La
legge 211/2000 ha sancito l’Istituzione del "Giorno della
Memoria" in ricordo dello sterminio e delle persecuzioni del popolo
ebraico e dei deportati militari e politici italiani nei campi nazisti.
Da allora, ogni 27 Gennaio, l’Italia e l’Europa ricordano la Shoah, gli orrori
della deportazione, prigionia e persecuzione del popolo ebreo e di tutti coloro
che hanno sacrificato le proprie vite per aiutarlo contro la follia nazista.
Perché proprio questa data? Si tratta di un giorno simbolico, che rimanda a
quel 27 Gennaio 1945 nel quale vennero
abbattuti i cancelli di Aushwitz da parte dei soldati sovietici, con la
liberazione degli ultimi superstiti e la
tragica scoperta degli strumenti di tortura e morte utilizzati per il
genocidio.
Molto
della narrativa degli ultimi sessant’anni è stata dedicata al ricordo di questi
eventi tragici. Biografie dei sopravvissuti, epistolari, diari e romanzi ci
hanno trasportato all’interno dell’orrore, tutti con un unico messaggio di
fondo, riassumibile in una citazione dal libro I sommersi e i salvati di
Primo Levi:
«Non possiamo capirlo;
ma possiamo e dobbiamo capire di dove nasce e stare in guardia. Se comprendere
è impossibile, conoscere è necessario, perché ciò che è accaduto può ritornare,
le coscienze possono nuovamente essere sedotte ed oscurate: anche le nostre».
Sono
parole emblematiche che ci accompagnano in un periodo di forte turbamento
sociale, di crisi delle coscienze, nel quale le guerre sono lontane dal nostro
quotidiano, eppure presenti in altri stati. Si pensi per esempio a quello che
sta accadendo in Siria e Turchia, guerre civili che ad oggi hanno causato circa
37.000 morti, oppure alla perenne guerra in “Terra Santa” tra palestinesi e israeliani,
che continua da più di un secolo, sebbene lo stato d’Israele sia stato
istituito sessant’anni fa circa.
Cos’ha
imparato l’uomo? Probabilmente nulla, visto che continua imperterrito la sua
corsa al potere senza alcuno scrupolo. Ma conoscere il male, sapere che c’è
stato chi ha deciso lo sterminio di un’intera etnia, a dire della psicanalisi
solo per una schizofrenia causata dal complesso edipico, dà comunque la
possibilità ai giovani di conoscere la storia ed avere uno sguardo più critico
verso le azioni umane. Probabilmente conoscere l’Olocausto non condizionerà mai
l’agire di singoli individui, ma smuoverà le loro coscienze in favore di un
sentimento profondo di giustizia. La memoria è importante non solo come conoscenza
storica, ma anche come consapevole coscienza dei diritti e dei valori
universali di cui tutti siamo depositari. Il valore della vita umana, il
diritto inalienabile dell’uomo di cercare la propria porzione di felicità (pursuit of happiness, come cita la
Dichiarazione d’Indipendenza Americana del 1776), è il vero motivo che deve
spingere alla celebrazione della Giornata della Memoria.
In
questo giorno particolare, vogliamo accompagnarvi con una rassegna di letture e
pellicole cinematografiche a tema. In questo articolo ci occupiamo dei romanzi-testimonianza, ovviamente alcuni della moltitudine di quelli esistenti.
Il vagone – Arnaud
Rykner
«Non voglio più
perdonare. Niente. A nessuno. Se uscirò vivo di qui, dovrò imparare di nuovo;
ma per il momento non voglio provarci. Ne ho bisogno per resistere, per non
crollare».
Il
2 luglio 1944 parte l'ultimo treno di deportati da Compiègne, direzione Dachau.
Su quel treno, composto da ventidue vagoni più quelli di scorta e un vagone di
coda, sono ammassate duemilacentosessantasei persone. Per coprire un tragitto
che in tempi normali richiederebbe una giornata, quel convoglio impiega
settantasette ore, attraversando regioni in cui si registrano le temperature
più alte della stagione. All'arrivo i morti sono più di cinquecento.
