venerdì 29 aprile 2011

Il tempio degli Otaku... Tredicesimo appuntamento "Nodame Cantabile"


Scritto da Surymae Rossweisse

Salve a tutti! Eccoci di nuovo qui alla nuova puntata de “Il tempio degli Otaku”. Oggi parliamo di amore e musica. No, non sto per recensire un romanzo di Nick Hornby: questa rubrica, come ben sapete, tratta di manga, e non di libri. Inoltre Nick Hornby non si interessa di musica classica: l'opera di oggi, invece, sì. Senza contare che i protagonisti di questa serie sono molto più giovani – e in alcuni casi anche più sciroccati! – degli eroi dello scrittore inglese. Bastano queste differenze o ne volete ancora? Allora, forse sarebbe meglio far parlare direttamente il manga: “Nodame Cantabile” di Tomoko Ninomiya.

NOTA BENE: l'opera è attualmente in corso di pubblicazione in Italia da parte dell'editrice Star Comics. In genere io parlo solo di serie concluse nel nostro paese: con questo manga ho deciso di fare un'eccezione, perché in Giappone è terminato e perché io l'ho già letto per intero. Comunque, se la recensione vi ispirasse, mi raccomando: comprate i volumi cartacei – reperibili comodamente in fumetteria, e ad un prezzo abbordabile – e non affidatevi invece alle scan!

Buon sangue non mente, dice il proverbio. L'adagio sembra fatto apposta per il giovane Shinichi Chiaki: figlio di una famiglia di musicisti, a sua volta suona il pianoforte, il violino e sogna di condurre un giorno un'orchestra. Davanti a lui si prospetterebbe un futuro roseo, ma c'è un problema: ha una profonda paura della nave e dell'aereo, dovuta ad esperienze traumatiche fatte da bambino. Le sue ali sono quindi tarpate: addio al farsi una carriera in Europa, ed addio a raggiungere nel vecchio continente uno dei suoi idoli, il maestro Sebastiano Vieira. L'animo di Chiaki, già ahimè segnato da spocchiosità e scarsa modestia, è esacerbato da questa situazione. A suo dire, al conservatorio Momogaoka – dove studia - non esistono bravi studenti: perché allora costoro, che suonano come scimmie ammaestrate (e neppure bene) sono amati dagli insegnanti e avranno uno sfavillante avvenire all'estero mentre lui, più dotato di tutti loro messi insieme, lotta ogni giorno con il corpo docente e al di fuori della scuola sarà costretto a rimanere tappato in Giappone?
La risposta alla domanda non è certo facile. Tuttavia, forse Chiaki ha torto: non è vero che proprio tutti suonano male e senza passione. Un giorno a scuola, infatti, il nostro sente una musica di Beethoven al pianoforte. Oggettivamente, la performance non è granché, anzi è piuttosto carente dal punto di vista tecnico. Tuttavia, quel modo sgangherato di suonare trasmette una passione che Shinichi non aveva mai sentito prima. Piacevolmente colpito, chiede chi suoni in quella maniera così originale. E forse, dopo averlo scoperto, avrebbe preferito non farlo. La misteriosa pianista si chiama Megumi Noda - per gli amici Nodame - e per una curiosa coincidenza è anche una sua vicina di casa. Carino, no? Sì, peccato solo che lei sia... come dire?... un po' stravagante, ecco. Non cura molto il suo aspetto, ma quello sarebbe il meno: ha un modo strano di parlare, con vocaboli che ha inventato di sana pianta, nutre una malsana passione per un cartone animato un po' stupidotto e soprattutto a casa sua suona immersa nella sporcizia più totale. Il perfettino Chiaki rimane inorridito, a tal punto che decide di pulire l'abitazione della vicina dal marciume. Questo darà il la ad una strana relazione tra i due studenti, che si vedono sempre più spesso per rimettere a posto l'appartamento di Nodame, per cenare insieme (Chiaki è un cuoco provetto) e naturalmente per suonare. La ragazza è ormai perdutamente innamorata di lui, e crede che il sentimento sia reciproco. Peccato solo che il diretto interessato non la pensi allo stesso modo... ma mai dire mai, sia nella musica che nell'amore!

