lunedì 8 ottobre 2012

Path for Wonderland: capitolo 7 e terza prova tra Campoca





Buonasera giocatori di Path for Wonderland, siamo già arrivati alla terza prova tra Campoca! Anche questa volta sarà essenziale -forse particolarmente di più- la collaborazione e coesione di gruppo. Quindi bando alle ciance, leggiamo il settimo capitolo e poi passiamo al gioco! 


CAPITOLO 7



UN TE' DA PAZZI

Davanti alla casasotto un albero pieno di fogliec'era una tavola apparecchiata per il tè. Accanto a essa stavano seduti la Lepre Marzolina e il Cappellaio. In mezzo a loro due si trovava un Ghiroche dormiva a più non posso. La Lepre e il Cappellaiomentre parlavanotenevano le braccia poggiate sulla testa del Ghiro. "Non è molto comodo per il Ghiro" pensò Alice. "Però dorme e può darsi che non ci faccia caso".

La tavola era assai grandema i tre strani commensali si erano ammassati tutti in un angolo.

"Non c'è posto! Non c'è posto!" gridarono subito ad Alicequando la videro arrivare.

"E' PIENOdi posto!" rispose Alice indignata. Poiquasi per dispettosi sedette su una bella poltrona vuota all'altra estremità della tavola.

"Vuoi un po' di vino?" disse allora con un tono quasi incoraggiante la Lepre Marzolina.

"Non vedo vino" osservò Alice. Infatti aveva guardato sulla tavola e non aveva visto altro che tè.

"Non ce n'èinfatti" disse la Lepre.

"Allora non è stato gentile da parte tua offrirmelo" disse Alice arrabbiata.

"Non è stato gentile neppure da parte tua sederti senza essere stata invitata" rispose pronta la Lepre Marzolina.

"Non sapevo che fosse la VOSTRA tavola" disse Alice. "E' apparecchiata per più di tre persone!" "I tuoi capelli avrebbero bisogno di una sforbiciata" disse il Cappellaio dopo aver osservato Alice per un pezzo e con molta curiosità. Erano le sue prime parole.

"Non si fanno appunti alle persone" disse Alice severa. "E' cattiva educazione." A sentir questo il Cappellaio spalancò gli occhi. Era meravigliatoma le sole parole che disse furono: "Perché un Corvo assomiglia a uno scrittoio?" "Ecco ora ci sarà da divertirsi!" pensò Alice. "Sono contenta che mi facciano gli indovinelli". E aggiunse forte: "Credo di saperlo..." "Vuoi dire che credi di poter trovare la risposta?" domandò la Lepre Marzolina.

"Proprio così" rispose pronta Alice.

"Allora dimmi subito quello che credi " riprese la Lepre.

"Come volete" rispose in fretta Alice. "Vi dico quello che credo...

perché io quello che credo dico... è la stessa cosa".

"Non è per niente la stessa cosa!" esclamò il Cappellaio. "Vorresti forse sostenere che la frase "vedo quello che mangio" ha lo stesso significato di "mangio quello che vedo"?" "O vorresti sostenere" proseguì la Lepre Marzolina "che la frase "mi piace quello che prendo" ha lo stesso significato di "prendo quello che mi piace"?" "E vorresti forse sostenere" concluse il Ghiro (il quale sembrava che parlasse dormendo) "che la frase "respiro quando dormo" ha lo stesso significato di "dormo quando respiro"?" "Per te è la stessa cosa!" disse il Cappellaio. E a questo punto la conversazione finì e tutti restarono in silenzio per un minutomentre Alice si sforzava di ricordare più cose che fosse possibile dei corvi e degli scrittoi. Ma non erano molte.

Il primo a rompere il silenzio fu il Cappellaio. "Che giorno del mese è oggi?" domandò rivolto ad Alice. Aveva tirato fuori dal taschino l'orologio e lo guardava inquietoscuotendolo di tanto in tanto e portandoselo all'orecchio.

Alice esitò per un attimo e poi rispose: "Il quattro".

"E' indietro di due giorni!" sospirò il Cappellaio. E guardando di traverso la Lepre Marzolina aggiunse: "Te l'avevo detto che il burro non è buono per aggiustare gli orologi!" "Ma era burro del MIGLIORE!" rispose la Lepre con tono di scusa.

