lunedì 1 agosto 2011

Recensione Appuntamento a Glenmara

(leggi trama e info qui)

Voto:


Ho letto in giro delle obiezioni un po’ sciocche riguardo il titolo di questo libro giacché, si protesta, di “appuntamenti a Glenamara” nel romanzo della Barbieri non ce ne sono. E’ evidente invece che la BUR abbia fatto riferimento ad una sorta di appuntamento col destino, di cui Glenmara rappresenta un nodo cruciale. Kate, la nostra protagonista, sta facendo un viaggio in Irlanda dopo che la sua vita è andata pressoché a pezzi: la madre è morta di cancro, la carriera di stilista è quasi fallita, il fidanzato storico l’ha lasciata. Sorpresa da un acquazzone, viene “raccattata” da un carretto itinerante e portata a Glenmara, dove riceve l’accoglienza di un gruppo di donne del luogo, ricamatrici di pizzo. Lo scontro con la “moderna” Kate e la rivoluzione che porterà nel “circolo del merletto” e a Glenmara cambieranno l’intera cittadina, ancorata alle vecchie tradizioni e ad una asfissiante morale cattolica.
Il libro mi ha fatto molto pensare al Chocolat di Joanne Harris, sebbene non presenti lo stesso charme e la stessa incantevole delizia dovuta per lo più allo stile: una donna che viaggia, un paese bigotto, un prete che mette i bastoni tra le ruote, un elemento che fa da perno –il cioccolato nell’uno, il pizzo nell’altro-, un amore appena nato. Le analogie sembrano però fermarsi qui, benché siano sufficienti a dare l’impressione di “già sentito”. Kate è una ragazza comune, senza nessun talento evidente se non una sbiadita propensione per il disegno -indispensabile, direi, per la sua professione- che, tuttavia, mette in moto il “circuito”  di modernizzazione del luogo –è dai disegni di lingerie di Kate che nasce l’idea di realizzarli in pizzo e poi di metterli sul mercato- a cui si oppone Padre Byrne, uomo pressoché insipido –senza alcuna parvenza di autorità nemmeno sulla propria puerpera, figuriamoci sui propri fedeli-  e molto meno pericoloso di quanto il libro voglia far intendere. La Barbieri insiste infatti su un cliché –quello del prete dalla mentalità chiusa  spaventato dalle insidie del mondo moderno- in maniera molto blanda, non riuscendo a conferirgli un vero spessore psicologico e disegnandolo più come una sorta di cartone animato. Un po’ ridicola è per esempio la scena in cui quasi investe Kate e la ragazza nota di sfuggita un sogghigno del prete: padre Byrne non ha, insomma, nemmeno il fascino del cattivo, ma si presenta come una figurina stolta e decisamente trascurabile. Potremmo fare più o meno lo stesso discorso per Sullivan Deane, il bel tenebroso di turno, poco approfondito salvo un particolare della sua storia personale, e il cui rapporto con Kate si sviluppa in maniera troppo veloce e poco dettagliata. Ad essere più interessanti sono invece loro, le ricamatrici di Glenmara, contrassegnate ognuna con precisione e varie tinte di colori. Bernie ha perso da poco il marito, e unica compagnia rimastale è il cane Fergus; Aileen, cinica e orgogliosa, passa un periodo di incomprensioni con la figlia sedicenne; Moira, sorella di Aileen, viene picchiata e maltrattata dal marito; Oona è una donna forte, sempre alle prese con il padre un po’ cafone ma simpatico; e Coleen attende eternamente che il consorte ritorni dal mare. Mi soffermo in particolare sul personaggio di Aileen, a cui credo che l’autrice abbia dedicato più attenzione, e che comunque risulta delineata in maniera più concisa. La sua è una figura a tutto tondo, che la mette in discussione come madre, come moglie e come sorella, nonché come ricamatrice e “reginetta” –sia per aspetto fisico che per doti nel ballo- del luogo. La sua istantanea avversione nei confronti di Kate risulta sì un po’ immatura, ma la distingue comunque dalla piattezza di altri personaggi a cui viene lasciato meno spazio –non sarebbe stato utile un centinaio di pagine in più?
A tratti drammatico, Appuntamento a Glenmara ha il pregio di toccare alcune corde delicate in cui molte donne si riconosceranno: non parlo necessariamente dell’elemento del ricamo o di alcune frivolezze femminili, ma, per esempio, del pregevole lavoro operato sull’approfondimento psicologico di Kate riguardo la tragedia toccata alla madre.
Lo stile dell’autrice è molto semplice, lineare, certe volte quasi ingenuo ma non per questo meno gradevole e che riesce comunque a ricreare l’atmosfera irlandese. Il romanzo risulta piacevole, leggero, una lettura carina e veloce: consigliato a cuori romantici e a innamorati del pizzo e dei colori pastello. 

Nessun commento:

Posta un commento

Grazie per aver condiviso la tua opinione!

LinkWithin

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...