sabato 30 aprile 2011

Anteprima La casa del tempo sospeso

Dal 5 maggio troveremo in libreria grazie Salani (la casa editrice di Harry Potter) un fantasy estremamente interessante: La casa del tempo sospeso, di Mariam Petrosjan (prezzo: 20.00 euro; pagine: 880), che ha ricevuto numerosissimi premi (tra cui il Russian Literary Award) è un romanzo di formazione che esplora i meandri dell'adolescenza. Un libro che mi dà l'impressione (chissà perché, forse la trama, forse il numero delle pagine, forse il tempo impiegato dall'autrice per scriverlo) di essere bello, completo, meraviglioso. Sicuramente un acquisto che, prima o poi, farò!

Nella periferia di una città qualunque, una Casa si staglia tra le altre, ordinaria e un po’ inquietante. È un istituto dove, per qualche tempo, si raccolgono ragazzi disabili, dall’infanzia all’adolescenza. Ma dal momento in cui varcano quella soglia, tutto cambia. La realtà cessa di esistere e viene rimpiazzata da un altro mondo con regole, leggi e riti spesso crudeli e oscuri. I nuovi eroi – Fumatore, Tabaqui, Lord, Sfinge, Cieco e gli altri – si conoscono e si dividono in gruppi, ingaggiano epiche battaglie nei luoghi a un tempo sconfinati e ristretti della Casa: il Solaio, la Foresta, il Tetto diventano gli scenari di una guerra di desideri, di speranze e di immaginazione, dove la posta in gioco è scegliere se tornare al mondo esterno o rimanere, sospesi per sempre in una realtà fantastica.
Nella Casa tutto è possibile: l’amore, l’odio e la morte; la perdita, il dolore e la gioia; nella Casa i ragazzi sono liberi, il tempo si ferma e si dilata smisuratamente. Alla fine, perduta l’infanzia, essi si troveranno di fronte alla prova più difficile: credere alla promessa dell’età adulta e lasciare la Casa o rinunciarvi e rifiutarsi di crescere. Romanzo corale di formazione, fantastico e realistico al tempo stesso, metafora potente dell’adolescenza, La Casa del tempo sospeso è un inno d’amore all’età ingrata e prediletta, alle sue esaltazioni e tragedie, al senso di frustrazione e di onnipotenza che la pervade. il sentimento e la speranza.

"Apparvero davanti alla Casa in una torrida giornata d’agosto, in un’ora che non concedeva ombre. Una donna e un bambino. La strada era deserta, il sole l’aveva incenerita. Gli alberi stenti lungo la carreggiata non salvavano dalla canicola, non salvavano neanche i muri delle case, che si fondevano nel cielo azzurro vivo come denti arroventati. L’asfalto si rammolliva sotto i piedi. I tacchi della donna vi incidevano dei forellini che la seguivano in fila ordinata, come le impronte di uno stranissimo animale."

"In questo bellissimo romanzo c'è la magia. Non le pozioni allucinogene e i draghi volanti, ma la magia delle parole che spinge a rileggerlo subito dopo averlo finito..."
Kesenija Rozdestvenskaja 

"Quasi mille pagine dalle quali è impossibile staccarsi."
Vremja Novostej 

"La Casa è diventata oggetto di culto."
Chastnyj Korrespondent 

"Un evento rarissimo: un libro-ritmo che si lancia nell’infinito, un libro-vita nel quale si può sprofondare, scoprendo sempre nuove dimensioni. Se il ritmo della Casa si accorda con il tuo, liberartene non sarà più possibile."
Den’ Za Dnem


Mariam Petrosjan
Mariam Petrosjan è nata in Armenia nel 1969. Discende da una famiglia di artisti e intellettuali: i nonni sono rispettivamente il più grande artista figurativo e il più grande favolista armeni contemporanei. Ha studiato grafica e per vent’anni ha lavorato nel cinema. Per scrivere La Casa del tempo sospeso ha impiegato dieci anni. Ha ricevuto moltissimi premi, tra cui il Russian Literary Award 2010 per il migliore romanzo, è stato candidato al National Best Literary Award ed è stato finalista al Russian Booker Prize 2010.


venerdì 29 aprile 2011

Anteprime Leggereditore: "Il bacio svelato" e "Passione Vintage"

Le uscite di maggio della Leggereditore non deluderanno le proprie fan: per quel che, finora, ci è concesso sapere (ma non mancheranno altre novità di cui aspettiamo soltanto data e copertina) la nostra novella casa editrice rilancia Lara Adrian con il suo nuovo titolo, Il bacio svelato,  in uscita dal 12 maggio al modico prezzo di 10.00 euro (per 400 pagine). La seconda anteprima, invece, non rientra nel genere paranormal romance (una volta tanto xD) ma parla di una storia che sa di "antico", un caso letterario che ha conquistato Usa, Regno Unito, Germania e Francia: Passione Vintage (prezzo: 14.00 euro; pagine: 380) di Isabel Wolff, (dal 26 maggio in libreria) in uscita dal  racconta di Phoebe e della sua passione per il vintage e la moda, grazie a cui riesce a riscoprire la gioia di vivere.


Il bacio svelato - Lara Adrian
Guerriera invincibile, Renata non ha rivali nemmeno fra gli avversari del sesso opposto, vampiri o umani che siano. La sua arma più micidiale è una straordinaria forza psichica, un dono rarissimo e altrettanto mortale. Ma ora un misterioso estraneo minaccia l’indipendenza che ha conquistato con tanta fatica. Si tratta di Nikolai, un vampiro bello oltre ogni immaginazione che la trascina nel regno della notte e della passione più incontrollabile. I due uniscono le loro forze e si ritrovano a fare i conti con un sentimento che potrebbe salvarli o trascinarli per sempre tra le ombre eterne.
Azione, intrighi e sentimenti sempre al limite, per un’autrice che ha conquistato la scena nazionale e internazionale, ormai una sicurezza per i lettori che aspettano con ansia ogni sua uscita.



“Una storia piena di adrenalina, sensuale e scoppiettante, che crea dipendenza.”
Chicago Tribune

“Suggestivo, seducente, eccitante”
J.R. Ward

Lara Adrian 
Lara Adrian vanta una genealogia che risale alla Mayflower e alla corte di Enrico VIII. Attualmente vive con il marito sulla costa del New England. Dopo Il bacio di mezzanotte, Il bacio cremisi, Il bacio perduto e Il bacio del risveglio, arriva il quinto titolo della serie accolta con grande calore dal pubblico italiano e ormai un successo mondiale. La serie, pubblicata in 14 Paesi, è giunta negli Usa all’ottavo titolo.




