Berlino nel 1988, ha stregato l’Accademia Svedese che lo ha ritenuto degno del riconoscimento “per il suo magico realismo che mescola racconti popolari, storia e contemporaneità”.
Il prestigioso premio torna in Cina a dodici anni da quello conferito a Gao Xingjian, drammaturgo naturalizzato francese (dopo l’asilo politico ottenuto nel 1986 come perseguitato), che però non ha mai tenuto un basso profilo nella critica alla società della sua patria originaria come il suo connazionale Mo Yan, la cui vittoria ha suscitato non poche polemiche, non ultima quella che vede la sua vittoria un “atto dovuto” dopo la candidatura del 2010, quando il premio venne assegnato a Mario Vargas Llosa.
L’intera opera romanzesca di Mo Yan consta di tredici romanzi, di cui sei ancora inediti in Italia e uno censurato in patria per i suoi contenuti crudi (“Grande seno, fianchi larghi”).
I romanzi tradotti in italiano sono sette, tutti editi Einaudi:
  • “Sorgo rosso” (1994);
  • “L'uomo che allevava i gatti e altri racconti” (1997);
  • Grande seno, fianchi larghi (2002);
  • Il supplizio del legno di sandalo (2005);
  • Le sei reincarnazioni di Ximen Nao (2009);
  • Cambiamenti (2011).

Nel 2013 uscirà anche “Le Rane”, come annunciato dalla casa editrice Einaudi sul suo sito ufficiale,

che è costato all’autore cinese dieci anni di lavoro e molte polemiche. Perché con questo nuovo testo a metà tra romanzo epistolare e piéce drammatica, Mo Yan tocca il tema delicatissimo delle politiche demografiche in Cina. “Le rane” è uno splendido, conturbante ritratto di una donna la cui vita attraversa e definisce la storia della Cina di oggi. Le sue scelte, le sue decisioni sono complesse, controverse, spesso discutibili: perché complesso e sofferto è il giudizio di Mo Yan sul suo Paese”.

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