martedì 31 luglio 2012

“La curiosità uccide il gatto”: recensione e intervista all’autrice Blake B.


A cura di Lizy

Salve a tutti voi che vi perdete tra le pagine di questo blog, oggi vi parlerò di un libro uscito nei bookshop online il 23 luglio, ma che io ho avuto la possibilità di leggere in anteprima. Si tratta de “La curiosità uccide il gatto” di Blake B., scrittrice torinese esordiente, un paranormal young adult che apre la saga di Zora Von Malice, della quale sono previsti quattro capitoli, uno per ogni mese che finisce con “bre”, come dichiarato scherzosamente dall'autrice (dunque settembre, ottobre, novembre e dicembre). Si tratta di una storia di vampiri che mi ha lasciata positivamente impressionata, della quale trovate bellissime immagini relative ai protagonisti sulla pagina Facebook: https://www.facebook.com/sagaZoraVonMalice.




Titolo: La curiosità uccide il gatto
Autore: Blake B.
Editore: Montecovello
Pagine: circa 200
Prezzo: 14,00 euro

L'anagrafe per Zora Von Malice si ferma all'età di 27 anni.
Si risveglia nella condizione di vampiro, in una villa abbandonata e decadente della collina torinese. Non ricorda nulla e comunque non le importa. Si tiene alla larga dagli umani, dai suoi simili, dalla vita.
L'unico elemento di congiunzione tra le sue due esistenze è una chiave che porta al collo. Simbolo determinante del suo passato che si impone di ignorare con dedizione e costanza.
Scavare implica soffrire e lei non ne vuole sapere.
Tutti mentono, la chiave parla.
Dominata dalla curiosità inizia un percorso di sangue e omicidi spietati, ignara del conflitto tra l'unico essere che la protegge e la creatura malvagia che sta progettando la sua morte. La stessa creatura che da anni scuote la città di Torino con violenti omicidi. Le vittime sono solo donne dai capelli rossi.
Lo stesso colore di Zora.
La colonna sonora ufficiale del romanzo è di Madaski, re italiano del techno beat e del remix.


Voto:


 Quando mi trovo a dover aprire un libro in cui i protagonisti sono vampiri, inconsciamente si fa strada in me del (mal)sano scetticismo, vista la mia passione per le storie classiche su questi esseri immortali, che mi hanno portato ad essere più vicina all’idea di mostro sanguinario piuttosto che a quella di megafusto romantico e glitteroso. Insomma, aprendo questo romanzo avevo l’immensa paura di calarmi nuovamente in atmosfere surreali anche per un paranormal che avrebbero contribuito a far rivoltare nella tomba ancora una volta i poveri Stoker e LaFanu. E, invece, sorpresa.
“La curiosità uccide il gatto” è un testo quasi psicologico, su storie che si intrecciano per raccontare il passato, mentre ciò che si prospetta alla mente del lettore è un grande puzzle, degno del più coinvolgente dei gialli, con il quale scoprire tassello per tassello Zora, vampira da quelli che sente siano diciotto anni, che non ricorda nulla della sua vita da umana. Gli unici legami che ha con la realtà sono un appartamento con tanto di mansarda sul tetto del quale la notte ammira Torino, pensando di essere un essere privo di emozioni, ma dando l’impressione che in realtà questo sia lo stato d’animo di chi si ritrova a dover colmare un vuoto, e una chiave che porta legata al collo come se fosse un talismano. In questo viaggio ci imbattiamo anche in Crave, un vampiro che pare abbia origini inglesi, apparentemente privo di alcuna pietà, ma in realtà dotato della sensibilità degli artisti, seppur con atteggiamenti iniziali che lo fanno assomigliare ad un’esteta il cui sadismo sembra competere con quello di Dorian Gray nel romanzo di Wilde. In realtà nel corso del romanzo appare chiaro che Zora e Crave sono dei vampiri atipici, seppur guidati dai loro istinti, ma sicuramente non sanguinari quanto Rupert, che ama torturare le sue vittime ed è ossessionato dalle donne con i capelli rossi, nonché di Zora, controllato da quella che sembra una società segreta, l’Artemisia. Samuel, che conosce bene le sue inclinazioni, tenta di coprire le sue malefatte, facendogli da coscienza, seppur sia anche lui un essere immortale. E poi c’è Matteo, umano, ragazzo semplice del quale Zora non riesce a captare il profumo del sangue inizialmente, ma che ha qualcosa che potrebbe far luce su tutto ciò che la vampira non ricorda.
Ci sono altri personaggi che appaiono e scompaiono, merlature che completano l’intreccio e ci aiutano a far luce sui misteri.

“Il sogno è realtà. E la realtà è solo immaginazione”.