Passione Vintage - Isabel Wolff
Un cappello di paglia intrecciata è tutto ciò che a Phoebe rimane della sua amica Emma. Ed è da quell’accessorio a lei tanto caro che decide di ripartire. Perché secondo Phoebe ogni oggetto, e ogni capo porta con sé l’anima di chi l’ha creato e di chi l’ha indossato.
Quando Phoebe decide di lasciare il suo incarico nella prestigiosa casa d’aste Sotheby, tutti rimangono di stucco. Perché lasciare un impiego così ambito per aprire una boutique di abiti vintage? Presto un capo che proviene dal passato, e da una piccola cittadina oltreoceano, le aprirà gli occhi e cambierà per sempre la sua vita. Thérèse Bell, un’anziana signora francese, ha una straordinaria collezione di capi vintage. Ma fra gli abiti da sera e i tailleur d’alta moda, Phoebe trova un cappottino blu che non sembra essere mai stato usato, e dal quale Thérèse non vuole separarsi. Le due donne stringono un’amicizia profonda, e presto scoprono che nonostante le differenze d’età e di cultura, un destino comune le unisce. Entrambe, infatti, non riescono a riconciliarsi con il proprio passato. Le settimane scorrono e passo dopo passo, davanti a una tazza calda di tè, Phoebe scopre la storia del cappottino blu. E quando Thérèse le confessa che le mancano pochi giorni di vita, Phoebe decide di aiutarla ad affrontare i fantasmi che la richiamano dall’infanzia, perché soltanto così anche lei potrà dare una svolta alla sua vita, riuscendo forse a innamorarsi e a vivere di nuovo.
Una storia commovente, un inno all’amicizia e alle seconde possibilità che la vita riserva.



“Passione vintage è popolato di personaggi toccanti che creano un’empatia immediata con il lettore. Un romanzo sensazionale.”
The New York Times

“Un libro assolutamente affascinante. Odio ammetterlo, ma il finale mi ha fatto commuovere. Leggetelo!”
Daily Mail

“Semplicemente perfetto!”
Sophie Kinsella

“Divertente, incantevole, non riuscirete a staccarvene.”
Marian Keyes


ISABEL WOLFF
è un’autrice molto affermata in Inghilterra e nel mondo. Ha scritto sette romanzi, tutti bestseller di grande successo, tradotti in venti Paesi. È stata spesso paragonata ad autrici del calibro di Marian Keyes e Cecilia Ahern. Passione vintage ha segnato una svolta nella sua carriera ed è in corso di pubblicazione in Germania, Francia, Spagna, Norvegia, Olanda, Polonia, Portogallo, Russia, Serbia, Svezia, Thailandia, Taiwan, Turchia e Vietnam.

Il tempio degli Otaku... Tredicesimo appuntamento "Nodame Cantabile"


Scritto da Surymae Rossweisse

Salve a tutti! Eccoci di nuovo qui alla nuova puntata de “Il tempio degli Otaku”. Oggi parliamo di amore e musica. No, non sto per recensire un romanzo di Nick Hornby: questa rubrica, come ben sapete, tratta di manga, e non di libri. Inoltre Nick Hornby non si interessa di musica classica: l'opera di oggi, invece, sì. Senza contare che i protagonisti di questa serie sono molto più giovani – e in alcuni casi anche più sciroccati! – degli eroi dello scrittore inglese. Bastano queste differenze o ne volete ancora? Allora, forse sarebbe meglio far parlare direttamente il manga: “Nodame Cantabile” di Tomoko Ninomiya.

NOTA BENE: l'opera è attualmente in corso di pubblicazione in Italia da parte dell'editrice Star Comics. In genere io parlo solo di serie concluse nel nostro paese: con questo manga ho deciso di fare un'eccezione, perché in Giappone è terminato e perché io l'ho già letto per intero. Comunque, se la recensione vi ispirasse, mi raccomando: comprate i volumi cartacei – reperibili comodamente in fumetteria, e ad un prezzo abbordabile – e non affidatevi invece alle scan!

Buon sangue non mente, dice il proverbio. L'adagio sembra fatto apposta per il giovane Shinichi Chiaki: figlio di una famiglia di musicisti, a sua volta suona il pianoforte, il violino e sogna di condurre un giorno un'orchestra. Davanti a lui si prospetterebbe un futuro roseo, ma c'è un problema: ha una profonda paura della nave e dell'aereo, dovuta ad esperienze traumatiche fatte da bambino. Le sue ali sono quindi tarpate: addio al farsi una carriera in Europa, ed addio a raggiungere nel vecchio continente uno dei suoi idoli, il maestro Sebastiano Vieira. L'animo di Chiaki, già ahimè segnato da spocchiosità e scarsa modestia, è esacerbato da questa situazione. A suo dire, al conservatorio Momogaoka – dove studia - non esistono bravi studenti: perché allora costoro, che suonano come scimmie ammaestrate (e neppure bene) sono amati dagli insegnanti e avranno uno sfavillante avvenire all'estero mentre lui, più dotato di tutti loro messi insieme, lotta ogni giorno con il corpo docente e al di fuori della scuola sarà costretto a rimanere tappato in Giappone?
La risposta alla domanda non è certo facile. Tuttavia, forse Chiaki ha torto: non è vero che proprio tutti suonano male e senza passione. Un giorno a scuola, infatti, il nostro sente una musica di Beethoven al pianoforte. Oggettivamente, la performance non è granché, anzi è piuttosto carente dal punto di vista tecnico. Tuttavia, quel modo sgangherato di suonare trasmette una passione che Shinichi non aveva mai sentito prima. Piacevolmente colpito, chiede chi suoni in quella maniera così originale. E forse, dopo averlo scoperto, avrebbe preferito non farlo. La misteriosa pianista si chiama Megumi Noda - per gli amici Nodame - e per una curiosa coincidenza è anche una sua vicina di casa. Carino, no? Sì, peccato solo che lei sia... come dire?... un po' stravagante, ecco. Non cura molto il suo aspetto, ma quello sarebbe il meno: ha un modo strano di parlare, con vocaboli che ha inventato di sana pianta, nutre una malsana passione per un cartone animato un po' stupidotto e soprattutto a casa sua suona immersa nella sporcizia più totale. Il perfettino Chiaki rimane inorridito, a tal punto che decide di pulire l'abitazione della vicina dal marciume. Questo darà il la ad una strana relazione tra i due studenti, che si vedono sempre più spesso per rimettere a posto l'appartamento di Nodame, per cenare insieme (Chiaki è un cuoco provetto) e naturalmente per suonare. La ragazza è ormai perdutamente innamorata di lui, e crede che il sentimento sia reciproco. Peccato solo che il diretto interessato non la pensi allo stesso modo... ma mai dire mai, sia nella musica che nell'amore!

