giovedì 25 dicembre 2014

Calendario dell'avvento: 25 dicembre




Buongiorno lettori,

mentre immagino che starete ultimando il pranzo di Natale - forse - vi dedico l'ultima puntata di questo Calendario dell'avvento, che spero vi abbia dato idee pre e post natalizie. Vi faccio anche tanti auguri di un sereno Natale ricco di libri ;)

E' passato diverso tempo da quando ho letto Il giovane Holden. Quattro anni, per la precisione, anche se a me sembrano molto di più. Mi era piaciuto, ma sul momento non avevo realizzato la grandezza di Salinger - su Anobii è da me valutato solo quattro stelle. In realtà i veri capolavori si riconoscono quando, a distanza di anni, ti sorprendi a pensare proprio a quel libro là. Il giovane Holden mi è tornato in mente diverse volte, perché è l'espressione più bella dell'ingenuità fanciullesca, non condizionata e non opportunistica, che vive di sogni, di idee e di ideali. Holden Caufield rappresenta la parte più nascosta di noi, quella che abbiamo seppellito e dimenticato: e non parlo della parte anticonformista che fa difficoltà a crescere e ad adattarsi al cinico e razionale mondo degli adulti, ma di quella che sa trovare la bellezza nella realtà che ci circonda e riesce a vivere con stupore anche gli eventi più comuni. Così Holden dona i soldi alle suore per la questua  nonostante sia ateo, e preferisce chiacchierare e conoscere una prostituta anziché farle fare quello per cui è stata pagata. Holden è un impacciato ragazzo che vuole scappare. Dalle restrizioni, dalle convenzioni, dalle gabbie sociali che non ti lasciano alternativa: o ti adegui, o vieni lasciato ai margini. Holden preferisce l'ultima opzione. Chissà se poi, questa malattia della fanciullezza, gli sia mai passata.

Non facevamo che tenerci per mano, ad esempio. Vi sembrerà una cosa da niente, lo capisco, ma era fantastica quando la tenevate per la mano. La maggior parte delle ragazze, provate a tenerle per la mano, e quella maledetta mano o muore nella vostra, o loro credono di dover continuare a dimenarla tutto il tempo, come se avessero paura di annoiarvi o che so io. Jane era un'altra cosa. Andavamo in un dannato cinema o in un posto così, e subito cominciavamo a tenerci per mano, e non ci lasciavamo sino alla fine del film. E senza cambiare posizione né farne un affare di stato. Con Jane non stavi nemmeno a pensare se avevi la mano sudata o no. Sapevi soltanto che eri felice. E lo eri davvero.

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