Eccovi la terza parte di Racconto di Natale :)
- Alan noi possiamo aiutarti a tornare a credere nel Natale, e possiamo anche aiutarti a cancellare il tuo dolore ma devi fidarti di noi ok? – Disse Boe.
- Ok … -.
- Bene, guarda attraverso quella finestra – disse lo spirito indicando la finestra alle sue spalle.
Alan si alzò e si diresse con estrema lentezza verso la finestra. Dentro provava una strana emozione che non riusciva a spiegarsi, così grande che poteva essere paragonata a quella che aveva provato quando venti anni prima era corso alla finestra per vedere nevicare.
SI fermò a pochi centimetri da essa. Ciò che c’era fuori era schermato da delle tende. Alan alzò la mano e le scostò molto lentamente. Ma davanti ai suoi occhi c’era solo la strada.
- Non vedo niente … - disse ma poi si bloccò.
In altro una scia luminosa solcava il cielo. Alan cercò di capire cosa fosse ma poi si accorso che quella si stava dirigendo verso di lui alla velocità della luce. Si allontanò dalla finestra e si precipitò verso la porta. La spalancò e uscì nel freddo della notte.
La scia si era fatta più vicina e dopo pochi secondo raggiunse la strada sulla quale dava il vialetto di casa sua e quando quella si rivelò per ciò che era veramente, Alan rimase a bocca aperta.
Davanti a lui c’era una slitta dorata che sembrava quasi brillare di luce propria, trainata da alcune renne guidate un omone vestito di rosso e bianco. Alan chiuse e riaprì gli occhi più volte ma quella visione non andò via.
L’omone si girò verso di lui e con un cenno lo invitò a sedersi accanto a lui e Alan, con passo tremante, si avvicinò verso la slitta.
- Tu … non può essere. Non esisti -.
Non pensavo che dopo gli eventi di questa notte avresti continuate a pensare che io sono soltanto un’invenzione delle industrie ludiche per vendere più giocattoli. Dai sali, altrimenti sarò in ritardo per il mio giro -.
Alan salì sulla slitta stando attento a ogni suo movimento. Aveva letto tante volte quella frase nei libri ma solo adesso ne capiva il senso: sembrava di essere in un sogno, e se quello che stava vivendo non fosse stato un sogno allora sperava di non svegliarsi mai più.
Quando ebbe preso posto la slitta si mosse e subito dopo Alan si ritrovò a sfrecciare su nel cielo in compagnia di ( riusciva neanche a stento a formulare il suo nome nella sua testa ) Babbo Natale.
Il giro però durò poco perchè dopo qualche minuto atterrarono in un vicolo stretto e buio. Alan, sotto il suo invito, scese dalla slitta e si diresse verso una finestra che dava su quel vicolo. Si accostò ad essa e vi scrutò all’interno.
Vide una grande stanza illuminata al cui interno c’erano molti bambini in pigiama che stringevano a loro un giocattolo. Avevano tutti un gran sorriso stampato sulle labbra e, a quella visione, Alan sentì un gran calor nel suo cuore.
- Se sei ancora intenzionato a non credere nel Natale – disse Babbo Natale dietro di lui – sforzati di farlo almeno per loro perché se non lo farai, toglierai la speranza a tutti loro e Dio solo sa quanto grigia potrebbe essere la loro vita senza di loro -.
- Voglio vedere i miei nipoti – disse Alan girandosi verso di lui – io … voglio vedere tutta la mia famiglia -.
- Ok, ma non puoi presentarti da loro senza un regalo, no? – Rispose lui estraendo dalla sua slitta due grossi pacchi avvolti in carta rossa – buon Natale Alan -.
Il giorno dopo Alan si presentò alla porta della sorella alle dieci precise. Sotto il braccio reggeva i due pacchi rossi che gli aveva consegnato Babbo Natale e nella tasca aveva la palla di neve regalatagli da sua nonna. Sul viso aveva un grande sorriso e non vedeva l’ora di poter vedere la faccia che avrebbero fatto i suoi nipoti alla vista dei doni.
Aprì la sorella che rimase sbigottita alla vista del fratello. A meno che la sua memoria non la stesse ingannando non ricordava di averlo mai visto alla soglia della sua porta ed era tanto tempo che non lo sentiva né vedeva. Per quanto ne sapeva poteva anche essere morto.
- Alan … -.
- Ciao Helena. Posso entrare? Ho qui una cosetta per i ragazzi – disse Alan ignorando lo sguardo della sorella e mostrandole i doni.
