venerdì 13 luglio 2012

Gialli Gremese: recensioni e commenti su "Gli inesorabili" e "Philo Vance e il delitto al castello"

A cura di Miki


Gremese Editore decide di puntare sul giallo e propone Crimen, una nuova collana interamente dedicata al genere poliziesco e al thriller. Il catalogo si divide in classici, gialli storici, ‘ndrangheta dei nostri giorni, mystery con venature soprannaturali e suspense fiction: questo ci fa ben sperare per il futuro vista la varietà di filoni rispetto a case editrici come Polillo, che punta di più sul giallo classico e ha fatto delle collane I Bassotti e I Mastini vere e proprie miniere d'oro per appassionati. Direttore di Crimen è Alessio Billi, sceneggiatore, storyeditor e headwriter di serie televisive di successo (Distretto di polizia e RIS Delitti imperfetti) presso Taodue, Ares Film e Mediavivere, che per Gremese ha già pubblicato la guida pratica Scrivere un film (lo abbiamo intervistato QUI). Billi è anche scrittore e nel 2010 ha vinto il Premio Tedeschi con il noir all'italiana Punto di rottura, uscito nella collana Il Giallo Mondadori e incentrato sul rapporto tra politica e mafia, potere e crimine. Molto interessante la scelta dei primi due volumi, che sono disponibili in libreria dal 22 giugno, entrambi con prefazione curata dallo stesso Alessio Billi: si tratta de Gli inesorabili di Edgar Wallace (1875-1932), autore di vere e proprie pietre miliari del giallo classico, e Philo Vance e il delitto al castello dell'altrettanto valido S.S. Van Dine (1887-1939), padre del già citato Philo Vance, l'investigatore dal gusto dandy. Entrambi gli autori non sono forse noti al grande pubblico come possono esserlo Agatha Christie o Rex Stout, ma Edgar Wallace è per esempio compreso nella Lista dei migliori gialli (e giallisti) compilata dal critico e scrittore H.R.F. Keating nel 1987. Gli inesorabili (The terrible people) è un romanzo del 1926, noto in Italia come Occhio per occhio e uscito nell'agosto del 1958 nella collana I capolavori dei Gialli e nel 1992 ne I classici del Giallo Mondadori: questo titolo, che unisce il mystery d'azione all'enigma della camera chiusa, è famoso anche per aver ispirato un serial muto in dieci episodi, diretto nel 1928 da Spencer Gordon Bennet e andato purtroppo perso, e La banda del terrore, film tedesco in bianco e nero del 1960. 

Edgar Wallace
Completamente diverso per trama e per atmosfere da Philo Vance, Gli inesorabili è un romanzo che trascende il giallo classico e si avvicina piuttosto al thriller o al noir, sia per la struttura complessa che per le innumerevoli tematiche e virate di stile nella narrazione: le indagini si fanno quindi più realistiche, la riflessione lascia il posto all'azione e alla violenza avvicinandosi come genere alla serie I Giusti, dove compare un altro tipo di organizzazione segreta. Lo stesso protagonista Robert Long è un poliziotto di professione, un personaggio profondamente umano e finemente caratterizzato, famoso per i suoi modi bruschi e i suoi metodi poco ortodossi ma sempre convincenti. Vale la pena inoltre spendere qualche parola sull'intelligenza, l'ironia e l'accuratezza con cui Edgar Wallace ci accompagna per le strade di Londra, tra nebbia, banche, misteri e campagne desolate nell'Inghilterra degli Anni Venti. La velocità della narrazione, il susseguirsi dei colpi di scena e la complessità delle vicende, tanto misteriose da sembrare a volte quasi sovrannaturali, fanno infine di The Terrible People un libro ancora completamente attuale, nonostante sia stato scritto nel lontano 1926.