"Sìsìma devono esserci scivolate dentro anche delle briciole" borbottò il Cappellaio. "Non avresti dovuto spalmare il burro sull'orologio col coltello del pane".

La Lepre Marzolina prese l'orologio e l'osservò avvilita. Poi lo infilò nella sua tazza di tèlo trasse fuori di nuovotornò a guardarloma non seppe far altro che tornare alla prima osservazione.

E ripeté: "Eppure era burro del MIGLIORE".

Alice aveva seguito tutta la scena ed era molto incuriosita. "Che strano orologio!" esclamò. "Segna i giorni del mese e non le ore!" "E perché dovrebbe segnarle?" borbottò il Cappellaio. "Il TUO orologioper casosegna gli anni?" "Naturalmente no!" rispose pronta Alice. "Se fosse cosìresterebbe immobile nella stessa posizione per un mucchio di tempo!" "Proprio come fa IL MIO!" disse il Cappellaio.

Alice era molto imbarazzata. Il discorso del Cappellaio era tutto privo di sensoanche se le sue parole sembravano abbastanza chiare.

"Non capisco bene" disse col tono più gentile possibile.

"Eccoil Ghiro s'è addormentato un'altra volta" disse il Cappellaio.

E gli versò un po' di tè bollente sul naso.

Il Ghiro scosse la testa seccato esenza neppure aprire gli occhidisse: "Naturalmentenaturalmente; è proprio quello che stavo per dire".

"Hai risolto il mio indovinello?" domandò allora il Cappellaiorivolgendosi di nuovo ad Alice.

"Noci rinuncio" rispose Alice. "Qual è la risposta?" "Non ne ho la più piccola idea" disse il Cappellaio.

"E io neppure" ribadì la Lepre Marzolina.

Alice ebbe un sospiro di sconforto: "Mi pare che dovreste spendere meglio il vostro tempoinvece di starvene a proporre indovinelli che non hanno risposta".

"Se tu conoscessi il Tempo come me"rispose il Cappellaio "non parleresti di perdere LUI. E' LUI che è così".

"Non capisco" disse Alice.

"Naturale che non capisci!" disse il Cappellaioscuotendo la testa con aria sprezzante. "Scommetto che non hai mai parlato col Tempo!" "Non mi pare"rispose Alice prudentemente. "Ma so che quando studio musica debbo batterlo".

"Ora capisco!" disse il Cappellaio. "Ma lo saialmenoche lui non sopporta di essere battuto? Se tu riuscissi a restare in buon accordo con luiti farebbe con l'orologio tutto quello che desideri tu. Per esempio: supponi che siano le nove del mattinol'ora in cui devi cominciare le lezioni. Eccobasterebbe che tu mormorassi una parolina al Tempo e in un attimo sarebbero già le dodici e mezzol'ora del pranzo!" ("Magari fosse l'ora del pranzo!" mormorò tra sé la Lepre Marzolina).

"Sarebbe bello davvero" disse Aliceassorta. "Però se fosse così...

potrei non aver fame..." "Al principio forse no" disse il Cappellaio. "Però potresti fermare l'orologio sulle dodici e mezzo finché ti piace".

"Fate così voi?" domandò Alice.

Il Cappellaio scosse la testa tristemente. "Noio no purtroppo" sospirò. "Abbiamo litigato lo scorso marzoproprio prima che lei diventasse matta" (e indicò la Lepre col suo cucchiaino). "Fu al concerto della Regina di Cuori. Io dovevo cantare:

Zittozittopipistrellocorri avvolto in un mantello!

Conosci questa canzone?" "L'ho sentitami pare" rispose Alice.

"Non è ancora finita" riprese il Cappellaio. "Continua così:

Zittozittolungo il mondo vola e gira in girotondo".

In quell'istante il Ghiro si scosse esempre dormendocominciò a cantare: "Zittozittopipistrello". E continuò a cantarecontinuò tanto che la Lepre e il Cappellaio dovettero dargli un pizzicotto per farlo tacere.

"Insommaavevo appena finito la prima strofa"riprese il Cappellaio "quando la Regina saltò in piedi e si mise a urlare: "Sta assassinando il Tempo! Tagliategli la testala testa!"" "Ma com'è crudele!" esclamò Alice.

"Da allora"concluse il Cappellaio con voce smorzata "il Tempo non vuol fare più niente di ciò che gli chiedo. Così per me sono sempre le sei del pomeriggio".