In tutta onestà credo che a volte, nel corso di questa rubrica, abbia trattato di veri e propri capolavori, o comunque di un livello decisamente più alto nella media. Penso ad esempio a Mobile Suit Gundam, a Touch, a Devilman... L'elenco potrebbe andare avanti a lungo (almeno per quanto mi riguarda!) ma voglio essere chiara: Nodame Cantabile non è incluso, e credo che non lo sarà mai. Per carità, non stiamo parlando di una serie atroce, anzi ha diversi pregi che le hanno fatto meritare questo spazio. Ma non è certo un capolavoro spaziale come qualche fan sfegatata pensa, e anche nel suo genere di riferimento – gli josei, ossia gli shojo con un target più maturo – c'è decisamente di meglio (alcuni ancora in corso, ahimè, ma che hanno già ipotecato il loro venerdì al Tempio). Nello specifico, uno dei più grandi pregi di Nodame Cantabile, se non il più grande, è senza dubbio la componente comica. Credo si possa capire anche dalla descrizione della protagonista femminile: la nostra pianista è infatti stravagante e ingenua. Piuttosto diversa, quindi, dall'intelligente e ingessato Chiaki: ed infatti le gag più divertenti riguardano proprio i contrasti tra le loro personalità. Ad esempio, una volta Nodame fa capire a Shinichi di disapprovare un suo comportamento attraverso una visione forzata del terribile e stupidissimo anime “Puri Gorota”, il cartone fittizio che lei ama tanto. Naturalmente però loro non sono i soli personaggi ad avere spazi comici: ad esempio c'è il percussionista Masumi Okuyama, che vorrebbe avere tutto per sé Chiaki; il violinista che pretende di suonare come Jimi Hendrix, Mine Ryutaro, ecc. ecc. Peccato solo che queste gag levino un po' troppo spazio, per i miei gusti, a momenti più seri e più di ampio respiro. Non che siano assenti, anzi quelli che ci sono sono ben fatti. Ad esempio, è evidente la crescita di Chiaki, che passa gradualmente dal giovane tanto talentuoso quanto immaturo e spocchioso a una persona seria, che è finalmente scesa dal piedistallo in cui si era auto posizionato.
Tutto questo grazie all'influsso di Nodame, che anche lei subirà un processo di crescita non indifferente: certo, alcune cattive abitudini come le parole inventate o “Puri Gorota” non verranno mai meno, ma intanto per merito del suo “fidanzato” imparerà a porsi seriamente davanti alla musica, senza per questo rinunciare alla passione che la contraddistingue. E naturalmente, anche la loro relazione subirà dei cambiamenti nel tempo. Sono cambiamenti graduali e fatti molto bene da Tomoko Ninomiya, però avrei voluto che fossero quelli i protagonisti principali della scena, e non i momenti divertenti – che però, ci tengo a sottolinearlo, funzionano. Dal punto di vista del tratto della mangaka, a prima vista si tenderebbe a considerarlo un difetto. Le persone hanno linee spigolose, e troppo marcate; gli sfondi dietro di loro sono inesistenti – troppo spesso viene usato un fondale praticamente bianco, senza variazioni particolari - e i retini non vengono praticamente mai usati. Per fortuna c'è sempre un però, e il caso di questo manga non fa eccezione. Ricordate quando parlavo di come suonava Nodame? Dicevo che dal punto di vista tecnico non era brava, ma era in grado di trasmettere sentimenti unici, che alla fine è quello che conta di più. Probabilmente si potrebbe dire così anche per lo stile di disegno dell'opera. Guardate ad esempio una scena in cui i personaggi suonano: pur non sentendo il suono, sarete in grado di sentire tutta le sensazioni della musica e dei protagonisti. E' evidente che Tomoko Ninomiya sente quello che disegna, e prova passione per quello che fa: tale passione viene trasmessa anche al lettore. E questo, decisamente, non può mai essere un difetto.

E con questa nota (romantica?) ci salutiamo anche stavolta. Al prossimo venerdì, con “Il tempio degli Otaku”!

giovedì 28 aprile 2011

Anteprima La libraia.L'eredità: una black comedy, uno spaccato d'Italia, un pezzo di storia.

Fanucci pubblica il secondo libro di Valentina Pattavina, l'autrice catanese che ha esordito con La libraia di Orvieto. La libraia. L'ultima eredità è infatti il seguito del romanzo che ha conquistato migliaia di lettori con il suo intreccio di dramma e humor, in uscita il 19 maggio al prezzo di 16.00 euro. Noi siamo curiosissimi di saperne qualcosa di più, e per i fortunati che abitano a Torino o si recheranno al Salone del libro, sabato 14 maggio alle 12.30 L'ultima eredità verrà presentato nello Spazio Autori A, con l'intervento di bruno Gambarotta e Oliviero Diliberto!

La libraia. L'ultima eredità - Valentina Pattavina
1944. In un’Italia spaccata in due, in mano per metà alle forze alleate e per l’altra metà all’oppressione nazifascista, ci si arrabatta per portare a casa la pelle. E Orvieto, dichiarata città aperta per preservare la ricchezza del suo patrimonio artistico, si trova malgrado ciò a fronteggiare la furia distruttrice dei bombardamenti che ne dilaniano il territorio, arrivando a sfiorare l’altissima rupe di tufo. Ma per quale ragione, in una di quelle terribili notti di guerra, qualcuno decide di sfidare il coprifuoco aggirandosi tremante fra lapidi e croci? Cosa sotterra di così prezioso da rischiare la vita mentre dal cielo imperversa una pioggia fatale di spezzoni incendiari? E come mai, a distanza di più di sessant’anni, quel vecchio episodio sconosciuto torna a incidere sulla piccola comunità orvietana di cui la libraia Matilde Ferraris è entrata stabilmente a far parte?
 

