Voto:
A cura di Miki
Jack
lo Squartatore, uno dei serial killer più famosi della storia,
infiamma da sempre l'immaginario collettivo: lo troviamo al cinema
rincorso da Johnny Depp in From
Hell, nel
capolavoro scritto da Robert Bloch e addirittura in versione metal in
una canzone degli inglesi Judas Priest, The
Ripper. Ecco perché
ero curiosissima di scoprire come Maureen Johnson, autrice di young
adult di successo, avesse deciso di rivisitare la sua leggenda.
Il
titolo originale del primo volume di Shades
è The Name of the
Star, un titolo
sicuramente molto azzeccato che sottolinea il potere mediatico e
sociologico dei serial killer, come recita la canzone di Morrissey
The Last of the
Famous International Playboys,
citata dalla stessa autrice: "nel corso della nostra vita quelli
che uccidono la stampa mondiale li consegna alla celebrità e questi
invece sono i principi con cui sono stato cresciuto io".
Troviamo in Shades,
infatti, anche molta ironia e una sorta di critica, seppur piuttosto
velata, alla televisione e ai giornali, colpevoli ora come nel 1888
di aver creato in un certo senso il mito dello Squartatore. A
sottolineare ulteriormente la decisione di denunciare la killer-mania
e il macabro reality show dei media, arriva la vera rivelazione di
Shades,
e anche una tra le idee migliori del romanzo, che troviamo più o
meno verso la metà: l'assassino che inizia a colpire dalle prime
pagine del libro, copiando sotto ogni aspetto Jack, non è per nulla
lo Squartatore ma qualcuno che sfrutta il suo nome per avere
visibilità e per poter realizzare il suo oscuro piano.
Al
di là di queste ottime premesse, il romanzo è penalizzato da uno
stile piuttosto piatto e da una partenza fin troppo tranquilla, per
non dire lenta: la struttura di Shades
ruota principalmente intorno alla nuova vita inglese dell'americana
Rory, e quindi college, sveglia, doccia, colazione, lezioni, e alcune
svolte fondamentali, a cui si arriva tramite un crescendo di tensione
e suspense.
La
seconda nota positiva di Shades
si trova sicuramente nell'accurata descrizione delle strade di
Londra, che Maureen Johnson dimostra di conoscere davvero bene:
l'autrice riesce spesso a farci sentire quasi come fossimo veramente
presenti nelle vie affollate durante il giorno e poi di notte dipinge
con successo vicoli lugubri e sinistri che sembrano scricchiolare dei
passi di Jack e che costituiscono, insieme alle brevi digressioni
storiche sui delitti dello Squartatore, le parti più agghiaccianti
del romanzo.
Per
quanto riguarda i personaggi troviamo inizialmente tutti gli
stereotipi del college: l'amica poco popolare, la ragazza bella e
competitiva, il prefetto intelligente e fascinoso e poi appunto Rory,
l'outsider in trasferta per un anno a Londra. Tutti i compagni di
scuola vivono di luce riflessa, manca quasi completamente
l'introspezione psicologica, che è indirizzata sempre sulla
protagonista: Rory è un personaggio interessante, soprattutto per le
cose che dice, ricche di humour e di un'acutezza che colpisce e che
spesso l'aiuta a reggere la scena da sola. Non mancherà ovviamente
la storia d'amore con il prefetto Jerome, per quanto poco definita,
farcita di dialoghi banali e piuttosto anonimi. Gli equilibri
cambiano invece quando Boo, Callum e Stephen, una sorta di agenti
acchiappafantasmi, vanno ad inserirsi nella narrazione:
caratterizzati molto meglio dei compagni di scuola di Rory, danno
vita a dialoghi più intelligenti e realistici e incuriosiscono con
le loro vite passate. Via via che il libro procede scopriamo di più
sul loro conto e ci troviamo di fronte a storie spesso molto tristi
ma che, in un certo senso, non colpiscono come dovrebbero e
potrebbero se lo stile dell'autrice fosse più incisivo e
convincente. Un personaggio di cui ho apprezzato la caratterizzazione
e su cui avrei puntato di più è invece Alistair, il direttore della
rivista letteraria della scuola, morto nel sonno per un attacco
d'asma: adorabilmente dark e ironico, perso negli anni '80 che lo
hanno visto studente, legge poesie in biblioteca e baratta compiti
con chi lo può vedere per avere in cambio dischi degli Smiths, dei
Cure e dei Clash.
Ora
veniamo agli aspetti negativi che purtroppo lasciano l'amaro in
bocca, soprattutto pensando a quello che forse questo libro poteva
essere, vista l'idea interessante alla base della narrazione. Durante
tutta la lettura, il primo volume di Shades
mi ha dato spesso l'impressione di essere un prodotto perfettamente
impacchettato, con la carta da regalo più bella e il fiocco di
velluto ma che una volta aperto profumasse più che altro di
delusione. Poi arrivata all'ultima pagina, finalmente, ho capito il
problema. Nella classica facciata dedicata ai ringraziamenti finali,
l'autrice rivela di aver avuto qualche dubbio sull'intreccio e di
aver chiesto consiglio ai suoi amici, tra cui alcuni/e famosi/e
autori/autrici di young adult, che le hanno dato una mano e impedito
di "buttarsi dai cornicioni", come lei stessa scrive, ma
che forse non sono riusciti a risolvere tutti i problemi della
narrazione. I punti di svolta del libro sembrano infatti poco
studiati, scritti di fretta e spesso piuttosto banali, come se
Maureen Johnson avesse optato ogni volta per la soluzione più
semplice: ho sperato fino all'ultimo che l'autrice proponesse una via
d'uscita più originale e d'effetto ma ogni volta sono rimasta
delusa. Un esempio? Per ottenere la vista, ovvero la capacità di
vedere i fantasmi, è necessario essere in fin di vita o rischiare
comunque di morire: Rory riceve questo "dono" perché alla
mensa del college ha rischiato di soffocare per un boccone di stufato
andato di traverso. Credo non ci sia molto altro da dire, le parole
parlano da sole. Anche il finale, nel suo disperato tentativo di
stupire e sconvolgere quello che fino a quel momento era stato detto
e di agganciarsi inoltre al secondo volume, risulta tardivo e
confuso.
Per
concludere, ci troviamo di fronte ad un romanzo YA a tratti
divertente e ironico che nell'insieme può anche risultare una
piacevole lettura estiva. Se invece cercate emozioni forti che vi
riescano a scuotere, Shades
purtroppo non fa più paura di molti altri paranormal romance già
visti e rivisti: per reinterpretare al contrario una frase
pronunciata da Jo, uno dei fantasmi più coraggiosi di tutto il
romanzo, in questo libro "la paura è come un serpente senza
veleno".
Maureen
Johnson
Maureen
Johnson, nata in Pennsylvania è un’affermata autrice di romanzi
per giovani adulti. Vive fra New York e Guildford, in Inghilterra. Ha
studiato per un po' astronomia e archeologia, ma poi ha deciso di
dedicarsi alla scrittura. Scrive anche per il teatro e lavora come
editor. E passa troppo tempo online, a quanto dice.
Nessun commento:
Posta un commento
Grazie per aver condiviso la tua opinione!