Questo
incredibile romanzo è la storia di quel viaggio vissuta dall'interno di uno dei
vagoni, un racconto che è puro orrore, un incubo divenuto realtà: cento persone
ammassate come bestiame nello spazio di un carro merci, una calura
insopportabile, senza aria, e poi la fame, la sete, la morte che si può
toccare. La morte e il suo odore... Un viaggio di tre giorni in cui,
all'interno di ogni vagone, individui ai quali "hanno tolto anche la
vergogna" sperimentano l'inferno, dentro e fuori di loro.
Tre
giorni che il narratore descrive ora per ora. Tre giorni di lotta contro se
stessi e contro gli altri: la paura, il panico, lo schifo, e poi la rabbia e
l'odio per il vicino. Ma anche la speranza, a volte, quando il treno
all'improvviso si ferma. E la solidarietà, totale e intensa come mai nella
vita.
La
disumanizzazione degli ebrei compiuta dai nazisti cominciava qui, su questi
treni, dove l'umanità ha toccato il fondo dell'abiezione. Rykner ce la racconta
in presa diretta, e per il lettore è un'esperienza che non lascia indenni.
Editore:
Mondadori
Pagine:
160
Prezzo:
10,00 euro
***
Auschwitz è di tutti –
Marta Ascoli
«Auschwitz è patrimonio
di tutti. Nessuno lo dimentichi, nessuno lo contesti. Auschwitz rimanga luogo
di raccoglimento e di monito per le future generazioni».
Trieste,
1944. Marta ha diciassette anni, “un’età in cui tutto ci accontentava e ci
faceva sorridere”. Quei sorrisi vengono strappati brutalmente la sera del 29
marzo, quando due SS fanno irruzione in casa per prelevare la famiglia Ascoli,
per metà ebrea. È l’inizio di un calvario senza fine. La prima tappa è la
risiera di San Sabba, unico campo di concentramento nazista in Italia; poi
verranno la separazione dalla madre, il terribile viaggio in treno verso
Auschwitz, sola donna in un convoglio di uomini per non abbandonare il padre;
quindi Birkenau, poi Bergen-Belsen, la neve, i lavori forzati, la denutrizione,
le malattie, le torture. E quella frase che suona come una condanna a morte
continuamente rinviata: «Tu da qui non uscirai che per il camino». Eppure Marta
resta attaccata alla vita con tutte le sue forze; infine, stremata, quando
decide di farla finita lanciandosi contro il filo spinato, la sentinella che la
scopre non spara. Il destino ha in serbo per Marta il 15 aprile 1945, il giorno
della liberazione per mano degli inglesi e la gioia immensa del ritorno a casa.
Attraverso la sua testimonianza, Marta Ascoli ci ricorda la tragedia vissuta da
una famiglia, dal popolo ebraico, dall’umanità intera: e, con la forza di un
grido, ci spiega che Auschwitz è di tutti, luogo-simbolo della più grande
ferita aperta nella storia del Novecento.
Editore:
Rizzoli
Pagine:
95
Prezzo:
12,00 euro
***
Sonderkommando
Auschwitz – Shlomo Venezia
«Tutto mi riporta al
campo. Qualunque cosa faccia, qualunque cosa veda, il mio spirito torna sempre
nello stesso posto... Non si esce mai, per davvero, dal Crematorio».
Sono
parole di Shlomo Venezia, ebreo di Salonicco, di nazionalità italiana; è uno
dei pochi sopravvissuti del Sonderkommando di Auschwitz-Birkenau, una squadra
speciale selezionata tra i deportati con l'incarico di far funzionare la
spieiata macchina di sterminio nazista. Gli uomini del Sonderkommando
accompagnavano i gruppi di prigionieri alle camere a gas, li aiutavano a
svestirsi, tagliavano i capelli ai cadaveri, estraevano i denti d'oro,
recuperavano oggetti e indumenti negli spogliatoi, ma soprattutto si occupavano
di trasportare nei forni i corpi delle vittime. Un lavoro organizzato metodicamente
all'interno di un orrore che non conosce eccezioni: il pianto disperato di un
bimbo di tre mesi, la cui madre è morta asfissiata dal gas letale, richiama
l'attenzione del Sonderkommando, lo scavare frenetico tra i corpi inanimati, il
ritrovamento e subito dopo lo sparo isolato della SS di guardia che ammutolisce
per sempre quel vagito consegnandolo alla storia. Per decenni l'autore ha
preferito mantenere il silenzio, ma il riaffiorare di quei simboli, di quelle
parole d'ordine, di quelle idee che avevano generato il mostro dello sterminio
nazista ha fatto sì che dal 1992 abbia incominciato a parlare, e quei racconti
sono la base della lunga intervista che è all'origine di questo libro.
