domenica 1 aprile 2012

Anteprima: Cose da pazzi di Evelina Santangelo

C'è una cosa che mi rende particolarmente sensibile, al di là della narrativa e della lettura, ed è la mia città. E quando la mia città si incontra con le due cose sopraccitate divento vibrante e suscettibile. "Suscettibile" nel senso che mi tendo come una corda di violino, come una nota che risuona nell'aria e si propaga portando il suono di questa parola. Palermo. Che, accidenti, sta sempre lì, aspettando che qualcuno dica qualcosa su di lei, anche se è una città che si racconta da sola, che si vive. Che si odia e si ama. Contemporaneamente. 
Ci sono storie di una Palermo che non riconosco. Forse perché vivo in un quartiere "bene", forse perché mafia è una parola che sento solo in televisione, o nei seminari. Perché so che c'è ma non l'ho mai vista. E ne leggo, di mafia, ne sento parlare -perché qui le fotografie di Falcone e Borsellino sono appese ovunque come i santini di Santa Rosalia-, la vedo negli sceneggiati che si approfittano di questo "fenomeno". Eppure sembra non sia mai abbastanza, se persino una palermitana vede talvolta la mafia come una chimera mitologica. 
Anche Evelina Santangelo, in questo libro di prossima uscita per Einaudi - il 3 aprile, Cose da pazzi (che è esattamente l'esclamazione più idonea da abbinare al prezzo, 21.00 euro) parla di mafia, e lo fa attraverso gli occhi di due bambini e di una professoressa "troppo civile".
Dalla sua biografia, disponibile sul suo sito, leggo per prima una frase di quattro parole, isolata rispetto a tutto il testo: "sono nata a Palermo". Ora, voi direte, cosa c'è di straordinario?
C'è che non è una cosa banale come sembrerebbe. Palermo ti marchia con la sua cultura, con il suo caldo asfissiante, il suo sistema discutibile, il traffico inverosimile, la gente che sta un po' di qua e un po' di là. I palermitani doc sono gente strana. 
In quel "sono nata a Palermo" c'è molto più di quanto crediate. Orgoglio e frustrazione. Un sorriso dolceamaro.
Poi, leggo, la signora Santangelo si è laureata alla facoltà di lettere e filosofia di Palermo. T'oh. Proprio quella dove bazzico io adesso. "Con una laurea così non andrai da nessuna parte", mi dicevano in molti, prosegue ancora, ed io mi sento un altro colpo al cuore, perché ecco, insomma, che motivo c'è di laurearsi in lettere -a Palermo!- in tempi di crisi come questi?
E la signora Santangelo, comunque, è diventata redattrice ed editor presso la Einaudi. Con la sua laurea all'università di Palermo. Accidenti, questo non me l'aveva detto nessuno - io che scorro avida i curriculum degli editor di tutte le case editrici importanti, che sembrano laureati con stampino a La Sapienza di Roma.
Ecco, un po' ve l'ho raccontato cos'è nascere e vivere a Palermo,  e studiare a Palermo. Ho condiviso una scoperta che non a voi non cambierà la vita, ma che a me dà un briciolo di fiducia. Non che io creda di avere le doti di Evelina Santangelo.
La Santangelo ha all'attivo diversi libri: L'occhio cieco del mondo, in particolare, ha vinto diversi premi.
Il suo ultimo romanzo, però, mi piacerebbe leggerlo per ritrovarci la mia città. Anche, sì, quella che non conosco.

Cose da pazzi

Il cuore di questo libro è la storia di una grande amicizia tra due ragazzini. Intorno a quel cuore c'è un corpo: la Palermo di oggi, tra vecchie botteghe e lounge bar. Una città dove tutto quello che fai o non fai, anche senza volerlo, può alimentare il potere mafioso. E questo per il semplice fatto che i padroni della strada traggono profitto anche dai gesti più piccoli e quotidiani di chiunque, come comprare senza saperlo un biglietto della lotteria taroccato. Per Rafael - figlio di un'emigrata colombiana e di un operaio quasi disoccupato - e il suo amico Richi, crescere lì, nel quartiere Spina, è un percorso accidentato, pieno di ostacoli che i loro occhi quasi non registrano. Piantati come sono dalla mattina alla sera in vicolo Grande, a parlare dei rosanero, di corse clandestine, del culo sodo di Maura la Grossa, si confrontano quotidianamente, e per così dire naturalmente, con le regole non scritte di un mondo dove ogni diritto si trasforma in favore, ricevuto o concesso, e dove la connivenza s'infiltra ovunque. Quelle regole stridono sempre di più con le lezioni di una piccola professoressa precaria dagli occhi verdissimi, una «persona civile», troppo civile per molti degli abitanti del quartiere Spina. Una che pare piovuta da un altro pianeta. È lei a dire giorno dopo giorno, in un ciclo di lezioni sulla legalità, qualcosa d'inconcepibile e dissonante. Sul pizzo, ad esempio, che i ragazzi chiamano «recupero crediti ». Sulla moda, sulla politica, sui sogni più inauditi. Le sue parole hanno la rara forza di suscitare reazioni imprevedibili,dubbi, domande, smarrimento, e insieme un profondo rispetto. Cose da pazzi segue il destino di Rafael, di Richi e di altri personaggi a cui ci si affeziona, creando un ponte tra un sud immerso in un tessuto mafioso che crea miti e detta modelli e un nord di sradicamento, non diversamente compromesso. La Milano a cui approda Rafael. E così, stando dietro alle singole esistenze che prendono strade imprevedibili, davanti agli occhi ti si disegna un mondo vivo, affollato d'umanità, di quelli che calpesti in lungo e in largo e che alla fine senti tuoi. E quando ne esci ti resta dentro per molto tempo l'eco di una storia potentissima, incredibile e vera.


Evelina Santangelo 
Evelina Santangeloè nata a Palermo nel 1965. Presso Einaudi ha pubblicato nel 2000 la raccolta di racconti L'occhio cieco del mondo (con cui ha vinto i premi Berto, Fiesole, Mondello opera prima, Chiara, Gandovere-Franciacorta), i romanzi La lucertola color smeraldo (2003), Il giorno degli orsi volanti (2005), Senzaterra (2008) e Cose da pazzi (2012). Suoi racconti sono apparsi nelle antologie Disertori, Ragazze che dovresti conoscere (Einaudi, Stile libero), Principesse azzurre 2 (Oscar Mondadori) e Deandreide (Rizzoli Bur). Per Einaudi ha tradotto Firmino di Sam Savage e ha curato l'edizione di Terra matta di Vincenzo Rabito. Il suo sito è www.evelinasantangelo.it.

1 commento:

  1. L'ho segnalato anche io nel mio blog, mi piacciono qst storie così realistiche, sopratt quando c'è di mezzo la triste realtà della mafia...
    Però il prezzo effettivamente..... :O

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