lunedì 18 luglio 2011

By the Keyhole (7) 1984



Finalmente, dopo due mesi di silenzio che mi sono pesati molto, riesco ad aggiornare la puntata mensile del nostro By the keyhole, la rubrica dedicata ai classici in cui vi propongo un brano particolarmente interessante che spero possa invogliarvi alla lettura. Abbiamo parlato di Orgoglio e pregiudizio, Il maestro e Margherita, Delitto e castigo, Madame Bovary, Dracula e La fiera della vanità. Il romanzo di questo mese è un po’ più moderno, un po’ più attuale, un po’ più spaventosamente reale. Siamo in un futuro prossimo, con alle spalle un passato di cui si è persa memoria. La grigia Londra, appartenente al continente ora chiamato Oceania, è tappezzata di manifesti in cui campeggia una figura autoritaria che fissa con occhi penetranti, la scritta “Il Grande Fratello ti guarda” sotto di essa incute timore e ti dà la sensazione di non essere da solo. Perché è così, in questo futuro non sei mai veramente solo. Potresti rivelarti uno psicocriminale (un uomo che non approva, anche inconsciamente, il regime di vita impartito dal capo supremo, il Grande Fratello) e allora la Psicopolizia verrebbe subito a prenderti e scompariresti nel nulla. Ma perché mai qualcuno non dovrebbe approvare la vita che offre il Grande Fratello? Le razioni di cioccolata (e di qualsiasi altra cosa) aumentano di settimana in settimana, il paese fiorisce nonostante la guerra, se solo non fosse per quel dannato Goldstein, il Nemico del Popolo, che trama contro il GF e su cui sono concentrati i Due Minuti di Odio, momenti creati apposta per sfogare la rabbia. Eppure Winston, che lavora al Ministero della Verità, sa che non sono tutte rose e fiori come sembra. Sa che la razione di cioccolato settimanale è in realtà diminuita, perché si occupa lui stesso di modificare i giornali che recavano, fino a poco tempo prima, il quantitativo effettivo che veniva distribuito alla popolazione. Sa che l’Oceania quattro anni prima era alleata con l’Eurasia, anche se il Grande Fratello dice che non è mai stato così. Sa che in realtà quello dove vive è un incubo e che deve reprimere se stesso per sopravvivere. Ma anche in un mondo simile è possibile incontrare l’amore. Signori e signore, benvenuti nel terrificante…

1984

Chi è l'autore?
Eric Arthur Blair, vero nome di George Orwell, nacque il 23 giugno 1903 a Motihari, nel Bengala, dove il padre, d'origine angloindiana, era funzionario dell"'lndian Civil Service". Nel 1922 lascia gli studi per seguire le orme paterne, e tornato in India, si arruola nella Polizia Imperiale in Birmania (Burma). Il 22 novembre dello stesso anno arriva a Mandalay. L'esperienza si rivela traumatica, diviso fra il crescente digusto per l'arroganza imperialista  e la funzione repressiva che il suo ruolo gli impone, e il 1 gennaio 1928 si dimette. Nello stesso anno 1928 parte per Parigi. In questo periodo inizia a scrivere e lavora come sguattero in alcuni ristoranti. Scoppiata la Guerra Civile Spagnola, vi prende parte combattendo per il Partito Operaio di Unificazione Marxista contro il dittatore Francisco Franco ed è inviato sul fronte aragonese. Lascia la Spagna quasi clandestinamente. Durante la Seconda Guerra Mondiale viene respinto dall'esercito come inabile e si arruola,  nel 1940, nelle milizie territoriali della Home Guard, con il grado di sergente. In novembre abbandona la Home Guard e diviene direttore del settimanale di Sinistra "Tribune", che gli affida una rubrica (A modo mio). Inizia a scrivere La fattoria degli animali ("Animal Farm"), che terminerà nel febbraio del 1944, ma che, per le chiare allusioni critiche allo stalinismo, molti editori si rifiuteranno di pubblicare. al novembre 1946 all'aprile dell'anno successivo, dopo la morte dela moglie nel 1945, riprende a scrivere per il "Tribune" e nel 1947 si stabilisce con il figlio a Jura, una fredda e disagiata isola delle isole Ebridi. E' minato dalla tisi, il clima non si confà alle sue disperate condizioni di salute, costringendolo a continui ricoveri in sanatorio.  Due anni dopo si risposa con Sonia Bronwell, redattrice di "Horizon".Muore di tubercolosi il 21 gennaio 1950, in un ospedale di Londra.
[Fonte]

Qual è la trama?

