giovedì 11 agosto 2011

Poems (18) X agosto


La notte scorsa è stata San Lorenzo e il mio pensiero corre (ovviamente!!!) a Pascoli, e a questa rubrica. Alzi la mano chi non conosce X agosto, una delle poesie più rappresentative del poeta nostrano, composta anni dopo la morte del padre ucciso in circostanze misteriose. Oh, c'è davvero bisogno di spiegare i contenuti? E' una poesia di cui ho amato le immagini, la musicalità dei versi e, soprattutto, l'ultima strofa, in cui si fondono la bellissima fotografia del cielo di San Lorenzo e la malvagia essenza di un pianeta tanto piccolo...



X Agosto

San Lorenzo , io lo so perché tanto
di stelle per l'aria tranquilla
arde e cade, perché si gran pianto
nel concavo cielo sfavilla.


Ritornava una rondine al tetto :
l'uccisero: cadde tra i spini;
ella aveva nel becco un insetto:
la cena dei suoi rondinini.


Ora è là, come in croce, che tende
quel verme a quel cielo lontano;
e il suo nido è nell'ombra, che attende,
che pigola sempre più piano.


Anche un uomo tornava al suo nido:
l'uccisero: disse: Perdono ;
e restò negli aperti occhi un grido: 
portava due bambole in dono.


Ora là, nella casa romita,
lo aspettano, aspettano in vano:
egli immobile, attonito, addita
le bambole al cielo lontano.


E tu, Cielo, dall'alto dei mondi
sereni, infinito, immortale,
oh! d'un pianto di stelle lo inondi
quest'atomo opaco del Male!

Chi è l'autore?
Giovanni Pascoli nacque a San Mauro di Romagna il 31 dicembre 1855.  Nel 1867, il padre, mentre tornava a casa su un calessino trainato da una cavalla storna, rievocata in una poesia, fu ucciso. Non si seppe mai chi fosse l’assassino ed il delitto rimase perciò impunito. Poco dopo la morte del padre il Pascoli perse anche la madre e le due sorelle: e la famiglia, composta prevalentemente di ragazzi, cadde nella miseria e nel dolore. Il poeta poté giungere alla laurea, grazie ad una borsa di studio che gli permise di frequentare l’università di Bologna. 
Certamente le vicende tristissime della sua famiglia, a cui egli assistette da fanciullo, e poi le difficoltà economiche e gli ostacoli da superare, sempre solo, lasciarono un solco profondo nel suo animo ed influirono sul suo carattere e conseguentemente sulla sua poesia.
Non fu un ribelle, anzi, alla maniera decadente si chiuse nel suo dolore, si isolò in se stesso, solo con le sue memorie e con i suoi morti. La sua ribellione fu un senso di ripulsa e di avversione per una società in cui era possibile uccidere impunemente e nella quale si permetteva che una famiglia di ragazzi vivesse nella sofferenza e nella miseria.
Non c’è ribellione nella sua poesia, ma rassegnazione al male, una certa passività di fronte ad esso: vi domina una malinconia diffusa nella quale il poeta immerge tutto: uomini e cose. Egli accetta la realtà triste come è, e si sottomette al mistero che non riesce a spiegare. La sua poesia non ha una trama narrativa e non è neppure descrittiva: esprime soltanto degli stati d’animo, delle meditazioni. E' l’ascolto della sua anima e delle voci misteriose che gli giungono da lontano: dalla natura o dai morti. Morì a Castelvecchio il 6 aprile 1912.

1 commento:

  1. No, non c'è assolutamente bisogno di spiegarne i contenuti. Questa poesia è sublime, non mi stancherei mai di leggerla o ascoltarla o, perché no, dirla. Ricordo come se fosse ieri il giorno in cui ce ne parlò la maestra a scuola. . . è una delle mie preferite. Vuoi per i ricordi che mi dà, vuoi per il significato, vuoi perché è musicale per davvero (come tu hai già ricordato).

    RispondiElimina

Grazie per aver condiviso la tua opinione!

LinkWithin

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...