(Leggi trama e info qui)
Recensione di Elli
Voto:
Da evitare se avete problemi di glicemia…
Willow è una studentessa che vive con la zia e la madre in una cittadina dello stato di New York. E’ considerata un tantino stramba, non ha molti amici ed è appassionata di motori. Ma ciò che veramente la distingue dalla massa sono le sue doti di sensitiva: è in grado di vedere le aure e le basta toccare una persona per scorgere tutti i possibili futuri che l’attendono.
Alex invece è un diciassettenne con un’occupazione molto particolare: lavora per la CIA e si occupa di… uccidere gli angeli. Nel mondo creato da L.A. Weatherly, infatti, le alate creature con l’aureola non sono dei benevoli messaggeri divini, bensì esseri venuti da un’altra dimensione col preciso scopo di nutrirsi dell’energia degli esseri umani – tanto diversi dai vampiri a questo punto? Direi di no, se mettiamo l’energia al posto del sangue. Il contatto con gli angeli, oltre a renderli visibili alla vittima, provoca in quest’ultima seri danni mentali o fisici e, come effetto collaterale, insinua nel malcapitato una sorta di fanatismo religioso: la persona colpita dal cosiddetto “fuoco sacro” si convincerà che gli angeli sono creature meravigliose venute per salvare gli uomini, e da quel momento in poi sarà loro totalmente devoto. Tutto ciò accade da secoli, ma negli ultimi due anni la presenza degli angeli è aumentata in modo preoccupante. Alex ancora non lo sa, ma quella che gli Angel Killer chiamano l’”Invasione” è solo l’avanguardia di un vero e proprio esodo pianificato (e dall’affinità con i vampiri passiamo a quella con gli alieni! :P), che dovrebbe concludersi con il trasferimento in massa degli angeli sulla Terra e la trasformazione dell’umanità in una sorta di allevamento di bestiame. Ma gli angeli scopriranno che sul loro cammino il destino ha posto un ostacolo imprevisto: ovviamente si tratta dell’ignara Willow. E ovviamente la sua strada si intreccerà con quella di Alex.
L’idea di partenza non era male, e senz’altro poteva essere sviluppata in modo molto più interessante. In un romanzo dedicato a un diverso tipo di target, e dunque svincolato dai limiti del genere, l’originale idea del fanatismo delle vittime poteva prendere ben altre pieghe e condurre a sviluppi degni di nota. Ma così non è stato. Il problema degli Urban Fantasy dedicati agli YA – e Angel, se escludiamo qualche buona idea, non fa eccezione – è che ormai sono praticamente identici l’uno all’altro, vuoi perché vengono “confezionati” così, vuoi perché gli editori hanno deciso di cavalcare l’onda e di concedere larghissimo spazio a storie dotate di una certa impostazione. Ritroviamo così strutture narrative identiche e personaggi che ricoprono sempre il medesimo ruolo. Impossibile, poi, distinguere un autore da un altro in base allo stile: abbiamo immancabilmente un linguaggio “giovanile” o che si sforza di esserlo, frasi brevissime ed essenziali (le subordinate sono un bel ricordo), descrizioni ridotte al minimo sindacale e via dicendo (nel caso particolare, gli unici elementi che saltano all’occhio non depongono certo a favore dell’autrice: tutti i suoi personaggi per qualche strana ragione mugugnano di continuo – azione resa con innumerevoli “mmm” – e nessuno di loro rimane per più di due minuti senza tamburellare con le dita). Come di consueto tutto, dalla trama alla scrittura, è programmato per prendere al lazo le giovani lettrici e far bere loro il romanzo “tutto d’un fiato”. E infatti così è: Angel si lascia decisamente leggere, e se si è coscienti che rispetta dal primo all’ultimo tutti i canoni del genere e non si cerca nulla di più che qualche ora di svago può andare benissimo. Da questo punto di vista gli avrei dato perfino qualche stelletta in più. Anche perché la protagonista – soprattutto se paragonata ad alcune sue note “colleghe” – si può reggere: almeno questa non ci inciampa nei propri piedi, è un tipino abbastanza indipendente e considerato tutto non se la cava malaccio nella situazione in cui viene scaraventata. Certo, condivide con le sopracitate colleghe la fastidiosissima abitudine di ammirare la bellezza di Alex nei momenti più assurdi (cavoletti di Bruxelles, stai sanguinando e sei mezza svenuta… ma ti pare il momento?!), ma quantomeno nella sua testa non esiste solo il desiderio di vivere per sempre felice e contenta col suo bello, e fa anche dell’altro oltre a nascondersi dietro le sue spalle urlando “amore mio, salvami!”