venerdì 2 novembre 2012

Il tempio degli Otaku #78: Aoi Hana – Sweet blue flowers




A cura di Surymae Rossweisse


Salve a tutti,  e benvenuti ad un'altra puntata de “Il Tempio degli Otaku”! A grande richiesta – ma di chi? - torna il ciclo delle opere che ormai conosciamo solo io ed i loro autori. Questa volta i riflettori sono puntati su un anime: piuttosto recente, a dire il vero, ma che ahimè non ha avuto grande successo di pubblico. Le vendite dei DVD sono state piuttosto esigue, a tal punto che la casa di produzione ha escluso la possibilità di proseguire con una nuova stagione. Eppure, a parte il peccato originale di essere tratto da un manga ancora in corso – problema piuttosto comune – l'anime di questa settimana non ha niente che non vada, dalla grafica alla storia, semplice e toccante. E se non mi credete, non mi resta altro che consigliarvi a leggere la recensione di “Aoi Hana – Sweet blue flowers”. Buona lettura (e visione)!

Quando erano piccole, Akira e Fumi erano inseparabili. Quanto l'una era energica, quanto l'altra era sensibile e “piagnucolona”: ed era proprio la loro diversità a renderle così amiche. L'idillio, però, era destinato a finire presto: Fumi doveva trasferirsi in un'altra città.
Anni dopo, quest'ultima ritorna a casa, turbata dalla condotta ambigua di sua cugina Chizu: Akira, però, non è affatto cambiata, e dopo un breve momento di imbarazzo i rapporti riprendono come se niente fosse accaduto.
Adesso la priorità è un'altra: la scuola. Le ragazze iniziano le superiori, e nei rispettivi licei femminili impareranno a trovare la propria strada, faranno nuove amicizie... e conosceranno per la prima volta le pene dell'amore.

Già la brevità della sinossi dovrebbe farvi capire la sua estrema semplicità. “Aoi Hana” appartiene al genere chiamato slice of life, che tratta nient'altro che la vita reale, senza troppi fronzoli. Durante la visione non troverete niente di più emozionante del marinare la scuola – per visitare dei musei: soltanto in Giappone può succedere – o dello spettacolo del locale club di teatro, a tal punto che per il primo paio di episodi potrebbe essere difficile abituarsi ai ritmi estremamente pacati. Siccome l'opera è di breve durata, però, dopo la strada è tutta in discesa, anche per l'assenza di puntate filler. Anzi, a conti fatti sarebbero state auspicabili altre puntate, quantomeno per risolvere in modo “elegante” tutte le trame e sottotrame.
Avete letto bene: sottotrame. La storia – d'amore? - di Akira e Fumi è soltanto la punta dell'iceberg di un quadro molto più esteso. Anche le loro conoscenze giocano un ruolo cruciale nella storia: Kyoko, che a dispetto dei modi glaciali è perdutamente innamorata della sempai Yasuko, per cui a dire il vero anche Fumi prova qualcosa. Yasuko sembra ricambiare, ma chissà cosa si nasconde dietro a quel temperamento frivolo e strafottente...
Quest'ultima è probabilmente la vera protagonista di “Aoi Hana”. Gran parte degli episodi si incentrano su di lei, e mano a mano scopriamo la sua (intricata) storia personale. A parte forse Akira – a cui comunque non è indifferente, più che altro perché sa che Fumi ne è innamorata – tutto il resto del cast, anche i personaggi più insospettabili, ruotano attorno al suo carisma, e sono collegati a lei in qualche modo.
Questo potrebbe anche dare fastidio, perché ciò la rende quasi una Mary Sue – nel gergo da fanfiction, quei personaggi perfetti in tutto e per tutto. Ricapitoliamo le maggiori caratteristiche delle Sue: avvenenza fisica? Risposta affermativa: Yasuko è letteralmente circondata da spasimanti, a tal punto che, durante uno spettacolo teatrale, alla sua apparizione si alzano coretti adoranti dalla platea – probabilmente uno dei momenti più divertenti dell'intera serie. Trascorsi complicati e tormentati? Assolutamente, anche se non dirò di più. Ed il cast, come già detto, ne è totalmente avvinto.
Perciò, il verdetto è unanime: sì, è una Mary Sue. Tuttavia, Yasuko non è un cattivo personaggio, anzi è ottimamente caratterizzato. Di facciata sembra superficiale, giocosa: ma con il passare degli episodi scopriremo altri lati della sua personalità, non sempre lusinghieri. Forse questa allegria perenne è in parte una maschera, per nascondere un'eccessiva sensibilità; e forse la sua maturità è soltanto apparente, e cela tendenze egoistiche ed egocentriche. Una vera adolescente, nel bene e nel male.
Anche il resto del cast, comunque, gode di un'ottima introspezione psicologica, che siano personaggi primari o secondari. Akira, con la sua indole energica – ma cui non manca la sensibilità – fa da perfetto contraltare a Fumi. Quest'ultima indulge un po' troppo nelle lacrime, ma dimostra una maturità non indifferente: gli eventi della serie la faranno crescere, e perdere quella patina innocente. Kyoko è schiava del suo amore per Yasuko: non è ricambiato, e lo sa, eppure non può fare a meno di provarci e riprovarci. Questo le impedisce di vedere i teneri sentimenti che prova il suo fidanzato, che però considera soltanto come un accessorio impostole dalla famiglia benestante.
Come già accennato, anche il resto del cast regala delle soddisfazioni dal punto di vista della caratterizzazione. Le tre amiche di Akira, ad esempio, tutte componenti del club di teatro: la leader, la più esuberante, quella più sbarazzina, e l'altra, molto timida e riservata. Oppure, il fratello di Akira: a dire la verità il suo affetto per lei potrebbe non essere molto sano, ma potrebbe anche essere un istinto da fratello maggiore portato agli eccessi. Più volte i due litigano, ma è evidente che in fondo in fondo si vogliono bene. L'elenco potrebbe andare avanti a lungo... ma così si esaurirebbero i personaggi. Ma gli anime si vedono, non si leggono nelle recensioni!

Il comparto tecnico è piuttosto soddisfacente. Il character design è semplice, ma perfettamente adatto alla storia. Ancora meglio poi sono i fondali: la loro staticità denota un budget non proprio stellare, ma i loro colori pastello sono gradevolissimi da vedere. La regia non pretende molto dallo spettatore; le musiche accompagnano piacevolmente le scene, ma a posteriori non sono molto memorabili.
Poco male, comunque, perché “Aoi Hana” si fa ricordare per altri motivi, come la trama o i personaggi...

...E per oggi è tutto, cari amici. Arrivederci alla prossima settimana, con “Il Tempio degli Otaku”!

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