“Benvenuti nella meravigliosa provincia italiana. Un luogo così dolce, così calmo, così misterioso.
Quasi criminale.”
Giancarlo De Cataldo
 
“Valentina Pattavina è una scrittrice irresistibile.
Dov’era stata nascosta finora?”
Vincenzo Mollica
 
“Valentina Pattavina, la cui scrittura fresca è un piacere, esordisce in narrativa con una storia di ricerca interiore, di catarsi attraverso il viaggio e di amore per i libri, risorsa preziosa, oggetto sacro.”
Carlotta Vissani – D di Repubblica


Il primo episodio:

La libraia di Orvieto
Matilde, una quarantenne romana solitaria e in fuga dai fantasmi del passato, approda a Orvieto nel tentativo di mettere ordine nella propria vita. Viene accolta da una comunità semplice e compatta, un gruppo variegato di persone le cui esistenze si intrecciano nei ritmi quieti della provincia: qui, grazie al professor Paolini, realizza finalmente il sogno di lavorare in una libreria. Avvolta da suggestioni letterarie e sullo sfondo di scorci affascinanti e misteriosi, Matilde conduce una vita sospesa tra nuovi incontri e segreti che le riaffiorano alla memoria. Ma anche Orvieto ha i suoi segreti, celati nelle case e nei boschi silenziosi che la circondano: un fatto ormai dimenticato e dai contorni oscuri tornerà alla ribalta per un caso fortuito, rompendo equilibri antichi e radicati.Una black comedy in cui intimismo, dramma e humour si alternano e si incrociano, animata da personaggi eterogenei e bislacchi, travolti dagli eventi e trascinati da un destino ineluttabile verso un finale dal sapore agrodolce.



VALENTINA PATTAVINA 
(Catania 1968), dopo un’intensa attività nel mondo dello spettacolo, nel 1996 si è affacciata nell’editoria. Insieme a Vincenzo Mollica, dal 1999 ha curato la serie Parole e canzoni pubblicata da Einaudi Stile Libero e dedicata ai cantautori. Per la stessa collana, tra il 2008 e il 2010 ha scritto quattro monografie dedicate a Totò, Alberto Sordi, Paolo Villaggio e Ugo Tognazzi. Nel 2010 è uscito per le edizioni Fanucci il romanzo La libraia di Orvieto, che ha segnato il suo esordio nella narrativa.
 

mercoledì 27 aprile 2011

Speciale Alterra: recensione


Questo è il primo appuntamento con lo Speciale Alterra! Partiamo dalla recensione e concluderemo con l'estrazione del giveaway :)


(Leggi info e trama qui)

Voto: 

In uno scenario apocalittico troppo verosimile da non sembrare incredibilmente vicino, il mondo di Alterra nasconde mille pericoli: specie di vegetali e animali nuovi, città deserte e popolate da “trampolieri” (creature alte tre metri e dotate di fari al posto degli occhi), adulti tramutati in esseri mostruosi o divenuti aggressivi e violenti.
Dopo la Tempesta, che con i suoi fulmini ha estirpato ogni traccia di vita umana (o l’ha deformata) e ha risparmiato soltanto adolescenti e bambini, la vita di Matt, Tobias e degli altri ragazzi provenienti da tutti gli Stati Uniti non è più la stessa: insidiati in un’isola appartenente ai ricchi genitori di Doug, leader del gruppo, hanno formato una nuova comunità. Ma all’interno di questa sembrano esserci tanti segreti, un maniero infestato, dei traditori che vogliono consegnare l’isola ai nemici… i ragazzi cominciano inoltre a dimostrare delle “strane” attitudini. Matt, Tobias e Ambra non possono far finta di niente e, in una notte di complotti, formano l’ Alleanza dei tre.
Che gli uomini non vogliano proprio imparare la lezione impartita dalla Terra?

Alterra è un romanzo che, nonostante qualche ingenuità nel finale, mi è piaciuto molto: la trama è scorrevole, lo stile è semplice ma non scialbo –anzi, dettagliatissimo, vivo e scorrevole-, i personaggi sono verosimili e, nonostante il punto di vista sia quasi esclusivamente quello di Matt, questo non risulta mai noioso. Chattam non calca troppo la mano sugli aspetti adolescenziali che è doveroso affrontare –avendo il protagonista solo quattordici anni- ma non li rende l’unica peculiarità di Matt: li sfiora senza pesantezza, senza fare della cotta per Ambra la sua unica ossessione. Ho notato alcune somiglianze con Harry Potter (oltre alla giovane età, la condizione di trovarsi improvvisamente eroe) ma, elemento importantissimo, Matt non è una vittima. E’ un ragazzo che, nonostante viva in un incubo, risulta comunque forte e coraggioso perché la sua condizione è comune anche agli altri… almeno per ora, Matt non è un predestinato, un elemento distinto dalla massa, colui che deve salvare il mondo dai cattivi. Ovvio, un certo Lordapredan  sembra volergli succhiare la vita –solo a lui, unicamente a lui, e non sembra volersi arrendere fin quando non lo troverà- ma almeno per il primo volume di questa saga, Matt è un ragazzo come tutti gli altri. Anche il personaggio di Ambra –una piccola Hermione- viene ben tratteggiato, mentre Tobias, per quanto sia caratterizzato, mi è sembrato più “sfuggente”. Non manca però il senso del mistery, l’approfondimento psicologico e la presenza di tematiche importanti. Prima tra tutte –e più evidente- quella che ci invita a riflettere sull’azione sempre più invasiva dell’uomo ai danni della natura. Alterra viene infatti scritto partendo dal quesito: cosa succederebbe se la Terra decidesse di ribellarsi agli uomini e di tornare al proprio stato primordiale?
La natura vince infatti sull’uomo, lo costringe a ritornare “preistorico” e a fare a meno delle tecnologie. Pena, la morte.
Molto interessante è uno dei capitoli finali di “stampo” filosofico, ulteriore prova della versatilità e completezza dell’autore, nonché della “universalità” del libro, che può essere letto dai bambini come dagli adulti. Romanzo super consigliato, avvincente e per niente noioso!

