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Io per te farei quasi tutto. Per te morirei. E lo sai. Ma uccidere
un’altra persona, un innocente? E se fossero molte vite innocenti?
O magari il mondo intero? È davvero amore, questo?
L’amore
non è morale o immorale. È amore e basta."
Per
gli amanti degli “Shadowhunters” che hanno reso famosa Cassandra
Clare nel mondo dell’Urban Fantasy, esce oggi in libreria il
quinto capitolo della saga “The mortal instrument”,
“Shadowhunters.Città delle anime perdute” (17,00 euro pagg. 552,
Mondadori). Com'è noto, la saga è preceduta da un’altra trilogia
prequel “The infernal devices" ( Shadowhunters. Le origini), che
abbiamo potuto apprezzare in Italia con i titoli “Shadowhunters Le
Origini.L’Angelo” nel 2011 e “Shadowhunters Le Origini.Il
Principe” ,uscito pochi mesi fa.
Come sempre, le edizioni italiane dei libri di Cassandra Clare sono accompagnate da grandi critiche riguardanti la copertina (e, aggiungo io, per quella simpatica citazione di Stephanie Meyer perennemente stampata in cima) che questa volta condivido pienamente sebbene la cover originale non susciti il mio entusiasmo. E' risaputo tuttavia che le ripetute lamentele e i numerosi appelli non abbiano dissuaso la Mondadori dal riproporre le proprie personali -e poco apprezzate- versioni, complice forse una coerenza editoriale che però danneggia la saga.
Preceduto
da “Shadowhunters.Città degli angeli caduti”, uscito lo scorso
anno, in questo nuovo episodio Lilith è stata distrutta ma Jace, che
la madre di tutti i demoni aveva tenuto prigioniero per raggiungere i
suoi obiettivi, è scomparso insieme a Sebastian, il figlio di
Valentine, il quale ha la ferrea intenzione di annientare tutti gli
shadowhunters.
Quando
Clary ritrova Jace, si rende conto che qualcosa in lui è cambiato:
Lilith ha legato Jace per sempre a Sabastian e non è possibile
uccidere l’uno senza ferire l’altro.
Clary
farà di tutto per salvare la vita a Jace e, di conseguenza, chi
lotterà per preservare il futuro degli Shadowhunters?
Nel
frattempo sono già cominciate le riprese a Toronto della versione
cinematografica del primo capitolo della saga “Shadowhunters –città
di ossa-”, di cui potete trovare tutte gli aggiornamenti nel blog
http://themortalinstrumentsitalia.wordpress.com.
L’uscita nelle sale, prevista per l’estate 2013, è senz'altro
trepidamente aspettata dai fan, che sin dall'inizio hanno tifato,
incoraggiato o deprecato la scelta degli attori che avrebbero
composto il cast. Dopo tante ipotesi la scelta è infine caduta su
Lena
Headey (nella
parte di Jocelyn Fray) ,
Jemina West (Isabelle),
Godfrey
Gao
(Magnus), Jonathan
Rhys Meyers
(Valentine), Robert
Sheehan
(Simon), Aidan
Turner
(Luke), Jared
Harris (
Hodge Starkweather),
CCH Pounder (Madame
Dorothea),
Kevin Durand (Pangborn),
Robert Maillet (Blackwell
),
Kevin Zegers
(Alec), Lily
Collins (Clary)
e Jamie
Campbell Bower
(Jace).
Lilith, madre di tutti i demoni, è stata distrutta. Ma quando gli Shadowhunters arrivano a liberare Jace, che lei teneva prigioniero, trovano soltanto sangue e vetri fracassati. E non è scomparso solo il ragazzo che Clary ama, ma anche quello che odia, suo fratello Sebastian, il figlio di Valentine. Un figlio determinato a riuscire dove il padre ha fallito e pronto a tutto per annientare gli Shadowhunters. La potente magia del Conclave non riesce a localizzare né l'uno né l'altro, ma Jace non può stare lontano da Clary. Quando si ritrovano, però, Clary scopre che il ragazzo non è più la persona di cui si era innamorata: in punto di morte Lilith lo ha legato per sempre a Sebastian, rendendolo un fedele servitore del male. Purtroppo non è possibile uccidere uno senza distruggere anche l'altro. A chi spetterà il compito di preservare il futuro degli Shadowhunters, mentre Clary sprofonda in un'oscura furia che mira a scongiurare a ogni costo la morte di Jace? Amore. Peccato. Salvezza. Morte. Quale prezzo è troppo alto per l'amore? Di chi ci si può fidare, quando peccato e salvezza coincidono? Ma soprattutto: si possono reclamare le anime perdute?
è nata a Teheran e ha vissuto i primi anni della sua vita in
giro per il mondo con la famiglia. Dopo aver lavorato come
giornalista tra Los Angeles e New York, ora si è fermata a Brooklyn,
dove scrive i suoi libri nei caffé e nei ristoranti perché a casa
si distrae
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