venerdì 30 novembre 2012

Recensione e intervista: Borgo Propizio di Loredana Limone

Borgo Propizio - Loredana Limone
Tutto ruota attorno a una latteria, che la giovane Belinda vuole aprire nel centro di un delizioso paesino medievale. Certo, il paesino più che delizioso sembra sonnolento, a causa di una giunta comunale poco attiva; certo, nel negozio che Belinda sta ristrutturando si dice aleggi la presenza di un fantasma, ma la ragazza vuol cambiar vita a tutti i costi, per superare il divorzio dei suoi, per riprendersi da una delusione amorosa, per scappare da una società a cui non sente di appartenere. Intorno a lei, una folla di personaggi divertenti e scombinati, bizzarri e veri, sinceri e misteriosi… come la vita vera.

Edizioni Guanda
Pagine: 280
Prezzo di copertina: 16,50€


Recensione a cura di Glo_In_Stockholm

Voto: 


“Borgo Propizio”... il titolo promette bene e devo dire che... le sue promesse le mantiene tutte! Grazie a una collega, attiva nell'assessorato alla cultura del suo comune di residenza dove si è tenuta  una presentazione del romanzo da parte di Loredana Limone, ho potuto intraprendere il viaggio suggerito dall'autrice, un viaggio la cui destinazione è proprio un “paesino di una volta”, uno di quelli dove tutti conoscono tutti e dove la vita trascorre lenta, monotona ma rassicurante.
Premetto subito che, come Loredana (gentilissima e disponibile, ha accettato di rispondere ad alcune domande che avevo preparato e che le ho fatto pervenire in vista della presentazione a cui non ho potuto partecipare), anche io sono un'amante dei piccoli borghi e apprezzo le storie lì ambientate, rappresentano per me un'evasione dalla realtà frenetica e a volte spersonalizzante della città, un ritorno a una dimensione più a misura d'uomo e i personaggi descritti sono spesso spassosissimi! Con queste premesse, ero sicura che avrei apprezzato “Borgo Propizio”, anzi le mie aspettative sono state ampiamente soddisfatte.
Quali sono le carte che rendono questo libro speciale? Sicuramente, un ruolo di primo piano lo gioca l'efficace caratterizzazione dei protagonisti: ricordo bene come sono rimasta subito catturata dall'incipit, con l'irresistibile presentazione delle sorelle Mariolina e Marietta, figlie di donna virtuosa e sfortunata, vergini ben oltre i 40 anni, simili ma diverse, così deliziosamente démodé. Da queste due zitelle (uhh che termine vituperato al giorno d'oggi) prende vita una vicenda divertente, a tratti forse un po' paradossale, ma coinvolgente e genuina. Conosciamo allora Ruggero, lo spasimante un po' per caso di Mariolina, un po' fanfarone ma di buon cuore, con i suoi terribili genitori; le pettegole del paese, ficcanaso incorreggibili a cui non sembra vero di poter spiare la nuova vita di Mariolina; Belinda, l'intraprendente ragazza di città, un po' fissata con il latte, venuta a Borgo Propizio per realizzare il sogno di aprire una latteria (ovviamente!); Claudia e Cesare, i genitori separati di Belinda, che farà di tutto per ricostruire la loro unione insieme alla vulcanica zia  Letizia. La penna di Loredana Limone tratteggia così bene questi personaggi che si arriva all'ultima pagina del romanzo con la sensazione di conoscerli e, alla fine, si finisce col volergli bene.
Pregevole è anche il fatto che ognuno è accompagnato da qualche elemento biografico, che lo rende più interessante, “colorandone” ulteriormente la personalità.
Loredana Limone infatti non inserisce nessun personaggio straordinario e le dinamiche relazionali esistenti sono tipiche e questo è a parer mio un punto di forza del romanzo, che lo avvicina al lettore, che ha modo così di immedesimarsi anche prendendo spunto dalla propria esperienza. Pensiamo per esempio al rapporto molto intenso che esiste fra le due sorelle: intenso sì, ma caratterizzato anche da una certa ambiguità che alterna momenti di totale dedizione ad altri di rivalità, come effettivamente può accadere nella realtà.
Un altro elemento vincente è dato dai dialoghi, costruiti in modo da lasciare trasparire l'elemento provinciale dei vari protagonisti, non soltanto  dal punto di vista meramente grammaticale (pensiamo solo all'”ostilità”di Ruggero nei confronti del congiuntivo), ma anche da quello più legato ai contenuti. I personaggi del libro rappresentano infatti le persone comuni che di norma abitano nei piccoli paesi e come tali si comportano e parlano come loro: i discorsi sono semplici, pervasi da alcuni luoghi comuni (si pensi alla povera Marietta sconsolata di fronte al fenomeno della globalizzazione) e senza velleità o pretese.
Non posso poi non menzionare il messaggio positivo che emerge dal romanzo, che può essere riassunto (e non vorrei essere banale, lo premetto), come “c'è una seconda possibilità per tutti”: per i genitori di Belinda, per Mariolina e Ruggero, anche per Marietta... Borgo Proprizio è davvero un luogo lieto, perché non nega a nessuno dei suoi abitanti una cosa fondamentale: la seconda chance.
Molto ben riuscita è anche la conclusione con un escamotage interessante, che però non voglio svelare per non rovinare la sorpresa.

