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Buona domenica! Torna la nostra rubrica bisettimanale concentrata sui libri della mia lista dei desideri, quelli che spero prima o poi di leggere e che voglio proporvi. La rubrica è suddivisa in due categorie: i classici -giacché c'è sempre un classico nella mia lista dei desideri- e i "contemporanei", almeno uno dei quali è quasi sempre letteratura per adulti (non nell'accezione del paranormal romance, mi riferisco alla letteratura italiana o internazionale non destinata ad un pubblico "young"). Quelli di questa settimana sono un Murakami (un altro... sono tutti nella mia lista dei desideri i suoi libri, ma non ne ho ancora comprato nemmeno uno), l'antologia di racconti di Joyce -che non ho mai letto- Gente di Dublino e Ternitti quest'anno finalista al premio Strega.
Tra i classici:
Gente di Dublino - James Joyce
Considerati tra i capolavori della letteratura del Novecento, questi quindici racconti - terminati nel 1906 ma pubblicati soltanto nel 1914 perché per la loro audacia e realismo gli editori li rifiutarono - compongono un mosaico unitario che rappresenta le tappe fondamentali della vita umana: l'infanzia, l'adolescenza, la maturità, la vecchiaia, la morte. Fa da cornice a queste vicende la magica capitale d'Irlanda, Dublino, con la sua aria vecchiotta, le birrerie fumose, il vento freddo che spazza le strade, i suoi bizzarri abitanti. Una città che, agli occhi e al cuore di Joyce, è in po' il precipitato di tutte le città occidentali del nostro secolo.
Tra i contemporanei:
Uno dei più clamorosi successi letterari giapponesi di tutti i tempi è anche il libro più intimo, introspettivo di Murakami, che qui si stacca dalle atmosfere oniriche e surreali che lo hanno reso famoso, per esplorare il mondo in ombra dei sentimenti e della solitudine. Norwegian Wood è anche un grande romanzo sull'adolescenza, sul conflitto tra il desiderio di essere integrati nel mondo degli "altri" per entrare vittoriosi nella vita adulta e il bisogno irrinunciabile di essere se stessi, costi quel costi. Come il giovane Holden, Toru è continuamente assalito dal dubbio di aver sbagliato o poter sbagliare nelle sue scelte di vita e di amore, ma è anche guidato da un ostinato e personale senso della morale e da un'istintiva avversione per tutto ciò che sa di finto e costruito. Diviso tra due ragazze, Naoko e Midori, che lo attirano entrambe con forza irresistibile, Toru non può fare altro che decidere. O aspettare che la vita (e la morte) decidano per lui.
È il 1975. Mimì Orlando ha quindici anni quando è costretta a lasciare la Puglia dorata per seguire il padre nella grande fabbrica svizzera che produce lu ternitti: l'eternit, promessa di ricchezza per migliaia di emigranti. Per Mimì quelli al Nord sono gli anni del vetro, del freddo che ghiaccia le cose e le persone. Ma anche quelli della passione segreta per Ippazio, diciotto anni, tra le dita già corrose dall'amianto un fiammifero acceso nella notte per rubare uno sguardo, un istante d'amore... Anni Novanta. Mimì è di nuovo in Puglia. Ha una figlia adolescente, Arianna, poco più giovane di lei. Ma accanto a loro non ci sono uomini, per Arianna non c'è un padre. Madre anticonformista e leale, compagna indomita per le sue colleghe in fabbrica e per tutti coloro che accompagna fino alla soglia dell'ultimo respiro roso dal mesotelioma da amianto, è una donna che sa parlare con le proprie inquietudini e paure ma anche - ascoltando le voci degli antenati che sempre la accompagnano - guardare al futuro senza piegarsi mai. "Ternitti" in dialetto significa anche tetto, e il destino vorrà che questa parola sia il sigillo di una vita intera: proprio su un tetto, finalmente a contatto col cielo, Mimì saprà riscattare la sua gente e forse anche il suo amore. La vicenda di un popolo tenace, la tragedia del lavoro che nutre e uccide, la meschinità di un uomo e la fierezza di una donna: tutto si compone con la semplice necessità delle umane cose in un romanzo luminoso e maturo.
una mia amica ha letto Norvegian wood (che a me ispirava tantissimo pure) ed è entrata in despressione!l'ha buttato O___O
RispondiElimina"Gente di Dublino" piacerebbe molto leggerlo anche a me... "Norwegian Wood" invece l'ho letto due volte, ma perché dopo la prima lettura non mi ricordavo perché mi era piaciuto O_O La seconda volta l'ho rivalutato molto, purtroppo. Ciao!
RispondiEliminaOddio ragazze mi scoraggiate XDXD
RispondiEliminaGente di Dublino è davvero un'ottima lettura...e Norwegian wood merita davvero di essere letto...con questo libro ho conosciuto e imparato ad amare Murakami anche se poi la passione per lui e i suoi libri è venuta davvero con Dance dance dance...leggili tutti e due! ^^
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