In tutta onestà credo che a volte, nel corso di questa rubrica, abbia trattato di veri e propri capolavori, o comunque di un livello decisamente più alto nella media. Penso ad esempio a Mobile Suit Gundam, a Touch, a Devilman... L'elenco potrebbe andare avanti a lungo (almeno per quanto mi riguarda!) ma voglio essere chiara: Nodame Cantabile non è incluso, e credo che non lo sarà mai. Per carità, non stiamo parlando di una serie atroce, anzi ha diversi pregi che le hanno fatto meritare questo spazio. Ma non è certo un capolavoro spaziale come qualche fan sfegatata pensa, e anche nel suo genere di riferimento – gli josei, ossia gli shojo con un target più maturo – c'è decisamente di meglio (alcuni ancora in corso, ahimè, ma che hanno già ipotecato il loro venerdì al Tempio). Nello specifico, uno dei più grandi pregi di Nodame Cantabile, se non il più grande, è senza dubbio la componente comica. Credo si possa capire anche dalla descrizione della protagonista femminile: la nostra pianista è infatti stravagante e ingenua. Piuttosto diversa, quindi, dall'intelligente e ingessato Chiaki: ed infatti le gag più divertenti riguardano proprio i contrasti tra le loro personalità. Ad esempio, una volta Nodame fa capire a Shinichi di disapprovare un suo comportamento attraverso una visione forzata del terribile e stupidissimo anime “Puri Gorota”, il cartone fittizio che lei ama tanto. Naturalmente però loro non sono i soli personaggi ad avere spazi comici: ad esempio c'è il percussionista Masumi Okuyama, che vorrebbe avere tutto per sé Chiaki; il violinista che pretende di suonare come Jimi Hendrix, Mine Ryutaro, ecc. ecc. Peccato solo che queste gag levino un po' troppo spazio, per i miei gusti, a momenti più seri e più di ampio respiro. Non che siano assenti, anzi quelli che ci sono sono ben fatti. Ad esempio, è evidente la crescita di Chiaki, che passa gradualmente dal giovane tanto talentuoso quanto immaturo e spocchioso a una persona seria, che è finalmente scesa dal piedistallo in cui si era auto posizionato.
Tutto questo grazie all'influsso di Nodame, che anche lei subirà un processo di crescita non indifferente: certo, alcune cattive abitudini come le parole inventate o “Puri Gorota” non verranno mai meno, ma intanto per merito del suo “fidanzato” imparerà a porsi seriamente davanti alla musica, senza per questo rinunciare alla passione che la contraddistingue. E naturalmente, anche la loro relazione subirà dei cambiamenti nel tempo. Sono cambiamenti graduali e fatti molto bene da Tomoko Ninomiya, però avrei voluto che fossero quelli i protagonisti principali della scena, e non i momenti divertenti – che però, ci tengo a sottolinearlo, funzionano. Dal punto di vista del tratto della mangaka, a prima vista si tenderebbe a considerarlo un difetto. Le persone hanno linee spigolose, e troppo marcate; gli sfondi dietro di loro sono inesistenti – troppo spesso viene usato un fondale praticamente bianco, senza variazioni particolari - e i retini non vengono praticamente mai usati. Per fortuna c'è sempre un però, e il caso di questo manga non fa eccezione. Ricordate quando parlavo di come suonava Nodame? Dicevo che dal punto di vista tecnico non era brava, ma era in grado di trasmettere sentimenti unici, che alla fine è quello che conta di più. Probabilmente si potrebbe dire così anche per lo stile di disegno dell'opera. Guardate ad esempio una scena in cui i personaggi suonano: pur non sentendo il suono, sarete in grado di sentire tutta le sensazioni della musica e dei protagonisti. E' evidente che Tomoko Ninomiya sente quello che disegna, e prova passione per quello che fa: tale passione viene trasmessa anche al lettore. E questo, decisamente, non può mai essere un difetto.

E con questa nota (romantica?) ci salutiamo anche stavolta. Al prossimo venerdì, con “Il tempio degli Otaku”!

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