L'azione si svolge in un futuro prossimo del mondo (l'anno 1984) in cui il potere si concentra in tre immensi superstati: Oceania, Eurasia ed Estasia. Al vertice del potere politico in Oceania c'è il Grande Fratello, onnisciente e infallibile, che nessuno ha visto di persona ma di cui ovunque sono visibili grandi manifesti. Il Ministero della Verità, nel quale lavora il personaggio principale, Smith, ha il compito di censurare libri e giornali non in linea con la politica ufficiale, di alterare la storia e di ridurre le possibilità espressive della lingua. Per quanto sia tenuto sotto controllo da telecamere, Smith comincia a condurre un'esistenza "sovversiva". Scritto nel 1949, il libro è considerato una delle più lucide rappresentazioni del totalitarismo.



1984 è un libro distruttivo, non credo esistano aggettivi che lo inquadrino altrettanto bene. Come tutti i grandi romanzi parlarne in breve risulta molto difficile per la complessità delle tematiche. Il titolo è dovuto all’epoca in cui è ambientato il romanzo, scritto nel 1949 da Eric Arthur Blair sotto lo pseudonimo di George Orwell. Il periodo di pubblicazione è fondamentale per la genesi del romanzo, frutto dell’età dei totalitarismi nazisti e stalinisti in  particolare: un mondo che fa orrore leggere oggi, ma che è esistito concretamente con la minuzia di particolari descritti da Orwell. 1984 è il libro del terrore, dell’irrazionalità, dell’incoerenza. Il passato viene distrutto, la mente delle persone viene deviata e deformata, e sono gli individui stessi a farlo. La mente umana può credere che due più due faccia cinque, anche se questo va contro la logica. Può improvvisamente dimenticare che le razioni di cibo una settimana prima erano molto più cospicue, può allevare figli che con l’educazione del Grande Fratello diventano spie del regime e condannano i loro stessi genitori, può rinunciare ai sentimenti e agli impulsi sessuali e obbedire a leggi che lo rendono privo d’anima. 1984 scava dentro l’essere umano e mostra la sua trasformazione in senso contrario, qualcosa che non è nemmeno animale ma semplicemente robotico, automatico, contrario alla nostra natura. E’ la storia di un uomo che smette di essere uomo e viene distrutto nel profondo, privato della propria umanità, dei propri sentimenti, del rispetto per se stesso, della consapevolezza di essere unico, della convinzione che non possono entrare nella tua testa. Loro possono fare questo e di più. Possono cancellarti e non ucciderti, per farti vivere per sempre la pena di essere diventato una nullità. 

Il brano.
Winston si trova alla mensa insieme ai compagni, quando vengono interrotti dalla voce di un teleschermo. Le razioni sono aumentate, manifestazioni spontanee serpeggiano in tutto il paese. Ma è questa la vita perfetta che tutti auspicano? come stavano le cose prima del Grande Fratello?


