mercoledì 30 gennaio 2013

Recensione: Il seggio vacante di J. K. Rowling




Titolo: Il seggio vacante -  J. K. Rowling
A chi la visitasse per la prima volta, Pagford apparirebbe come un’idilliaca cittadina inglese. Un gioiello incastonato tra verdi colline, con un’antica abbazia, una piazza lastricata di ciottoli, case eleganti e prati ordinatamente falciati. Ma sotto lo smalto perfetto di questo villaggio di provincia si nascondono ipocrisia, rancori e tradimenti. Tutti a Pagford, dietro le tende ben tirate delle loro case, sembrano aver intrapreso una guerra personale e universale: figli contro genitori, mogli contro mariti, benestanti contro emarginati. La morte di Barry Fairbrother, il consigliere più amato e odiato della città, porta alla luce il vero cuore di Pagford e dei suoi abitanti: la lotta per il suo posto all’interno dell’amministrazione locale è un terremoto che sbriciola le fondamenta, che rimescola divisioni e alleanze. Eppure, dalla crisi totale, dalla distruzione di certezze e valori, ecco emergere una verità spiazzante, ironica, purificatrice: che la vita è imprevedibile e spietata, e affrontarla con coraggio è l’unico modo per non farsi travolgere, oltre che dalle sue tragedie, anche dal ridicolo.


Editore: Salani
Num. Pagine: 560
Prezzo: 22,00€



A cura di Miki


Voto: 

J.K. Rowling ricomincia esattamente da dove ci aveva lasciato proponendo questa volta un romanzo a più voci che ci fa scoprire la sua straordinaria capacità di descrivere i sentimenti e l'interiorità dei personaggi. Dimenticate per un attimo il buon vecchio Harry Potter e la sua "comoda" abitazione nel sottoscala, Il seggio vacante è infatti un romanzo per adulti e per comprenderlo al meglio bisogna considerarlo come qualcosa di completamente nuovo nella produzione della Rowling: i bambini sono diventati adolescenti e i problemi si fanno quindi più maturi e più concreti e, se vogliamo, più disperati.
La trama ruota principalmente intorno alla morte di Barry Fairbrother, membro del consiglio di Pagford, piccola cittadina dove si svolge tutto il romanzo: Barry muore improvvisamente per un aneurisma e lascia un posto vuoto in comune, oggetto del desiderio di molti. La morte di Barry è però solo la scintilla che dà inizio ai giochi, anche se la sua figura propositiva, allegra e distesa è presente per tutto il libro, irraggiungibile e indimenticabile: l'attenzione della Rowling si focalizza infatti sui problemi e sulle miserie mentali e fisiche che si nascondono nel cuore di molti abitanti di Pagford. Che si tratti di povertà, di invidia, di ansie o di pregiudizi razziali, l'autrice riesce a delineare quasi sempre dei personaggi davvero coinvolgenti e a tutto tondo che emergono da una realtà a volte scarna di avvenimenti e apparentemente immobile. Il ritmo narrativo de Il seggio vacante può sembrare lento e a tratti noioso, ma quando si comprende di doverlo analizzare a misura di cuore e che la sua vita si svolge soprattutto nell'universo dei sentimenti, allora la nostra percezione cambia e il romanzo si fa incalzante.
J.K. Rowling descrive con delicatezza e profondità adolescenti alle prese con problemi di ogni tipo: si va dal bullismo che affligge Sukhvinder, al rapporto conflittuale di Andrew con il padre violento, alla mancanza di stabilità di Fats, fino ad arrivare alla disperazione e alla forza di Krystal, forse il personaggio meglio riuscito del libro. Sono proprio loro che smuovono la realtà statica di Pagford a insaputa degli adulti, nell'estremo tentativo di farsi notare da genitori ed educatori poco sensibili e troppo presi dai propri problemi personali per notare quelli degli altri. Molte sono le scene toccanti disseminate in tutto il romanzo: la Rowling riesce a spiegare e a farci sentire la sofferenza di Sukhvinder chiusa in camera coi suoi demoni e con la sua anima graffiata, il coraggio di Andrew di fronte ad un terribile padre padrone e le decisioni avventate di Krystal alla ricerca di un futuro migliore. La vita dei personaggi è soprattutto interiore ma i dialoghi restano comunque verosimili anche per quanto riguarda il linguaggio: Krystal, Terri e tutti gli Weedon, appartenendo ad una classe sociale diversa, parlano infatti in uno slang contratto e alquanto affascinante. Realistici e non meno profondi sono anche gli adulti del libro: mi riferisco in particolare alle incomprensioni nel matrimonio di Miles e Sam, la forza di Tessa nello star vicino al marito Colin e la storia di Terri, adolescente mai compresa e ora donna distrutta.
Le tematiche scottanti inoltre non mancano: droga, prostituzione, violenza sessuale e domestica, autolesionismo, ossessioni e compulsioni, malattia, incomunicabilità; è un mondo in apparenza tranquillo ma in realtà durissimo e crudele quello che esce dalle pagine de Il seggio vacante, un luogo dove i ragazzi crescono da soli col rischio di diventare uguali ai genitori e fare gli stessi errori.
E' d'obbligo infine spendere qualche riga sullo stile, sulla scelta delle parole e sulla sintassi utilizzate dalla Rowling: mi riferisco in questo caso alla versione originale del libro, il cui titolo, The Casual Vacancy, risulta per quanto mi riguarda molto più evocativo di quello italiano. In inglese ogni frase diventa subito scorrevole, quasi musicale e quindi più facile da leggere: questa speciale dote dell'autrice era già intuibile nella saga di Harry Potter ma, per la prima volta, senza tutta la grande sovrastruttura che sta dietro al "maghetto" di Hogwarts, questa capacità diventa ancora più chiara e riconoscibile. Per il coinvolgimento emotivo che il nuovo romanzo della Rowling è in grado di generare e per la straordinaria verità che vive nei personaggi, The Casual Vacancy, nonostante non sia un libro per tutti e possa risultare a tratti noioso, rappresenta comunque nella carriera dell'autrice una svolta positiva verso un genere più intimista e soggettivo che va a dare nuova linfa al romanzo inglese di stampo sociale.

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