mercoledì 28 novembre 2012

L’addio alla letteratura di Philip Roth



L’autore più premiato al mondo dice addio alla letteratura. Philip Roth, classe 1933, venticinque romanzi alle spalle, ha deciso di fare come gli oratores romani e ritirarsi a vita privata. La notizia è di un mese fa, pubblicata dal giornale francese “Les Inrocks”, ma sta facendo il giro del mondo solo in queste ultime settimane. Un addio dichiarato, tranquillo, di un uomo stanco di quasi ottant’anni, che ha avuto tanto dalla vita e che tanto ha donato ai suoi lettori. Scrittore che con i suoi romanzi ha ispirato il cinema, Roth è stato più volte candidato al Nobel per la letteratura, senza però essere insignito del prestigioso riconoscimento. Non sono invece mancati i riconoscimenti della critica alla sua narrativa autobiografica e fortemente improntata dalla psicologia e dalla socio-etnografia, nella quale sono presenti accurati ritratti familiari e spesso il protagonista è un alter-ego dell’autore e, in alcuni casi, suo omonimo. Famosissimo il ciclo di sei romanzi che ha per protagonista Nathan Zuckerman (“Lo scrittore fantasma”, “Zuckerman scatenato”, “La lezione di anatomia”, “L'orgia di Praga”, “La controvita” e “Il fantasma esce di scena”), che ritroviamo invece come narratore in altri tre romanzi, compreso “Pastorale americana”, che è valso a Roth il Premio Pulitzer nel 1997.
A chi guarda con rammarico alla decisione di Roth di dire addio alla scrittura, mi sentirei di rispondere che uno scrittore sa quando è tempo di smettere, quando la scintilla dell’ispirazione non è più così forte da soppiantare il bisogno di tranquillità. “Nemesi”, romanzo dello scorso anno sulla forza dei sentimenti che colpiscono l'animo umano in tempo di catastrofe, è stata la sua ultima pubblicazione (tra l’altro pubblicato nel 2012 nella collana Numeri Primi).

Per altre informazioni riguardo i romanzi di Philip Roth, vi rimando ad alcuni articoli precedentemente pubblicati sul blog:


Philip Roth
Ha vinto il Premio Pulitzer nel 1997 per Pastorale americana. Nel 1998 ha ricevuto la National Medal of Arts alla Casa Bianca, e nel 2002 il piú alto riconoscimento dell'American Academy of Arts and Letters, la Gold Medal per la narrativa. Ha vinto due volte il National Book Award e il National Book Critics Circle Award, e tre volte il PEN/Faulkner Award. Nel 2005 Il complotto contro l'America ha ricevuto il premio della Society of American Historians per «il miglior romanzo storico di tematica americana del periodo 2003-2004». Recentemente Roth ha ricevuto i due piú prestigiosi premi PEN: il PEN/Nabokov Award del 2006 e il PEN/Saul Bellow Award for Achievement in American Fiction. Roth è l'unico scrittore americano vivente la cui opera viene pubblicata in forma completa e definitiva dalla Library of America. Nel 2011 ha ricevuto la National Humanities Medal alla Casa Bianca, ed è poi stato dichiarato vincitore della quarta edizione del Man Booker International Prize.
Di Philip Roth Einaudi ha pubblicato: Pastorale americana, Operazione Shylock, Il teatro di Sabbath, Ho sposato un comunista, Lamento di Portnoy, La macchia umana, L'animale morente, Lo scrittore fantasma, Zuckerman scatenato, Chiacchiere di bottega, Il complotto contro l'America, Il seno, La lezione di anatomia, L'orgia di Praga, Everyman, Patrimonio, Il fantasma esce di scena, Il professore di desiderio, Indignazione, L'umiliazione, La controvita, La mia vita di uomo, Nemesi, Goodbye, Columbus, Quando lei era buona) e il volume Zuckerman che raccoglie i romanzi Lo scrittore fantasma, Zuckerman scatenato, La lezione di anatomia, L'orgia di Praga, Nemesi e «Ho sempre voluto che ammiraste il mio digiuno» ovvero, guardando Kafka.L’autore più premiato al mondo dice addio alla letteratura. Philip Roth, classe 1933, venticinque romanzi alle spalle, ha deciso di fare come gli oratores romani e ritirarsi a vita privata. La notizia è di un mese fa, pubblicata dal giornale francese “Les Inrocks”, ma sta facendo il giro del mondo solo in queste ultime settimane. Un addio dichiarato, tranquillo, di un uomo stanco di quasi ottant’anni, che ha avuto tanto dalla vita e che tanto ha donato ai suoi lettori. Scrittore che con i suoi romanzi ha ispirato il cinema, Roth è stato più volte candidato al Nobel per la letteratura, senza però essere insignito del prestigioso riconoscimento. Non sono invece mancati i riconoscimenti della critica alla sua narrativa autobiografica e fortemente improntata dalla psicologia e dalla socio-etnografia, nella quale sono presenti accurati ritratti familiari e spesso il protagonista è un alter-ego dell’autore e, in alcuni casi, suo omonimo. Famosissimo il ciclo di sei romanzi che ha per protagonista Nathan Zuckerman (“Lo scrittore fantasma”, “Zuckerman scatenato”, “La lezione di anatomia”, “L'orgia di Praga”, “La controvita” e “Il fantasma esce di scena”), che ritroviamo invece come narratore in altri tre romanzi, compreso “Pastorale americana”, che è valso a Roth il Premio Pulitzer nel 1997.


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