mercoledì 15 dicembre 2010

Poems (5) Cet amour



Ci sono moltissimi frammenti di ricordi che tengo incastrati nel cuore. Ricordo spezzoni della mia infanzia, ricordo intere frasi pronunciate da chi giudicavo importante, piccoli dettagli, anche cose insignificanti. Ricordo sempre quando e dove ho comprato quel vestito, anche se è vecchio di anni, o il momento esatto e le emozioni che ho percepito all'acquisto di ogni libro in mio possesso. Sono cose che vi ho già accennato nelle scorse puntate di Poems... ma per quanto mi sforzi, non ricordo i tempi e le modalità del primo incontro con questa poesia. Che mi piacque talmente tanto da meritare un posto -a sinistra, attaccata allo stipite della porta- nella parete speciale sopra il mio scrittoio, quella piena di cartoline. E' ancora lì, sebbene siano passati anni. Ironia della sorte, l'inchiostro che avevo usato è dello stesso colore del font di questo blog -e non capisco per quale motivo insisto col fucsia dato che io odio il fucsia....- quindi immaginate che l'abbia staccata da quella parete ed incollata direttamente qui. E' una poesia semplice e potente allo stesso tempo, francese anche questa ma molto più recente della Chanson d'apres-midi di Baudelaire.  Conoscete Questo amore, di Jacques Prevert?


Questo amore

Questo amore
Questo amore
Così violento
Così fragile
Così tenero
Così disperato
Questo amore
Bello come il giorno
E cattivo come il tempo
Quando il tempo è cattivo
Questo amore così vero
Questo amore cosí bello
Così felice
Così gaio
E così beffardo
Tremante di paura come un bambino al buio
E così sicuro di sé
Come un uomo tranquillo nel cuore della notte
Questo amore che impauriva gli altri
Che li faceva parlare
Che li faceva impallidire
Questo amore spiato
Perché noi lo spiavamo
Perseguitato ferito calpestato ucciso negato dimenticato
Perché noi l'abbiamo perseguitato ferito calpestato ucciso negato dimenticato
Questo amore tutto intero
Ancora così vivo
E tutto soleggiato
E' tuo
E' mio
E' stato quel che è stato
Questa cosa sempre nuova
E che non è mai cambiata
Vera come una pianta
Tremante come un uccello
Calda e viva come l'estate
Noi possiamo tutti e due
Andare e ritornare
Noi possiamo dimenticare
E quindi riaddormentarci
Risvegliarci soffrire invecchiare
Addormentarci ancora
Sognare la morte
Svegliarci sorridere e ridere
E ringiovanire
il nostro amore è là
Testardo come un asino
Vivo come il desiderio
Crudele come la memoria
Sciocco come i rimpianti
Tenero come il ricordo
Freddo come il marmo
Bello come il giorno
Fragile come un bambino
Ci guarda sorridendo
E ci parla senza dir nulla
E io tremante l'ascolto
E grido
Grido per te
Grido per me
Ti supplico
Per te per me per tutti coloro che si amano
E che si sono amati
Sì io gli grido
Per te per me e per tutti gli altri
Che non conosco
Fermati là
Là dove sei
Là dove sei stato altre volte
Fermati
Non muoverti
Non andartene
Noi che siamo amati
Noi ti abbiamo dimenticato
Tu non dimenticarci
Non avevamo che te sulla terra
Non lasciarci diventare gelidi
Anche se molto lontano sempre
E non importa dove
Dacci un segno di vita
Molto più tardi ai margini di un bosco
Nella foresta della memoria
Alzati subito
Tendici la mano
E salvaci.
[Testo in lingua originale qui]

Chi è l'autore?
Jacques Prévert nasce a Neuilly-sur-Seine nel 1900 ed è uno dei più grandi poeti francesi del XX  

secolo. Già giovanissimo avviene l'incontro con André Breton, Raymond Queneau e il gruppo degli altri surrealisti dell'epoca, ed entra a farne parte, interessato all'arte populista. Successivamente, nel 1928 si discosta da questi e frequenta il «Groupe Octobre», una compagnia teatrale di Sinistra formatasi con l'intento di promuovere un «teatro sociale». Comincia così un'intensa attività teatrale, ma la sua fama è però dovuta alla produzione poetica, dove Prévert dà libero corso all'immaginazione insolita in uno stile vicino alla lingua parlata e alla vita quotidiana. I suoi temi preferiti sono l'amore, la libertà, il sogno e la fantasia, la compassione, l'umorismo, la satira contro i potenti, l'avversità per l'oppressione sociale.
Prévert passa nella sua poesia dal gioco attento dell'intelligenza al controllo della sensibilità, dall'uso scanzonato dell'ironia ad una semplicità di espressione che a volte, ad un lettore superficiale, può sembrare che sfiori la banalità. La poesia prevertiana è di una facilità pericolosa perché ricca di ritmi interni, di giochi di parole, di diverse situazioni psicologiche che sono lo specchio di questo grande poeta francese.
Tra le sue raccolte di versi di maggiore successo, «Parole» (1945),
«La pioggia e il bel tempo» (1955), «Alberi» (1976); in Italia sono state pubblicate, oltre a queste, varie antologie come «Le foglie morte» (dal titolo di una sua celebre poesia), «Poesie d'amore» e «Poesie».
Muore a Parigi nel 1977.

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