A cura di Miki
E la sua anima gli svanì adagio adagio nel sonno mentre udiva lieve cadere la neve sull'universo, e cadere lieve come la discesa della loro estrema fine su tutti i vivi e i morti»
The Dead - Dubliners, James Joyce
The Dead - Dubliners, James Joyce
La musica ha sempre avuto nella vita di James Joyce un ruolo importante: il padre John era un apprezzato
e aveva trasmesso al figlio una bella voce, la passione per la musica e il sogno di diventare cantante. Il giovane James partecipò spesso a concorsi e concerti con ottimi risultati e nel 1904 vinse addirittura una medaglia ad un contest a Dublino. Nella schiera dei suoi amici c'era inoltre anche il tenore John Sullivan, destinato ad una grande carriera, e molti altri musicisti dell'epoca: Joyce amava il teatro, la musica di Verdi e Puccini e ovviamente l'opera. Con il passare del tempo il suo cuore si diresse poi verso la letteratura, ma non possiamo non notare e considerare l'ampia influenza che la musica ebbe nella creazione dei suoi lavori principali. Anche per questo, ogni volta che rileggo il finale di "The Dead" (I morti), contenuto nella raccolta "Dubliners" (Gente di Dublino, 1914), sento nell'aria la musica della neve che cade e che, fiocco dopo fiocco, ricopre tutto: le parole si fanno poesia e toccano ritmicamente la pagina come mille dita che si muovono sui tasti di un pianoforte. La musica in questo racconto, considerato anche la canzone del prossimo esilio, svolge una funzione importante e dà vita ad una rivelazione fondamentale per i personaggi: la ballata "La fanciulla di Aughrim" (The Lass of Aughrim), appena accennata dal tenore Bartell D'Arcy, nella sua tenera malinconia, risveglia nella moglie del protagonista Gabriel un ricordo di gioventù sepolto da anni ma mai completamente dimenticato. E mentre Gretta sogna ad occhi aperti l'amore puro e irrealizzato di Michael Furey che, sfidando la malattia sotto una pioggia incessante era morto di polmonite solo per vederla un'ultima volta, Gabriel capisce con dolore che lui non avrebbe mai potuto amarla quanto Michael che aveva dato la vita per lei. La musica e le canzoni sono un stratagemma evocativo molto utilizzato da James Joyce, che fa suonare ad un musicista di strada nel racconto "Two Gallants" (I due galanti) il brano "Silent, O Moyle" e nel racconto "Clay" (Polvere), sempre tratto da "Gente di Dublino", la canzone "I Dreamt That I Dwelt in Marble Halls".
Il percorso attraverso la musica di Joyce prosegue con "A Portrait of the Artist as a Young Man" (Ritratto dell'artista da giovane, 1916), dove il protagonista Stephen Dedalus riadatta i suoni che percepisce e li trasforma in poesia, per spingerci poi oltre e raggiungere la commistione di stile dell'"Ulysses" (1922), vero e proprio precursore dei tempi. Nel capolavoro di James Joyce i personaggi vengono caratterizzati e descritti ulteriormente proprio dai loro gusti musicali e dalle melodie che attraversano i loro pensieri durante la giornata, diventando quasi una vera e propria colonna sonora. "Love's Old Sweet Song" viene per esempio cantata da Molly Bloom ad un concerto e diventa simbolo del suo adulterio e della possibile riconciliazione col marito. "Blumenlied" (The Flower Song) è invece un brano che Bloom compra per la figlia Milly che prende lezioni di piano. E ancora "Seaside Girls", una delle più inflazionate in tutto il libro, che rappresenta la figura della donna seduttrice che porta gli uomini alla distruzione. "My Girl's a Yorkshire Girl", inizialmente associata a Blazes Boylan, racconta invece di due uomini alle prese con le proprie fidanzate, dai gusti molto simili, che scoprono poi essere la stessa persona; la canzone ha un finale tragico, i due malcapitati vanno infatti a casa dell'amata e trovano il marito. Concludiamo con "M'appari" e "The Bloom Is on the Rye", entrambe tratte dall'episodio delle Sirene, la parte più musicale di tutto il libro. Passiamo infine all'ultima fatica di James Joyce, "Finnegans Wake" (1939), che prende il suo nome da una ballata popolare tradizionale irlandese ed è ricchissimo di riferimenti musicali, tecniche narrative rivoluzionarie e una precisa struttura ritmica: la storia di una famiglia della periferia di Dublino viene raccontata dal sogno del protagonista, tra simbolismo e dimensione onirica. E se avete qualche dubbio sull'interpretazione, basta seguire il consiglio dello stesso Joyce e studiare la sonorità delle parole che vi svelerà il segreto del testo: «È tutto così semplice. Se non riuscite a capire un passaggio, leggetelo ad alta voce».