W... w... w... Wednesdays (14)


www...wednesdays è stato creato da MizB di ShouldBeReading


Anche questa settimana è giunto il mercoledì, portando con sè il nuovo appuntamento di
 W...W...W... Wednesday, rubrica ideata dal blog ShouldBeReading. Partecipare è semplice, basta rispondere a queste 3 domande:


* What are you currently reading? (Cosa stai leggendo?)

* What did you recently finish reading? (Quale libro hai finito di recente?)

* What do you think you’ll read next?(Quale libro pensi sarà la tua prossima lettura?)

What are you currently reading?
Sto leggendo Delirium di Lauren Oliver, che spero di finire al più presto (ma sono ancora a pagina 70, sigh!) perché voglio passare  ad un altro genere...




What did you recently finish reading?
L'ultimo libro terminato è stato Alterra di Maxime Chattam! Veramente bello e ben scritto, mi è piaciuto molto!





What do you think you’ll read next?
Io davvero non lo so. XD . Ho 12 libri sul comodino e almeno 3 in arrivo. Ci tengo però a finire La coscienza di Zeno di Italo Svevo, interrotto mesi fa e non ancora terminato! 

martedì 26 aprile 2011

Teaser Tuesdays (23)

Ieri mi sono presa un giorno di vacanza, spero che abbiate trascorso tutti piacevolmente Pasqua e Pasquetta (o Lunedì dell'Angelo o giorno della liberazione che dir si voglia). Maggio si avvicina, e con lui un periodo pestilenziale. Per quanto sia il mese dei fiori, della primavera e del mio compleanno (che ha pari importanza ù.ù) sappiate che maggio è in realtà pessimo. Pessimo. Le mie energie si esauriranno tutte nello studio, mi ridurrò ad uno zombie scheletrico e cianotico e alla fine stramazzerò a terra. Morta, si intende.
Ma parliamo di cose allegre! Ok, non volevo spaventarvi, volevo solo comunicarvi che, come al solito farò di tutto per aggiornare il blog, ma se ogni tanto gli aggiornamenti salteranno di un giorno (due, Dio non voglia!) il motivo sarà quello sopracitato ^^. 
Ma passiamo alla puntata settimanale di Teaser tuesdays!

"Teaser Tuesdays" 


  • Grab your current read
  • Open to a random page
  • Share two (2) “teaser” sentences from somewhere on that page
  • BE CAREFUL NOT TO INCLUDE SPOILERS! (make sure that what you share doesn’t give too much away! You don’t want to ruin the book for others!)
  • Share the title & author, too, so that other TT participants can add the book to their TBR Lists if they like your teasers!
Ovvero,  per i non-angloleggenti:
  • Prendi il libro che stai leggendo
  • Apri una pagina a caso
  • Copia due pezzi "teaser" da una parte di questa pagina
  • STAI ATTENTO A NON SCRIVERE SPOILERS! (assicurati di non condividere troppe cose! Non si deve rovinare il libro agli altri!)
  • Indica il titolo e l'autore, in modo che gli altri Teaser Tuesday partecipanti possano aggiungerlo alla loro lista dei desideri se il libro è piaciuto.


Torno a casa ogni sera due ore buone prima del coprifuoco. Mi offro volontaria per passare delle giornate in più al negozio, e non chiedo nemmeno la mia solita paga di otto dollari l'ora. Hana non mi telefona. Non la chiamo nemmeno io. Aiuto mia zia a preparare la cena e sparecchio e lavo i piatti senza che debba chiedermelo. Grace è ai corsi estivi, fa soltanto la prima elementare e stanno già parlando di bocciarla, e ogni sera me la prendo in braccio e la aiuto a fare i compiti, sussurrandole all'orecchio , supplicandola di parlare, fi concentrarsi, di ascoltare, riuscendo a persuaderla, alla fine, a scrivere almeno metà delle risposte nel suo sussidiario. Dopo una settimana mia zia smette di guardarmi con sospetto ogni volta che entro in casa, smette di pretendere che le dica dove sono stata, e un altro peso mi cade di dosso. Si fida di nuovo di me. (Delirium, di Lauren Oliver, pag. 159)

Dopo una pausa che sembra lunghissima ricomincia a parlare, questa volta a voce talmente bassa che devo avvicinarmi a lui soltanto per poterlo sentire. <<La prima volta che ti ho visto, alla statua del Govetatore, erano anni che non andavo al confine a guardare gli uccelli. Ma tu mi ricordavi quello. Stavi saltando in alto, stavi gridando qualcosa e i capelli ti si stavano sciogliendo dalla coda, ed eri talmente veloce...>> Scuote la testa. <<Un bagliore ed eri scomparsa. Esattamente come un uccello.>> (Delirium, di Lauren Oliver, pag.205)

Anteprima La casa dei destini intrecciati

Sarà in uscita dal 28 aprile questo interessante romanzo edito da Garzanti. Erica Bauermeister, già autrice de La scuola degli ingredienti segreti, pubblica in contemporanea mondiale La casa dei destini intrecciati (prezzo: 17.60 euro; pagine 252), la storia di quattro donne che affrontano le proprie paure e riscoprono il piacere di vivere.

La casa dei destini intrecciati - Erica Bauermeister
La luce del tramonto colora di rosso la siepe intorno alla veranda. I piatti sul tavolo di ferro battuto sono quasi vuoti, e tutt'intorno aleggia ancora un profumo denso di enchiladas, pollo arrosto e pomodori grigliati. Kate inala ricordi e si guarda intorno. Oggi è un giorno speciale, la fine di un anno difficile e pieno di dolore, e le sue amiche sono lì, riunite accanto a lei per festeggiare la sua forza e il suo coraggio. Tutte loro nascondono un regalo inaspettato per lei. Una sorpresa e una sfida. Una settimana di rafting in una profondissima gola del Grand Canyon. Kate è molto impaurita, ma accetta. A un patto, però. Ognuna delle sue amiche, nel corso di un anno, dovrà fare qualcosa che la terrorizza o che non vorrebbe mai affrontare. Qualcosa di difficile, forse impossibile, ma che le può aiutare a ritrovare la strada per il sogno, anche se sembra perduta. Come Caroline, una libraia che non riesce a disfarsi dei libri dell'ex marito; o Daria che deve inventare una nuova ricetta per il pane e per la sua vita; Sara che decide di perdersi nei vicoli di Venezia per ricordare com'è il gusto dell'avventura; Hadley che, prendendosi cura del suo giardino, deve scoprire la pianta giusta per curare la sua anima. Tutte quante devono mettersi in gioco e superare se stesse. Compresa Kate, che in piedi in cima al dirupo, guarda con terrore gli speroni di roccia e il cupo blu del fiume ancora più in basso, e si chiede se riuscirà a trovare di nuovo il coraggio di volare...

