giovedì 4 dicembre 2014

Calendario dell'avvento: 4 dicembre



VALENTINA consiglia:

Memoria delle mie puttane tristi è un racconto intenso e narrativamente stimolante, giocato sulla terza età del protagonista e la sensibilità che egli acquista nel corso della storia. Un diario di formazione volto a svelare la l'amore nella sua forma più aulica, quella di contemplazione viva di un'opera d'arte - quale può essere il corpo nudo di una donna, privo della malizia legata alla sessualità.  Marquez, che sembra abbia volutamente parafrasato la follia di Orlando nell' Orlando Furioso di Ariosto - ma in realtà la sua ispirazione è dovuta soprattutto al libro di Kawabata "La casa delle belle addormentate" -  trasferisce il medesimo sentimento in un giornalista ormai novantenne che, il giorno del suo compleanno, decide di trascorrere una notte d'amore con una vergine. A partire da quest'esperienza, passata a contemplare la ragazza che dorme senza però sfiorarla, il protagonista  rivoluzionerà la propria vita, il modo di approcciarsi ai suoi libri e alla musica classica, oltre che quello di scrivere - nonostante in novant'anni non si fosse mai lasciato trascinare da nessuna passione, se non quella intellettuale, limitandosi ad assecondare l'istinto sessuale grazie a donne pagate per dargli piacere. L'incontro con Delgadina segnerà l'inizio della resa dei conti con il passato, poiché il confine tra desiderio, sogno e memoria è così labile da risultare altamente simbolico. Più che racconto, o romanzo breve, Memoria delle mie puttane tristi è un testo poetico libero da versi e rime, un metatesto che offre, insieme al piacere della lettura, spunti di riflessione su tematiche sempre centrali per la poesia, ma anche su altre opere letterarie che hanno cantato l'amore in tutte le sue forme.

"Mi domando come abbia potuto soccombere a questa vertigine perpetua che io stesso provocavo e temevo. Fluttuavo fra nuvole erratiche e parlavo con me stesso davanti allo specchio nella vana illusione di accertare chi ero. Erano tali i miei vaneggiamenti, che in una manifestazione studentesca con pietre e bottiglie, dovetti fare di necessità virtù per non mettermi alla testa con una scritta che consacrasse la mia verità: Sono pazzo d’amore".


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