Stessa cosa possiamo dire anche per le poesie giovanili "Chamber Music" (Musica da camera), che con la loro innata musicalità trovano la loro dimensione perfetta nella recitazione, fino a diventare canzoni vere e proprie. Nel corso degli anni sono infatti state eseguite più volte da musicisti e artisti che hanno scritto per loro accompagnamenti personalizzati e speciali: tra tutte le versioni ricordiamo le prime del 1907, eseguite dal compositore Geoffrey Molyneux Palmer, che scrisse musica per 32 delle 36 poesie di cui è composto il volume e la suite completa di Ross Lee Finney del 1951. Per capire meglio la musicalità di queste parole, qui potete trovare tutte le poesie http://www.robotwisdom.com/jaj/chamus.html e qui la bellissima interpretazione di "Golden Hair" di Syd Barrett, musicista inglese e cofondatore dei Pink Floyd. http://www.youtube.com/watch?v=e9NQg9Lhygo
Lean out of the window,
Golden-hair,
I hear you singing
A merry air.
Golden-hair,
I hear you singing
A merry air.
My book was closed;
I read no more,
Watching the fire dance
On the floor.
I read no more,
Watching the fire dance
On the floor.
I have left my book,
I have left my room
For I heard you singing
Through the gloom,
I have left my room
For I heard you singing
Through the gloom,
Singing and singing
A merry air,
Lean out of the window,
Golden-hair.
A merry air,
Lean out of the window,
Golden-hair.
Considerati tra i capolavori della letteratura del Novecento, questi quindici racconti - terminati nel 1906 ma pubblicati soltanto nel 1914 perché per la loro audacia e realismo gli editori li rifiutarono - compongono un mosaico unitario che rappresenta le tappe fondamentali della vita umana: l'infanzia, l'adolescenza, la maturità, la vecchiaia, la morte. Fa da cornice a queste vicende la magica capitale d'Irlanda, Dublino, con la sua aria vecchiotta, le birrerie fumose, il vento freddo che spazza le strade, i suoi bizzarri abitanti. Una città che, agli occhi e al cuore di Joyce, è in po' il precipitato di tutte le città occidentali del nostro secolo.
Il romanzo è la cronaca di un giorno reale, un inno alla cultura e alla saggezza popolare, e il canto di un'umanità rinnovata. L'intera vicenda si svolge in meno di ventiquattro ore, tra i primi bagliori del mattino del giugno 16 giugno 1904 data in cui Joyce incontra Nora Barnacle, la futura compagna di una vita, che nel tardo pomeriggio dello stesso giorno lo farà "diventare uomo" fino alle prime ore della notte della giornata seguente. Il protagonista principale, l'ebreo irlandese Leopold Bloom, non è un eroe o un antieroe, ma semplicemente un uomo tollerante, di larghe vedute e grande umanità, sempre attento verso il più debole e il diverso, e capace di cortesia anche nei confronti di chi queste doti non userà con lui. Gli altri protagonisti sono il giovane intellettuale, brillante ma frustrato dalla vita e dalle forze politiche e religiose che lo costringono, Stephen Dedalus già personaggio principale del libro precedente di Joyce, Dedalus. Un ritratto dell'artista da giovane e Molly Bloom, la moglie dell'ebreo, vera e propria regina del romanzo. Ulisse è un romanzo della mente: i suoi monologhi interiori e il flusso di coscienza sono una vera e propria versione moderna dei soliloqui amletici. Si insinuano gradualmente nelle trame dell'.opera, fino a dissolvere ogni limite tra narrazione realistico-naturalista e impressione grafica del pensiero vagante.
Opera leggendaria della letteratura contemporanea, Finnegans Wake è l'ultima fatica di James Joyce, stampata il giorno del suo cinquantasettesimo compleanno (il 2 febbraio del 1939). Con questo volume - il quarto pubblicato dagli Oscar - si completa la fatica di Luigi Schenoni, il geniale traduttore che ha affrontato la sfida di questo arduo testo. Con l'indispensabile ausilio del testo originale a fronte, esso dell'opera, ambientati nella taverna del protagonista, Humphrey Chimpden Earwicker, tra le 22 e le 23.30 di quell'unica giornata in cui, così come avviene nell'Ulisse, si svolge Finnegans Wake. Una giornata che simboleggia la parabola dell'esistenza, dalla nascita alla crescita, fino alla caduta, alla morte e alla resurrezione.
James Joyce
(Dublino 1882 - Zurigo 1941), tra i più grandi scrittori del Novecento, lasciò l'Irlanda nel 1904 e soggiornò a lungo a Trieste, dove strinse amicizia con Italo Svevo, e a Parigi, tra il 1920 e il 1940, dove frequentò i massimi esponenti della cultura letteraria dell'epoca, da Valéry a Eliot, da Fitzgerald a Hemingway. Noto per straordinari capolavori quali Gente di Dublino (1914), Dedalus. Ritratto dell'artista da giovane (1916), Ulisse (1922) e Finnegans Wake (1939), James Joyce ha scritto anche numerose poesie.
(Dublino 1882 - Zurigo 1941), tra i più grandi scrittori del Novecento, lasciò l'Irlanda nel 1904 e soggiornò a lungo a Trieste, dove strinse amicizia con Italo Svevo, e a Parigi, tra il 1920 e il 1940, dove frequentò i massimi esponenti della cultura letteraria dell'epoca, da Valéry a Eliot, da Fitzgerald a Hemingway. Noto per straordinari capolavori quali Gente di Dublino (1914), Dedalus. Ritratto dell'artista da giovane (1916), Ulisse (1922) e Finnegans Wake (1939), James Joyce ha scritto anche numerose poesie.
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