martedì 19 luglio 2011

Interview with... Daniele Nicastro

Ho avuto il piacere di conoscere personalmente Daniele Nicastro, scrittore al suo esordio con il libro La bambina con il basco azzurro, recentemente recensito qui. Non potevo farmi quindi perdere l'occasione di una bella intervista, con cui spero di aver chiarito, insieme all'autore, alcuni punti del romanzo.

Interview with...

Daniele Nicastro


M: Ciao Daniele e benvenuto su Dusty pages in Wonderland! Ti va di parlarci un po' di te?

D: Ciao Malitia, è un piacere essere ospite del tuo Blog. Di me posso dire che abito in un piccolo paese a ridosso delle Alpi, nella provincia di Cuneo. Il paesaggio che vedo all'orizzonte è spesso fonte di ispirazione. Al momento svolgo il lavoro di impiegato, ma mi sto impegnando per fare in modo che quella di scrittore possa un giorno diventare la mia professione. Fino a poco tempo fa era solo una passione nata dal piacere della lettura, in particolar modo la lettura di genere fantastico legata alla narrativa per ragazzi. Reputo che sia al momento uno dei generi più fertili e originali nei quali ci si possa immergere completamente.

M: Alla letteratura per ragazzi appartiene infatti il tuo romanzo d'esordio, La bambina con il basco azzurro. Sia la storia che lo stile da te utilizzato, però, fanno pensare sia indirizzato ad una fascia d'età molto più giovane. Vuoi spiegarci perché non è così e perché, invece, si tratta di un libro per over 13?

D: Si tratta di un libro over 13 a causa dei temi di fondo: la morte e l'abbandono. Sono parte integrante della vita, ma nessuno di noi vorrebbe mai doverli affrontare. Io ho cercato di farlo con tatto e discrezione. Tuttavia diverse vicende narrate risultano vivide e reali, in particolar modo l'apparizione di Buio, il cattivo della storia e alcuni risvolti legati alla bambina e allo specchio. Ci sono inoltre molti significati nascosti fra le righe che rendono la storia intrigante a un pubblico adulto. Ciò non toglie che la narrazione risulti fresca e ricca di colpi di scena, tale da non annoiare i ragazzi.

M: Riassumiamo in breve, per i lettori, la trama del tuo libro?

D: La storia inizia con una vicenda quotidiana: la bambina con il basco azzurro si reca con la madre in libreria per la presentazione di un autore. Come spesso accade, preferirebbe andare a divertirsi nel parco giochi, piuttosto che trascorrere il pomeriggio in un locale pieno di libri e mette subito il broncio. Uno sconosciuto le domanda di fare la guardia a un coniglio irrequieto e, dopo un rocambolesco inseguimento fra gli scaffali, la bambina finisce nel ripostiglio polveroso, dove trova uno specchio e scopre che il riflesso della propria immagine non si comporta come dovrebbe. Invece di seguire i suoi gesti, si muove per conto suo e inizia persino a parlarle. Il riflesso impertinente è accompagnato dal riflesso del coniglio e ha qualcosa di importante da raccontare. Qualcosa di incredibile a cui la bambina faticherà a credere. Questa vicenda è la scintilla che darà vita a un continuo e imprevedibile confronto fra specchi e bambine, un continuo ribaltamento di fronti che farà dubitare della realtà stessa. La bambina non dovrà affrontare da sola il viaggio che l'aspetta, ma sarà accompagnata da alcuni eccentrici e ironici amici animali che sanno più di quel che sono disposti a dire. Un viaggio attraverso luoghi misteriosi come la montagna delle possibilità e il grande lago, in un crescendo di emozioni e colpi di scena.

M: C'è sempre nel tuo romanzo -come anche tu hai appena detto- una sorte di ambiguità, di ambivalenza. Buio è, per esempio, un personaggio che potremmo definire incorporeo (possiamo intuirne la natura già dal nome), sebbene l'effetto devastante delle sue azioni malvagie suggerirebbe il contrario. Qual è il rapporto, nella tua storia, tra ciò che si vede e ciò che si avverte, tra ciò che è reale e ciò che non lo è?

D: Il rapporto tra reale e irreale è molto stretto. Numerosi indizi fanno intuire le caratteristiche di questo rapporto nel corso delle vicende, ma risultano difficili da individuare a una prima lettura. Come spiega a un certo punto l'eccentrico narratore della storia, certe cose si 'sentono', nel senso che non c'è bisogno di vederle chiaramente o sentirle spiegare. Ho cercato di rendere ogni rivelazione una presa di coscienza improvvisa, una lama di verità che colpisce l'immaginazione rendendo reale ciò che si credeva non lo fosse e viceversa. A questo riguardo la presenza dello specchio è fondamentale. Immagina di specchiarti e vedere di volta in volta nel tuo riflesso un particolare diverso. Si tratta ogni volta di una realtà, ma sempre diversa, perché diversi sono gli occhi con cui la guardiamo.