Sotto il Grande Fratello*



«Compagni» gridò una voce giovanile ed entusiasta, «compagni, attenzione! Abbiamo per voi notizie straordinarie. La battaglia per la produzione è stata vinta! Sono stati chiusi i rendiconti relativi alla produzione ditutti i beni di consumo, dai quali emerge che rispetto all'anno scorso il tenore di vita si è innalzato di almeno il 20 per cento. Stamattina in tutta l'Oceania si sono svolte irrefrenabili manifestazioni spontanee. I lavoratori sono usciti in massa dalle fabbriche e dagli uffici e sono sfilati per le strade, innalzando striscioni e gridando la loro gratitudine nei confronti del Grande Fratello per l'esistenza nuova e felice che la sua sapiente guida ciha garantito. Diamo ora lettura di alcuni dati completi: generi alimentari...»
L'espressione "esistenza nuova e felice" tornò più volte, un ritornello da qualche tempo caro al Ministero dell'Abbondanza. Parsons, catturato dallo squillo di tromba, se ne stava in ascolto con un'aria di stuporosa solennità e di nobilitato tedio dipinti sul volto. Aveva tirato fuori una grossa e sudicia pipa, già per metà piena di tabacco bruciacchiato (con la razione di tabacco fissata a cento grammi la settimana, raramente si riusciva a riempire una pipa fino all'orlo). Winston, invece, fumava una Sigaretta Vittoria, tenendola accuratamente in posizione orizzontale: la nuova razione non sarebbe stata distribuita prima dell'indomani e di sigarette gliene erano rimaste solo quattro. Al momento aveva smesso di porgere l'orecchio ai rumori più lontani e si era messo ad ascoltare quello che proveniva dal teleschermo. A quanto pareva, vi erano state anche manifestazioni di ringraziamento al Grande Fratello per aver aumentato la razione settimanale di cioccolato, portandola a venti grammi. Ma se appena ieri, pensò Winston, avevano annunciato che la razione di cioccolato doveva essere abbassata a venti grammi! Possibile che potessero mandare giù una balla simile a distanza di sole ventiquattr'ore? Sì, era possibile. Parsons se l'era bevuta tranquillamente, con la stupidità di un animale. Quell'essere senza occhi seduto al tavolo di fronte se l'era bevuta con l'entusiasmo del fanatico e avrebbe snidato, denunciato e vaporizzato come una furia chiunque avesse fatto notare che fino alla settimana precedente la razione di cioccolato era stata di trenta grammi. E pure Syme, magari in una maniera più complessa, implicante una qualche dose di bipensiero, pure Syme se l'era bevuta. Era quindi solo  lui, Winston, a possedere una memoria? Lo schermo continuava a riversare quelle cifre favolose. Rispetto a tre anni prima, erano aumentati i prodotti alimentari, i vestiti, i mobili, il pentolame, il combustibile, le navi, gli elicotteri, i libri, le nascite: c'era stato insomma un incremento in tutto, tranne che nelle malattie, nella delin-quenza e nella follia. Anno dopo anno, minuto dopo minuto, tutto e tutti stavano facendo strepitosi balzi in avanti. Come prima Syme, Winston aveva sollevato il cucchiaio e rimestava nel sugo scolorito che colava sul tavolo, tracciandovi dei disegni e nello stesso tempo riflettendo, pieno di rancore, sui meri aspetti fisici dell'esistenza. Era stato sempre così? Il sapore del cibo era stato sempre questo? Si guardò intorno. Ecco la mensa: un locale basso e affollato, pareti rese bisunte dal contatto di innumerevoli corpi, tavoli e sedie in metallo tutti malconci, così accostati gli uni agli altri che i vostri gomiti toccavano quelli del vicino, cucchiai piegati, vassoipieni di ammaccature, boccali di un bianco sporco, un pavimento anch'esso unto e tutto crepe, un fetore acidulo nel quale confluivano gli olezzi del gin e del caffè scadenti, degli abiti sporchi e di quello stufato che sapeva d'alluminio. Costantemente, nello stomaco e nella pelle, albergava una sorta di protesta, la sensazione di essere stati defraudati di qualcosa a cui si aveva diritto.
 Era vero, tuttavia, che i vostri ricordi non vi rimandavano a nulla di diverso. Per quanto Winston riuscisse a spaziare nel passato, non c'era mai stato cibo a sufficienza, non c'erano mai stati calzini o biancheria intima che non fossero pieni di buchi, i mobili non erano mai stati altro che uno sgangherato ciarpame, gli ambienti riscaldati poco e male, i treni della me-tropolitana affollati, le case cadenti, il pane sempre nero, il tè una rarità, il caffè nauseabondo, le sigarette insufficienti... non v'era nulla che costasse poco o fosse disponibile in abbondanza, tranne il gin sintetico.
E se tutto ciò peggiorava, naturalmente, a mano a mano che il corpo invecchiava, non costituiva comunque il segno che non era questo l'ordine naturale delle cose, se era vero che il cuore vi veniva meno per lo sconforto, la sporcizia, la scarsità di ogni bene, per gli inverni interminabili, i calzini che si attaccavano alle scarpe, gli ascensori che non funzionavano mai, l'acqua gelata,il sapone che sembrava fosse fatto con la sabbia, le sigarette che si sbriciolavano fra le dita, il cibo dal sapore strano, malefico? Come sarebbe potuto apparire intollerabile, tutto ciò, se non si fosse conservato una sorta di ancestrale ricordo che le cose un tempo erano state diverse? Si guardò di nuovo intorno. Quasi tutti i presenti erano brutti, e lo sarebbero stati anche se avessero indossato abiti diversi dalle tute azzurre d'ordinanza, che rendevano tutti uguali. All'estremità più lontana della stanza, tutto solo a un tavolo, un uomo minuscolo che pareva uno scarafaggio stava bevendo una tazza di caffè e i suoi occhietti lanciavano sguardi sospettosi in ogni direzione. Sarebbe stato facile, se non vi foste guardati intorno, credere che esistesse davvero e fosse anzi dominante il tipo fisico che il Partito proponeva come ideale: giovanotti alti e muscolosi e ragazze dal seno florido, gli uni e le altre biondi, pieni di vita, abbronzati, spensierati.E invece, per quanto riusciva a giudicare, la maggioranza degli abitanti di Pista Uno erano piccoli, scuri di pelle e scarsamente dotati dal punto di vista fisico. Era curioso come il tipo dello scarafaggio proliferasse nei Mini-steri: omuncoli tozzi, tarchiati fin da bambini, con le gambe corte e i movimenti rapidi, quasi a scatti, occhi piccolissimi su volti grassi e impenetrabili, era questo il tipo che sotto il dominio del Partito sembrava attecchire meglio di tutti gli altri.Un altro squillo di tromba accompagnò la fine dell'annuncio del Ministero dell'Abbondanza, lasciando il campo a una specie di musica metallica. Parsons, a cui quel bombardamento di cifre aveva trasmesso un entusiasmo indistinto, si tolse la pipa di bocca.
«Quest'anno il Ministero dell'Abbondanza ha fatto proprio un buon lavoro» disse, con un cenno compiaciuto del capo.
«A proposito, Smith, amico mio, non hai per caso qualche lametta da darmi?»
«Neanche una» rispose Winston. «Sono sei settimane che uso la stessa.»
«Ah. Era solo per chiedere, vecchio mio.»
«Mi dispiace» disse Winston. Al tavolo accanto, la voce starnazzante, momentaneamente costretta alsilenzio dall'annuncio del Ministero, aveva ripreso a farsi sentire, allo stesso volume. All'improvviso, per chissà quale motivo, Winston si sorprese apensare alla signora Parsons, con quei suoi radi capelli e la polvere nellerughe del volto. Due anni di tempo, e i figli l'avrebbero denunciata allaPsicopolizia. La signora Parsons sarebbe stata vaporizzata. Syme sarebbestato vaporizzato. Winston sarebbe stato vaporizzato. O'Brien sarebbe statovaporizzato. Parsons, invece, non sarebbe stato vaporizzato. La creaturasenza occhi con la voce starnazzante non sarebbe stata vaporizzata. Gli omuncoli-scarafaggio che percorrevano lesti e scattanti gli intricati corridoi dei Ministeri, neanche loro sarebbero stati vaporizzati. E non sarebbestata vaporizzata nemmeno la ragazza dai capelli neri, quella che lavorava al Reparto Finzione. Gli sembrava di sapere per istinto chi sarebbe sopravvissuto e chi sarebbe perito, anche se non era facile dire che cosa fosse agarantire a chicchessia la sopravvivenza.


