Una grafica stupefacente dai colori primaverili e contenuti pieni di personalità: Speechless è sbocciato oggi e qualcosa ci dice che durerà ben più di una stagione. Nato come estensione del blog letterario Diario di pensieri persi, questo nuovo magazine online curato da Alessandra Zengo sorprende per la sua forte identità e l'intento di abbracciare cinema, letteratura ed editoria, ma anche attualità. Senza mai urlare, ma con parole che faranno rumore. All'interno del numero zero, scaricabile dal sito SPEECHLESS MAGAZINE.COM, troverete interviste interessanti sul mondo editoriale -notevoli quelle ad Alessandra Penna e Massimo Trentin- racconti inediti di autori italiani e stranieri -Lara Manni, Marzia Musneci, Francesca Scotti, Rhiannon Frater, Sebastian Fitzek e Harold Cobert- articoli sui classici e su tutti i principali generi letterari, rubriche, spazio ad autori emergenti ed affermati. Una panoramica a tutto tondo e un mix tra cultura, pensiero libero e informazione.
Per Dusty pages in Wonderland è intervenuta proprio Alessandra Zengo, la poliedrica direttrice di questa nuova realtà virtuale, admin del blog Diario di pensieri persi e responsabile del sito Urbanfantasy. In questa intervista ci parla di Speechless, del suo presente, passato e futuro, ma anche di editoria.
Ciao Alessandra e benvenuta su Dusty pages in Wonderland, è un piacere averti qui con noi!
Alessandra: Ciao Malitia, e grazie per avermi invitata. E' un piacere essere qui, ospite nel tuo blog!
Finalmente è uscito Speachless, un magazine tutto nuovo ma dalla personalità già forte e indipendente che, come una donna capricciosa -ci dici nell'editoriale- si è fatto aspettare un po' di ritardo. Ci racconti com'è nato questo progetto?
A: Sono emozionatissima per l'uscita di Speechless, un progetto che mi impegna già da parecchi mesi e che mi ha assorbita pienamente nelle ultime settimane. L'idea di Speechless nasce nel novembre dello scorso anno come webzine del mio blog letterario Diario di Pensieri Persi. Avevo pensato di creare una webzine che raccogliesse i migliori contenuti del 2011, riveduti e corretti, insieme ad altri articoli inediti. Successivamente (e molto velocemente) il progetto si è ampliato ed ha inglobato alcune persone esterne alla redazione di Diario. A fine dicembre/inizio gennaio ho quindi pensato di rendere Speechless una rivista indipendente e assolutamente inedita, e alla fine quello che vedete è il risultato definitivo. Una genesi molto semplice: niente piani per conquistare il web e il mondo dell'editoria con una nuova rivista dai contenuti sconvolgenti (anche se l'idea, ammettiamolo, è allettante), ma solo un nuovo spazio di condivisione culturale che speriamo piaccia ai lettori. Le nostre penne sono state affilate per benino e speriamo di migliorare ad ogni nuovo numero. Le idee ci sono, ora basta farle diventare realtà.
Da dove viene invece l'idea del nome del magazine? Ha qualche significato particolare?
A: Ci tengo a precisare: non è ispirato alla canzone omonima di Lady Gaga. *ride* Il nome definitivo arriva dopo qualche altro tentativo fallito di trovare un nome adatto alla rivista (allora la webzine di Diario). Alla fine al mio neurone solitario, in perenne ricerca di una compagna, si è accesa la lampadina. Il nome doveva essere assolutamente Speechless: breve, chiaro e immediato. Per una rivista letteraria e cinematografica sembra una contraddizione in termini. Senza parole. Dato che sono strana ed eccentrica per natura mi son detta perchè no? Mettiamo un titolo diverso dal solito e in contraddizione con il contenuto del magazine. In realtà il nome vuole essere un po' una provocazione a quello che è il mondo dell'editoria, un punto di partenza per una riflessione critica e indipendente sul mondo dei libri e sulle persone che ci lavorano. Un luogo dove possono incontrarsi scrittori, lettori e anche addetti ai lavori. Un luogo dove confrontarsi e rimanere "senza parole" per le scoperte (che spero siano interessanti, almeno.)
Speechless è un webzine davvero ricco (ben 170 pagine di contenuti) che ha richiesto la collaborazione di molte persone. Come si è formata la redazione? Ci saranno modifiche nei numeri successivi?