«Un mondo accattivante popolato da personaggi stupendi e scritto con prosa vivida.»
«Publishers Weekly» 

«Non si può fare altro che divorare questo romanzo. Eccellente.»
«People Magazine» 

«Un libro magico e squisito.»
«Bookreporter» 


Erica Bauermeister
Erica Bauermeister si è appassionata allo slow food durante i due anni trascorsi nell'Italia settentrionale con il marito e i figli. Ha insegnato letteratura alla University of Washington e vive a Seattle con la famiglia. La scuola degli ingredienti segreti è il suo primo romanzo.

Anteprima L'orso che venne dalla montagna

La Zero91 pubblica un carinissimo romanzo per bambini: in libreria dal 28 aprile al prezzo di 17 euro, L'orso che venne dalla montagna di William Kotzwinkle (niente poco di meno che l'autore di E.T.!) , una fiaba stile Yoghy con una copertina realizzata dal disegnatore di Mulan (cito questo perché è un film che adoro *_*).


L'orso che venne dalla montagna - William Kotzwinkle
Arthur Bramhall è noto ai suoi colleghi per essere un mediocre professore universitario di letteratura inglese e uno scrittore senza talento. A dispetto di tutti, Bramhall si isola in una baita dimenticata tra i boschi dove riesce nell'impresa di scrivere un grande romanzo. Terminata la stesura del suo capolavoro, il professore sotterra il suo prezioso manoscritto e si reca in paese per festeggiare con una buona bottiglia di champagne. Durante quella breve e fatale assenza, un orso - Hal Jam - scavando trova il romanzo e decide di raggiungere New York in cerca di fama e fortuna. In città, quell’orso singolare viene accolto come un autore di talento e invitato alle feste più esclusive, mentre la disperazione bestiale di Bramhall, crescendo, porta i suoi vecchi amici ad allontanarlo con giudizi severi. Nel suo “Orso che venne dalla montagna”, William Kotzwinckle sfoggia un umorismo sfrenato e rende il suo irresistibile protagonista, un gigantesco orso bruno con l’innnocenza di Forrest Gump, il riflesso sincero di una società sostanzialmente incapace di riflettere sugli aspetti della vita moderna.


William Kotzwinkle (Scranton, 1938) è un romanziere americano, scrittore per bambini e sceneggiatore. Nel 1977 è stato insignito del World Fantasy Award e del Nation Magazine Award. E' l'autore di E.T. l'extraterrestre.

Peter De Sève - conosciuto per le cover del New Yorker e per i personaggi che ha realizzato per L'era Glaciale (Scrat è ormai un'icona internazionale), Mulan, Bug's Life, Tarzan e Alla ricerca di Nemo – ha disegnato la cover de L'orso che andò oltre la
montagna. Tra i molti premi che ha ricevuto ricordiamo l'Hamilton King Award della Society of Illustrators, il Clio Award, lo Spectrum Annual of Fantastic Art e il Soleil d'Or award del
Festival BD Sollies Ville (France).

domenica 24 aprile 2011

Recensione Matched



(leggi trama ed informazioni qui)

Voto: 

La sera del suo Banchetto d’Abbinamento Cassia indossa un bellissimo abito verde. Avvolta nella stoffa leggera, circondata dall’amore dei genitori e dell’amico Xander, la ragazza si sente emozionata ma pronta al grande passo: finalmente vedrà il volto di colui a cui è stata assegnata, il suo Promesso, l’uomo che, all’età di ventun’anni, sposerà. Un ragazzo che le è stato destinato dalla Società, il “miglior campione” compatibile con il suo codice genetico, che garantirà a lei e alla comunità figli perfettamente sani.
Dopo che li avrà procreati (entro i trentun’anni di età) vivrà una vita felice e a norma con i canoni della Società, il giorno del suo ottantesimo compleanno (non un minuto di più) morirà e avrà persino la possibilità di essere resuscitata quando le tecnologie lo permetteranno.
Incredibilmente, Cassia viene abbinata al suo bellissimo e simpaticissimo amico Xander. Legati sin da bambini, i due da adesso sono anche promessi sposi: non hanno certo bisogno di consultare le proprie microschede (dove sono inseriti i dati dei pretendenti) per sapere tutto l’uno dell’altro.
Se non fosse che la fine del  Nonno sta per giungere, la vita di Cassia sarebbe perfetta. Una gabbia dorata custodita dalla Società.
Invece Cassia guarda la microscheda, e, per una frazione di secondo, appare sullo schermo il volto di un altro ragazzo: Ky. Un tipo taciturno e solitario, con cui non ha mai avuto a che fare più di tanto.
Ok. Non voglio farla più lunga di così.
Cassia si innamora improvvisamente di Ky, contemporaneamente ad un evento che lascia la ragazza sconvolta: il Nonno, prima di morire, le affida delle poesie. Poesie che non rientrano tra le Cento considerate legali dalla Società, poesie che spronano a combattere.
Sullo sfondo di Non andartene docile in quella buona notte di Dylan Thomas, in Cassia scatta qualcosa.
Lei ama Ky, e farà di tutto per restare con lui.