. Alex dal canto suo è il solito combattente solitario che si finge un duro quando in realtà nasconde un animo sensibile, e naturalmente è bello come un dio greco (eh, se avesse avuto i brufoli e gli occhiali come avrebbe mai potuto far cadere Willow e tutte le lettrici ai suoi piedi?). Per quanto riguarda gli altri personaggi… non sono pervenuti. La storia è narrata alternativamente da Willow in prima persona e in terza persona dal punto di vista di Alex e altri, ma fondamentalmente si tratta di un racconto a due voci. Le scene con i cattivoni di turno sono senz’altro le più artificiose e le più involontariamente ridicole. Personalmente Raziel e l’amichetta sua mi hanno ricordato in modo impressionante i cattivi di Sailor Moon… sempre lì a ridacchiare con piglio malvagio e con quell’atteggiamento da “oh, gli esseri umani, quanto sono stupidi: rubiamo tutta la loro energia e nemmeno se accorgono!” Quasi quasi mi aspettavo che da un momento all’altro saltasse fuori la regina Periglia!
Jonah invece mi si è salvato in calcio d’angolo: uno che preferirebbe essere morto piuttosto che affrontare le conseguenze delle proprie azioni è un personaggio potenzialmente interessante (ma solo potenzialmente).
Ma quello che davvero non si regge, quello che ha fatto precipitare il voto a due stelle, è la parte centrale del libro, quando sono stata sommersa da dieci quintali di pura melassa. Ora, io sono un’inguaribile romantica, e quando c’è di mezzo la storiella d’amore ci casco nel novanta per cento dei casi. Di fatto l’evoluzione del rapporto fra Willow ed Alex, per quanto prevedibile, mi aveva preso… fino alla parte della casetta sui monti. Da quel momento in avanti la situazione è degenerata e il tenore è diventato più o meno il seguente: “Ti amo”, “Anch’io, tanto tanto”. Bacio. “Ti amo davvero”, “Si, pure io”. Bacio. “Non ci lasceremo mai più”, “No, mai, staremo sempre insieme”. Bacio. “Ti amo”, “Anch’io”. E così via per pagine intere.
Neanche Bella Swan sarebbe sopravvissuta a tanta nauseante stucchevolezza, garantito!
In ogni caso, escludendo la parte centrale, non è certo l’esempio più infimo della categoria. Come dicevo c’è qualche buona idea e non è scritto male. La scena della cattedrale fa un certo effetto e – se pure di striscio e quasi per caso – il tutto può farti riflettere sulla facilità con cui, nella vita reale, prendono piede organizzazioni di fanatici non molto diverse dalla Chiesa degli Angeli. Solo che nel mondo vero non si tratta degli effetti del fuoco sacro, il che non è proprio rassicurante.
Di sicuro Angel ha tutte le carte in regola per piacere alle appassionate del genere, purché non soffrano di glicemia alta e non si aspettino colpi di scena particolarmente eclatanti (il lettore avrebbe potuto godersi una singola sorpresa nella parte iniziale, ma in quel caso ci ha pensato l’editore a spiattellare tutto nella quarta di copertina).
Per quanto riguarda l’oggetto libro, abbiamo i soliti margini enormi creati ad hoc per aumentare il numero delle pagine e una copertina iridata che serve bene il suo scopo: attirare l’attenzione del target designato.
Ah, naturalmente è solo il primo di una trilogia, a cui seguiranno Angel Fire e Angel Fever. A chi piace…
che presentazione interessante!ciao
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