Il sangue è l’elemento forse che lega tutti i tasselli, l’unica cosa che porta Zora a rivedere in una sorta di illusione onirica pagine sbiadite della sua esistenza terrena, insieme al marchio della chiave  che le brucia la pelle quando si trova vicino a qualcosa (o a qualcuno) che le appartiene; un topos che non viene mai sottovalutato è quello della curiositas, rivelatrice di conoscenze e nello stesso tempo pericolosa, come ribadito più volte con la traduzione del detto inglese “Curiosity kills the cat”.
Lo stile della narrazione è molto fluido, benché siano frequenti i flashback, caratterizzato da periodi complessi che rendono la lettura ancor più coinvolgente e scorrevole. Pochi i dialoghi, visto che il tutto è basato sui pensieri dei vari personaggi dei quali l’autrice ci rende partecipe lasciando che siano le loro emozioni a trascinarci nel corso del romanzo.

Nonostante Zora viva nel nostro presente, lo scenario mi ha ricordato un po’ le atmosfere gotiche dei romanzi inglese dell’Ottocento, senza contare che, come ho già detto, il ritmo narrativo ricorda un po’ quello dei gialli. Ecco perché non credo di poter dare una vera e propria collocazione de “La curiosità uccide il gatto” in un  genere letterario specifico e ritengo sia riduttivo nei confronti della materia categorizzarlo come paranormal romance o young adult, piuttosto sarebbe più corretto parlare di urban fantasy visto il contesto metropolitano.
La trama è ben costruita e priva di qualsiasi banalità, sulla sua coerenza non può essere fatta alcuna rimostranza, come sulla tecnica narrativa dell’autrice della quale ho parlato in precedenza.
Vi consiglio caldamente questo romanzo, se avete amato Dracula e odiato la saga di Twilight, perché sicuramente non deluderà le vostre aspettative. Unica pecca? Mi ha stregato così tanto che ammetto di averlo letto troppo in fretta, anzi divorato.


Interview with…

BLAKE B.



Blake B. nasce a Torino il 24 luglio 1982. Attualmente vive fuori città, a Pinerolo, con sua figlia Maxine e la sua gatta nera, Zora.
La curiosità uccide il gatto, è il primo di una saga di romanzi dedicata a Zora Von Malice.

1) Salve Blake, e grazie per aver accettato di parlare con noi di Dusty Pages in Wonderland riguardo il tuo romanzo “La curiosità uccide il gatto”. Ti va di parlarci un po’ di te e del tuo esordio da scrittrice?
Buongiorno a tutti e grazie per avermi dato la possibilità di parlare del mio progetto.
Come ben sapete, La curiosità uccide il gatto è il mio esordio da scrittrice, e rappresenta il primo capitolo della saga Zora Von Malice. In questo romanzo c’è tanto di me, quindi preferirei lasciare al lettore la possibilità di immaginarmi attraverso le pagine. Si può dire che mi sono distribuita tra i vari personaggi che ruotano intorno a Zora, e che ognuno di loro porta una sfaccettatura del mio carattere. Sfumatura che poi è stata enfatizzata, portata all’estremo, fino a diventare la personalità di qualcun altro.
Per quel che riguarda l’esordio vero e proprio, dovrei aspettare l’uscita del libro per poterlo raccontare con più elementi e capire come è stato accolto dal pubblico. Per ora, posso dire che non ha deluso le aspettative di chi lo ha letto, e questo ovviamente mi rende felice e mi lascia ben sperare in previsione dell’uscita. Penso che per uno scrittore non ci sia nulla di più importante che sapere un lettore totalmente immerso nella storia che racconta.

2) Chi è Zora, e da cosa è nata?
Zora è una creatura immortale, algida e distaccata.
Non nutre nessun tipo di interesse verso i suoi simili, verso gli umani, verso la vita. Accetta, con una certa riluttanza, la nuova esistenza che le è stata imposta e, soprattutto, se la fa bastare. Non ricorda nulla della sua vita precedente e preferisce non sapere nulla. Quest’apatia l’accompagna per diciotto anni finché una serie di eventi la porteranno a rivedere il suo stile di vita solitario e alienato.
Zora Von Malice nasce nella mia mente quasi tre anni fa e, al tempo, era davvero un’utopia personale. All’epoca era difficile immaginare che, in futuro, sarebbe diventata l’utopia di tutti i personaggi che incontrerà nel corso della storia. Mi fa sorridere perché è un po’ come se avessi fatto lo scarica barile, anche se in realtà ho solo lanciato un boomerang.