Matched è un romanzo su cui sono molto, molto indecisa. E’ il tipico romanzo distopico + young adult che ci stiamo abituando a leggere, ma guardando attentamente possiamo osservare alcuni aspetti originali: per esempio il fatto che la protagonista non si innamori di un ragazzo perfetto, come sarebbe ovvio, ma di uno “normale”, forse carino ma non bellissimo.
Tuttavia la storia sa molto di sentito. I riferimenti a 1984 sono innegabili, impossibili da non notare: gli incontri di Cassia e Ky nel bosco (dove nessuno può vederli né sentirli), la presenza di ribelli al di fuori della Società, la guerra contro un nemico x (che, in questo caso, la Società vuole soltanto nascondere), l’esistenza di “manufatti” (oggetti appartenenti alla nostra epoca come portacipria e bussole) e ovviamente il controllo su ogni singola attività personale.
In Matched però, la resistenza a questo tipo di regime è evidente quasi sin da subito (nel secondo capitolo, dopo l’assegnazione di Cassia a Xander, un uomo esclama: che famiglia fortunata la vostra. Non dovete affidare vostra figlia ad un perfetto sconosciuto!) . Non vi è un controllo totale delle menti da parte della Società, tutti coloro che sono vicini alla protagonista nutrono dei dubbi nei suoi confronti. La stessa Cassia si lascia convincere facilmente dalle parole del Nonno e l’amore per Ky sembra quasi un pretesto per ribellarsi.
Ecco, poi, parliamo di questo amore. Cassia comincia ad interessarsi veramente a Ky soltanto dopo che vede la sua foto al posto di quella di Xander, e dopo che viene a sapere da una Funzionaria che è un Aberrazione (un esiliato che, a causa delle colpe del padre, non ha diritti).
Un amore che si sviluppa così velocemente da far pensare davvero soltanto ad una cotta. Il finale è un po’ artificioso, un po’ assurdo, un po’ improbabile. Quello che ci voleva per far continuare la saga, in un modo o nell’altro, nell’episodio successivo.
La narrazione della Condie è altalenante: inizialmente scorrevole, diventa molto più lenta nella parte centrale (dopo la morte del Nonno) e si riprende leggermente verso la fine, quando l’attenzione del lettore viene nuovamente catturata.
Lo stile, invece, assume tratti talvolta poetici e ho apprezzato molto le descrizioni dei disegni che Ky manda a Cassia, nonché la sua storia personale.
Matched presenta insomma alcune piccoli aspetti gradevoli, ma la storia tipicamente young adult, le idee scontate, l’inconsistenza di alcuni personaggi e/o situazioni gli impediscono di uscire fuori dal coro e rimanere impresso nella mente del lettore.

Speriamo in un seguito che esuli da ambientazioni già viste e cliché ormai abbondantemente superati... (in particolare il triangolo amoroso!). Che la Condie riesca a spiccare un bel volo di originalità e fantasia? 

Distopia portami via... il nuovo genere che invaderà presto tutte le librerie!


Prevedere quali saranno nuove pubblicazioni delle case editrici italiane sta diventando sempre più semplice. Basta dare un’occhiata alle uscite straniere, verificare che il candidato appartenga al genere più in voga del momento e fare due più due. A discapito della “biodiversità”, della varietà, dell’originalità, abbiamo ormai capito che la letteratura è entrata in una sorta di sistema ciclico: esaurito un genere in tutte le sue possibili varianti e sfumature, questo viene sostituito da un altro su cui si concentreranno decine e decine di autori spesso e volentieri emergenti, fino al sopraggiungere di uno nuovo (il cui primato sarà decretato da un libro di particolare successo) che prolifererà romanzi-fotocopie monodimensionali e quasi sicuramente destinati ad un pubblico giovanile. Quando anche questo ciclo si concluderà, verrà sostituito da un altro. Nascita, vita, morte.
Dopo il “fenomeno Harry Potter”, che ha causato il boom del fantasy magico e il “fenomeno Twilight”, ancora in corso, che ha dato vita a decine (ma che dico? Centinaia!) di romanzi dallo sfondo paranormal romance più o meno accentuato (ed ha, inoltre, lanciato la moda del “triangolo amoroso”), adesso, molto probabilmente, il nuovo genere (ne sono già usciti diversi esempi) sarà quello distopico. Già, ma qual è stato il libro cult che ha dato vita a quello che, sappiamo, sarà il nuovo fenomeno invasore delle librerie?
Bella domanda!
Se possiamo sospettare che a riesumare questo tipo di romanzi sia stato Westerfeld  con la sua saga “Brutti”, il genere distopico, per lo meno limitatamente alle forme attuali che sta assumendo, ha espressamente origine da uno dei romanzi più geniali e terribili che siano mai stati scritti e che, pur non essendo stato il primo, è sicuramente quello che ha maggiormente colpito l’immaginario collettivo : 1984.
Pubblicato negli anni cinquanta e ambientato in un immaginario futuro, George Orwell descrive un mondo ridotto a tre soli continenti e controllato da una misteriosa entità: il Grande Fratello. Tutte le attività sono programmate, la procreazione è controllata, persino le persone e il loro modus pensandi sono condizionati. I sentimenti sono banditi, il Grande Fratello garantisce vita e prosperità, gli errori, se esistono, sono dovuti ai nemici dello stato. Gli insubordinati spariscono nel nulla.
Badate, 1984 è un romanzo che non ha eguali (gli dedicheremo la prossima puntata di By the keyhole). Prendere soltanto spunto da questo e creare un genere diverso sarebbe stato interessante.
Ma copiarlo no.
Copiare 1984 non è originale! Anzi, risulta desolante quando si cerca di imitare Orwell (figlio di un’epoca che portava ancora i segni e la memoria dei regimi totalitaristi) introducendolo in un contesto young-adult. Contesto dal quale derivano i soliti elementi di cui siamo ormai saturi: primo tra tutti, le ragazzine al primo amore che si ucciderebbero per il proprio boyfriend (pur essendo indecise se scegliere lui o un altro che cade ai loro  piedi… ma sono entrambi dei gran fighi, come si fa a decidere?!?).
Cosa è cambiato dai romanzi stile Twilight, Il Diario del Vampiro, Marked e così via?
L’ambientazione. Stop.  
Banalizzare Orwell è il prossimo passo del genere letterario che sempre più spesso vedremo apparire sugli scaffali delle librerie. Romanzi che avranno tutti le stesse caratteristiche: società manipolatrici e assolutiste con tutto quello che ne consegue, protagoniste che, illuminate dalla potenza del vero ammmore, decideranno coraggiosamente di ribellarsi al potere… e inoltre il triangolo amoroso, che ci sta sempre bene! (Forse avevo già focalizzato l’attenzione su questo aspetto…)
Rimpiangeremo i vampiri?
(No, suvvia, speriamo di non diventarne stufi a tal punto!)
I  gggiovani si ribelleranno allo scempio di uno dei più grandi autori del Novecento?
(E’ molto più probabile che insorgano contro il Grande fratello… televisivo!)
Giungerà il 21 dicembre 2012 a porre fine a tutte le nostre domande?
No, niente di tutto questo. Aspetteremo solo che passi, azzardando il prossimo anello del ciclo.
Io, nel frattempo, mi tengo stretta il mio 1984.