Bene, a questo punto, non mi resta che invitare chi ancora non l'ha fatto, ma perché no anche chi lo ha già letto, di prendersi un momento e di staccare un biglietto in direzione “Borgo Propizio”. Non se ne pentirà... garantito!



Pubblico quindi le risposte alle 5 domande che avevo pensato per la presentazione di Borgo Propizio, avvenuta mercoledì 14 novembre presso la sala consigliare del comune di Cavallasca e che potete leggere QUI.

Interview with...

Loredana Limone


Buongiorno Loredana, innanzitutto volevo farle i miei complimenti per “Borgo Propizio”, un romanzo che ho trovato delizioso. A questo proposito, cogliendo l'occasione della presentazione del suo libro presso la biblioteca di Cavallasca, vorrei porle qualche domanda.
Grazie. Ma, come dice il poeta (o chi per esso), la delizia è nelle papille di chi gusta.

· Il suo romanzo è incentrato sulla vita in piccolo paese di provincia di diversi personaggi, pittoreschi e molto rappresentativi della “fauna” che effettivamente abita i piccoli borghi. A cosa si è ispirata per ambientare il romanzo in un paesino? E perché lo ha chiamato proprio “Borgo Propizio”?
Adoro i borghi, ne ho visitati tanti dal nord al sud Italia, fino a Erice, in Sicilia. Eppure non ci ho mai vissuto. Poiché ho scritto questo romanzo per evadere da un periodo molto problematico, volevo rifugiarmi in un posto che esulasse dalla mia città natale e dalla provincia dove abito. Borgo Propizio è un luogo che avevo dentro, evidentemente, cui fare ritorno; un luogo che finora non ho trovato su questa terra.
Propizio, perché mi portasse bene. E così è stato.


· Come le ho detto in precedenza, i personaggi sono molto caratteristici e simpatici, in particolar modo le due sorelle virtuose e illibate, Mariolina e Marietta, e Ruggero, l'”impreditore edile” spasimante di Mariolina. Come le è nata l'idea di tratteggiare la personalità delle due sorelle e di Ruggero in quel modo?
Il romanzo si apre proprio con l’affetto sororale tra Mariolina e Marietta che in qualche modo siamo mia sorella e io (lei è Marietta!), pur non essendo rimaste zitelle illibate fino a tarda età, anzi ci siamo sposate all’età canonica. C’è tra noi un rapporto fortissimo che… guai se non l’avessi!
Ruggero è venuto da solo, a riprova del fatto che lo scrittore, come solitamente dico parafrasando Madre Teresa di Calcutta, non è altro che una matita nelle mani della narrazione.