A questo punto Alice si rese conto di tutto chiaramente: "E' per questo che avete apparecchiato per il tè?" domandò.

"Appunto per questo" rispose il Cappellaio con un sospiro. "E' sempre l'ora del tè e non abbiamo neppure un po' di tempo per lavare le posate".

"Allora vi spostate in giro per il tavolovia via che lo sporcate" disse Alice.

"Esattamente" rispose il Cappellaio appena le posate sono state usate.

"E quando dovete ricominciare il giro?" provò a chiedere Alice.

"Meglio cambiar discorso" interruppe la Lepre sbadigliando. "Sono stufa di sentir parlar di questo. Propongo che la signorina ci racconti una storia".

"Mi dispiacenon ne conosco nessuna" disse Alice con voce allarmata a tale proposta.

"Allora ce ne racconterà una il Ghiro!" gridarono insieme la Lepre e il Cappellaio. Poi cominciarono a pizzicarlo da tutte le parti:

"SvegliaGhiro!" gridavano.

Il Ghiro aprì gli occhi con aria pigra: "Non dormivo" disse con voce roca e debole. "Ho sentito tutto quello che avete detto".

"Raccontaci una storia!" disse la Lepre Marzolina.

"Sì per favore raccontala!" supplicò Alice.

"Raccontala subito altrimenti ti riaddormenti prima di finirla" aggiunse il Cappellaio.C'erano una volta tre sorelline cominciò il Ghiro in tutta fretta "che si chiamavano Elsi Tilli e Luisa e vivevano in fondo a un pozzo..." .

"E che cosa mangiavano?" domandò Alice la quale era sempre molto interessata a questo problema.

"Mangiavano melassa" rispose il Ghiro dopo aver esitato un po'.

"Ma non potevano!" esclamò pronta Alice sforzandosi però d'essere gentile. "Si sarebbero ammalate".

"Infatti lo erano" disse il Ghiro. "Erano MOLTO ammalate".

Alice provò allora a immaginare come le tre sorelline potessero vivere in un modo tanto insolito. Però non riusciva a immaginarselo e finì per confondersi. Alla fine dovette domandare di nuovo: "Ma perché abitavano in fondo a un pozzo?" "Prendi un altro po' di tè" disse ad Alice la Lepre Marzolina con un tono molto premuroso.

"Non ne ho ancora avuto" rispose lei offesa. "Perciò non posso prenderne un altro po'".

"Vorrai dire che non puoi prenderne DI MENO" disse il Cappellaio. "Ma prenderne PIU' di niente è molto facile".

"Nessuno ha chiesto la TUA opinione" rispose Alice.

"Chi è adesso che fa appunti alle persone?" disse il Cappellaiocon aria di trionfo.

Alice non seppe come rispondere e pensò che avrebbe fatto meglio a versarsi del tè e a prendere un po' di pane e burro. Poi si rivolse al Ghiro e ripeté la sua domanda: "Perché abitavano in fondo a un pozzo?" Prima di rispondereil Ghiro lasciò passare ancora qualche secondo per pensarci supoi disse: "Era un pozzo di melassa".

"Ma se non ne esistono!" osservò Alice arrabbiata.

Allora il Cappellaio e la Lepre le fecero "Ssst! Ssst!" e il Ghiro disse con aria seccata: "Se non sai essere civile sarà meglio che la storia te la finisci da sola!" "Noti pregocontinua" disse Alice. "Non voglio più interromperti.

Ammettiamo che ne esista UNO".

"Altro che uno!" esclamò il Ghiro indignato. Poi continuò: "Queste tre sorelline... impararono a tirar fuori..." "Che cosa?" disse Aliceche aveva già dimenticato la promessa.

"La melassa" disse il Ghiro. E questa volta non ebbe esitazioni.

"Vorrei una tazza pulita" interruppe il Cappellaio. "Spostiamoci tutti di un posto".

Non appena ebbe finito di parlare egli si spostò e il Ghiro lo seguì.

La Lepre Marzolina fece altrettanto portandosi al posto del Ghiro e Alice a malincuore prese il posto della Lepre Marzolina. Il solo ad avvantaggiarsi del cambiamento fu il Cappellaio. Alice invece si trovò molto peggio soprattutto perché la Lepre Marzolina aveva rovesciato molto latte nel suo piatto.