sabato 23 aprile 2011

Interview with... Serena Sabella

Ho avuto il piacere di conoscere virtualmente una lettrice del blog che, grazie al suo, di blog, ha avuto l'opportunità di diventare scrittrice. La sua storia è singolare: alcuni editori, notando lo stile accattivante, le hanno offerto un contratto editoriale ancora prima che nascesse il libro. Ed il romanzo è così stato scritto, ma discostandosi di molto dal blog. E' un diario divertente che affronta un argomento delicato: la difficoltà di diventare madri. Sì, perché Mamma NON si nasce. Serena Sabella ce ne parla in questa intervista, lanciando un messaggio a tutte le neo-madri che non si sentono ancora tali.

(Per leggere le informazioni sul libro di Serena Sabella, Mamma NON si nasce, clicca qui)

Interview with...

Serena Sabella

M: Benvenutissima Serena e grazie per essere qui con noi!

S: Grazie a te per l'ospitalità! :D

M: Domanda d'obbligo: ti presenti ai nostri lettori?

S: Mi chiamo Serena e sono l'autrice del blog bismama.com.  Ho 29 anni....ah no, mi dicono dalla regia centrale che ne ho compiuti 30 il 14 aprile, proprio il giorno in cui è uscito il mio libro Mamma Non si nasce.

M: Come è nato Mamma non si nasce e che ruolo ha avuto il tuo blog nella sua stesura?

S: Mamma NON si nasce è il diario delle mie due gravidanze. Viene fuori grazie al blog, nel senso che tramite i post scritti su bismama.com, un'editor ha avuto modo di valutare il mio stile e mi ha proposto un contratto editoriale per un libro, appunto. Il blog, quindi, ha il "merito" di aver fatto da vetrina, ma per quanto riguarda la stesura, nel libro non c'è nulla che sia stato già raccontato online. Il libro è un prequel che racconta la metamorfosi da donna a mamma con un punto di vista, in alcune situazioni, anche del mio lui.

M: In che cosa consiste questa fantomatica metamorfosi? Perché diventare mamma risulta così difficile?

S: La metamorfosi non è fantomatica nel senso che per alcune donne è automatico, per altre no. A me, grazie a un equivoco, è venuta fuori la voglia di maternità; ho cercato e voluto una gravidanza.  Quando poi, invece, s'è trattato di andare sul pratico, con un bambino in casa, cercavo il libretto di istruzioni. Non solo per le questioni pratiche.  Ho avuto una depressione post partum durata mesi e in quel periodo ero tutto fuorché una che può essere definita "mamma". Non mi sarei affidata nemmeno un cucciolo di canarino vista da fuori. Ecco, per dire, il passaggio, spesso non è proprio immediato e molte donne dovrebbero saperlo. Non perchè così evitano di diventare mamme e estirpano il problema alla radice, ma semplicemente per non colpevolizzarsi se quando vedono la prima volta il bimbo non pensano sia scattato il colpo di fulmine. D'altronde, anche se hai avuto un bimbo in pancia 9 mesi, è pur sempre un estraneo che bisogna imparare ad amare.

M: Come sei riuscita tu ad uscire dalla depressione post partum...? Cosa è scattato in te che ti ha spinto a reagire?

S: Un po' di cose. Ero stanca di sentirmi in colpa per dei sentimenti che volevo smettere di provare, volevo essere felice per quella maternità desiderata. Volevo fare la mamma di mio figlio! Una richiesta di aiuto a uno psicologo e un pò di forza di volontà, sono state il mix vincente!

M: Quanto impegno e quanto tempo ti ci è voluto per "guarire"?

S: Questa è una domanda difficile. Impegno tanto. Tempo, non lo so. Quando ho cercato la seconda gravidanza, alcune sensazioni si sono riaffacciate. Penso di essere guarita, forse, grazie al secondo cesareo che ha girato l'interuttore su OFF.  Sono complicata, I know!

M: Qual è, invece, e quel è stato durante l'infanzia il rapporto con tua madre?

S: Io e mia madre avevamo e abbiamo un rapporto bellissimo: tanta complicità e dialogo.

M: Quale pensi sia stata la causa scatenante della tua depressione dal punto di vista psicologico? 

S: Senz'altro il taglio cesareo inaspettato, improvviso e in anestesia generale. Mi è sembrato come se fossi stata risucchiata in una specie di buco nero. Sono entrata in sala operatoria con la pancia, ne sono uscita senza. Dopo, molto dopo, mi hanno presentato "l'abitante della pancia". 

M: E la reazione alla vista di tuo figlio qual è stata?

S: Sembra strano dirti che non me la ricordo benissimo?? Certo se scendo ancora nei dettagli, però, ti racconto il libro!! :D

M: Ahah, va bene, ero molto interessata all'argomento :D Parliamo di te: quando è nata la tua passione per la scrittura?

S: L'ho sempre avuta. Da piccolissima. In quinta elementare scrivevo le sceneggiature per le recite scolastiche :D

M: Se dovessi dare adesso un colore alla tua vita, quale sarebbe e perché?

S:  Mah. Forse il rosa. Il rosa perchè checchessenedica il rosa è il colore delle donne e io, in questo periodo della mia vita, mi sento una donna completa a 360°.

M: Ultima domanda: questa completezza deriva anche dal tuo essere madre? E' una cosa così fondamentale, secondo te, nella vita di una donna?

S: Deriva anche da quello, ma soprattutto dal fatto che ho capito qual è il modo di fare la mamma più congeniale a me e ai miei bimbi. Generalizzando, non credo che essere madre sia necessariamente una condizione che completa una donna. E' semplicemente un tassello di un puzzle che può essere messo al suo posto oppure no e vivere bene con se stessi comunque.

M: Grazie mille per essere stata ospite su Dusty pages in Wonderland e per aver condiviso con noi la tua esperienza ^^ Buona fortuna per il libro!

S:  Grazie a te per l'ospitalità, per gli auguri e per le continue e aggiornate info sui libri!

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