lunedì 27 dicembre 2010

Le scarpe rosse - Joanne Harris Recensione

Ecco, per l'appunto: ho detto che avrei letto L'uomo dal campanello d'oro e alla fine mi sono dedicata solo a Le scarpe rosse. In effetti con me una rubrica come W... w... w... Wednesdays è poco affidabile. L'ho finito in pochi giorni, stava nella mia libreria da agosto o settembre e desideravo leggerlo da molto ma, per un motivo o per un altro, non lo avevo ancora acquistato. Poi il colpo di fortuna (ve lo avevo già accennato): 5 euro, di seconda mano, addirittura l'edizione con la copertina rigida. Sicuramente il vecchio proprietario l'aveva ricevuto in dono da qualcuno, perché il prezzo sulla copertina era coperto da un adesivo dorato, e altrettanto certamente, viste le condizioni, non era mai stato nemmeno sfogliato. Un vero peccato, ma tanto meglio per me. Di certo mi piacerebbe che certi colpi di fortuna capitassero più spesso!



Trama:
Sono passati quattro anni da quando Vianne Rocher e la figlia Anouk hanno lasciato il paese di Lansquenet. Hanno peregrinato di villaggio in villaggio, senza mai trovare stabile dimora: lo scandalo e le chiacchiere le hanno seguite, perseguitate, minacciate pericolosamente, ancora di più da quando Vianne ha dato alla luce la piccola Rosette. Alla fine hanno trovato rifugio e anonimato a Montmartre a Parigi e qui si sono rifatte una vita, assumendo un'altra identità. Ma tutto è diverso da prima. Sono spariti i tarocchi, gli incantesimi, persino Pantoufle, il vecchio compagno di giochi di Anouk, non esiste più. Il vento ha smesso di soffiare, almeno per un po'. Ma poi nella loro vita compare Zozie de L'Alba, la donna con le scarpe rosse, e tutto cambia. Zozie è tutto quello che era una volta Vianne: bella, solare e misteriosa. Offertasi di aiutare Vianne in negozio, ben presto lo trasforma pezzo per pezzo, e conquista la fiducia di Anouk e Rosette. Spietata, ambigua e seducente, Zozie ha un piano: distruggere la vita di Vianne, portandole via quello che ha di più caro. E mentre tutto quello che ama è in pericolo, Vianne deve scegliere: fuggire, come ha fatto tante volte prima, oppure affrontare il nemico più pericoloso con le uniche armi a sua disposizione: il cioccolato e la magia. 


Recensione:
La Harris resta sempre la Harris: esotica, ammiccante, deliziosa come una tazza di cioccolata calda con un tocco di cannella.
Le scarpe rosse è un libro che attendevo di leggere da tanto: dentro ho trovato la narrazione dolce e accattivante che ricordavo in Chocolat, sebbene quella mi ispirasse puro piacere per la bellezza dello stile, ho ritrovato Vianne e Anouk seppure non fossero più loro: fuggite da Lansquenet e tramutate in fantasmi, creature invisibili, normali e anormali nello stesso tempo. E con loro una terza persona, Rosette, la figlia di Roux, dolce, piccola, simile ad un gattino, che la gente crudele si diverte a chiamare ritardata per quel suo modo speciale di comunicare senza parole e di disegnare scimmiette e di mangiare senza posate. Ma Rosette non è l'unica novità di questo secondo episodio: Thierry, il padrone di casa, il corteggiatore di Vianne, paziente, ricco, innamorato e terribilmente scialbo e prevedibile.
Ma soprattutto adesso c'è lei: Zozie de l'alba, la donna con le scarpe rosse, tutto quello che era Vianne prima che diventasse l'insignificante Yanne Charbonneau.
Zozie è bella, favolosa, non ha paura di niente. Zozie resuscita l'anonima chocolaterie di Vianne, Zozie diventa un punto di riferimento per Anouk. La bambina le è sempre più attaccata, pende dalle sue labbra, non comprende la madre. A cosa porterà questa improvvisa distanza tra le due?
Di certo Zozie non è quello che sembra: un talismano qui, una carta là, istantaneamente le persone le cadono ai piedi, e quei segni disegnati al lato delle scatole di cioccolato cosa mai saranno?
Cosa nasconde il passato di Zozie, sempre ammesso che questo sia il suo vero nome?
La Harris non delude, non spreca una parola di troppo, è ambigua e affascinante come i suoi personaggi. Una piccola noticina sul finale che non mi è sembrato abbastanza esaustivo, soprattutto per quanto riguarda Zozie e un po' scontato. Un romanzo tuttavia bello, piacevole, scorrevole e marchiato Harris... che, suvvia, non è esattamente poco.





<<Forse è stato anche per via delle scarpe. Scarpe favolose, luminose,i tacchi alti, rosso rossetto, da bastoncino di zucchero candito, da lecca lecca, che risplendevano come tesori sull'acciottolato. Non si vedono scarpe del genere a Parigi. Non ai piedi della gente normale , almeno. E noi siamo gente normale, o per lo meno mamma dice così, anche se, dal modo in cui si comporta, a volte non si direbbe.
Quelle scarpe... Tac tac tac, facevano quelle scarpe rosso-caramella, e si sono fermate proprio davanti alla chocolaterie mentre la loro proprietaria guardava dentro.>>


Voto

1 commento:

  1. I sequel sono sempre difficili da apprezzare, soprattutto per chi è stato entusiasmato dall’originalità del primo libro, ma devo dire che questo l'ho trovato ben studiato e piacevole da leggere quanto il primo.
    Anche se inizialmente è stato deludente ritrovare il personaggio di Vianne Rocher svuotato dai suoi modi, ho però successivamente rivalutato la decisione di riportare Vianne alla normalità, e di valorizzarne le sue paure che alla fine sono quelle di tutte le persone normali ma che nel suo caso sono portate all’esasperazione, perchè alla fine per essere se stessa non può comportarsi normalmente.

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