domenica 11 novembre 2012

Recensione: 90 giorni di tentazione di Lucinda Carrington


90 giorni di tentazione - Lucinda Carrington
Genevieve Loften lavora per un’agenzia pubblicitaria a Londra. È una donna sicura di sé, intraprendente, di successo. 90 giorni di tentazione non sono affatto quello che aveva in mente per accaparrarsi un nuovo cliente. Ma l’arrogante e affascinante James Sinclair non le lascia scelta: firmerà il contratto solo a patto che lei accetti di esaudire ogni suo desiderio. È così che Genevieve viene introdotta in un mondo fino a quel momento sconosciuto, dove c’è chi comanda e chi è dominato: scoprirà sensazioni ed emozioni mai provate prima e diventerà la protagonista di conturbanti giochi erotici. Quella che era iniziata come una semplice trattativa d’affari si trasforma in un incastro di fantasie sempre più intense, che finiranno per stravolgere l’esistenza di Genevieve. Sedotta e soggiogata da James, riuscirà a trovare un equilibrio tra la sua carriera e l’universo di piaceri proibiti che quell’uomo irresistibile le offre?
Editore: Newton Compton
Pagine: 320 pagine
Formato: rilegato
Prezzo: € 9,90

Voto

 A cura di Lizy

Prendete un uomo affascinante, capelli scuri e sguardo magnetico, vestito di tutto punto e naturalmente straricco, che propone un contratto basato su novanta giorni di intrattenimento sessuale ad una donna normale che farebbe di tutto pur di avere una promozione. Mixate il tutto con bigliettini contenenti ordini, corse in moto con i glutei al vento, bandgang, voyerismo, bondage e avrete “90 giorni di tentazione”.
La protagonista è Genevieve, donna in carriera che si autodefinisce una “donna all’antica”, con non molta esperienza in fatto di uomini, capace di arrossire per un disegno del kamasutra, ma pronta a lasciarsi sopraffare dalle fantasie erotiche anche in ufficio, dopo una certa ritrosia ad accettare il fatto che anche una donna possa provare certe sensazioni e facendo, di contro, la morale al fratello che ammette di non essere alla ricerca di una storia seria e di volersi solo divertire. Insomma, l’ipocrisia di Genevieve è palpabile, a maggior ragione quando si rende conto che certi giochetti sono di suo gradimento, è pronta a contraddirsi con la giustificazione che, se non fosse per l’accordo, non farebbe certe cose.
Ben diverso è Sinclair, l’uomo che le propone l’accordo vertendo proprio sui vantaggi che questo porterà alla sua carriera, tenendo in pugno la sua preda, rivelando però di avere una personalità inesistente nonostante giochi nel ruolo del padrone. Due personaggi che si smentiscono fin dall’inizio, ostentando di sé cosa realmente non sono.

Alternando momenti dall’ “alto” contenuto erotico, che sostanzialmente non fanno altro che suscitare sbadigli, a blandi tentativi di ergersi contro gli stereotipi, il romanzo non ha una trama, se non quella comune della donna sodomizzata che si innamora del suo padrone frustrato che ha bisogno di smuovere la sua vita dando sfogo alle più indicibili perversioni.

Per fugare ogni eventuale dubbio vi dico subito che la Carrington parla di una realtà degli anni novanta e che il libro è datato 1996, ma credo sia arrivato in Italia solo quest’anno sulla scia del successo del filone pseudo-erotico scatenato dalla trilogia di  “Cinquanta sfumature di…” che, tengo a precisarlo, non ho letto e non ho nessuna intenzione di leggere. “90 giorni di tentazione” non è altro che un insieme di parole che si susseguono senza trasmettere nulla, che diffamano il lemma “romanzo”. La storia parte in quarta con l’accordo e il primo approccio, per poi lasciare nell’agonia della ripetizione nonostante la sperimentazione sessuale che vorrebbe essere sempre più scabrosa ma che alla fine, più che insoliti pruriti, genera solo volontà di dar fine ad un vero e proprio supplizio. Senza contare che, in alcuni casi, le situazioni descritte risultavano poco realistiche perché prevedono capacità contorsionistiche di cui non tutti sono dotati (e non mi pare che la protagonista lavori in un circo, ma faccia la sedentaria vita di una pubblicitaria annoiata).
Non c’è spessore, ma c’è pretesa di raccontare quello che le donne “vogliono” senza tener conto che il mondo è vario. I dialoghi sono privi di senso e non ci dicono nulla di più delle descrizioni, racchiudono spesso volgarità nel linguaggio e contribuiscono ad aumentare la sciattezza dello stile.

Si tratta di un volume di cui si può fare volentieri a meno, “premiato” con una stellina giusto perché su Anobii è impossibile valutare con zero. 

5 commenti:

  1. Qualche anno fa impazzava la moda dello young adult fantasy grazie a "Twilight", ora le librerie si stanno riempiendo di romanzi "erotici" con punte di S&M grazie a "Cinquanta Sfumature di Grigio". Dov'è finita l'originalità? Per non parlare della qualità.

    P.S. non commento mai ma leggo sempre con piacere il tuo blog :).

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  2. Evviva, altre 5o sfumature di spazzatura. Se ne sentiva proprio il bisogno!
    Bella recensione comunque!

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  3. Dico io, ce l'eravamo risparmiato negli anni 90? Un motivo ci sarà stato! Perché andarlo a rispolverare oggi?!
    Ma tanto ora ci riempiranno di pseudoromanzi a base di sadismo e bondage, come se fossero stati inventati ieri.

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  4. @Beat: grazie!!

    @Aliena: non so se hai già notato l'invasione XD

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  5. Cerco di tenermi a distanza a dire il vero, ma sì, è già cominciata.
    Anche io ho delle perversioni in tal senso, se avessi soldi da buttare, mi piacerebbe appostarmi vicino agli espositori delle sfumature et similia e intercettare tutte le avventrici con un "lo hai letto? bello vero? anche tu ti sei scoperta a fantasticare sulle pratiche bdsm? aaaa allora ti consiglio assolutamente questo libro..." e mollargli un romanzo del Marchese de Sade.
    Non sto bene... lo so xD

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