Alice non desiderava offendere di nuovo il Ghiro e perciò riprese molto cautamente: "Non ho capito bene. Da dove tiravano fuori la melassa?" "Se da un pozzo d'acqua si tira fuori l'acqua"disse il Cappellaio "è chiaro che da un pozzo di melassa si tira fuori la melassa - eh stupida?" "Ma erano DENTRO al pozzo!" disse Alice rivolta al Ghiro e facendo finta di non aver udito l'insulto del Cappellaio.

"Certo che c'erano e ci stavano bene" disse il Ghiro.

Questa risposta confuse tanto la povera Alice che lasciò il Ghiro continuare il suo racconto senza altre interruzioni da parte sua.

"Imparavano a tirar fuori"continuò il Ghiro sbadigliando e stropicciandosi gli occhi perché aveva molto sonno e tiravano fuori cose d'ogni genere... tutte cose che cominciano per M...Perché quelle che cominciano per M...?domandò Alice.

"E perché no?" disse la Lepre.

Alice restò zitta.

Intanto il Ghiro aveva chiuso gli occhi e s'era addormentato. Allora il Cappellaio gli dette un pizzicotto e il Ghirocon un grido di dolore riprese: "...tutte le cose che cominciano per M come manomisuramelamemoriamoltissimo... per esempio noi spesso diciamo:

"molto moltissimo"... avete mai visto tirar fuori da un pozzo qualcosa come "molta moltissimo"?" "Veramente adesso che me lo chiedi non ricordo... " disse Alice che era sempre più confusa.

"Allora non dovresti mai parlare" disse il Cappellaio.

Una tale scortesia andava oltre ogni misura. Alice non poteva più sopportarla perciò si alzò indignata e fece per andarsene.

Il Ghiro ne approfittò subito per addormentarsi e nessuno degli altri due mostrò di far caso alla sua partenza sebbene Alice si voltasse indietro un paio di volte sperando che la richiamassero.

L'ultima volta che si voltò vide che stavano tentando di ficcare il Ghiro dentro la teiera.

"Non tornerò più in QUESTO POSTO in nessun modo!" disse Alice tra sé avviandosi verso il bosco. "E' stato il tè più idiota al quale abbia mai preso parte nella mia vita".

Aveva appena finito di parlare quando notò un albero nel cui tronco si trovava una porticina. "Com è strano!" pensò. "Ma oggi tutto è strano. Forse è meglio che entri subito". Ed entrò.

Ancora una volta si trovò nella grande sala accanto al tavolino di vetro che conosceva così bene. "Questa volta saprò come regolarmi!" disse. Prese la piccola chiave d'oro aprì la porticina del giardino dette un morso al suo pezzo di fungo (ne aveva conservato un po' in tasca) e divenne alta una trentina di centimetri. Finalmente poté entrare nel piccolo corridoio che conosciamo. Poi... si trovò finalmente nel bellissimo giardinotra le aiuole dai molti colori e le fresche fontane.

***

Perché un corvo assomiglia ad uno scrittoio? Il Cappellaio Matto sembra abbastanza fissato con gli indovinelli e i giochetti di parole... Ed è proprio lui che mi ha suggerito la terza prova, che dovrete affrettarvi a risolvere. Conoscete le "catene di parole", i giochi di enigmistica che invitano a ricomporre una catena di parole legate tra loro da nessi logici o sintattici? Ebbene è proprio questa, giocatori, la vostra sfida: sappiate che i due capi delle parole sono Emily Bronte (la parola d'inizio) e Cime tempestose (la parola di fine). Al vostro Campocum tocca ritrovare tutte le parole (al solito dovrete fare richiesta al Bianconiglio per ottenerne una, indirizzo: dpinwonderland@gmail.com) e poi ricomporre la catena. 
Se non è chiaro, faccio un esempio. Avendo raccolto le parole: mare, conto, salate, ionio, conio, care, palate, la catena ricostruibile tramite nesso logico sono:


Soldi
palate
salate
care
mare
Ionio
conio
conto
Canto


Avverto comunque che, nella catena che dovrete ricostruire, non ci sono collegamenti di tipo grammaticale tra una catena e l'altra (come nel caso di care-mare, Ionio-conio) ma solo di tipo logico e dell'ambito letterario. E ora buona fortuna a tutti e buon divertimento! ^^





1 commento:

  1. Prova faticosa, divertente e mooolto ben congegnata! :) Complimenti! ;)

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Grazie per aver condiviso la tua opinione!

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