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Voto:
Ho letto in giro delle obiezioni
un po’ sciocche riguardo il titolo di questo libro giacché, si protesta, di
“appuntamenti a Glenamara” nel romanzo della Barbieri non ce ne sono. E’
evidente invece che la BUR
abbia fatto riferimento ad una sorta di appuntamento col destino, di cui
Glenmara rappresenta un nodo cruciale. Kate, la nostra protagonista, sta
facendo un viaggio in Irlanda dopo che la sua vita è andata pressoché a pezzi:
la madre è morta di cancro, la carriera di stilista è quasi fallita, il fidanzato
storico l’ha lasciata. Sorpresa da un acquazzone, viene “raccattata” da un
carretto itinerante e portata a Glenmara, dove riceve l’accoglienza di un
gruppo di donne del luogo, ricamatrici di pizzo. Lo scontro con la “moderna”
Kate e la rivoluzione che porterà nel “circolo del merletto” e a Glenmara
cambieranno l’intera cittadina, ancorata alle vecchie tradizioni e ad una
asfissiante morale cattolica.
Il libro mi ha fatto molto
pensare al Chocolat di Joanne Harris,
sebbene non presenti lo stesso charme e la stessa incantevole delizia dovuta
per lo più allo stile: una donna che viaggia, un paese bigotto, un prete che
mette i bastoni tra le ruote, un elemento che fa da perno –il cioccolato
nell’uno, il pizzo nell’altro-, un amore appena nato. Le analogie sembrano però
fermarsi qui, benché siano sufficienti a dare l’impressione di “già sentito”. Kate
è una ragazza comune, senza nessun talento evidente se non una sbiadita
propensione per il disegno -indispensabile, direi, per la sua professione- che,
tuttavia, mette in moto il “circuito” di
modernizzazione del luogo –è dai disegni di lingerie di Kate che nasce l’idea
di realizzarli in pizzo e poi di metterli sul mercato- a cui si oppone Padre
Byrne, uomo pressoché insipido –senza alcuna parvenza di autorità nemmeno sulla
propria puerpera, figuriamoci sui propri fedeli- e molto meno pericoloso di quanto il libro
voglia far intendere. La
Barbieri insiste infatti su un cliché –quello del prete dalla
mentalità chiusa spaventato dalle
insidie del mondo moderno- in maniera molto blanda, non riuscendo a conferirgli
un vero spessore psicologico e disegnandolo più come una sorta di cartone
animato. Un po’ ridicola è per esempio la scena in cui quasi investe Kate e la
ragazza nota di sfuggita un sogghigno del prete: padre Byrne non ha, insomma,
nemmeno il fascino del cattivo, ma si presenta come una figurina stolta e
decisamente trascurabile. Potremmo fare più o meno lo stesso discorso per
Sullivan Deane, il bel tenebroso di turno, poco approfondito salvo un
particolare della sua storia personale, e il cui rapporto con Kate si sviluppa
in maniera troppo veloce e poco dettagliata. Ad essere più interessanti sono
invece loro, le ricamatrici di Glenmara, contrassegnate ognuna con precisione e
varie tinte di colori. Bernie ha perso da poco il marito, e unica compagnia
rimastale è il cane Fergus; Aileen, cinica e orgogliosa, passa un periodo di
incomprensioni con la figlia sedicenne; Moira, sorella di Aileen, viene
picchiata e maltrattata dal marito; Oona è una donna forte, sempre alle prese con
il padre un po’ cafone ma simpatico; e Coleen attende eternamente che il consorte
ritorni dal mare. Mi soffermo in particolare sul personaggio di Aileen, a cui
credo che l’autrice abbia dedicato più attenzione, e che comunque risulta
delineata in maniera più concisa. La sua è una figura a tutto tondo, che la
mette in discussione come madre, come moglie e come sorella, nonché come
ricamatrice e “reginetta” –sia per aspetto fisico che per doti nel ballo- del
luogo. La sua istantanea avversione nei confronti di Kate risulta sì un po’
immatura, ma la distingue comunque dalla piattezza di altri personaggi a cui
viene lasciato meno spazio –non sarebbe stato utile un centinaio di pagine in
più?
A tratti drammatico, Appuntamento a Glenmara ha il pregio di
toccare alcune corde delicate in cui molte donne si riconosceranno: non parlo
necessariamente dell’elemento del ricamo o di alcune frivolezze femminili, ma,
per esempio, del pregevole lavoro operato sull’approfondimento psicologico di
Kate riguardo la tragedia toccata alla madre.
Lo stile dell’autrice è molto
semplice, lineare, certe volte quasi ingenuo ma non per questo meno gradevole e
che riesce comunque a ricreare l’atmosfera irlandese. Il romanzo risulta
piacevole, leggero, una lettura carina e veloce: consigliato a cuori romantici e
a innamorati del pizzo e dei colori pastello.
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