Editore:
BUR Biblioteca Univ. Rizzoli
Pagine:
235
Prezzo:
10,00 euro
***
Diario – Anne Frank
«Sono felice di natura,
mi piace la gente, non sono sospettosa e voglio vedere tutti felici e insieme».
Quando
Anne inizia il suo diario, nel giugno 1942, ha appena compiuto tredici anni.
Poche pagine, e all'immagine della scuola, dei compagni e di amori piú o meno
immaginari, si sostituisce la storia della lunga clandestinità: giornate
passate a pelare patate, recitare poesie, leggere, scrivere, litigare,
aspettare, temere il peggio. «Vedo noi otto nell'alloggio segreto come se
fossimo un pezzetto di cielo azzurro circondati da nubi nere di pioggia», ha il
coraggio di scrivere Anne.
Obbedendo
a una sicura vocazione di scrittrice, Anne ha voluto e saputo lasciare
testimonianza di sé e dell'esperienza degli altri clandestini. La prima
edizione del Diario subí tuttavia non pochi tagli, ritocchi, variazioni. Ora il
testo è stato restituito alla sua integrità originale, e ci consegna
un'immagine nuova: quella di una ragazza vera e viva, ironica, passionale,
irriverente, animata da un'allegra voglia di vivere, già adulta nelle sue
riflessioni.
Editore:
Einaudi
Pagine:
355
Prezzo:
12,50 euro
***
Il cielo di cenere –
Elvia Bergamasco
«Non avevano più
lacrime. Il vero dolore forse è anche senza lacrime».
88653,
un marchio che resterà per sempre, il ricordo impresso sulla pelle dell'inferno
dei lager nazisti; dei volti di tante donne umiliate, seviziate, costrette a
terribili privazioni; degli occhi dei bambini strappati alle loro madri e
condannati a una morte silenziosa. Elvia Bergamasco, giovane staffetta
partigiana, viene arrestata nell'estate del '44 da un comando delle SS, nella
polveriera dove lavora, a Medeuzza, in provincia di Udine. Ha solo diciassette
anni ed è totalmente inconsapevole di ciò che l'aspetta. Condannata ai lavori
forzati porta con sé il cappotto migliore e gli orecchini d'oro: per ben
figurare nel nuovo luogo di lavoro. Non sa ancora di essere diretta verso
l'orrore di Auschwitz.
Editore:
Nuova dimensione
Pagine:
264
Prezzo:
14,00 euro
***
Se questo è un uomo – Primo
Levi
«Tutti scoprono, più o
meno presto nella loro vita, che la felicità perfetta non è realizzabile, ma
pochi si soffermano invece sulla considerazione opposta: che tale è anche una
infelicità perfetta».
Primo
Levi, reduce da Auschwitz, pubblicò "Se questo è un uomo" nel 1947.
Einaudi lo accolse nel 1958 nei "Saggi" e da allora viene
continuamente ristampato ed è stato tradotto in tutto il mondo. Testimonianza
sconvolgente sull'inferno dei Lager, libro della dignità e dell'abiezione
dell'uomo di fronte allo sterminio di massa, "Se questo è un uomo" è
un capolavoro letterario di una misura, di una compostezza già classiche. È
un'analisi fondamentale della composizione e della storia del Lager, ovvero dell'umiliazione,
dell'offesa, della degradazione dell'uomo, prima ancora della sua soppressione
nello sterminio.
Editore: Einaudi
Editore: Einaudi
Pagine:
355
Prezzo:
12,50 euro
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