M: Appunto le diverse realtà e, in particolare, le possibilità (come non fare riferimento alla magica Montagna delle Possibilità del tuo libro?) sono un'altra tematica de La bambina con il basco azzurro. Come e quanto contano le possibilità nella vita reale? Che ruolo hanno nel tuo romanzo?

D: Per me contano tantissimo. Se proviamo con l'immaginazione a guardarci dall'alto, siamo in grado di individuare innumerevoli percorsi possibili, perché innumerevoli sono le scelte che compiamo ogni giorno. Anche le più piccole possono ripercuotersi sulle vicende che ci riguardano. Il lettore comprende subito che la montagna delle possibilità non é una montagna normale. È un luogo dall'atmosfera magica, nel quale si decide il futuro dei personaggi, nel bene e nel male, inducendo il lettore a riflettere sul significato delle proprie azioni e sulla scintilla delle motivazioni che ci spingono a fare qualcosa. In particolar modo ho cercato di mettere in evidenza come certe scelte e soprattutto determinate esperienze, anche spiacevoli, determinino il carattere di una persona.

M: Perché quest'atmosfera cupa in quello che sembra un libro per bambini?

D: Perché leggendo numerosi titoli della narrativa per ragazzi degli ultimi anni ho avuto il piacere di riscontrare una maggiore confidenza con la realtà e i temi che in passato venivano considerati tabù per i giovani, troppo maturi per essere spiegati. Io sono dell'idea che non bisogna sottrarre i ragazzi a temi, anche profondi, che caratterizzano la vita che ci circonda. Troppo spesso i finali lieti e il cinema 'buonista' del passato li ha rinchiusi in una bolla di protezione, senza spiegare cose che invece avrebbero dovuto conoscere per essere preparati ad affrontarle. I toni cupi di questa storia sono tuttavia accompagnati da riflessioni delicate ed eccentriche spiegazioni che dimostrano come non si debba per forza temere determinate cose. Anche quel che fa paura o soffrire al momento può portare buoni frutti in futuro. Il potere della narrazione rende semplici da spiegare ai ragazzi anche concetti seri e difficili come quello appena intrapreso.

M: Quali sono i libri per ragazzi che hanno segnato la tua infanzia?

D: Il mio è stato un percorso strano. Ho saltato quasi completamente la letteratura per l'infanzia perché avevo un profondo desiderio di leggere i libri dei 'grandi'. Ho letto i classici e mi sono emozionato con libri di avventura come "l'isola del tesoro" e "il signore degli anelli". Crescendo però ho sentito il bisogno di leggere alcuni titoli della letteratura per l'infanzia e ho scoperto il loro enorme valore, anche per un pubblico adulto. Reputo fondamentali per la mia formazione libri come "il piccolo principe" e "la collina di conigli". Lemony Snicket, con la saga "una serie di sfortunati eventi" rimane per me maestro indiscusso della narrativa per ragazzi. Puoi facilmente comprendere quindi come mai alcune atmosfere del mio libro siano cupe, sebbene il messaggio sia estremamente positivo.

M: .Ultima domanda. Ci racconti un aneddoto o un ricordo che è stato fondamentale, durante la tua infanzia o adolescenza, per la tua formazione personale?

D: Questa non è affatto una facile domanda. Credo siano pochi gli autori disposti a parlare di sé stessi o in grado di farlo con spensieratezza. Quindi mi limiterò a raccontare che non è un caso che la bambina con il basco azzurro si trovi in mezzo ai libri e la storia inizi in una libreria. Anni fa un bambino cicciottello con due grossi occhialoni passava i suoi pomeriggi in biblioteca, leggendo i libri e conversando con la sua amica Carmen, la bibliotecaria con i capelli ricci. Non aveva amici con i quali potesse giocare, ma viaggiava molto lontano con la fantasia, a cavalcioni di un fortunadrago o domando i flutti di un mare in tempesta con il coltello fra i denti. Ci sono molti episodi che mi riguardano in questo libro, ma fra tutti i significati e i simbolismi della storia sono i più nascosti.

M: Ok Daniele, grazie mille per questa chiacchierata :)

D: Grazie a te Malitia e buona lettura a coloro che si immergeranno in questa originale storia.^^

1 commento:

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