martedì 2 dicembre 2014

Calendario dell'avvento: 2 dicembre





Buongiorno lettori! Per il secondo appuntamento stavo vertendo verso qualcosa di più classico - magari lo riproporrò nei prossimi giorni -, ma siccome questa non vuole essere una rubrica che vi indirizzi verso i soliti libri (per quanto bellissimi) o verso i più famosi, ho deciso di propendere per questo romanzo uscito nel 1941.

Mildred Pierce è un romanzo un po' atipico per l'epoca in cui è stato scritto: parla dell'ascesa sociale di una donna americana, all'indomani della crisi economica del 1929, che, dopo aver divorziato dal marito nullafacente, diventa imprenditrice di se stessa fino a raggiungere uno stato economico agiato, con la sola forza del duro lavoro. Mildred, assoluta protagonista, è quindi il simbolo del salf made (wo)man, è una donna orgogliosa e pratica, nata povera ma arricchitasi con quello che la figlia, Veda, definirebbe il volgare sudore della fronte. Non speculare, né complementare, è infatti questa bambina (prima) e ragazza (poi) che, al bando ogni innocenza, tiranneggia la madre e ne denigra i sacrifici. Uno dei personaggi femminili più diabolici, a mio avviso, su cui sia mai stato scritto, assieme alla figlia di Hester, Pearl, la "bambina folletto" de La lettera scarlatta di Hawthorne. 
Le vicende di Mildred Pierce, su cui esiste una miniserie della HBO con Kate Winslet e un film di Michael Curtiz datato 1945, si susseguono scorrevolissime, attraversando gli anni senza scalfire il carattere di un personaggio emancipato, forte, indipendente dagli uomini eppure, nello stesso tempo, fragile. 
Mildred non è un'eroina, commette degli errori - anche con la figlia - ma riesce sempre a rialzarsi e sollevare la testa dopo la caduta. Cain disegna un quadro fortemente classista dell'America, e la stessa Mildred è una donna materiale che, esattamente come tutti gli individui provenienti da una condizione di povertà, cerca di accumulare beni, soldi, imprese da offrire alla figlia, di farle frequentare i luoghi della buona società (perché ancora considerata l'unica vera rispettabile compagnia) e di impartirle la migliore istruzione allo scopo di renderla distante dall'ambiente servile e volgare del lavoratore imborghesito. Dall'altra parte del fiume c'è quindi il ceto sociale alto, quello che, dopo la crisi, mantiene il suo nome ma non sempre le sue proprietà, e soprattutto accumula debiti proprio da quegli "arricchiti" che solevano tanto disprezzare.  
Lo stile di James M. Cain è diretto, asciutto, mai prolisso, con un utilizzo spartano dei vocaboli che riesce a rendere la lettura davvero agile. 


Disse con voce tremante: "Come hai potuto fare una cosa simile? Se tu amassi quel ragazzo non avrei niente da dire. Non ti ho detto una parola, non ti ho fatto un rimprovero, finché ho creduto che l'amassi. Ogni donna ha il diritto di amare, e quando ti accadrà spero che tu ti dia tutta, senza contare. Ma fingere di amarlo per farlo cadere in un tranello, per spogliarlo... come hai potuto?" 
"Semplicemente seguendo le orme di mia madre"



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