Hosted by Book Chick City |
Buonasera a tutti e bentornati su Dusty pages in Wonderland!
E' passato un altro weekend -per me molto piacevole, mi auguro anche per voi- che andando via porta però la nuova puntata di Oh my Wishlist!
Come dice il titolo stesso, la rubrica è dedicata ai contenuti della mia lista dei desideri... ma bando alle ciance e cominciamo! ;)
Tra i classici:
Sempre per rimanere in tema "storie dell'orrore" un famosissimo classico già da tempo nella mia wistlist è il Frankestein (di cui il titolo completo riporta il sottotitolo ovvero il Prometeo moderno).
Uno scienziato con l'ambizione di sconfiggere la morte riesce ad assemblare un essere con parti di cadavere e ad animarlo; ben presto scopre a sue spese che sostituendosi alla Natura ha di fatto sovvertito il suo ordine, donando la vita ad una creatura abominevole: Lo scienziato decide dunque di lasciarla al suo misero destino, convinto che non sopravviverà. Invece il mostro sopravvive fra mille sofferenze e vuole tornare dal suo creatore per scatenare contro di lui una tremenda vendetta. Questa la trama del romanzo con cui Mary Shelley è riuscita a sovvertire l'ordine naturale del genere gotico, fondando l'orrore su basi scientifiche e rendendolo dunque ancora più tangibile e realistico. Pur essendo un classico della letteratura, l'opera ha una carica innovatrice tale da gettare le basi della fantascienza, del genere thriller e action oltre che rivestire sapientemente l'orrore di sentimento, offrendo personaggi "veri" con cui è facile identificarsi; Mary Shelley riesce a narrare magistralmente il dramma dello scienziato che si è spinto troppo oltre e la solitudine della sua creatura tenendo viva l'attenzione fino all'ultimo colpo di scena, facendo sì che la sua opera lasci una traccia indelebile in chiunque la legga.
Tra i contemporanei:
Dolce come il cioccolato di Laura Esquivel è un romanzo che ho scoperto fortuitamente un pomeriggio in libreria, e che non ho acquistato solo perché sprovvista di soldi in quel momento... Ogni tanto chiama dalla lista dei desideri con quella copertina così accattivante e la trama che sono sicura mi farebbe sognare...
Fin dal loro primo incontro, poco più che adolescenti, Pedro e Tita vengono travolti da un sentimento più grande di loro. Purtroppo, a causa di un'assurda tradizione familiare, per Tita il matrimonio è impossibile: ma per umana volontà e con la complicità del destino, lei e Pedro si ritroveranno a vivere sotto lo stesso tetto come cognati, costretti alla castità e tuttavia legati da una sensualità incandescente. Una storia d'amore in cui il cibo diventa metafora e strumento espressivo, rito e invenzione, promessa e godimento, veicolo di un'inedita comunione erotica.
Non vado matta per gli scrittori italiani, ma qualcuno ogni tanto ci sta =P
Accabadora - Michela Murgia
Maria e Tzia Bonaria vivono come madre e figlia, ma la loro intesa ha il valore speciale delle cose che si sono scelte. La vecchia sarta ha visto Maria rubacchiare in un negozio, e siccome nessuno la guardava ha pensato di prenderla con sé, perché «le colpe, come le persone, iniziano a esistere se qualcuno se ne accorge». E adesso avrà molto da insegnare a quella bambina cocciuta e sola: come cucire le asole, come armarsi per le guerre che l'aspettano, come imparare l'umiltà di accogliere sia la vita sia la morte. D'altra parte, «non c'è nessun vivo che arrivi al suo giorno senza aver avuto padri e madri a ogni angolo di strada». Perché Maria sia finita a vivere in casa di Bonaria Urrai, è un mistero che a Soreni si fa fatica a comprendere. La vecchia e la bambina camminano per le strade del paese seguite da uno strascico di commenti malevoli, eppure è così semplice: Tzia Bonaria ha preso Maria con sé, la farà crescere e ne farà la sua erede, chiedendole in cambio la presenza e la cura per quando sarà lei ad averne bisogno. Quarta figlia femmina di madre vedova, Maria è abituata a pensarsi, lei per prima, come «l'ultima». Per questo non finiscono di sorprenderla il rispetto e le attenzioni della vecchia sarta del paese, che le ha offerto una casa e un futuro, ma soprattutto la lascia vivere e non sembra desiderare niente al posto suo. «Tutt'a un tratto era come se fosse stato sempre così, anima e fill'e anima, un modo meno colpevole di essere madre e figlia». Eppure c'è qualcosa in questa vecchia vestita di nero e nei suoi silenzi lunghi, c'è un'aura misteriosa che l'accompagna, insieme a quell'ombra di spavento che accende negli occhi di chi la incontra. Ci sono uscite notturne che Maria intercetta ma non capisce, e una sapienza quasi millenaria riguardo alle cose della vita e della morte. Quello che tutti sanno e che Maria non immagina, è che Tzia Bonaria Urrai cuce gli abiti e conforta gli animi, conosce i sortilegi e le fatture, ma quando è necessario è pronta a entrare nelle case per portare una morte pietosa. Il suo è il gesto amorevole e finale dell'accabadora, l'ultima madre. La Sardegna degli anni Cinquanta è un mondo antico sull'orlo del precipizio, ha le sue regole e i suoi divieti, una lingua atavica e taciti patti condivisi. La comunità è come un organismo, conosce le proprie esigenze per istinto e senza troppe parole sa come affrontarle. Sa come unire due solitudini, sa quali vincoli non si possono violare, sa dare una fine a chi la cerca.
Ciao, bel blog! Accabadora l'ho letto e recensito nel mio blog (è stupendo), Dolce come il cioccolato ce l'ho tra le mie prossime letture e a breve gli dedicherò un post...
RispondiEliminaCiao Hobina! Spero di esaurire almeno qualcuno dei libri della mia lista dei desideri prima o poi xD
RispondiElimina