*= Il titolo del brano è ovviamente arbitrario


Filmografia
  • 1984 (1954) di Rudolph Cartier; adattamento televisivo per la BBC
  • Nel duemila non sorge il sole (1956) di Michael Anderson, produzione cinematografica britannica
  • Orwell 1984 (titolo originale 1984; anno: 1984) di Michael Radford, con John Hurt; distribuito nel vero anno 1984, rispettando nelle riprese i mesi e i luoghi citati da Orwell. (consigliato)
  • Brazil, sul quale 1984 ha esercitato una grande influenza (si pensi soltanto che il regista del film, Terry Gilliam avrebbe voluto chiamare il film 1984 ½, come omaggio sia al libro di Orwell sia al film di Federico Fellini 8 ½).
  • V per Vendetta (2005) di James McTeigue, con Hugo Weaving; la società distopica riprodotta in questo film sembra ispirata in parte al romanzo di Orwell. Da notare l'interpretazione di John Hurt, già protagonista del film Orwell 1984.
[Fonte: Wikipedia]


3 commenti:

  1. Ho letto questo libro in lingua originale... come hai detto tu è altamente distruttivo, ma ha moltissimi tratti in comune con la società moderna. Andrebbe letto per capire che, anche se si pensa di essere insondabili, i potenti possono spiarci...

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  2. E' uno dei miei romanzi preferiti,un pugno allo stomaco impossibile da dimenticare. Non ho mai visto "Orwell 1984" e "Brazil" ma penso che rimedierò presto alla cosa :).
    Comunque, questo è davvero un buon post.

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  3. @Chrisallis: grazie mille :) Ho visto Orwell 1984 ed è davvero fatto bene. Crudo, animalesco, gli impulsi dei protagonisti vengono presentati in tutta la loro primitività. Alcune cose mi hanno fatto orrore, per esempio la scena in cui Winston ricorda di essere stato con una prostituta. Tutto ciò che il libro racconta, il film lo trasmette senza un briciolo di poesia, com'è giusto che sia. Un'ottima trasposizione, secondo me

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