A: E ho dovuto tagliare tantissimo! Un dolore (più che per la sottoscritta per l'articolista di turno LOL) ad ogni cancellatura dal sommario provvisorio. La redazione si è formata diciamo per caso: ho raccolto nel corso delle prime settimane soprattutto persone che già conoscevo e che reputavo capaci e ho esposto loro il progetto che avevo in mente. Quelli che hanno accettato ora fanno parte della redazione di Speechless, anche se già dal numero 1 ci saranno altre new entry interessanti. Ovviamente, sono sempre disponibile a nuove collaborazioni. Amo da impazzire lavorare con tante persone, l'unione di cervelli (sembra vagamente un'espressione da zombie affamato di cervello umano) che ne deriva fa scaturire sempre idee interessanti e intelligenti.Nei prossimi numeri ci saranno certo modifiche alla redazione, ma anche all'assetto strutturale della rivista. Il numero 0 è stato appunto un numero di prova, dal primo numero ufficiale le cose saranno un po' diverse sotto molti aspetti. L'obiettivo è sempre quello di migliorarsi il più possibile.
Cioè? In quale direzione si orienterà "S"?
A: Buona domanda. Nemmeno la sottoscritta lo sa. Nuove idee fioriscono ogni giorno e chissà in quale direzione porterò la rivista da qui a qualche mese. Sicuramente ci sarà uno spazio maggiore dedicato all'attualità (almeno due pezzi) e vorrei ritagliare alcune pagine dedicate all'arte, oltre al pezzo dedicato al cover artist del numero in questione. Posso anticiparti però che dal prossimo numero ci saranno le traduzioni di racconti inediti di grandi autori e autrici del passato come Elizabeth Gaskell, Louisa May Alcott, Fitzgerald e molti altri. Uno o due racconti a numero, dipenderà dalla disponibilità di pagine. Per il resto si vedrà, magari qualche nuovo elemento in redazione mi darà altre fantastiche idee da attuare. :)
Speechless si occuperà di letteratura, cultura ed editoria, sporadicamente anche di attualità. Qual è la tua considerazione dell'attuale mondo editoriale italiano?
A: Ormai è sotto gli occhi di tutti: l'editoria non sta passando uno dei suoi momenti migliori. Comprensibile, anche, data la crisi generale che imperversa in ogni ambito. Non ci si deve quindi stupire delle cifre di vendita poco incoraggianti, della percentuale sempre minore di lettori forti in Italia, la chiusura di molte librerie indipendente etc. Nonostante i limiti e le zone d'ombra, il mondo editoriale è affascinante. Quando però si comincia a conoscerlo più in profondità di scoprono, come in ogni altra professione, i pregi e i difetti del mondo della letteratura. Non tutto è rose e fiori come sembrava solo perchè si è circondati da persone che "dovrebbero" condividere il tuo stesso amore per i libri. Alla fine anche l'editoria è un luogo di lavoro come un altro popolato sia da persone appassionate di libri e letteratura e competenti nel loro ambito, e altre che lo sono molto meno, che non hanno quella passione e quella dedizione per i libri che io ritengo importante anche se non necessaria per lavorare in quest'ambito. Riguardo alla crisi sono comunque fiduciosa. Credo che l'editoria possa tornare all'"antico splendore", se così possiamo dire, appena i tempi saranno maturi. E spero che l'ambito culturale non venga più messo da parte per privilegiare altri settori. La cultura è importante e anche la lettura andrebbe incentivata maggiormente, perchè fondamentale per la formazione di ogni individuo.
Gestisci da quasi tre anni il blog Diario di pensieri persi, da qualche tempo il sito Urbanfantasy e adesso anche Speechless. Come riesci a destreggiarti tra tutti questi impegni?
A: La risposta figa dovrebbe essere: riesco a farlo grazie alla mia fortissima passione per i libri e l'editoria. Ma mi sembra anche tremendamente scontata. La passione per la letteratura c'è, ed è forte, ma a volte questa non basta per imbarcarsi in tantissimi progetti. La mia maledizione è essere nata sotto il segno dell'Ariete, quindi per me è inevitabile (e ormai normale) scegliere di fare tante attività contemporaneamente. Questione di carattere, insomma. Riesco a farlo senza problemi perchè mi piace. Molto. E perchè sono circondata da persone competenti che dividono questi progetti insieme a me e mi aiutano a portarli avanti, migliorandoli visibilmente. Da tre anni a questa parte (sembra passato molto di più!), da quando mi sono introdotta in punta di piedi nel mondo del web, ho imparato tanto grazie a Diario, alle altre mie esperienze e alle persone che ho incontrato, e ogni giorno di più sono convinta di quello che faccio. E, soprattutto, ogni giorno che passa vorrei, paradossalmente, fare ancora di più. Mi piacciono le sfide impossibili, mi piace confrontarmi (da brava sportiva) e quindi cerco di realizzare i progetti e le idee che trovo interessanti e affascinanti. Ogni volta mi dico: chissà che non ne esca qualcosa di buono!