S.S. Van Dine
Philo Vance e il delitto al castello (The Winter Murder Case), considerato forse il migliore romanzo di Van Dine, uscito in America nel 1939 e conosciuto in Italia come L'ultima avventura di Philo Vance (serie Il giallo economico della Newton Compton), racconta invece la fatica conclusiva dell'investigatore creato da S.S. Van Dine e apprezzato anche dal nostro Andrea Camilleri: molto ben fatta la prefazione curata dallo stesso Alessio Billi, dove troviamo oltre ai riferimenti all'autore anche curiosità su Philo Vance al cinema, in particolare la serie italiana interpretata da Giorgio Albertazzi negli anni '70 e il film commissionato dalla Paramount nel '38. Delitto al castello, ultimo libro di Van Dine che morirà appunto nel '39, stupisce per la trama lineare, logica e ben strutturata e soprattutto per la ricercatezza e la grazia con cui è stato scritto, qualità che caratterizzano anche il raffinato e cerebrale detective Philo Vance, protagonista di ben 12 gialli tra gli anni Venti e Trenta. A differenza di tutti gli altri libri di Van Dine, Philo Vance e il delitto al castello rappresenta un caso a parte: si svolge infatti lontano da New York, in un bellissimo castello sui monti del Massachusetts occidentale e vi partecipano personaggi sconosciuti e descritti solo nelle qualità utili alla narrazione, tranne per una breve apparizione di John Markham, ovviamente Philo Vance e Van Dine, io narrante e fidato braccio destro dell'investigatore col monocolo. Questo giallo è inoltre anche uno spaccato della società dell'epoca, in particolare delle classi americane più agiate, che Van Dine descrive con arguzia e che poi lascia alla mercé dell'ironia e del sarcasmo.

Ogni volume è venduto ad un prezzo concorrenziale di 7,90 euro, in un formato brossura pratico e maneggevole (cm 13x20): in copertina abbiamo una foto che copre tutta la pagina e una qualità di carta di molto superiore rispetto alle classiche edizioni da edicola; la quarta di copertina, dove troviamo anche la trama e la biografia dell'autore, è invece gialla tinta unita e ricorda in parte i volumi della Mondadori, soprattutto in quel colore che apparve nelle edicole italiane per la prima volta nel 1929 e che da allora ci fa pensare subito al romanzo investigativo/poliziesco e al noir. Unica nota dolente di tutta l'edizione è, a mio parere, la mancanza di una pagina iniziale dedicata ai principali personaggi che incontriamo nel romanzo: questa è per fortuna ancora presente nei Gialli Mondadori ma manca del tutto anche nelle varie edizioni Polillo, nonostante sia utilissima per comprendere al meglio la trama, che spesso in un poliziesco può essere anche molto intricata. Entrambi i volumi sono infine si stati pubblicati anni or sono da Mondadori e da Newton ma, se si escludono i mercatini dell'usato e le vendite online (mi riferisco a canali come eBay e simili), risultano di difficile reperibilità e comunque a prezzo maggiorato. 

Per questo, per il costo e per la scelta intelligente di proporre due gialli meno noti ma sicuramente non meno avvincenti, mi auguro che Crimen possa in futuro stupirci ancora con la scelta dei prossimi titoli e ripescare altri capolavori del genere.


Edgar Wallace  
Gli inesorabili
Collana: Crimen
pp. 175 ca. – euro 7,90

Primo thriller della storia della letteratura, firmato da Edgar Wallace, il romanzo ci porta di getto nelle atmosfere torbide dell’Inghilterra anni Venti e non dà scampo al lettore, con un ritmo serrato, una storia coinvolgente e carica di misteri, sequenze quasi cinematografiche e un meccanismo a orologeria che ha un finale che lascerà a bocca aperta. Figlio di un danaroso banchiere, Long è il poliziotto a cui viene affidato il compito di dare la caccia al ladro che ha rapinato decine di banche. Ignora però che dietro i crimini si nasconde una organizzazione potente e ben ramificata, quella de “gli inesorabili”, che mettono a segno reati di ogni tipo e riescono a celare sempre la loro identità.



S.S. Van Dine
Philo Vance e il delitto al castello
Collana: Crimen
pp. 128 ca. – euro 7,90
Van Dine, pioniere del giallo assai amato da Camilleri e venerato da molti altri autori moderni, ci regala l’ultima avventura del suo detective, Philo Vance. Lo sfondo: la New York innevata e crepuscolare degli anni Trenta, una residenza esclusiva ed eccentrica, una festa di cui in pochi dispongono dell’invito. I personaggi: il padrone di casa, un collezionista di smeraldi, e gli ospiti illustri di un party. Il caso, o forse la mano di un assassino, ha fatto precipitare dalla scogliera il guardiano della villa guastando il clima gioioso della festa. Morte accidentale oppure delitto?

1 commento:

  1. Quando ero nel mio periodo giallo Philo Vance era uno dei miei investigatori preferiti (insieme a Thorndyke), credo di aver letto tutto di S.S.Van Dine. Sono molto contenta che lo rimandino in stampa perché con lo spopolare del giallo nordico (pubblicato a un prezzo da premio Nobel) si è perso un po' il gusto per i classici del giallo, secondo me.

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