martedì 30 agosto 2011

Poems (21) A Neèra


Come potevo non concedere un po' di spazio anche ad un poeta latino? Vi sareste aspettati Catullo, immagino, e invece io sono una fan di Ovidio (senza nulla togliere al primo!). E così sono andata a spulciare tra i suoi epodi, -uno più bello dell'altro- e alla fine ho scelto questo di argomento amoroso, pieno zeppo delle immagini bellissime e dei sentimenti tipici dei poeti elegiaci. Buona lettura!



A Neèra

Era notte e in un cielo limpido velato di stelle
splendeva la luna,
e tu, già offendendo in cuore il nome degli dei,
giuravi sulle mie parole,
e ti stringevi a me con le braccia morbide piú forte
dell'edera intorno a una quercia:
finché i lupi odieranno gli agnelli e Orione i marinai,
quando d'inverno sconvolge il mare,
o una brezza leggera scompiglierà ad Apollo i lunghi capelli,
mio e tuo sarà questo amore.
Come dovrai dolerti, Neèra, del mio orgoglio:
se in questo corpo sopravvive un uomo,
non sopporterà che tu conceda a un altro le tue notti
e nell'ira cercherà chi lo riami.
Rotto l'incanto non mi piegherò piú alla tua bellezza,
se avrò coscienza del dolore.
E tu, chiunque tu sia piú felice di me che superbo
ora cammini sulla mia sventura,
puoi essere ricco quanto vuoi di terre e armenti,
avere oro che scorra come un fiume,
conoscere la dottrina arcana di un nuovo Pitagora
o Níreo vincere in bellezza:
anche tu piangerai l'amore passato a un altro
e riderò io allora.


Chi è l'autore?
Ovidio nacque da antica e agiata famiglia equestre (in un'elegia dei "Tristia", è il poeta stesso a trasmetterci notizie sulla sua vita). A Roma, ove si recò col fratello (31 a.C.), studiò grammatica e retorica presso insigni maestri, come Arellio Fusco e Porcio Latrone. Destinato alla carriera forense e politica, O. avvertì invece subito imperiosa l'inclinazione verso la poesia, al punto che tutto ciò che tentava di dire era già in versi ("et quod temptabam dicere versus erat").
Dopo il rituale viaggio di perfezionamento ad Atene a 18 anni, il nostro rientrò a Roma, ove esercitò solo qualche magistratura minore. Ad alimentare la sua vocazione poetica fu Valerio Messalla Corvino; ma Ovidio fu vicino pure a Mecenate, e conobbe i maggiori poeti dell'epoca, come Orazio, Properzio, Gallo (Virgilio lo intravide appena). Ebbe tre mogli: dopo due matrimoni sfortunati ( da cui ebbe però una figlia), sposò una giovane fanciulla della "gens Fabia", che amò teneramente sino alla fine. Il legame coniugale non gli impedì di essere il poeta galante, cantore di una Roma ormai dimentica delle guerre civili, vogliosa soltanto di vivere e di godere.
Il triste declino: "carmen et error" e "relegatio". Nell'8 d.C., quando ogni cosa sembrava sorridergli, il poeta fu colpito da un ordine di Augusto (revocato neanche dal successore Tiberio), che lo relegava a Tomi, l'attuale Costanza, sulle coste del Ponto (il Mar Nero). Si trattò, è vero, di una "relegatio" che, a differenza dell’ "exilium", non prevedeva la perdita dei diritti di cittadino e la confisca dei beni. E tuttavia, di fatto, O. fu costretto a rimanere isolato in una terra selvaggia e inospitale, nella più cupa tristezza, sino alla morte.
Ignoti restano i motivi del severo provvedimento di Augusto, anche se O. parla, enigmaticamente, di due colpe che l'avrebbero perduto: "carmen et error". Nel "carmen" deve essere allusione all’ "Ars amatoria", il suo trattato sull'amore libertino che, contemporaneamente alla condanna, venne ritirato dalle biblioteche pubbliche: trattato, evidentemente, in contrasto col coevo programma augusteo di restaurazione morale dei costumi (ma evidentemente l'accusa mascherava più vere ragioni personali). Riguardo l’ "error", l'ipotesi più verosimile è che O. sia stato coinvolto - come testimone o addirittura complice - in uno scandalo di corte, che l'imperatore aveva tutto l'interesse a mantenere segreto: fatto è che, nello stesso anno, pure Giulia minore, nipote di Augusto, fu relegata nelle isole Tremiti, accusata di adulterio con un giovane patrizio.


3 commenti:

  1. Anche io amo molto Ovidio, e la poesia che hai scelto è davvero bella!

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  2. E' la prima volta che leggo questa poesia e devo dire che è molto bella. Credo che uno di questi giorni approfondirò la mia (per ora poca)conoscenza sui poeti latini ^-^

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Grazie per aver condiviso la tua opinione!

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