Abbiamo nominato Diario di pensieri persi, il tuo blog letterario collettivo che è anche uno dei più amati e seguiti del web. Cosa deve avere secondo te un blog per 'sfondare'?
A: E grazie! Diario è un po' come un figlio, ci sono affezionatissima perchè è la mia prima "creatura", paragonabile al romanzo d'esordio per uno scrittore. La prima cosa che un blog deve avere è una grafica d'impatto, che colpisca i visitatori e che li invogli a rimanere nel tuo spazio web per leggere gli articoli pubblicati. La grafica è importante per valorizzare i contenuti. Un blog potrebbe essere anche il migliore della blogosfera ma se è poco curato avrà poca affluenza e un blog ha bisogno, per sua definizione, di lettori che lo seguano. Dopodiché vengono i contenuti: puntuali, corretti, interessanti. Scritti in italiano, possibilmente. *ride* L'importante per un blog, letterario o non che sia, è distinguersi e non confondersi tra la massa. E questa è la cosa più difficile in un momento in cui fioriscono blog dalla sera alla mattina: trovare una propria identità e una linea da seguire. Detto ciò, però, per un blog letterario è molto più difficile "farsi notare" perchè il bacino di lettori che si interessano ai libri e all'editoria, piuttosto che alla moda, al cinema e ad altri settori, è molto più ristretto. Bisogna quindi metterci il doppio dell'impegno.
Domanda difficile: se "S" fosse un personaggio letterario o un romanzo, chi o quale sarebbe?
A: Se S fosse un personaggio letterario o un romanzo, chi o quale sarebbe?
Uh, difficilissimo scegliere! Posso avvalermi della possibilità di non rispondere? *ride* Di getto direi Edward Cullen perchè brilla e lascia senza parole *scherza*. Parlando seriamente, se dovessi paragonare Speechless ad un personaggio sceglierei la multiforme, spumeggiante, intensa ed entusiasta Jo March e l'arguta e pungente Elizabeth Bennet. La scelta del romanzo, invece, cade su Sulla Strada di Kerouak: anarchico, folle e sopra le righe. Il mio desiderio? Vorrei che Speechless assomigliasse un po' al personaggio di Sherlock Holmes (se non l'avete ancora fatto guardatevi la serie tv della BBC, assolutamente fantastica!): geniale, intuitivo, intelligente e unico (non cito, ovviamente, i lati negativi!).
Per Dusty pages in Wonderland è intervenuta proprio Alessandra Zengo, la poliedrica direttrice di questa nuova realtà virtuale, admin del blog Diario di pensieri persi e responsabile del sito Urbanfantasy. In questa intervista ci parla di Speechless, del suo presente, passato e futuro, ma anche di editoria.
Ciao Alessandra e benvenuta su Dusty pages in Wonderland, è un piacere averti qui con noi!
Alessandra: Ciao Malitia, e grazie per avermi invitata. E' un piacere essere qui, ospite nel tuo blog!
Finalmente è uscito Speachless, un magazine tutto nuovo ma dalla personalità già forte e indipendente che, come una donna capricciosa -ci dici nell'editoriale- si è fatto aspettare un po' di ritardo. Ci racconti com'è nato questo progetto?
A: Sono emozionatissima per l'uscita di Speechless, un progetto che mi impegna già da parecchi mesi e che mi ha assorbita pienamente nelle ultime settimane. L'idea di Speechless nasce nel novembre dello scorso anno come webzine del mio blog letterario Diario di Pensieri Persi. Avevo pensato di creare una webzine che raccogliesse i migliori contenuti del 2011, riveduti e corretti, insieme ad altri articoli inediti. Successivamente (e molto velocemente) il progetto si è ampliato ed ha inglobato alcune persone esterne alla redazione di Diario. A fine dicembre/inizio gennaio ho quindi pensato di rendere Speechless una rivista indipendente e assolutamente inedita, e alla fine quello che vedete è il risultato definitivo. Una genesi molto semplice: niente piani per conquistare il web e il mondo dell'editoria con una nuova rivista dai contenuti sconvolgenti (anche se l'idea, ammettiamolo, è allettante), ma solo un nuovo spazio di condivisione culturale che speriamo piaccia ai lettori. Le nostre penne sono state affilate per benino e speriamo di migliorare ad ogni nuovo numero. Le idee ci sono, ora basta farle diventare realtà.