- Veramente non è un buon momento – disse lei lasciandolo entrare – Jake è disperato. Alan, il suo cane, è scappato ieri e oggi è molto triste. Ha avuto un’altra crisi di pianto -.
- Alan? – chiese il fratello.
- Sì, gli ha dato il tuo nome … -.
La sorella lo guidò verso il salone dove alcune persone erano riunite attorno all’albero per scambiarsi i regali di Natale. Alan riconobbe alcuni: c’era il marito di Helena, Derek, e i suoi genitori. Non li vedeva da molto tempo.
- Alan! – Esclamò Derek vedendolo entrare – che piacere vederti! –
- Grazie Derek, è un piacere anche per me -.
- Chi è lui mamma? – Chiese una bambina bionda correndo verso la madre.
- Lui è lo zio Alan. Ricordi? Te ne ho parlato qualche volta -.
La bimba gettò un’occhiata incuriosita più ai regali che Alan teneva fra le mani che a lui stesso. Sicuramente stava sperando che almeno uno dei due regali fosse suo.
- Tieni Fran – disse Alan porgendo alla bimba uno dei due doni – questo è per te -.
La bimba prese il regalo, sussurrò un timido “grazie” e corse in braccio ai nonni. Quando lo scartò urlò a squarciagola per la gioia. Qualsiasi cosa fosse Alan dedusse che doveva piacergli.
- Dov’è Jake? – Chiese Alan.
- In camera sua – rispose Helena - Te l’ho detto Alan non è un buon momento, forse è meglio che tu gli dia il tuo regalo più tardi o un’altra volta se hai fretta … -.
- Non ho fretta – la interruppe il fratello – mi fermo qui per pranzo se a voi sta bene. Fammi parlare con lui, penso di riuscire a farlo calmare -.
Helena lo condusse in corridoio e si fermò davanti a una porta chiusa. Bussò una volta e poi entrò nella stanza.
- Jake c’è lo zio Alan che vorrebbe vederti -.
- Fallo entrare – lo sentii rispondere Alan.
Helena uscì dalla stanza e con un cenno invitò Alan ad entrare. Quando Alan fu dentro la stanza Helena gli chiuse la porta alle spalle.
- Ciao Jake – disse Alan sedendosi ai piedi del letto dove Jake stava seduto guardando fisso il copriletto. -So che non è un buon momento ma ci tenevo perché tu avessi questo – disse Alan porgendogli il pacco in dono.
- Grazie Alan, ma non mi va di aprirlo adesso -.
- Certo certo, non preoccuparti – disse Alan posando il regalo sulla scrivania.
- Questa è la prima volta che ti vedo. Perché? – Chiese il bambino guardando Alan.
-Diciamo che ho avuto da fare, ma ho intenzione di recuperare il tempo perduto con voi. Senti Jake posso farti una piccola confessione? – Il bimbo annuì e Alan continuò – alla tua età circa anche io ho avuto il peggior Natale della mia vita perché una persona a me cara se n’era andata via. Ma prima di lasciarmi quella persona mi regalò questa – ed estrasse dalla tasca la palla di neve al cui interno vi erano gli Spiriti del Natale – quando me la donò mi disse che questa sfera era molto speciale. Fino a ieri non ne avevo mai capito il motivo ma adesso posso assicurarti che è davvero molto speciale e io vorrei fartene dono -.
- Grazie … - disse il bimbo tirando su con il naso e prendendo la sfera fra le mani – e cosa avrebbe di speciale? –
- Le due figure che vedi al suo interno sono gli Spiriti del Natale. Ti basterà agitare la sfera quando ne avrai bisogno e loro ti aiuteranno in ogni modo possibile -.
- Non vedo come due pupazzi possano aiutarmi … -
- Che ti costa provare? –
Il bambino guardò per un attimo la sfera e poi la agitò forte. Quando smise rimase a fissare ancora la sfera e poi i suoi occhi furono invasi dalle lacrime.
Alan aveva cominciato a sudare freddo quando fuori si sentii abbaiare forte. Jake alzò subito la testa e il suo viso diventò inespressivo per alcuni secondo fino a quando un secondo latrato non lo spinse giù dal letto per correre verso la porta. Alan lo seguì e a ruota anche Helena e suo marito.
Quando Jake aprì la porta un Husky gli piombò addosso e Jake crollò sotto il suo peso. Quello gli leccò la faccia facendogli le feste e Jake non potè trattenersi dal ridere e insieme a lui, rincuorati da quel miracolo, anche Alan e i suoi genitori.
- Un dono degli Spiriti! – urlò Jake.
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