martedì 17 luglio 2012

Recensione: Shades.Jack lo squartatore è tornato di Maureen Johnson



Voto: 

A cura di Miki

Jack lo Squartatore, uno dei serial killer più famosi della storia, infiamma da sempre l'immaginario collettivo: lo troviamo al cinema rincorso da Johnny Depp in From Hell, nel capolavoro scritto da Robert Bloch e addirittura in versione metal in una canzone degli inglesi Judas Priest, The Ripper. Ecco perché ero curiosissima di scoprire come Maureen Johnson, autrice di young adult di successo, avesse deciso di rivisitare la sua leggenda.
Il titolo originale del primo volume di Shades è The Name of the Star, un titolo sicuramente molto azzeccato che sottolinea il potere mediatico e sociologico dei serial killer, come recita la canzone di Morrissey The Last of the Famous International Playboys, citata dalla stessa autrice: "nel corso della nostra vita quelli che uccidono la stampa mondiale li consegna alla celebrità e questi invece sono i principi con cui sono stato cresciuto io". Troviamo in Shades, infatti, anche molta ironia e una sorta di critica, seppur piuttosto velata, alla televisione e ai giornali, colpevoli ora come nel 1888 di aver creato in un certo senso il mito dello Squartatore. A sottolineare ulteriormente la decisione di denunciare la killer-mania e il macabro reality show dei media, arriva la vera rivelazione di Shades, e anche una tra le idee migliori del romanzo, che troviamo più o meno verso la metà: l'assassino che inizia a colpire dalle prime pagine del libro, copiando sotto ogni aspetto Jack, non è per nulla lo Squartatore ma qualcuno che sfrutta il suo nome per avere visibilità e per poter realizzare il suo oscuro piano.
Al di là di queste ottime premesse, il romanzo è penalizzato da uno stile piuttosto piatto e da una partenza fin troppo tranquilla, per non dire lenta: la struttura di Shades ruota principalmente intorno alla nuova vita inglese dell'americana Rory, e quindi college, sveglia, doccia, colazione, lezioni, e alcune svolte fondamentali, a cui si arriva tramite un crescendo di tensione e suspense.
La seconda nota positiva di Shades si trova sicuramente nell'accurata descrizione delle strade di Londra, che Maureen Johnson dimostra di conoscere davvero bene: l'autrice riesce spesso a farci sentire quasi come fossimo veramente presenti nelle vie affollate durante il giorno e poi di notte dipinge con successo vicoli lugubri e sinistri che sembrano scricchiolare dei passi di Jack e che costituiscono, insieme alle brevi digressioni storiche sui delitti dello Squartatore, le parti più agghiaccianti del romanzo.
Per quanto riguarda i personaggi troviamo inizialmente tutti gli stereotipi del college: l'amica poco popolare, la ragazza bella e competitiva, il prefetto intelligente e fascinoso e poi appunto Rory, l'outsider in trasferta per un anno a Londra. Tutti i compagni di scuola vivono di luce riflessa, manca quasi completamente l'introspezione psicologica, che è indirizzata sempre sulla protagonista: Rory è un personaggio interessante, soprattutto per le cose che dice, ricche di humour e di un'acutezza che colpisce e che spesso l'aiuta a reggere la scena da sola. Non mancherà ovviamente la storia d'amore con il prefetto Jerome, per quanto poco definita, farcita di dialoghi banali e piuttosto anonimi. Gli equilibri cambiano invece quando Boo, Callum e Stephen, una sorta di agenti acchiappafantasmi, vanno ad inserirsi nella narrazione: caratterizzati molto meglio dei compagni di scuola di Rory, danno vita a dialoghi più intelligenti e realistici e incuriosiscono con le loro vite passate. Via via che il libro procede scopriamo di più sul loro conto e ci troviamo di fronte a storie spesso molto tristi ma che, in un certo senso, non colpiscono come dovrebbero e potrebbero se lo stile dell'autrice fosse più incisivo e convincente. Un personaggio di cui ho apprezzato la caratterizzazione e su cui avrei puntato di più è invece Alistair, il direttore della rivista letteraria della scuola, morto nel sonno per un attacco d'asma: adorabilmente dark e ironico, perso negli anni '80 che lo hanno visto studente, legge poesie in biblioteca e baratta compiti con chi lo può vedere per avere in cambio dischi degli Smiths, dei Cure e dei Clash.
Ora veniamo agli aspetti negativi che purtroppo lasciano l'amaro in bocca, soprattutto pensando a quello che forse questo libro poteva essere, vista l'idea interessante alla base della narrazione. Durante tutta la lettura, il primo volume di Shades mi ha dato spesso l'impressione di essere un prodotto perfettamente impacchettato, con la carta da regalo più bella e il fiocco di velluto ma che una volta aperto profumasse più che altro di delusione. Poi arrivata all'ultima pagina, finalmente, ho capito il problema. Nella classica facciata dedicata ai ringraziamenti finali, l'autrice rivela di aver avuto qualche dubbio sull'intreccio e di aver chiesto consiglio ai suoi amici, tra cui alcuni/e famosi/e autori/autrici di young adult, che le hanno dato una mano e impedito di "buttarsi dai cornicioni", come lei stessa scrive, ma che forse non sono riusciti a risolvere tutti i problemi della narrazione. I punti di svolta del libro sembrano infatti poco studiati, scritti di fretta e spesso piuttosto banali, come se Maureen Johnson avesse optato ogni volta per la soluzione più semplice: ho sperato fino all'ultimo che l'autrice proponesse una via d'uscita più originale e d'effetto ma ogni volta sono rimasta delusa. Un esempio? Per ottenere la vista, ovvero la capacità di vedere i fantasmi, è necessario essere in fin di vita o rischiare comunque di morire: Rory riceve questo "dono" perché alla mensa del college ha rischiato di soffocare per un boccone di stufato andato di traverso. Credo non ci sia molto altro da dire, le parole parlano da sole. Anche il finale, nel suo disperato tentativo di stupire e sconvolgere quello che fino a quel momento era stato detto e di agganciarsi inoltre al secondo volume, risulta tardivo e confuso.
Per concludere, ci troviamo di fronte ad un romanzo YA a tratti divertente e ironico che nell'insieme può anche risultare una piacevole lettura estiva. Se invece cercate emozioni forti che vi riescano a scuotere, Shades purtroppo non fa più paura di molti altri paranormal romance già visti e rivisti: per reinterpretare al contrario una frase pronunciata da Jo, uno dei fantasmi più coraggiosi di tutto il romanzo, in questo libro "la paura è come un serpente senza veleno".


Maureen Johnson
Maureen Johnson, nata in Pennsylvania è un’affermata autrice di romanzi per giovani adulti. Vive fra New York e Guildford, in Inghilterra. Ha studiato per un po' astronomia e archeologia, ma poi ha deciso di dedicarsi alla scrittura. Scrive anche per il teatro e lavora come editor. E passa troppo tempo online, a quanto dice.

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