Da dove viene invece l'idea del nome del magazine? Ha qualche significato particolare?
A: Ci tengo a precisare: non è ispirato alla canzone omonima di Lady Gaga. *ride* Il nome definitivo arriva dopo qualche altro tentativo fallito di trovare un nome adatto alla rivista (allora la webzine di Diario). Alla fine al mio neurone solitario, in perenne ricerca di una compagna, si è accesa la lampadina. Il nome doveva essere assolutamente Speechless: breve, chiaro e immediato. Per una rivista letteraria e cinematografica sembra una contraddizione in termini. Senza parole. Dato che sono strana ed eccentrica per natura mi son detta perchè no? Mettiamo un titolo diverso dal solito e in contraddizione con il contenuto del magazine. In realtà il nome vuole essere un po' una provocazione a quello che è il mondo dell'editoria, un punto di partenza per una riflessione critica e indipendente sul mondo dei libri e sulle persone che ci lavorano. Un luogo dove possono incontrarsi scrittori, lettori e anche addetti ai lavori. Un luogo dove confrontarsi e rimanere "senza parole" per le scoperte (che spero siano interessanti, almeno.)
Speechless è un webzine davvero ricco (ben 170 pagine di contenuti) che ha richiesto la collaborazione di molte persone. Come si è formata la redazione? Ci saranno modifiche nei numeri successivi?
A: E ho dovuto tagliare tantissimo! Un dolore (più che per la sottoscritta per l'articolista di turno LOL) ad ogni cancellatura dal sommario provvisorio. La redazione si è formata diciamo per caso: ho raccolto nel corso delle prime settimane soprattutto persone che già conoscevo e che reputavo capaci e ho esposto loro il progetto che avevo in mente. Quelli che hanno accettato ora fanno parte della redazione di Speechless, anche se già dal numero 1 ci saranno altre new entry interessanti. Ovviamente, sono sempre disponibile a nuove collaborazioni. Amo da impazzire lavorare con tante persone, l'unione di cervelli (sembra vagamente un'espressione da zombie affamato di cervello umano) che ne deriva fa scaturire sempre idee interessanti e intelligenti.Nei prossimi numeri ci saranno certo modifiche alla redazione, ma anche all'assetto strutturale della rivista. Il numero 0 è stato appunto un numero di prova, dal primo numero ufficiale le cose saranno un po' diverse sotto molti aspetti. L'obiettivo è sempre quello di migliorarsi il più possibile.
Cioè? In quale direzione si orienterà "S"?
A: Buona domanda. Nemmeno la sottoscritta lo sa. Nuove idee fioriscono ogni giorno e chissà in quale direzione porterò la rivista da qui a qualche mese. Sicuramente ci sarà uno spazio maggiore dedicato all'attualità (almeno due pezzi) e vorrei ritagliare alcune pagine dedicate all'arte, oltre al pezzo dedicato al cover artist del numero in questione. Posso anticiparti però che dal prossimo numero ci saranno le traduzioni di racconti inediti di grandi autori e autrici del passato come Elizabeth Gaskell, Louisa May Alcott, Fitzgerald e molti altri. Uno o due racconti a numero, dipenderà dalla disponibilità di pagine. Per il resto si vedrà, magari qualche nuovo elemento in redazione mi darà altre fantastiche idee da attuare. :)
Speechless si occuperà di letteratura, cultura ed editoria, sporadicamente anche di attualità. Qual è la tua considerazione dell'attuale mondo editoriale italiano?
A: Ormai è sotto gli occhi di tutti: l'editoria non sta passando uno dei suoi momenti migliori. Comprensibile, anche, data la crisi generale che imperversa in ogni ambito. Non ci si deve quindi stupire delle cifre di vendita poco incoraggianti, della percentuale sempre minore di lettori forti in Italia, la chiusura di molte librerie indipendente etc. Nonostante i limiti e le zone d'ombra, il mondo editoriale è affascinante. Quando però si comincia a conoscerlo più in profondità di scoprono, come in ogni altra professione, i pregi e i difetti del mondo della letteratura. Non tutto è rose e fiori come sembrava solo perchè si è circondati da persone che "dovrebbero" condividere il tuo stesso amore per i libri. Alla fine anche l'editoria è un luogo di lavoro come un altro popolato sia da persone appassionate di libri e letteratura e competenti nel loro ambito, e altre che lo sono molto meno, che non hanno quella passione e quella dedizione per i libri che io ritengo importante anche se non necessaria per lavorare in quest'ambito. Riguardo alla crisi sono comunque fiduciosa. Credo che l'editoria possa tornare all'"antico splendore", se così possiamo dire, appena i tempi saranno maturi. E spero che l'ambito culturale non venga più messo da parte per privilegiare altri settori. La cultura è importante e anche la lettura andrebbe incentivata maggiormente, perchè fondamentale per la formazione di ogni individuo.
