martedì 9 novembre 2010

Poems (2) Chanson d'apres-midi



La poesia di questa settimana è di un autore che tratterrò sicuramente di nuovo e che amo moltissimo...
Una Parigi malsana che riluce negli occhi di una donna...
Un corteo di demoni che ballano al chiaro di luna...
Un gatto solitario e opportunista strusciante tra le gambe del padrone...
Tutto questo e molto, molto di più è Charles Baudelaire. Vi consiglio di leggere la biografia che riporto dopo la poesia per capire che tipo di personaggio fosse esattamente e da dove nasce la forte espressività delle sue poesie.
Chanson d'apres-midi (Canzone di pomeriggio) ha per me un forte valore affettivo... Appartiene al ricordo doloroso di un amore ormai finito, e rileggerla mi emoziona ancora un po'. Magari a voi susciterà l'immagine di una strega nuda e maliziosa distesa sul divano di un poeta un po' pazzo :)



Chanson d'apres-midi 

Sì, ti danno un'aria strana
le sopracciglia crudeli
e non certo modi angelici,
o strega dagll'occhio che ammalia,

tuttavia t'adoro, mio
frivolo amore, passione,
ho per te la devozione
che un prete ha per il suo dio.

Di deserto, di savane,
Profuma le treccia ruvida,
la tua testa, poi, allude
a cose riposte e arcane.

Sul tuo corpo il profumo alita
Come intorno a un incensiere;
hai l'incanto della sera,
Ninfa calda, tenebrosa.

Sono vinti i filtri forti
della cheta tua indolenza:
hai l'amorosa sapienza
di chi risuscita i morti.

sono i fianchi innamorati
Della tua schiena e dei tuoi seni,
con pose languide tieni
i cuscini incatenati.

Qualche volta, per dar corso
a una rabbia tutta involta,
vai prodigando, assorta,
morsi e baci, baci e morsi;

E tu mi strazi, mia bruna,
Con il riso tuo beffardo
poi nel mio cuore il tuo sguardo
dolce scende come luna.

Sotto i tuoi scarpini di raso
E i tuoi affascinanti piedi di seta,
Io depongo -è gioia completa-
Il mio genio e il mio destino,

L' anima mia, che hai in cura
tu, mia luce, mio colore,
tu, esplosione di calore,
nella mia Siberia oscura.

(Per il testo in lingua originale clicca qui)

Chi è l'autore?
Charles Baudelaire nasce il 9 aprile del 1821 a Parigi, in una casa del Quartiere Lartino, dal secondo matrimonio dell'ormai sessantaduenne Joseph-Francois, funzionario al Senato, con la ventisettenne Caroline Archimbaut-Dufays. 

La madre, in seguito alla morte prematura del marito, sposa un aitante tenente colonnello, il quale, a causa della proprio freddezza e rigidità (nonché del perbenismo borghese di cui era intriso), si guadagnerà l'odio del figliastro. Nel nodo doloroso dei rapporti con la famiglia e, in primo luogo, con la madre, si gioca gran parte dell'infelicità e del disagio esistenziale che accompagnerà Baudelaire per tutta la vita. 

Nel 1833 entra al Collège Royal per volontà del patrigno. Nel giro di poco tempo, però, la fama di dissoluto e scavezzacollo prende a circolare all'interno del collège fino ad arrivare, inevitabilmente, alle orecchie dell'odiato patrigno il quale, per ripicca, lo obbliga ad imbarcarsi sul Paquebot des Mers du Sud, una nave che faceva rotta nelle Indie. 
Questo viaggio ha su Charles un effetto inaspettato: gli fa conoscere altri mondi e culture, lo pone a contatto con gente di tutte le razze, facendogli scoprire una dimensione lontana dalla pesante decadenza mondana e culturale che grava sull'Europa. Da questo, dunque, nasce il suo grande amore per l'esotismo, lo stesso che filtra dalle pagine della sua opera maggiore, i celeberrimi "Fiori del male. 

Sul fronte degli amori femminili, invece, dopo aver conosciuto la mulatta Jeanne Duval, si scatena con lei un'intensa e appassionata relazione. Contrariamente a quanto spesso succede agli artisti di quegli anni, il rapporto è solido e dura a lungo. Charles trae linfa vitale da Jeanne: lei è tutrice e amante ma anche musa ispiratrice, non solo per ciò che riguarda l'aspetto "erotico" e amoroso della produzione baudeleriana, ma anche per quel timbro intensamente umano che traspare da molte sue poesie. In seguito, poi, con il sopraggiungere della vecchiaia, sarà amorevole e presente nei momenti tormentosi della paralisi che colpirà il poeta. 

Quando la madre, infatti, scopre che ha già speso circa la metà del lascito paterno, consigliata dal secondo marito intraprende una procedura per poter ottenere un curatore a cui venga affidato il compito di amministrare con maggiore accuratezza il resto dell'eredità. Da ora in avanti, Baudelaire sarà costretto a chiedere al proprio tutore persino i soldi per comprarsi i vestiti. 

Nel 1848 partecipa ai moti rivoluzionari di Parigi mentre, nel 1857, pubblica presso l'editore Poulet-Malassis i già citati "I fiori del male", raccolta che comprende un centinaio di poesie. 
La rivelazione di questo capolavoro assoluto sconcerta il pubblico del tempo. Il libro viene indubbiamente notato e fa parlare di sè, ma più che di successo letterario vero e proprio, forse sarebbe più giusto parlare di scandalo e di curiosità morbosa. Sull'onda della chiacchera confusa e del pettegolezzo che circonda il testo, il libro viene addirittura processato per immoralità e l'editore si vede costretto a sopprimere sei poesie. 

Baudelaire è depresso e la sua mente sconvolta. Nel 1861, tenta il suicidio. Nel 1864, dopo un fallito tentativo di farsi ammettere all'Acadèmie francaise, lascia Parigi e si reca a Bruxelles, ma il soggiorno nella città belga non modifica la sua difficoltà di rapporti con la società borghese. 

Malato, cerca nell'hashish, nell'oppio e nell'alcol il sollievo alla malattia che nel 1867, dopo la lunga agonia della paralisi, lo ucciderà a soli quarantaquattro anni. A quelle esperienze, e alla volontà di sfuggire alla realtà, sono ispirati i "Paradisi artificiali" editi sempre nell'"annus horribilis" del 1861. È sepolto nel cimitero di Montparnasse, insieme alla madre e al detestato patrigno. Nel 1949 la Corte di Cassazione francese riabilita la sua memoria e la sua opera.

1 commento:

  1. è veramente bella questa poesia non mi dispiacerebbe leggerne altre di questo autore =)

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