3) Il titolo del romanzo è la traduzione di un proverbio inglese “Curiosity kills the cat”, quello che sembra un po’ il leitmotiv dell’intera narrazione. Se dovessi riassumere questo primo capitolo della saga, cosa direbbe?
E’ il capitolo d’esordio, se fosse in un contesto televisivo sarebbe l’episodio pilota, è il momento in cui si introduce una storia, fitta di intrecci e flashback nel passato, e si vede come va. La curiosità uccide il gatto è come se fosse il trampolino di Zora. Una sorta di salto nel vuoto dove lei e la sua storia vengono lanciate nelle vite dei lettori. Sono loro la parte più importante del processo, i lettori decideranno se prenderle o lasciarle schiantare al suolo.
Personalmente, questo primo capitolo, mi ha emozionato tantissimo perché è stato tutto un improvvisare, ogni personaggio è nato fulmineo e senza preavviso. Come mi piace dire, io non uso una scaletta predefinita da cui sviluppare la storia, quindi io e Zora ci incontriamo su un foglio bianco senza la minima organizzazione e pretendiamo stupore. Nel primo romanzo sento che ci siamo soddisfatte a vicenda.

4) Nel tuo romanzo si nota un ritorno ad una figura più gotica di vampiro, essere sanguinario che segue i suoi istinti, e in questo senso penso soprattutto alla figura di Crave che ricorda un po’ quella di Dracula. Nel primo incontro tra Crave e Zora infatti c’è una sorta di parallelismo con la scena del romanzo di Stoker nella quale il povero Harker si rende conto che ha a che fare con un mostro sanguinario. Ti sei ispirata a questo classico nella stesura del romanzo?
Premesso che Dracula di Stoker sarà sempre Dracula di Stoker, storia che ho amato e riletto all’infinito quand’ero più giovane, devo dire che nulla mi ha condizionato nella stesura del romanzo. Ovviamente anch’io ho delle contaminazioni, ma per Zora, volevo una cosa diversa e, soprattutto, volevo che si allontanasse dai molti volumi sui vampiri che affollano le librerie.
Tuttavia la mia passione per le creature immortali nasce quand’ero proprio piccola, tipo 7 o 8 anni, grazie a mia mamma che mi comprava tutti gli episodi della saga di Vampiretto. Vent’anni dopo, li ha regalati anche a mia figlia che ora gira per casa con un mantello nero… come si dice, le passioni si tramandano!

5) Cos’è l’amore nella non-vita di un vampiro secondo te?
Allora, se contiamo che non l’ho ancora capito nella mia vita terrena, benché sia arrivata all’alba dei trent’anni, potrei dire che l’amore nella non-vita di un vampiro è la ricerca inconsapevole e inattesa di un’emozione che dia l’illusione di sentire un battito riaccendersi nel proprio cuore. Una scossa vitale prolungata per l’eternità.
Un legame indissolubile.

6) Se dovessi scegliere un aggettivo per descrivere Zora, quale sarebbe?
Ce ne sarebbero tanti, ma oggi dico curiosa.

7) “La curiosità uccide il gatto” può essere considerato un paranormal romance, un young adult o ancora uno urban fantasy. Tu come lo categorizzeresti, avendo gli elementi di tutti e tre i generi letterari?
Romanzo urban fantasy, che si colloca nel genere paranormal romance, rivolto a un pubblico young adult. Venature gialle e rosa.

8) Quando potremo reperire il tuo romanzo in libreria? C’è una data sulla quale possiamo orientarci?
Purtroppo non so ancora nulla in merito, a parte che è andato in stampa qualche giorno fa. Per la distribuzione, invece, sicuramente lo troveremo nei principali stores online.

9) Perché hai scelto di ambientare la saga nei mesi che vanno da Settembre a Dicembre?
Perché sono i mesi che amo di più. I colori dell’autunno mi ipnotizzano, così come le atmosfere invernali

10) Hai già in mente il modo in cui si snoderanno gli altri capitoli della saga di Zora Von Malice?
Sto scrivendo il secondo capitolo, intitolato Il silenzio è dorato, nel quale verranno eliminati tutti i punti interrogativi rimasti dal primo.
Non mancheranno flashback e colpi di scena, soprattutto uno. Un enigma che solo il lettore più attento può intuire tra le righe de La Curiosità uccide il gatto.

Grazie per averci concesso questa intervista. Non vedo l’ora di leggere il seguito!

4 commenti:

  1. Sembra davvero interessante da quanto ho letto nella recensione! Ci farò un pensierino (:

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  2. Fai bene, Daydream. E' veramente una storia originale.

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  3. lo aspettavo da così tanto un buon libro sui vampiri che non ci credo *-*

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  4. Molto interessante, lo terrò presente per le prossime letture :)

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Grazie per aver condiviso la tua opinione!

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