Gestisci da quasi tre anni il blog Diario di pensieri persi, da qualche tempo il sito Urbanfantasy e adesso anche Speechless. Come riesci a destreggiarti tra tutti questi impegni?
A: La risposta figa dovrebbe essere: riesco a farlo grazie alla mia fortissima passione per i libri e l'editoria. Ma mi sembra anche tremendamente scontata. La passione per la letteratura c'è, ed è forte, ma a volte questa non basta per imbarcarsi in tantissimi progetti. La mia maledizione è essere nata sotto il segno dell'Ariete, quindi per me è inevitabile (e ormai normale) scegliere di fare tante attività contemporaneamente. Questione di carattere, insomma. Riesco a farlo senza problemi perchè mi piace. Molto. E perchè sono circondata da persone competenti che dividono questi progetti insieme a me e mi aiutano a portarli avanti, migliorandoli visibilmente. Da tre anni a questa parte (sembra passato molto di più!), da quando mi sono introdotta in punta di piedi nel mondo del web, ho imparato tanto grazie a Diario, alle altre mie esperienze e alle persone che ho incontrato, e ogni giorno di più sono convinta di quello che faccio. E, soprattutto, ogni giorno che passa vorrei, paradossalmente, fare ancora di più. Mi piacciono le sfide impossibili, mi piace confrontarmi (da brava sportiva) e quindi cerco di realizzare i progetti e le idee che trovo interessanti e affascinanti. Ogni volta mi dico: chissà che non ne esca qualcosa di buono!
Abbiamo nominato Diario di pensieri persi, il tuo blog letterario collettivo che è anche uno dei più amati e seguiti del web. Cosa deve avere secondo te un blog per 'sfondare'?
A: E grazie! Diario è un po' come un figlio, ci sono affezionatissima perchè è la mia prima "creatura", paragonabile al romanzo d'esordio per uno scrittore. La prima cosa che un blog deve avere è una grafica d'impatto, che colpisca i visitatori e che li invogli a rimanere nel tuo spazio web per leggere gli articoli pubblicati. La grafica è importante per valorizzare i contenuti. Un blog potrebbe essere anche il migliore della blogosfera ma se è poco curato avrà poca affluenza e un blog ha bisogno, per sua definizione, di lettori che lo seguano. Dopodiché vengono i contenuti: puntuali, corretti, interessanti. Scritti in italiano, possibilmente. *ride* L'importante per un blog, letterario o non che sia, è distinguersi e non confondersi tra la massa. E questa è la cosa più difficile in un momento in cui fioriscono blog dalla sera alla mattina: trovare una propria identità e una linea da seguire. Detto ciò, però, per un blog letterario è molto più difficile "farsi notare" perchè il bacino di lettori che si interessano ai libri e all'editoria, piuttosto che alla moda, al cinema e ad altri settori, è molto più ristretto. Bisogna quindi metterci il doppio dell'impegno.
Domanda difficile: se "S" fosse un personaggio letterario o un romanzo, chi o quale sarebbe?
A: Se S fosse un personaggio letterario o un romanzo, chi o quale sarebbe?
Uh, difficilissimo scegliere! Posso avvalermi della possibilità di non rispondere? *ride* Di getto direi Edward Cullen perchè brilla e lascia senza parole *scherza*. Parlando seriamente, se dovessi paragonare Speechless ad un personaggio sceglierei la multiforme, spumeggiante, intensa ed entusiasta Jo March e l'arguta e pungente Elizabeth Bennet. La scelta del romanzo, invece, cade su Sulla Strada di Kerouak: anarchico, folle e sopra le righe. Il mio desiderio? Vorrei che Speechless assomigliasse un po' al personaggio di Sherlock Holmes (se non l'avete ancora fatto guardatevi la serie tv della BBC, assolutamente fantastica!): geniale, intuitivo, intelligente e unico (non cito, ovviamente, i lati negativi!).
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