· Nel suo romanzo è presente anche un accenno al “mistero” di un fantasma che infesta il luogo dove deve aprire la nuova latteria di Belinda, che si spera porti nuovo lustro a Borgo Propizio. Crede che sia importante per ogni piccolo paese mantenere vivo il suo patrimonio di leggende oppure a causa del progresso e della modernità, questo sia destinato irrimediabilmente ad andare a perso?
Il sociologo polacco Baumann ha definito, la nostra, una società liquida: è un’immagine che ci descrive perfettamente.
Quello che fu, temo, andrà perso prima o poi, perché cambia la sensibilità e le cose si evolvono sempre più velocemente, troppo velocemente, anche a causa (merito o colpa?) della tecnologia. Chi avrebbe mai pensato di non vedere più le cabine telefoniche? Chi riesce a immaginare la vita di cascina in un rimodernato agriturismo? La globalizzazione, poi, fa il resto e il presente già supera confini che non esistono più.

· G.M. Gran Musicante, Gianni Morandi. Trovo originale il riferimento a uno dei cantanti italiani più amati degli anni 60/70 (ma forse ancora adesso) come papabile (ma ahimé mancato) pretendente della mamma di Belinda, Claudia, e come ospite d'onore (ancora una volta mancato) dell'inaugurazione della latteria di Belinda. Come scrive nei ringraziamenti del libro, lei è una fan di Gianni Morandi, ma perché ha deciso di farne una sorta di personaggio in “Borgo Propizio”?
Sono cresciuta con le canzoni di Morandi in sottofondo che suonavano dal vecchio giradischi di mia madre: inevitabile amarle, amarne l’interprete. Oggi la mia ammirazione non è più per il cantante, ma per la persona, che mi sembra simbolo di serietà, onestà, probità. Uno di cui ci vorrebbero parecchi cloni in Italia.

· Leggendo “Borgo Propizio”, mi sono venute in mente le atmosfere dei romanzi di Andrea Vitali, autore della provincia di Como. Anche Andrea Vitali racconta vicende semplici ma accattivanti e descrive personaggi molto pittoreschi e caratteristici, anche se ambientati negli anni 30 e non ai giorni nostri come nel suo libro. Conosce Andrea Vitali? Pensa che descrivere la vita della provincia italiana oggi sia una scelta “vincente” per catturare l'attenzione dei lettori in un paese come il nostro, che secondo varie statistiche, non dedica molto tempo alla lettura?
Non so se veramente la gente non legga tanto in Italia, forse meno che all’estero, ma i dati di vendita di Borgo Propizio sono soddisfacenti. Non conosco Andrea Vitali di persona, però ho letto all’incirca tutti i suoi libri perché sempre – che io sia nervosa, triste, depressa, che abbia litigato con mio figlio o polemizzato con mio marito – mi riconciliano con la vita. Una biblioterapia a tutti gli effetti!
Ma non si può paragonare Vitali a me, una spiaggia sconfinata versus un pugnetto di sabbia.
In merito all’ultima domanda, no, non credo che scrivere della provincia sia una scelta vincente, perché non credo proprio che sia una scelta. Lo scrittore scrive quello che è, quello che ha dentro. Perciò i libri di Vitali sono vivi, i suoi personaggi palpitano (spero anche Borgo Propizio), laddove molti romanzi sanno di polistirolo.


Potrebbe dedicare un saluto speciale ai lettori del blog “Dusty pages in wonderland”? Queste domande sono state pensate da una collaboratrice, Glo in Stockholm, che purtroppo non è potuta essere presente per motivi di lavoro.
Più che un saluto, vorrei lasciarvi con un appuntamento: al borgo, per respirare un’aria speciale, che spero vi faccia stare bene come fa stare bene me.
Un abbraccio propizio a tutti!


L'autrice
Loredana Limone ha composto la prima poesia a nove anni, ma è passata molta acqua sotto i ponti prima che i suoi scritti uscissero dal cassetto. Ha al suo attivo alcuni libri gastronomici e per bambini. Se non abitasse sulla sponda del Naviglio Martesana, dove si è trasferita per amore, Borgo Propizio è il luogo dove le piacerebbe vivere. Perché? Lo scoprirete leggendo questa favola moderna, intelligente e piena di humour, ambientata in questo curioso Borgo (Guanda, 2012). "E se le stelle" è il secondo romanzo sulle avventure del Borgo e ai suoi straordinari personaggi. Il 17 novembre 2012, a Villa Grumello (Como), Loredana riceve la targa straordinaria per la categoria "esordienti" della Prima edizione del Premio di Narrativa "Federico Fellini" per il romanzo "Borgo Propizio".


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